(Edit 15/9/21: Aggiunto terzo e quarto giorno!)
Dati
Data: 1-4 settembre 2021
Regione e provincia: Bolzano - Belluno
Località di partenza: Lago di Braies
Località di arrivo: Borca di Cadore (variante - non fa parte dell'AV1)
Tempo di percorrenza: 4 giorni
Chilometri:
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà:
Periodo consigliato: Luglio - Settembre
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2574 m s.l.m. (rifugio Nuvolau)
Descrizione
Era da un annetto che ce l'avevo in testa: frequento da 30 anni le Dolomiti, ma non ho mai fatto uscite da più di un paio di giorni... volevo quindi fare un trekking "serio", per immergermi in queste montagne che adoro, farci qualche notte in tarp, vedere albe e tramonti... insomma, per godermele per bene.
L'idea è partire dal lago di Braies e di star fuori 4-5 giorni, senza dei piani rigidissimi: in zaino ho tarp e 5 giorni di viveri per poterla fare in totale autonomia.
Ho pensato a due possibili conclusioni per l'uscita:
- Il piano A è di concludere il giro il quarto giorno con un giro del Pelmo fuori-itinerario
- Il piano B è invece di proseguire per l'AV1 un giorno in più e concludere al Passo Duran facendo anche tutto il Civetta
...e mi concedo il lusso di decidere cammin facendo quale dei due piani scegliere.
Non parlerò molto del giro, l'idea di questo resoconto è soprattutto quello di condividere un po' di foto per trasmettervi l'atmosfera respirata camminando, quindi perdonate se sarò succinto.
Lo zaino alla partenza pesa 10,7 Kg: son super-soddisfatto perché riesco a far stare tutto dentro al mio 40 litri, compresi tarp, stuoino gonfiabile, sacco e soprattutto viveri per 5 giorni!
Qui il mio equipaggiamento di base (che sono 5Kg scarsi), a cui aggiungo circa 3Kg di viveri (ne discuto qui), 1.5 litri di acqua, qualche cambio (slip e fazzoletti di stoffa) e generi di conforto (un po' di caffè & sgnappa, intruglio da diluire a base di Campari per l'aperitivo pre-cena
)
Ma partiamo col trekking!
Giorno 1: Lago di Braies -> Passo del Limo (sopra Fannes)
Partenza alle ore 8:00 dal Lago di Braies (grazie ad @andreal che mi dà un tiro in auto e mi accompagna per la prima mezza giornata)
Inizio ufficiale dell'Altavia n. 1:
Sentiero che sale verso il Biella:
Croda del Becco in vista!
Attorno alle 11 raggiungiamo la prima tappa, il rifugio Biella:
Dove mi faccio la mia prima birra:
...e saluto Andrea, che ridiscende a valle mentre io proseguo
Croda del Becco, levigatissimo versante Sud:
Primi incontri con la fauna del posto:
Qui riguardo indietro la strada percorsa dal Biella:
Rifugio Sennes, affollato di merenderos:
Piccolo "villaggio" che precede il rifugio Fodara Vedla:
Poi discesa fino al...
...rifugio Pederù:
...dove pranzo tardissimo, attorno alle 15!
Riparto dopo un'oretta di pausa per il rifugio Fannes....chiuso per Covid!
Cammino ancora una ventiona di minuti ed arrivo al bellissimo Passo del Limo:
...e ne approfitto per prendere acqua da filtrare.
Pianto il tarp poco oltre:
...Ceno con uno "squisito" bustozzo:
E mi infilo nel mio bel sacco, per trascorrere una notte sotto le stelle che si rivelerà ben più "fresca" del previsto!
Giorno 2: Passo del Limo -> Falzarego
Il meteo prevede come minima per la notte +6°C a 2000 metri; io sono a 2.200 metri, ma al risveglio mi ci vuole poco per capire che hanno cannato di brutto... attorno a me è tutto coperto di brina!
Il termometro segna -1.7°C, verso mattina avevo un po' di frescolino ma tutto sommato non mi lamento, visto che ho un sacco confort +3° e un materassino gonfiabile del Lidl (!!!) con R-value "non pervenuto"...
Mentre, un po' intirizzito, smonto il campo, un paio di locali danno un occhio dall'alto al mio accampamento:
Metto via tarp fradicio, poncho bagnato e sacco umidiccio, e verso le 8 si riparte...finalmente incontro il sole ed il termometro "schizza" ad 8°! Mi sembra di essere a Rimini...
La piana di Gran Fanes è bellissima!
Ad un certo punto l'Altavia si stacca a sinistra dalla strada bianca e risale su una stretta mulattiera fino alla "Forcella del Lago", Appena la raggiungo mi ci vuole poco a capire il motivo del nome:
Al laghetto faccio pausa e stendo ad asciugare un po' il mio equipaggiamento. Mentre faccio il pieno di acqua da filtrare col Sawyer due ragazze olandesi, rimaste senz'acqua, mi chiedono se quella del lago (bello pieno di alghe e simpatici pesciolini) è potabile... 10 minuti dopo sto filtrando acqua anche per loro
Piccola parentesi: da quando son partito ieri ho trovato un sacco di persone che fanno l'Altavia, tutti con zainoni da 70 litri (anche se pochissimi armati di tenda) e....tutti stranieri!
Francesi, inglesi, tedeschi, americani etc etc... mi sembra davvero di essere l'unico italiano che sta facendo l'Altavia, e uno dei pochissimi che prova a farla senza dormire tutte le notti in rifugio.
Il pomeriggio mentre mi avvicino al Lagazuoi tento di decidere cosa fare per la notte: non riesco ad arrivare ad alcun posto "bucolico" dove piantare il tarp, ed il sacco è ancora umidiccio... Non mi dispiacerebbe a questo punto farmi anch'io una notte in rifugio, chiamo tutti quelli circostanti (Dibona, Scoiattoli, 5 torri, Nuvolau, Lagazuoi...) ma tutti o son pieni o neppure rispondono.
Tofana di Rozes:
Alle 5 del pomeriggio sto scendendo verso il Falzarego e ancora non so dove dormire. Temo di dover passare la notte col tarp a lato della statale, non proprio il top.
In extremis, scopro che allo sconosciuto "Rifugio col Gallina", lungo la strada che sale al Falzarego, hanno dei posti in camerata liberi... mi ci fiondo!
Lì faccio una doccia, metto ad asciugare il sacco, faccio il "bucato" (la maglietta che ho addosso al primo risciacquo butta fuori un'acqua marrone davvero poco invitante!), ceno e scambio qualche chiacchiera in inglese coi miei compagni di camerata (un americano e una coppia messicana), tutti simpatici e socievoli.
Ho dormito in tarp una sola notte, ma già mi fa strano andare dormire su un materasso vero, con delle coperte, senza brezze gelide in faccia e condensa del tarp da "gestire"!
Giorno 3: Falzarego -> Mondeval
Dopo la nottata tranquilla in rifugio, si riparte in direzione Nuvolau!
Con tappa obbligatoria alle Cinque torri:
Qui faccio una piccola deviazione, non prevista dall'Altavia ma secondo me imperdibile, per fare il giro delle 5 torri, con alcuni passaggi davvero spettacolari:
Al termine del giro, mi fermo a bere qualcosa all'omonimo rifugio "5 torri".
"Hi Paolo!!!!" sento: tra i tavoli esterni del rifugio rincontro le due ragazze Olandesi che il giorno prima avevo salvato dalla disidratazione...
...Dopo due chiacchiere, mi chiedono consiglio perché una delle due è in grosse difficoltà per un piede con vesciche da paura, nonostante i cerotti Compeed già messi. Purtroppo so bene cosa vuol dire (nel 2018 ho fatto la stessa fine, e son finito sotto antibiotici e senza la possibilità di indossare scarpe per una dozzina di giorni!) e a malincuore devo consigliarle di...non strafare, e valutare seriamente di salutare l'Altavia. Le passo una decina di pastiglie di Ibuprofene, so che le serviranno.
Mi offrono da bere (ormai sono il loro santo protettore
) e ci auguriamo tanti "good luck"
Si riparte... la prossima tappa è il rifugio Nuvolau, in cima ad un cocuzzolo che conosco bene e da cui so di poter godere di una vista a 360° da urlo.
Arrivato in cima, ogni lato verso cui mi volto è spettacolare:
Il sottostante passo Giau:
Le Tofane:
Lastoni di Formin (che adoro!) e dietro Croda da Lago:
Pranzo lì in cima e poi inizio a scendere verso il passo Giau, dove mi aspetta l'ultima birra della giornata (e l'ultimo contatto con la civiltà):
Si riparte, dopo un'oretta e mezza raggiungo la bucolica piana di Mondeval, con spettacolare vista sul Pelmo... questi pascoli saranno il mio hotel per la notte!
In mezzo a tanta bellezza, ho però una brutta sorpresa: devo recuperare l'acqua per la notte e la mattina successiva, ma il torrentello che di solito alimenta il laghetto è completamente secco; faccio un giro completo attorno allo specchio d'acqua ma il laghetto stesso è circondato da N metri di palude e non riesco a raggiungere l'acqua. L'unico rigagnolo (poco invitante) da cui riesco a riempire le mie scorte è quello che esce dal laghetto/palude, ma riempendo le bottiglie e la sacca, devo fare molta attenzione a non tirar risucchiare qualcuno dei numerosissimi girini che scorrazzano ovunque
. Inutile dire che la pozza è circondata anche da numerosi escrementi di fauna locale, che va quotidianamente lì ad abbeverarsi...
Stasera devo davvero riporre tanta, tanta ma TANTA fiducia sul filtro Sawyer... (che Iddio lo benedica!)
Risolto questo inghippo, preparo il campo!
A circa 100 metri dal lago trovo alcuni metri quadri di erba tirati a bolla: sono MIEI, stanotte VOGLIO farmi una bella dormita!
Cenetta calda, infuso fumante e alle otto e mezza, quando scende il buio, sono a nanna.
Giorno 4: Mondeval -> anello del Pelmo
La notte trascorre tranquilla, al mattino c'è anche stavolta della brina ma fortunatamente qui il sole appena sorge batte sul tarp e quindi quando all'alba esco dal mio nido i suoi raggi son già lì che mi scaldano!
L'alba è semplicemente...magica, metto solo alcune foto senza bisogno di aggiungere molti commenti:
Colazione vista Pelmo:
Si riparte!
Sotto una roccia, al centro della piana di Mondeval, riposa da 8.000 anni Valmo, detto "l'uomo di Mondeval" ...un ricordo dal Mesolitico:
A custodirlo, alcune centinaia di pecore...
...e qualche ciuchino!
Passo poi per forcella Antracisa, crocevia dove si congiungono i sentieri dal Giau, dalla piana di Mondeval, dalla Croda da Lago e dal rifugio Città di Fiume.
Proprio qui per purissimo caso, da tre sentieri diversi, ci rincontriamo io, l'americano e la coppia messicana conosciuti due sere prima nel rifugio al Falzarego!
Un caro saluti a questi amici e riparto di buona lena, che mi sta venendo incontro da valle @andreal , con cui condividerò questa giornata.
Alla fine ho scelto di fare il giro da quattro giorni, ed oggi quindi concluderò la mia Altavia facendo (fuori itinerario) buona parte del giro del Pelmo per avvicinarmi così al Cadore, dove la mia famiglia mi aspetta.
Il Civetta, potenziale meta del giorno successivo, decido di tenerlo per qualche altra occasione: è una gran bella montagna e l'idea di percorrerlo "a tappe forzate" quasi di corsa alla fine non mi attira più di tanto.
Incontro Andrea che mi ha raggiunto salendo dalla Valle del Boite e con lui ben presto arriviamo al Rifugio Città di Fiume, in questa foto con alle spalle (indovinate un po'!) sua maestà il Pelmo.
Facciamo pausa strudel & birra e partiamo per la nostra circumnavigazione: c'è da camminare un bel po' di ore, le nuvole iniziano ben presto ad innaffiarci di pioggia, e facciamo almeno due ore di cammino sotto l'acqua.
Il "Caregone di Dio" (soprannome del Pelmo)...con anche l'aureola!
(qui siamo già sul versante esattamente opposto rispetto alla foto precedente)
Finalmente il sottostante Rifugio Venezia...
...dove ci concediamo una buona zuppa fumante!
Ormai la mia avventura sta volgendo al termine, con Andrea scendiamo in direzione San Vito di Cadore, dove ha lasciato l'auto.
Sorapis, Marmarole e Antelao...sto tornando dalle "mie" montagne, che frequento da ormai una trentina d'anni!
E così, dopo 4 giorni pieni ed intensi, verso le 19:45 arriviamo all'auto di Andrea che mi riaccompagnerà a casa (ancora grazie!
) e la mia uscita si conclude ufficialmente!
Il mio zaino è un po' più vuoto rispetto a quando son partito, ma io mi sento invece davvero ben più "pieno": di natura, di pascoli, di rocce, di panorami e di esperienza.
Un'avventura che ricorderò sicuramente!
Dati
Data: 1-4 settembre 2021
Regione e provincia: Bolzano - Belluno
Località di partenza: Lago di Braies
Località di arrivo: Borca di Cadore (variante - non fa parte dell'AV1)
Tempo di percorrenza: 4 giorni
Chilometri:

Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà:
Periodo consigliato: Luglio - Settembre
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2574 m s.l.m. (rifugio Nuvolau)
Descrizione
Era da un annetto che ce l'avevo in testa: frequento da 30 anni le Dolomiti, ma non ho mai fatto uscite da più di un paio di giorni... volevo quindi fare un trekking "serio", per immergermi in queste montagne che adoro, farci qualche notte in tarp, vedere albe e tramonti... insomma, per godermele per bene.
L'idea è partire dal lago di Braies e di star fuori 4-5 giorni, senza dei piani rigidissimi: in zaino ho tarp e 5 giorni di viveri per poterla fare in totale autonomia.
Ho pensato a due possibili conclusioni per l'uscita:
- Il piano A è di concludere il giro il quarto giorno con un giro del Pelmo fuori-itinerario
- Il piano B è invece di proseguire per l'AV1 un giorno in più e concludere al Passo Duran facendo anche tutto il Civetta
...e mi concedo il lusso di decidere cammin facendo quale dei due piani scegliere.
Non parlerò molto del giro, l'idea di questo resoconto è soprattutto quello di condividere un po' di foto per trasmettervi l'atmosfera respirata camminando, quindi perdonate se sarò succinto.
Lo zaino alla partenza pesa 10,7 Kg: son super-soddisfatto perché riesco a far stare tutto dentro al mio 40 litri, compresi tarp, stuoino gonfiabile, sacco e soprattutto viveri per 5 giorni!
Qui il mio equipaggiamento di base (che sono 5Kg scarsi), a cui aggiungo circa 3Kg di viveri (ne discuto qui), 1.5 litri di acqua, qualche cambio (slip e fazzoletti di stoffa) e generi di conforto (un po' di caffè & sgnappa, intruglio da diluire a base di Campari per l'aperitivo pre-cena
Ma partiamo col trekking!
Giorno 1: Lago di Braies -> Passo del Limo (sopra Fannes)
Partenza alle ore 8:00 dal Lago di Braies (grazie ad @andreal che mi dà un tiro in auto e mi accompagna per la prima mezza giornata)
Inizio ufficiale dell'Altavia n. 1:
Sentiero che sale verso il Biella:
Croda del Becco in vista!
Attorno alle 11 raggiungiamo la prima tappa, il rifugio Biella:
Dove mi faccio la mia prima birra:
...e saluto Andrea, che ridiscende a valle mentre io proseguo
Croda del Becco, levigatissimo versante Sud:
Primi incontri con la fauna del posto:
Qui riguardo indietro la strada percorsa dal Biella:
Rifugio Sennes, affollato di merenderos:
Piccolo "villaggio" che precede il rifugio Fodara Vedla:
Poi discesa fino al...
...rifugio Pederù:
...dove pranzo tardissimo, attorno alle 15!
Riparto dopo un'oretta di pausa per il rifugio Fannes....chiuso per Covid!
Cammino ancora una ventiona di minuti ed arrivo al bellissimo Passo del Limo:
...e ne approfitto per prendere acqua da filtrare.
Pianto il tarp poco oltre:
...Ceno con uno "squisito" bustozzo:
E mi infilo nel mio bel sacco, per trascorrere una notte sotto le stelle che si rivelerà ben più "fresca" del previsto!
Giorno 2: Passo del Limo -> Falzarego
Il meteo prevede come minima per la notte +6°C a 2000 metri; io sono a 2.200 metri, ma al risveglio mi ci vuole poco per capire che hanno cannato di brutto... attorno a me è tutto coperto di brina!
Il termometro segna -1.7°C, verso mattina avevo un po' di frescolino ma tutto sommato non mi lamento, visto che ho un sacco confort +3° e un materassino gonfiabile del Lidl (!!!) con R-value "non pervenuto"...
Mentre, un po' intirizzito, smonto il campo, un paio di locali danno un occhio dall'alto al mio accampamento:
Metto via tarp fradicio, poncho bagnato e sacco umidiccio, e verso le 8 si riparte...finalmente incontro il sole ed il termometro "schizza" ad 8°! Mi sembra di essere a Rimini...

La piana di Gran Fanes è bellissima!
Ad un certo punto l'Altavia si stacca a sinistra dalla strada bianca e risale su una stretta mulattiera fino alla "Forcella del Lago", Appena la raggiungo mi ci vuole poco a capire il motivo del nome:
Al laghetto faccio pausa e stendo ad asciugare un po' il mio equipaggiamento. Mentre faccio il pieno di acqua da filtrare col Sawyer due ragazze olandesi, rimaste senz'acqua, mi chiedono se quella del lago (bello pieno di alghe e simpatici pesciolini) è potabile... 10 minuti dopo sto filtrando acqua anche per loro
Piccola parentesi: da quando son partito ieri ho trovato un sacco di persone che fanno l'Altavia, tutti con zainoni da 70 litri (anche se pochissimi armati di tenda) e....tutti stranieri!
Francesi, inglesi, tedeschi, americani etc etc... mi sembra davvero di essere l'unico italiano che sta facendo l'Altavia, e uno dei pochissimi che prova a farla senza dormire tutte le notti in rifugio.
Il pomeriggio mentre mi avvicino al Lagazuoi tento di decidere cosa fare per la notte: non riesco ad arrivare ad alcun posto "bucolico" dove piantare il tarp, ed il sacco è ancora umidiccio... Non mi dispiacerebbe a questo punto farmi anch'io una notte in rifugio, chiamo tutti quelli circostanti (Dibona, Scoiattoli, 5 torri, Nuvolau, Lagazuoi...) ma tutti o son pieni o neppure rispondono.
Tofana di Rozes:
Alle 5 del pomeriggio sto scendendo verso il Falzarego e ancora non so dove dormire. Temo di dover passare la notte col tarp a lato della statale, non proprio il top.
In extremis, scopro che allo sconosciuto "Rifugio col Gallina", lungo la strada che sale al Falzarego, hanno dei posti in camerata liberi... mi ci fiondo!
Lì faccio una doccia, metto ad asciugare il sacco, faccio il "bucato" (la maglietta che ho addosso al primo risciacquo butta fuori un'acqua marrone davvero poco invitante!), ceno e scambio qualche chiacchiera in inglese coi miei compagni di camerata (un americano e una coppia messicana), tutti simpatici e socievoli.
Ho dormito in tarp una sola notte, ma già mi fa strano andare dormire su un materasso vero, con delle coperte, senza brezze gelide in faccia e condensa del tarp da "gestire"!
Giorno 3: Falzarego -> Mondeval
Dopo la nottata tranquilla in rifugio, si riparte in direzione Nuvolau!
Con tappa obbligatoria alle Cinque torri:
Qui faccio una piccola deviazione, non prevista dall'Altavia ma secondo me imperdibile, per fare il giro delle 5 torri, con alcuni passaggi davvero spettacolari:
Al termine del giro, mi fermo a bere qualcosa all'omonimo rifugio "5 torri".
"Hi Paolo!!!!" sento: tra i tavoli esterni del rifugio rincontro le due ragazze Olandesi che il giorno prima avevo salvato dalla disidratazione...

...Dopo due chiacchiere, mi chiedono consiglio perché una delle due è in grosse difficoltà per un piede con vesciche da paura, nonostante i cerotti Compeed già messi. Purtroppo so bene cosa vuol dire (nel 2018 ho fatto la stessa fine, e son finito sotto antibiotici e senza la possibilità di indossare scarpe per una dozzina di giorni!) e a malincuore devo consigliarle di...non strafare, e valutare seriamente di salutare l'Altavia. Le passo una decina di pastiglie di Ibuprofene, so che le serviranno.
Mi offrono da bere (ormai sono il loro santo protettore
Si riparte... la prossima tappa è il rifugio Nuvolau, in cima ad un cocuzzolo che conosco bene e da cui so di poter godere di una vista a 360° da urlo.
Arrivato in cima, ogni lato verso cui mi volto è spettacolare:
Il sottostante passo Giau:
Le Tofane:
Lastoni di Formin (che adoro!) e dietro Croda da Lago:
Pranzo lì in cima e poi inizio a scendere verso il passo Giau, dove mi aspetta l'ultima birra della giornata (e l'ultimo contatto con la civiltà):
Si riparte, dopo un'oretta e mezza raggiungo la bucolica piana di Mondeval, con spettacolare vista sul Pelmo... questi pascoli saranno il mio hotel per la notte!
In mezzo a tanta bellezza, ho però una brutta sorpresa: devo recuperare l'acqua per la notte e la mattina successiva, ma il torrentello che di solito alimenta il laghetto è completamente secco; faccio un giro completo attorno allo specchio d'acqua ma il laghetto stesso è circondato da N metri di palude e non riesco a raggiungere l'acqua. L'unico rigagnolo (poco invitante) da cui riesco a riempire le mie scorte è quello che esce dal laghetto/palude, ma riempendo le bottiglie e la sacca, devo fare molta attenzione a non tirar risucchiare qualcuno dei numerosissimi girini che scorrazzano ovunque

Stasera devo davvero riporre tanta, tanta ma TANTA fiducia sul filtro Sawyer... (che Iddio lo benedica!)
Risolto questo inghippo, preparo il campo!
A circa 100 metri dal lago trovo alcuni metri quadri di erba tirati a bolla: sono MIEI, stanotte VOGLIO farmi una bella dormita!
Cenetta calda, infuso fumante e alle otto e mezza, quando scende il buio, sono a nanna.
Giorno 4: Mondeval -> anello del Pelmo
La notte trascorre tranquilla, al mattino c'è anche stavolta della brina ma fortunatamente qui il sole appena sorge batte sul tarp e quindi quando all'alba esco dal mio nido i suoi raggi son già lì che mi scaldano!
L'alba è semplicemente...magica, metto solo alcune foto senza bisogno di aggiungere molti commenti:
Colazione vista Pelmo:
Si riparte!
Sotto una roccia, al centro della piana di Mondeval, riposa da 8.000 anni Valmo, detto "l'uomo di Mondeval" ...un ricordo dal Mesolitico:
A custodirlo, alcune centinaia di pecore...
...e qualche ciuchino!
Passo poi per forcella Antracisa, crocevia dove si congiungono i sentieri dal Giau, dalla piana di Mondeval, dalla Croda da Lago e dal rifugio Città di Fiume.
Proprio qui per purissimo caso, da tre sentieri diversi, ci rincontriamo io, l'americano e la coppia messicana conosciuti due sere prima nel rifugio al Falzarego!
Un caro saluti a questi amici e riparto di buona lena, che mi sta venendo incontro da valle @andreal , con cui condividerò questa giornata.
Alla fine ho scelto di fare il giro da quattro giorni, ed oggi quindi concluderò la mia Altavia facendo (fuori itinerario) buona parte del giro del Pelmo per avvicinarmi così al Cadore, dove la mia famiglia mi aspetta.
Il Civetta, potenziale meta del giorno successivo, decido di tenerlo per qualche altra occasione: è una gran bella montagna e l'idea di percorrerlo "a tappe forzate" quasi di corsa alla fine non mi attira più di tanto.
Incontro Andrea che mi ha raggiunto salendo dalla Valle del Boite e con lui ben presto arriviamo al Rifugio Città di Fiume, in questa foto con alle spalle (indovinate un po'!) sua maestà il Pelmo.
Facciamo pausa strudel & birra e partiamo per la nostra circumnavigazione: c'è da camminare un bel po' di ore, le nuvole iniziano ben presto ad innaffiarci di pioggia, e facciamo almeno due ore di cammino sotto l'acqua.
Il "Caregone di Dio" (soprannome del Pelmo)...con anche l'aureola!
(qui siamo già sul versante esattamente opposto rispetto alla foto precedente)
Finalmente il sottostante Rifugio Venezia...
...dove ci concediamo una buona zuppa fumante!
Ormai la mia avventura sta volgendo al termine, con Andrea scendiamo in direzione San Vito di Cadore, dove ha lasciato l'auto.
Sorapis, Marmarole e Antelao...sto tornando dalle "mie" montagne, che frequento da ormai una trentina d'anni!
E così, dopo 4 giorni pieni ed intensi, verso le 19:45 arriviamo all'auto di Andrea che mi riaccompagnerà a casa (ancora grazie!
Il mio zaino è un po' più vuoto rispetto a quando son partito, ma io mi sento invece davvero ben più "pieno": di natura, di pascoli, di rocce, di panorami e di esperienza.
Un'avventura che ricorderò sicuramente!
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