Escursione Anellino del Faito da Trevi nel Lazio

Parchi del Lazio
  1. Parco Regionale dei Monti Simbruini
Dati

Data: 28/2/2023
Regione e provincia: Lazio, Frosinone
Località di partenza: Trevi nel Lazio
Località di arrivo: Trevi nel Lazio
Tempo di percorrenza: 7h
Chilometri: 20
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: oltre i 1000mt, la segnaletica CAI diventa poco chiara, necessaria la traccia
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: CAI, vedi sopra
Dislivello in salita: 1100mt
Dislivello in discesa: 1100mt
Quota massima: 1526mt
Accesso stradale: Parcheggio all'ingresso di Trevi sulla SP 28
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8641


Descrizione
In questo tempo nuovo della mia vita ho scelto di lasciare spazio al caso ed imparare a trasformare gli imprevisti in opportunità. Così, lo slittamento di una settimana di ferie in Trentino a fare trekking con tenda sulla neve (un contrattempo che avrebbe potuto annientare il mio fegato) apre la porta a questa piccola uscita, programmata e discussa anche qui sul forum settimane fa e quindi buona per essere tirata fuori all'improvviso. Di martedì, visto che domenica ero stato a casa a preparare la partenza poi saltata e visto che la dipendenza da trekking è ormai palese. L'inusualità di una uscita di martedì mi regala anche un altro dono, da tempo assente: un'uscita da solo!

Senza grande fretta, mi ritrovo a Trevi nel Lazio alle 9.30 per attaccare il mio percorso. La strada per arrivare qui è già stata bellissima, attraversando campagne dolcissime e senza tempo. Una volta arrivato, la vista del borgo vecchio sembra avere il modesto fascino della lontananza (e tale resterà visto che al rientro uno scroscio di pioggia mi convince a rinviarne la perlustrazione).
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La mattinata è calda, il cielo terso e lungo la salita la vista regala prospettive e colori gradevoli. Arrivati alla fonte di S.Leonardo, mi concedo una prima pausa.
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La salita è piacevole ma non sembra dare nulla di nuovo, finchè la vista non si apre sulle Coste del Viglio, innevate, possenti, agitate da venti e nuvole che mi fan pensare come debba essere in quel momento stare là.
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La situazione qui è tuttavia molto diversa e solo superata la soglia dei 1400mt si comincia a vedere un po' di neve per terra. Prima pochi rimasugli di nevicate precedenti, poi un manto che comincia a farsi omogeneo e spesso alcuni centimetri. Nulla che giustifichi le ciaspole e i ramponcini che mi sono portato, quasi più per allenamento che per scrupolo.
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Poi...in un attimo cambia tutto. La zona che sto attraversando è riserva naturale e si sente. Non un segno, non una presenza, solo un'incombente silenzio che mi fa sentire ospite in un regno altrui. La faggeta sembra guardarmi, come una corte che accoglie un questuante a palazzo reale.
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Arrivato in cima a Monte San Leonardo, mi fermo in uno spiazzo aperto, che regala una prospettiva ancora più imponente sul gruppo del Viglio.
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Qui incontro una coppia che percorre il mio stesso sentiero in senso opposto: ci scambiamo due chiacchiere nel grande bianco. Le loro orme, che inizialmente temo rovineranno il piacere di vagare in uno spazio intatto, mi saranno preziose lungo il ritorno là dove i segnavia CAI risulteranno più inaffidabili. Ancora una volta l'imprevisto diventa opportunità. Mi fermo per una pausa e mi faccio anche un caffè con la neve.
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Qui inizia la parte più suggestiva. L'attraversamento dell'altipiano del Faito, vasto, completamente imbiancato, con depositi anche di 20 centimetri di neve.
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La sensazione è davvero quella di essere in un sacrario, dove gli alberi e il silenzio dominano su tutto e numerose tracce di animali, credo caprioli e lupi, raccontano di una vita diversa, discreta. Vedo un capriolo di sfuggita. In questo silenzio appare quasi spettrale il rifugio del Faito con la sua fonte
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E' ormai quasi un'ora che cammino in quest'area quando comincia lievemente a nevicare. Il cielo si è fatto più scuro, numerosi alberi abbattuti complicano la via del rientro, una sottile inquietudine fa capolino, insieme alla sensazione di non essere solo in questo grande niente, che sembra un grande tutto.
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Tuttavia, come già durante la salita, basta scendere sotto i 1400mt e la neve sostanzialmente e bruscamente scompare, lasciando spazio per pochi minuti ad un tramonto suggestivo e malinconico.
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Pochi metri ancora e la discesa si fa ripida e autunnale. Alcuni pascoli, mucche, cavalli e poi improvvisamente la neve dei 1500mt si trasforma in pioggia, sempre più forte, fino al ritorno alla macchina. Lungo la strada troverò un modesto bar che mi regalerà un buon terzo tempo.

E' stata una giornata strana, a tratti misteriosa, che mi ha rimescolato molte emozioni dentro. Ancora una volta, la montagna (e tanto più la montagna da soli e la montagna invernale) regala uno spazio di meditazione: la mente si placa e resta un senso di pace; la solitudine non è più dolorosa, ma viva e sensuale; la fatica ritempra; la paura è solo rivolta alle cose pratiche e reali (trovare il sentiero, anticipare il buio, percorrere il sentiero segnato dalle tracce dei lupi). Forse è solo perchè è una eccezione, ma ogni volta di più mi resta la sensazione che la vera vita sia questa.
 
Riconosco questa insana mania che ti fa pensare tutta la settimana a dove te ne puoi andare a camminare nel finesettimana.
Anche io ho avvertito una strana sensazione attraversando quel boscoso e isolato altopiano, in una situazione di neve da oltre un metro. Quando mi sono sfilati vicino tre cervi sono trasalito. Penso che proprio perché così solitario, vada proprio affrontato in solitaria.
 
Riconosco questa insana mania che ti fa pensare tutta la settimana a dove te ne puoi andare a camminare nel finesettimana.
Anche io ho avvertito una strana sensazione attraversando quel boscoso e isolato altopiano, in una situazione di neve da oltre un metro. Quando mi sono sfilati vicino tre cervi sono trasalito. Penso che proprio perché così solitario, vada proprio affrontato in solitaria.
Mentre salivo sputando sangue, ho pensato al tuo report di qua do eri salito con le ciaspole. Tanta roba!
 
Molto bello, il Faito è veramente "fuori dal mondo" forse la zona dei Simbruini in cui di più si percepisce di essere in un parco.

Bella la relazione, è questo uno dei casi in cui le emozioni vanno raccontate, ed è un piacere leggerle.
 
Molto bello, il Faito è veramente "fuori dal mondo" forse la zona dei Simbruini in cui di più si percepisce di essere in un parco.

Bella la relazione, è questo uno dei casi in cui le emozioni vanno raccontate, ed è un piacere leggerle.
Grazie @appenninocentrale . In effetti ci sono uscite che ci divertono, altre che ci allenano, alcune che ci ispirano. Questa è stata per me del terzo tipo.
 
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