Dati
Data: 14 e 15 maggio 2022
Regione e provincia: Toscana - Firenze
Località di partenza: Campigno (Frazione di Marradi)
Località di arrivo: Campigno (Frazione di Marradi)
Tempo di percorrenza: 2 ore il primo giorno, 7 il secondo
Chilometri: nd
Grado di difficoltà: Elevato, da non ripetere
Descrizione delle difficoltà: sentieri indicati sulla carta ma non segnati e non trovati
Periodo consigliato:
Segnaletica: scarsa
Dislivello in salita: 600 m circa il primo giorno, non valutato nel secondo
Dislivello in discesa:
Quota massima: Monte Lavane, 1241 mslm
Accesso stradale: buono
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Descrizione
Sulla carta sembrava un bel giro ma la scarsa segnaletica lo ha resto tosto, molto tosto.
Arrivati a metà pomeriggio al punto di partenza dove lasciare l'auto, ci incamminiamo per Poggio Giuliano, un percorso tutto costantemente in salita.
Appena sopra il paese, ci sono già i primi punti panoramici
e scorgo anche alcune piante di orchidea
Poi anche un prato disseminato di fioriture azzurre
ed infine arriviamo alla Baita di Poggio Giuliano
che poco tempo fa ha subito degli atti di vandalismo
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/marradi-vandali-danneggiano-baita-1.4512171
Ci fermiamo per una pausa prima di ripartire per la meta
dove piantare la tenda e pernottare: il Capanno del Partigiano (citato su alcune carte anche come Capanno del Lavane)
Questa è la tenda dove abbiamo pernottao (il bivacco è molto piccolo) la quale, visto che è lunga, bassa e verde
abbiamo soprannominato "il Brucomela"
La serata scorre tranquilla: aperitivo con fagottini ripieni di ricotta e spinaci con frizzantino bianco, poi cena a base di fagioli, formaggio, dolcetti, rhum e chiacchiere davanti al camino accesso del Capanno del Partigiano.
Alle prime luci dell'alba, un Cuculo si è posato su di un albero sopra la tenda e ha cominciato con il suo richiamo lamentoso (cu-cù, cu-cù, cu-cù, cu-cù, cu-cù...) per un bel po', finchè non siamo usciti dalla tenda
Colazione
e partenza per il Monte Lavane
e poi verso il Monte Pollaio (1212 mslm) per un percorso non segnato. Tuttavia è abbastanza facile perchè basta seguire il metanodotto con i suoi paletti gialli e cappello rosso
Altra orchidea sul percorso
Però sul Monte Pollaio non troviamo dei polli ma dei cavalli...
Arrivati alla Bocchetta del Vento (969 mslm), costeggiamo il Rio Secco fino a scendere sulla strada asfaltata, la SP74, poco sotto al Passo dell'Eremo.
Da qui risaliamo a sinistra fino a Val del Marchese che finisce in una casa e... finisce la segnaletica
Dalle carte si capisce che dobbiamo costeggiare un ruscello e quindi scendiamo nel fossone sottostante, il Fosso di Voltalto
dove fortunatamente troviamo una sorgente per rifornirci di acqua, che stava finendo
Il percorso è bellissimo, con scorci del torrente
e trovo anche delle orchidee bianche mai viste
Il sentiero sembra più un percorso fatto dagli animali selvatici che tracciato dall'uomo ma alla fine, per fortuna, dopo un guado troviamo il sentiero che ci porta prima ai ruderi di Fontanetta (o Fontaneta)
e poi a Montemaggiore, dove ci sono mucche, cavalli e splendidi castagni secolari.
Arrivati in prossimità della Località Albero, mi fermo a fotografare questo superba fioritura di Maggiociondolo
e scendiamo nuovamente in una valle dove c'è un torrente, il Fosso di Albero che, guadato, ci porta all'inizio di un percorso non segnato che si inerpica per il monte, il Poggio delle Scalelle (833 mslm). Dopo un po' c'è un bivio, scegliamo il sentiero di destra invece di quello a sinistra ma quelli che sembravano due sentieri invece erano probabilmente dei percorsi di animali.
Per farla breve, ci siamo trovati a doverci arrampicare con le mani quasi in verticale, per un dislivello di circa 250 m.
Una fatica immane, con diverse soste per recuperare, ma alla fine riusciamo ad arrivare in vetta, sul crinale, e vedere in lontanaza il paese di Campigno.
Arrivati a chiudere il giro con almeno un paio di ore oltre il previsto, mentre ci dissetiamo ad una fontana del paese parliamo con della gente del luogo. Raccontiamo l'ultima parte del giro, delle difficoltà, e uno dice che dopo il guado dovevamo prendere a sinistra, un altro invece diceva a destra...
Per chi vuole l'avventura, può provare a fare questo percorso ma io non lo farò mai più (e penso neanche i miei compagni ).
Data: 14 e 15 maggio 2022
Regione e provincia: Toscana - Firenze
Località di partenza: Campigno (Frazione di Marradi)
Località di arrivo: Campigno (Frazione di Marradi)
Tempo di percorrenza: 2 ore il primo giorno, 7 il secondo
Chilometri: nd
Grado di difficoltà: Elevato, da non ripetere
Descrizione delle difficoltà: sentieri indicati sulla carta ma non segnati e non trovati
Periodo consigliato:
Segnaletica: scarsa
Dislivello in salita: 600 m circa il primo giorno, non valutato nel secondo
Dislivello in discesa:
Quota massima: Monte Lavane, 1241 mslm
Accesso stradale: buono
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Descrizione
Sulla carta sembrava un bel giro ma la scarsa segnaletica lo ha resto tosto, molto tosto.
Arrivati a metà pomeriggio al punto di partenza dove lasciare l'auto, ci incamminiamo per Poggio Giuliano, un percorso tutto costantemente in salita.
Appena sopra il paese, ci sono già i primi punti panoramici
e scorgo anche alcune piante di orchidea
Poi anche un prato disseminato di fioriture azzurre
ed infine arriviamo alla Baita di Poggio Giuliano
che poco tempo fa ha subito degli atti di vandalismo
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/marradi-vandali-danneggiano-baita-1.4512171
Ci fermiamo per una pausa prima di ripartire per la meta
dove piantare la tenda e pernottare: il Capanno del Partigiano (citato su alcune carte anche come Capanno del Lavane)
Questa è la tenda dove abbiamo pernottao (il bivacco è molto piccolo) la quale, visto che è lunga, bassa e verde
abbiamo soprannominato "il Brucomela"
La serata scorre tranquilla: aperitivo con fagottini ripieni di ricotta e spinaci con frizzantino bianco, poi cena a base di fagioli, formaggio, dolcetti, rhum e chiacchiere davanti al camino accesso del Capanno del Partigiano.
Alle prime luci dell'alba, un Cuculo si è posato su di un albero sopra la tenda e ha cominciato con il suo richiamo lamentoso (cu-cù, cu-cù, cu-cù, cu-cù, cu-cù...) per un bel po', finchè non siamo usciti dalla tenda
Colazione
e partenza per il Monte Lavane
e poi verso il Monte Pollaio (1212 mslm) per un percorso non segnato. Tuttavia è abbastanza facile perchè basta seguire il metanodotto con i suoi paletti gialli e cappello rosso
Altra orchidea sul percorso
Però sul Monte Pollaio non troviamo dei polli ma dei cavalli...
Arrivati alla Bocchetta del Vento (969 mslm), costeggiamo il Rio Secco fino a scendere sulla strada asfaltata, la SP74, poco sotto al Passo dell'Eremo.
Da qui risaliamo a sinistra fino a Val del Marchese che finisce in una casa e... finisce la segnaletica
Dalle carte si capisce che dobbiamo costeggiare un ruscello e quindi scendiamo nel fossone sottostante, il Fosso di Voltalto
dove fortunatamente troviamo una sorgente per rifornirci di acqua, che stava finendo
Il percorso è bellissimo, con scorci del torrente
e trovo anche delle orchidee bianche mai viste
Il sentiero sembra più un percorso fatto dagli animali selvatici che tracciato dall'uomo ma alla fine, per fortuna, dopo un guado troviamo il sentiero che ci porta prima ai ruderi di Fontanetta (o Fontaneta)
e poi a Montemaggiore, dove ci sono mucche, cavalli e splendidi castagni secolari.
Arrivati in prossimità della Località Albero, mi fermo a fotografare questo superba fioritura di Maggiociondolo
e scendiamo nuovamente in una valle dove c'è un torrente, il Fosso di Albero che, guadato, ci porta all'inizio di un percorso non segnato che si inerpica per il monte, il Poggio delle Scalelle (833 mslm). Dopo un po' c'è un bivio, scegliamo il sentiero di destra invece di quello a sinistra ma quelli che sembravano due sentieri invece erano probabilmente dei percorsi di animali.
Per farla breve, ci siamo trovati a doverci arrampicare con le mani quasi in verticale, per un dislivello di circa 250 m.
Una fatica immane, con diverse soste per recuperare, ma alla fine riusciamo ad arrivare in vetta, sul crinale, e vedere in lontanaza il paese di Campigno.
Arrivati a chiudere il giro con almeno un paio di ore oltre il previsto, mentre ci dissetiamo ad una fontana del paese parliamo con della gente del luogo. Raccontiamo l'ultima parte del giro, delle difficoltà, e uno dice che dopo il guado dovevamo prendere a sinistra, un altro invece diceva a destra...
Per chi vuole l'avventura, può provare a fare questo percorso ma io non lo farò mai più (e penso neanche i miei compagni ).
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