Amazon, le scomode verità.

Mi domando... ma se lavorare per Amazon è così umiliante, faticoso e stressante ..com'è che quando mi consegnano un pacco sono sempre così sorridenti, gentili, benauguranti? :roll:
 
E si, hai ragione è proprio la stessa cosa :azz:

Scusa guarda, non volermene.
Ho letto quanto hai scritto della tua esperienza con Amazon, e che dire se non che sono dei pezzenti?
Hai il dente avvelenato e ti capisco benissimo, probabilmente l'avrei avuto pure io al tuo posto.

......però....

fino a quando ti è andata bene (all'inizio tutto bello, l'hai scritto tu no?) Amazon non era quel mostro schifoso che sfrutta la gente ed avade il fisco. Sbaglio forse?
E se lo era.... come giustifichi (moralmente parlando) il fatto che anche tu fino a "ieri" fossi uno di quelli che alimentava questo mostro che oltretutto manco paga le tasse?
Lo so benissimo che dico delle cose antipatiche e che potrei anche andarti sulle palle, però si dovrebbe anche essere obiettivi nelle cose.
Hai firmato un contratto? Pare di si.... l'hai scritto tu.
Non l'hai letto?
Non hai capito cosa c'era scritto?
Non lo so.... però ritorno sul discorso che ho già fatto prima.... SE non si ribella chi ci lavora da Amazon, chi deve fare il lavoro sporco?
Per inciso so anche di persone che sono ben felici di lavorare da Amazon.... ed è possibile che sia per questo che nessuno si ribella, perchè gli infelici sono meno di quelli felici.
Oltretutto riguardo al discorso della Svizzera.... chi ha messo dei paletti?
Lo stato svizzero o gli svizzeri stessi?
 
Lo confesso: sono iscritto ad Amazon da... boh? 10 anni? Che cosa ci ho comprato? Poco o niente.
In sostanza, sono un ex product manager, quindi sono abituato (condannato...:D) a verificare prima i prezzi di mercato, poi ad acquistare. E proprio per questo motivo, ho sempre comprato quasi niente da Amazon.
Compro in modalità remota di tutto un po'. La bici, l'assicurazione auto, il PC. Su Amazon, non conviene mai, o quasi. Certo: il servizio è comodo e rapido, ma i prezzi sono davvero esagerati. Ci ho comprato le cose che, in una città piccola come la mia, non si trovano o si trovano a fatica: le lastrine di protezione del telefonino, a volte le cartucce per la stampante... "robbetta"!
Ha successo? Si. Perché? Boh! Pigrizia mentale dei suoi clienti? Peraltro, la scelta di prodotti disponibili, in termini di qualità, è davvero bassa. Per lo meno, questa è la mia esperienza.

Perdonami ma voglio sperare che la tua volesse essere una provocazione, perché un product manager che dice di non sapere il motivo del successo di Amazon mi lascia esterrefatto!!!
 
Scusa guarda, non volermene.
Ho letto quanto hai scritto della tua esperienza con Amazon, e che dire se non che sono dei pezzenti?
Hai il dente avvelenato e ti capisco benissimo, probabilmente l'avrei avuto pure io al tuo posto.

......però....

fino a quando ti è andata bene (all'inizio tutto bello, l'hai scritto tu no?) Amazon non era quel mostro schifoso che sfrutta la gente ed avade il fisco. Sbaglio forse?
E se lo era.... come giustifichi (moralmente parlando) il fatto che anche tu fino a "ieri" fossi uno di quelli che alimentava questo mostro che oltretutto manco paga le tasse?
Lo so benissimo che dico delle cose antipatiche e che potrei anche andarti sulle palle, però si dovrebbe anche essere obiettivi nelle cose.
Hai firmato un contratto? Pare di si.... l'hai scritto tu.
Non l'hai letto?
Non hai capito cosa c'era scritto?
Non lo so.... però ritorno sul discorso che ho già fatto prima.... SE non si ribella chi ci lavora da Amazon, chi deve fare il lavoro sporco?
Per inciso so anche di persone che sono ben felici di lavorare da Amazon.... ed è possibile che sia per questo che nessuno si ribella, perchè gli infelici sono meno di quelli felici.
Oltretutto riguardo al discorso della Svizzera.... chi ha messo dei paletti?
Lo stato svizzero o gli svizzeri stessi?
Guarda, potremmo stare qui a parlarne per giorni, ma sarebbe inutile perché credo che bisogna viverle in prima persona certe cose, perché finché si sta belli seduti sul divano a fare ordini dal telefonino è tutto stupendo...... finché non si tocca il proprio orticello tutto va bene..... abbiamo punti di vista diversi, soltanto che io non parlo per sentito dire
 
Perdonami ma voglio sperare che la tua volesse essere una provocazione, perché un product manager che dice di non sapere il motivo del successo di Amazon mi lascia esterrefatto!!!
2 "p" su 4. Confermo il mio giudizio.
Hanno placement (disponibilità) e product (gamma di prodotti). Li trovo carenti, a dir poco, in price (prezzi, cari) e performance (prestazioni, la qualità media dei prodotti proposti è mediocre).
Vedi tu.
 
Guarda, potremmo stare qui a parlarne per giorni, ma sarebbe inutile perché credo che bisogna viverle in prima persona certe cose, perché finché si sta belli seduti sul divano a fare ordini dal telefonino è tutto stupendo...... finché non si tocca il proprio orticello tutto va bene..... abbiamo punti di vista diversi, soltanto che io non parlo per sentito dire

Certo.... ma non rispondi nemmeno a tono.
Se non ti va bene un lavoro, non lo fai.
Se firmi un contratto, lo rispetti.
Se Amazon non rispetta un contratto (cosa di cui dubito fortemente, non perchè siano onesti, ma perchè hanno di sicuro fior fior di avvocati) vai dai tuoi sindacati o dove ti pare.
Ma finchè si prende solo ciò che fa comodo, per buttare merda in seguito su ciò che non fa comodo, di cosa parliamo?
Di aria fritta.
--- ---

2 "p" su 4. Confermo il mio giudizio.
Hanno placement (disponibilità) e product (gamma di prodotti). Li trovo carenti, a dir poco, in price (prezzi, cari) e performance (prestazioni, la qualità media dei prodotti proposti è mediocre).
Vedi tu.

Tu dici prezzi cari. Potresti aver ragione.
Però ti faccio un esempio: se un oggetto costa in un negozio chiamiamolo "fisico" 100 euro, e su amazon ne costa 110.... per te è caro?
Ammettiamo che lo sia.
Ma non credi che il servizio e l'assistenza alla fine incidano sul prezzo finale e sul decidere se un oggetto è caro oppure no?
Noi siamo utenti finali.... compriamo che so, un paio di scarpe, o uno zaino.... li usiamo e amen.

Parliamo allora di un corriere che compra -per esempio- 10 furgoni per lavorare.
Secondo te.... vale la pena di risparmiare il 10% e comprare in un posto dove non hai certa l'assistenza? Dove per una garanzia devi incazzarti e prendere magari un avvocato oppure aspettare settimane?
Per me no.

Quando il cliente è soddisfatto? Quando compra bene certo.... ma se ha un problema?
Chiama (per esempio) la telecom per un problema: diventi viola di rabbia.
Poi chiama Amazon e vedi in quanto tempo (e come) ti rispondono.
Potrei fare decine di esempi.
Il bello sai qual'è? Che l'attenzione al cliente, alla fine..... quasi quasi non costa.

Guarda questo video:
Parliamo di una persona che è nata più di 100 anni fa..... ma che rispetto alla maggior parte degli odierni "imprenditori" è ancora avanti mille anni.

Io -e non solo io- me ne frego se Amazon costa qualcosa in più.... so che se ho un problema c'è qualcuno che se ne occupa. ATTENZIONE: non ho scritto che me lo risolve di sicuro (anche se a me l'hanno sempre risolto) ho scritto che se ne occupano.
E poi ti chiedi perchè hanno successo?
 
Ultima modifica:
2 "p" su 4. Confermo il mio giudizio.
Hanno placement (disponibilità) e product (gamma di prodotti). Li trovo carenti, a dir poco, in price (prezzi, cari) e performance (prestazioni, la qualità media dei prodotti proposti è mediocre).
Vedi tu.
Il prezzo è stato il top almeno fino ad un paio di anni addietro, adesso si trovano ancora offerte ma sicuramente meno frequenti. La performance va considerata anche in relazione al trattamento del cliente, in questo amazon è il 100% della qualità. Questo aspetto è fondamentale quando si parla di commercio online. Abbatte le barriere della distanza e crea una fidelizzazione spaventosa.



Invece in merito alla questione sullo sfruttamento del lavoro, capisco e condivido chi si lamenta, però dai commenti letti mi sembra che non si sia toccato il punto chiave. Altri settori in Italia sfruttano quasi a livello di schiavismo i dipendenti, proprio di questi giorni è la polemica sui lavoratori stagionali. La vera questione è politica, chi si lamentava della perdita di valore del contratto a tempo indeterminato, deve ringraziare il governo che ha realizzato il Jobs Act giusto per citare una delle riforme che hanno affossato il contratto a tempo indeterminato. Tutto questo per dire che il problema di fondo siamo noi italiani che quando andiamo a votare ci facciamo conquistare dalle facili promesse e continuiamo a votare le stesse facce che da 20 anni fanno ciò che vogliono affossando il paese.
--- ---

Guarda questo video:
Parliamo di una persona che è nata più di 100 anni fa..... ma che rispetto alla maggior parte degli odierni "imprenditori" è ancora avanti mille anni.

Io -e non solo io- me ne frego se Amazon costa qualcosa in più.... so che se ho un problema c'è qualcuno che se ne occupa. ATTENZIONE: non ho scritto che me lo risolve di sicuro (anche se a me l'hanno sempre risolto) ho scritto che se ne occupano.
E poi ti chiedi perchè hanno successo?

Bellissimo video, che lungimiranza!
 
Ultima modifica:
2 "p" su 4. Confermo il mio giudizio.
Hanno placement (disponibilità) e product (gamma di prodotti). Li trovo carenti, a dir poco, in price (prezzi, cari) e performance (prestazioni, la qualità media dei prodotti proposti è mediocre).
Vedi tu.
Su Amazon compro dalla piciottata da 2€ fino al portatile da 1.5K e ti assicuro che seppur c’è stato un progressivo aumento dei prezzi, anzi, direi più che altro un abbassamento della convenienza rispetto alle alternative, resta ancora molto competitivo.

Sulla performance bruciano qualsiasi altro e-commerce: consegna in 24 e un post vendita che gli altri ancora devono capire da che parte sono girati, leggi cosa ho riportato qualche post indietro.
 
https://www.internazionale.it/opinione/paris-marx/2021/07/10/amazon-spreco-capitalismo

Un lavoratore di Amazon protetto dall’anonimato ha raccontato a Pallot: “Il nostro obiettivo è distruggere 130mila oggetti ogni settimana”. Un documento conferma che in sette giorni sono stati contrassegnati per lo smaltimento 124mila prodotti, e solo 28mila per le donazioni. Un dirigente ha rivelato a Pallot che in poche settimane sono stati distrutti fino a 200mila oggetti. Secondo il lavoratore anonimo circa metà era composta da prodotti restituiti, spesso in buone condizioni, mentre l’altra metà era rappresentata da quelli nuovi, alcuni di buona qualità. “Ventilatori Dyson, aspirapolvere, qualche computer MacBook o iPad. L’altro giorno abbiamo fatto sparire ventimila mascherine ancora dentro le confezioni. Non ha senso”, ha dichiarato. Alcuni prodotti finiscono negli impianti di riciclaggio, ma la maggior parte va direttamente nelle discariche.

Lo spreco rivelato dall’inchiesta di Itv News non è limitato ai centri logistici di Amazon nel Regno Unito, e la società di Jeff Bezos non è la sola colpevole. Il rapporto mette in evidenza la frattura tra l’immagine che l’azienda cerca di trasmettere e il modo in cui si comporta realmente, ma sottolinea anche la profonda inefficienza della nostra economia del consumo.



Eh però si risparmia, occhio ai 2 euro!
 
Ultima modifica:
https://www.internazionale.it/opinione/paris-marx/2021/07/10/amazon-spreco-capitalismo

Un lavoratore di Amazon protetto dall’anonimato ha raccontato a Pallot: “Il nostro obiettivo è distruggere 130mila oggetti ogni settimana”. Un documento conferma che in sette giorni sono stati contrassegnati per lo smaltimento 124mila prodotti, e solo 28mila per le donazioni. Un dirigente ha rivelato a Pallot che in poche settimane sono stati distrutti fino a 200mila oggetti. Secondo il lavoratore anonimo circa metà era composta da prodotti restituiti, spesso in buone condizioni, mentre l’altra metà era rappresentata da quelli nuovi, alcuni di buona qualità. “Ventilatori Dyson, aspirapolvere, qualche computer MacBook o iPad. L’altro giorno abbiamo fatto sparire ventimila mascherine ancora dentro le confezioni. Non ha senso”, ha dichiarato. Alcuni prodotti finiscono negli impianti di riciclaggio, ma la maggior parte va direttamente nelle discariche.

Lo spreco rivelato dall’inchiesta di Itv News non è limitato ai centri logistici di Amazon nel Regno Unito, e la società di Jeff Bezos non è la sola colpevole. Il rapporto mette in evidenza la frattura tra l’immagine che l’azienda cerca di trasmettere e il modo in cui si comporta realmente, ma sottolinea anche la profonda inefficienza della nostra economia del consumo.



Eh però risparmia, occhio ai 2 euro!
No ma....... va bene così!
 
https://www.internazionale.it/opinione/paris-marx/2021/07/10/amazon-spreco-capitalismo

Un lavoratore di Amazon protetto dall’anonimato ha raccontato a Pallot: “Il nostro obiettivo è distruggere 130mila oggetti ogni settimana”. Un documento conferma che in sette giorni sono stati contrassegnati per lo smaltimento 124mila prodotti, e solo 28mila per le donazioni. Un dirigente ha rivelato a Pallot che in poche settimane sono stati distrutti fino a 200mila oggetti. Secondo il lavoratore anonimo circa metà era composta da prodotti restituiti, spesso in buone condizioni, mentre l’altra metà era rappresentata da quelli nuovi, alcuni di buona qualità. “Ventilatori Dyson, aspirapolvere, qualche computer MacBook o iPad. L’altro giorno abbiamo fatto sparire ventimila mascherine ancora dentro le confezioni. Non ha senso”, ha dichiarato. Alcuni prodotti finiscono negli impianti di riciclaggio, ma la maggior parte va direttamente nelle discariche.

Lo spreco rivelato dall’inchiesta di Itv News non è limitato ai centri logistici di Amazon nel Regno Unito, e la società di Jeff Bezos non è la sola colpevole. Il rapporto mette in evidenza la frattura tra l’immagine che l’azienda cerca di trasmettere e il modo in cui si comporta realmente, ma sottolinea anche la profonda inefficienza della nostra economia del consumo.



Eh però risparmia, occhio ai 2 euro!
Mah...in qualche occasione ho comprato, con sconti interessanti, apparecchiature che erano state restituite..questo per dire che al "lavoratore anonimo" darò credito quando mi farà vedere le discariche piene di prodotti nuovi "distrutti" .
 
https://www.internazionale.it/opinione/paris-marx/2021/07/10/amazon-spreco-capitalismo

Un lavoratore di Amazon protetto dall’anonimato ha raccontato a Pallot: “Il nostro obiettivo è distruggere 130mila oggetti ogni settimana”. Un documento conferma che in sette giorni sono stati contrassegnati per lo smaltimento 124mila prodotti, e solo 28mila per le donazioni. Un dirigente ha rivelato a Pallot che in poche settimane sono stati distrutti fino a 200mila oggetti. Secondo il lavoratore anonimo circa metà era composta da prodotti restituiti, spesso in buone condizioni, mentre l’altra metà era rappresentata da quelli nuovi, alcuni di buona qualità. “Ventilatori Dyson, aspirapolvere, qualche computer MacBook o iPad. L’altro giorno abbiamo fatto sparire ventimila mascherine ancora dentro le confezioni. Non ha senso”, ha dichiarato. Alcuni prodotti finiscono negli impianti di riciclaggio, ma la maggior parte va direttamente nelle discariche.

Lo spreco rivelato dall’inchiesta di Itv News non è limitato ai centri logistici di Amazon nel Regno Unito, e la società di Jeff Bezos non è la sola colpevole. Il rapporto mette in evidenza la frattura tra l’immagine che l’azienda cerca di trasmettere e il modo in cui si comporta realmente, ma sottolinea anche la profonda inefficienza della nostra economia del consumo.



Eh però risparmia, occhio ai 2 euro!

Mi spieghi il senso di tutto ciò?
Perchè io proprio non lo capisco..... e a parte che non do nessun credito a denunce anonime, un conto sarebbe se i lavoratori per andare "in culo" ad Amazon distruggessero prodotti nuovi o restituiti.... un altro conto è che Amazon compri (E PAGHI) un bancale di pc, di ipad, di aspirapolvere e poi pari pari li butti in discarica; il senso di questa operazione quale sarebbe?
 
Io compro spesso su amazon. Controllo se su altri siti posso risparmiare qualcosa ma al 90% delle volte amazon è competitivo.
Io abito nell'interland Agrigentino e per raggiungere il negozio di strumenti musicali (sono tastierista be tecnico del suono) devo fare un'oretta di strada all'andata e un'altra al ritorno senza contare il prezzo che sarà sempre più alto.
Anche per raggiungere il negozio del Deca più vicino, devo fare un'oretta e mezza di strada.

Si parla di condizioni di lavoro pessimi nei centri di distribuzione amazon o che paghi poche tasse in rapporto agli incassi, ma a me che me ne frega? Risparmio? Si! Bene.

C'è quella citazione che gira su feisbuc, dove invita ad acquistare nei negozi per aiutare il commerciante a mandare alla scuola di calcio il figlio eccetera eccetera. Bene, perché devo spendere di più, quando posso risparmiare di più stando seduto sul divano?

Vogliamo parlare del reso che offre amazon?
 
Riporto sinteticamente quanto mi è successo in questi giorni:

Ottobre 2020 compro un router/modem 4G su Amazon in offerta a prezzo concorrenziale. Inizio a usarlo solo ad aprile 2021 quando finalmente disdico l'ADSL. A luglio 2021 si rompe, smette di emettere il segnale WiFi. NB stiamo parlando di un prodotto entry level da 70€, non lusso hi-tech esclusivo.

Contatto assistenza Amazon via app, vengo richiamato sul cellulare istantaneamente, numero estero, operatrice straniera ma con un ottimo italiano. Facciamo insieme un troubleshooting con l'operatrice effettivamente competente sul prodotto (immagino avesse una checklist ma comunque sapeva di cosa si stava parlando). Confermato il guasto, mi si chiede se voglio la sostituzione o essere messo in contatto con il produttore. Scelgo la prima opzione perché il modem mi serve per lavoro. Durante la stessa telefonata mi viene confermata la spedizione gratuita del nuovo modem, arrivato in 2 giorni, e la prenotazione del ritiro del vecchio.

Ora, quale negoziante mi può garantire questo?
Un piccolo negozio probabilmente mi avrebbe riso in faccia a mesi di distanza, una grande catena di elettronica forse lo avrebbe mandato in "riparazione", lasciandomi senza modem per settimane. Perché io da consumatore dovrei rinunciare a questo tipo di servizio?

Le sfaccettature dei problemi connessi ad Amazon sono quasi infinite, occorrerebbe affrontarle davvero una alla volta.

Prendiamo ad esempio questa, che in sostanza descrive il mito del reso.

Io non so, ma nella mia intera vita, ogni volta che ho comprato qualcosa, la necessità di doverlo poi restituire per guasti, difetti e cose simili hanno sempre rappresentato l'eccezione, non la regola. E comunque sono stati coperti dalla garanzia, che fino a prova contraria è per legge.
Quindi, nel momento in cui leggo invece questa esaltazione del "reso" di Amazon come una sorta di plusvalore monumentale, devo dedurne che si tratti di pratica alquanto frequente alla quale DOVER ricorrere. E di conseguenza, a cascata, debbo arguire che evidentemente la qualità media dei prodotti propinati da Amazon non debba essere poi così eccelsa (o magari il modo in cui li tratta nel trasporto), se così di frequente i clienti si trovano a dover ricorrere al reso.

E allora ?
Se così è, in sostanza non si sta magnificando un pregio di Amazon, bensì la sua capacità di mettere una toppa ai difetti : non la sua capacità di "prevenire" (offrendo qualità), ma di "curare" (col servizio post vendita). Quindi quest'ultimo finisce per essere una specie di atto dovuto, altro che plus. Chiunque preferirebbe avere prodotti che NON hanno motivo di dover essere restituiti, piuttosto che altri destinati a scassarsi subito, o addirittura già scassati.
È questo uno degli snodi dove si annida lo spreco.

Sembra paradossale, ma questo è proprio uno dei modi in cui si promuove al massimo livello il consumismo.
Se il prodotto costa, tu lo compri soltanto.se ne hai REALMENTE bisogno : se invece ti viene tirato dietro, è chiaro che tu non ti fai pregare, e finisci per comprarlo anche se NON ne hai reale e impellente bisogno
Un po' come certi 3x2, dove si comprano 3 prodotti laddove senza promo non se ne sarebbe comprato manco uno.
Dopodiché a questo si aggiunge anche il conseguente annacquamento di quello che potremmo chiamare "senso critico del consumatore" : se tu sei conscio dell'onerosità di un prezzo quando paghi un qualcosa, fai le pulci si prodotti, li passi ai raggi x, ti informi, li confronti, ne cerchi la qualità, ecc. ecc. Viceversa, il reso facile (accoppiato appunto al prezzo basso) tramortisce queste difese, invogliando a comprare compulsivamente anche ciarpame (intendendo con ciò anche quei prodotti pur buoni che però poi finiscono per essere usati poco o nulla) e alimentando così enormi quantità di consumi praticamente inutili, e i relativi impatti. "Tanto poi lo restituisco" : in pratica quello che dovrebbe essere fatto prima dell'acquisto, e demandato alla capacità critica e valutativa del consumatore, viene "spostato" a dopo l'acquisto, e demandato al reso. In questo modo l'acquisto viene effettuato comunque, e con esso il consumo...persino quando poi alla fine nemmeno si consuma !
Perché in definitiva il discorso è: quanto DURA mediamente un prodotto comprato su Amazon ? Quanto viene effettivamente utilizzato?
Basterà fare questi raffronti con oggetti comprati altrove (o meglio ancora con quelli che si acquistavano nell'epoca precedente Amazon) e credo si avrà la misura tangibile del "consumismo" indotto da questo approccio : proprio in senso
freddamente oggettivo, prim'ancora di quanto poi ciò implichi in termini economici, ambientali, etici, ecc.
 
Ultima modifica:
Quindi, nel momento in cui leggo invece questa esaltazione del "reso" di Amazon come una sorta di plusvalore monumentale, devo dedurne che si tratti di pratica alquanto frequente alla quale DOVER ricorrere. E di conseguenza, a cascata, debbo arguire che evidentemente la qualità media dei prodotti propinati da Amazon non debba essere poi così eccelsa (o magari il modo in cui li tratta nel trasporto), se così di frequente i clienti si trovano a dover ricorrere al reso.

Arguisci male.
Il 90% dei resi che si fanno ad Amazon non è per la qualità bassa dei prodotti (che, per carità, in alcuni casi è così), ma per taglie-dimensioni-funzioni sbagliate.

Negli ultimi due giorni ho dovuto restituire ad Amazon 2 prodotti che ho comprato per la bici, un multitool e una borsa da telaio: il primo perché mancava una chiave torx che mi serviva, il secondo perché troppo piccolo (ma di pochissimo) per contenere il mio cellulare. Succede quando non puoi vedere dal vivo l'oggetto che stai comprando.
 
Ultima modifica:
Trovo che il discorso di base sui meccanismi particolari del ciclo di vita dei prodotti Amazon sia concettualmente corretto, ma difficile dire come in realtà si muovono le cose.

D'altronde forse Amazon ha magnificato tali meccanismi, presenti cmq e diffusi anche in altre realtà.

Trovo corretto che si sia imbrigliati nella rete con a volte, io per primo, poca lucidità nell'analisi di quello che facciamo, per cui ben vengano tali discussioni che magari possono contribuire ad una visione più consapevole.

Però come non considerare ad esempio il reso Amazon, non Henry inteso come merce difettosa, ma come collaudo d'acquisto ?

Cioè io, e mi è capitato spesso, cerco di valutare al meglio un oggetto, ad es. zaino, leggo le recensioni, ovviamente cerco su Avventurosamente, alla fine mi faccio un'idea e lo compero.

Arriva e lo valuto. Se non corrisponde a quello che mi aspettavo, lo rendo e ne prendo un'altro.

Alla fine io ne ho un vantaggio CONSIDEREVOLE.
Si potrebbe obiettare che questo mio vantaggio provoca svantaggi all'ambiente e quindi alla comunità.

Ma i processi che stanno distruggendo l'ambiente sono altri... e la comunità e forse quella con la quale citando Moretti "Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza".

Questi miei comportamenti vanno a danno dell'ambiente ? (Sono amante della natura, non ho MAI buttato un pezzo di carta in terra anche in città, la ho sempre rispettata e cerco di avere dei comportamenti sempre corretti in tal senso che possano privilegiare l'ambiente) .

Forse sono un molecola colpevole, però non vorrei neanche "lottare contro i mulini al vento"...
 
Arguisci male.
Il 90% dei resi che si fanno ad Amazon non è per la qualità bassa dei prodotti (che, per carità, in alcuni casi è così), ma per taglie-dimensioni-funzioni sbagliate.

Esattamente.
Vai al negozio dopo 10 giorni per il reso e vedi quante storie ti fanno .
Il discorso è sempre quello. Risparmio, qualità, servizio e comodità.
 
Alto Basso