Ciaspole Anello Campo dell'Osso - monte Autore con racchette da neve

Dati

Data: 26 gennaio 2019
Regione e provincia: Lazio - Roma
Località di partenza: Campo dell'Osso
Località di arrivo: monte Autore
Tempo di percorrenza: 6 ore
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: la lunghezza del percorso su neve fresca può costituire una difficoltà soggettiva
Periodo consigliato: inverno
Segnaletica: presenti bolli rossi/bianchi lungo tutto il percorso
Dislivello in salita: 500 metri complessivi
Quota massima: 1855 mt.
Accesso stradale: autostrada Roma.L'Aquila - uscita Vicovaro/Mandela - seguire per località Monte Livata - parcheggiare all'ampio piazzale di Campo dell'Osso, (di fronte al ristorante "Cristallo di Neve").


Descrizione

Ogni montagna, piccola o grande che sia, lascia sempre tracce indelebili nella nostra mente.
In questo caso, la salita al monte Autore, rappresenta per me una delle più belle e prime esperienze del passato, fatta a metà degli anni ’80 quando poco più che ventenne, attirato dalla montagna, sceglievo percorsi facili per salire su qualche cima.

Sebbene con il passare del tempo mi sia arricchito con la conoscenza di altri territori e altre persone, ritorno sempre volentieri sulle montagne dei miei inizi.

Questa volta ho avuto l’onore di essere affiancato da persone che possono definirsi colonne di “Avventurosamente”, quelle che fino a poco tempo fa arricchivano il forum con le loro interessanti esperienze di montagna condite da gioiosa convivialità e pura passione.
Si tratta di Francesco (@Gerifalco ), Lisa (@Lisa82 ), Andrea (@Henry Thoreau ) e l'amico Francesco Mancini, direttamente dal “Club dei 2000 m.”

Il lungo e faticoso percorso si è svolto interamente con racchette da neve dato l’abbondante innevamento a tutte le quote. Seguendo sempre un percorso segnato, abbiamo toccato alcune splendide radure tra le estese faggete, perdendo circa 150 metri di quota rispetto al punto di partenza per poi riguadagnare costantemente quota fino alla vetta.
Per il ritorno, abbiamo sfruttato la tranquilla pista da fondo che dalla località le Vedute (1750 mt.) passa per Campo Minio e raggiunge in breve Campo dell’Osso, il punto di partenza.

Qui di seguito il percorso più preciso registrato da Francesco:
Partenza da Campo dell’Osso di Monte Livata - Subiaco (RM) 1545m. Sentiero 673 A-C-D, Incrocio per Sentiero 673 D 1580m, Valle Maiura 1630m, Fondo dell’Autore 1690m, Sentiero 673 D, Vallone di Monte Autore 1490m, Le Vedute 1750m, Cima del Monte Autore 1855m.
Ritorno per Le Vedute 1750m, su pista da fondo, Campo Minio 1650m, Campo dell’Osso 1545m

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Francesco e Lisa
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Lisa e Francesco
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Foto di vetta con Andrea, io, Gerifalco e Francesco Mancini
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Lisa in vetta
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In vetta Andrea, Lisa e Gerifalco
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io :)
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Il "tunnel" prima di Campo Minio
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Fine! Un saluto a tutti ;):)
 
Ma guarda che anche il "Mancino" è iscritto qui ;) E come poteva mancare ? Onnipresente, come il Grande Fratello, come la Spectre :D

Sono in parziale disaccordo con quel "fino a poco tempo fa arricchivano il forum con le loro interessanti esperienze di montagna condite da gioiosa convivialità e pura passione", perlomeno se sottintende che la cosa appartenga al passato e non possa riproporsi. In tal caso, chi l'ha detto ? ;)
Il punto, semmai, è che con una velocità impressionante, in pochi anni, questo sito è diventato enciclopedico, fino quasi ad annullare il concetto di "introvabile" : vi si trova già tutto ! :biggrin: Il che è bellissimo, sia chiaro, ma allo stesso tempo alza di mille spanne l'asticella delle esperienze meritevoli di essere condivise, mentre allo stesso tempo il progredire dell'età gioca in senso inverso ad abbassare quella stessa asticella alla nostra portata, sia in termini fisici che psicologici.
Ne viene fuori che alla fine il forum si propone (e si percepisce) come uno stimolo ad affrontare e sostenere una specie di sfida : la grande sfida di "essere vivi".
Appena due parole, che grondano mille significati.

Ciao.
 
ma allo stesso tempo alza di mille spanne l'asticella delle esperienze meritevoli di essere condivise
Mi dispiace ma questo non lo condivido nel senso che, se domani (o fra un anno) andassi sul monte Autore ciaspolando, posterei comunque quest'esperienza, non sarà mai identica alla vostra (che comunque è lodevole ed invidiabile )
mentre allo stesso tempo il progredire dell'età gioca in senso inverso ad abbassare quella stessa asticella alla nostra portata, sia in termini fisici che psicologici.
Questa invece la condivido pienamente, certe cose, ormai, o mi sbrigo a farle o rinuncio, a 54 anni suonati tra acciacchi vari e limiti proprio fisici (non sono così allenato ) devo darmi una mossa, ma è anche il tempo a disposizione che é difficile da coniugare tra passione e dovere. Grazie per aver condiviso e per avermi fatto mettere un altro sogno nel cassetto.
 
Sempre luminosi è ben composti i tuoi scatti: un piacere per gli occhi.
Invece io non concordo (o solo parzialmente) con @Henry Thoreau (tu quoque accalappiato dal Mancio?!:D) e con @Callico. Ai 53 sento di avere una resistenza che a 20 me la sognavo.
E' come se da giovani si esprimesse un tipo di potenza esplosiva, con il fisico e i muscoli non in grado di economizzare le energie, di utilizzare al meglio le riserve. Alla nostra età la mente ha acquisito l’esperienza per sfruttare efficacemente il passo, il metabolismo ha imparato a bruciare convenientemente l'energia. Tant'è che ora pur stanco riesco a uscire la sera dopo un'uscita: a 20 crollavo sfinito.
 
Sempre luminosi è ben composti i tuoi scatti: un piacere per gli occhi.

Quoto. Bellissimo giro e bellissime foto, anche il bel tempo ha aiutato la qualità degli scatti. :si:

Ai 53 sento di avere una resistenza che a 20 me la sognavo.

E qui non condivido; oppure: beato te!

Fino ai 35 anni (anche perchè facevo atletica a livello agonistico, mezzofondo) nelle escursioni andavo via con un filo di gas, adesso la resistenza sento che è diminuita... :(
 
Ma guarda che anche il "Mancino" è iscritto qui ;) E come poteva mancare ? Onnipresente, come il Grande Fratello, come la Spectre :D

Sono in parziale disaccordo con quel "fino a poco tempo fa arricchivano il forum con le loro interessanti esperienze di montagna condite da gioiosa convivialità e pura passione", perlomeno se sottintende che la cosa appartenga al passato e non possa riproporsi. In tal caso, chi l'ha detto ? ;)
Il punto, semmai, è che con una velocità impressionante, in pochi anni, questo sito è diventato enciclopedico, fino quasi ad annullare il concetto di "introvabile" : vi si trova già tutto ! :biggrin: Il che è bellissimo, sia chiaro, ma allo stesso tempo alza di mille spanne l'asticella delle esperienze meritevoli di essere condivise, mentre allo stesso tempo il progredire dell'età gioca in senso inverso ad abbassare quella stessa asticella alla nostra portata, sia in termini fisici che psicologici.
Ne viene fuori che alla fine il forum si propone (e si percepisce) come uno stimolo ad affrontare e sostenere una specie di sfida : la grande sfida di "essere vivi".
Appena due parole, che grondano mille significati.

Ciao.
Eh si, appena due parole che grondano mille significati. Infatti si potrebbe aprire un dibattito infinito ed interessante. In parte ti ha già risposto Callico le cui parole faccio mie.
Per buttarla in battuta, hai ragione quando dici che il forum offre davvero tutto. Tra non molto diventerà un valido concorrente di Amazon a discapito di queste semplici condivisioni di noi "poveri" escursionisti.
 
Mi dispiace ma questo non lo condivido nel senso che, se domani (o fra un anno) andassi sul monte Autore ciaspolando, posterei comunque quest'esperienza, non sarà mai identica alla vostra (che comunque è lodevole ed invidiabile )
Sono perfettamente d'accordo. Ho frequentato molti forum a tema montagna - ambiente - natura - ecc... e sono sempre stati mostrati itinerari già esistenti. Per me non c'è nulla di sbagliato in quanto oltre all'aspetto base della divulgazione, quello che io ho sempre cercato di curare al meglio, c'è il più semplice aspetto della condivisione. Molti post riguardano gli stessi itinerari ma fatti in situazioni, stagioni e tempi diversi in cui anche le diverse persone che lo relazionano fanno la differenza. Poi magari sui forum risulta più facile uscire dalla virtualità, grazie all'aspetto più circoscritto e meno dispersivo dell'utenza, rispetto alla caciara di facebook! :D

... certe cose, ormai, o mi sbrigo a farle o rinuncio, a 54 anni suonati tra acciacchi vari e limiti proprio fisici (non sono così allenato ) devo darmi una mossa, ma è anche il tempo a disposizione che é difficile da coniugare tra passione e dovere. Grazie per aver condiviso e per avermi fatto mettere un altro sogno nel cassetto.
Mi trovi in parte d'accordo. Abbiamo la stessa età e spesso negli ultimi anni ho notato che se non c'è qualcuno che mi invita ad uscire, non vado in montagna. Magari aspetto la bella stagione che mi incoraggia maggiormente. D'estate infatti mi sento molto più attivo e motivato.
 
Sempre luminosi è ben composti i tuoi scatti: un piacere per gli occhi.
Grazie!

... tu quoque accalappiato dal Mancio?!:D
Si, quando il Mancio ti cattura non hai via di scampo. Persona gradevolissima e vulcanica, con cui farei volentieri un'uscita a stagione, almeno! E' quello che mi ci vorrebbe, per combattere la pigrizia che mi prende da novembre a marzo, che guarda caso corrisponde al letargo di alcuni mammiferi. Ho sempre detto che sono un mezzo orso, non soltanto di carattere... :D

E' come se da giovani si esprimesse un tipo di potenza esplosiva, con il fisico e i muscoli non in grado di economizzare le energie, di utilizzare al meglio le riserve. Alla nostra età la mente ha acquisito l’esperienza per sfruttare efficacemente il passo, il metabolismo ha imparato a bruciare convenientemente l'energia. Tant'è che ora pur stanco riesco a uscire la sera dopo un'uscita: a 20 crollavo sfinito.
Vero! Me ne accorgo da quelle poche uscite che faccio. Maggiore resistenza e giusto dosaggio delle energie anche su percorsi impegnativi, nonostante non sia un assiduo frequentatore delle montagne. Per il resto, dedico ogni giorno al movimento, per quanto il lavoro sedentario mi condizioni moltissimo. Una corsa sul lungomare di Ostia e in pineta quasi rigorosamente ogni domenica mattina per tenermi allenato, totale abolizione dell'ascensore con tre piani a piedi sia a casa che al lavoro e poi tante altre piccole cose che per me rappresentano una sorta di palestra gratuita. Insomma faccio quel che posso sfruttando al meglio ogni situazione.
 
Innanzitutto voglio anch'io associarmi ai complimenti per questa bella ciaspolata in ambienti incontaminati e resi magici dalla candida neve. Non so se un giorno andrò da quelle parti, comunque i Simbruini si confermano sempre interessanti e per me logisticamente quasi proibitivi specialmente per il versante laziale. Notevole anche la luce che è stata catturata da questi splendidi scatti, proprio i colori e i contrasti che piacciono a me.
Detto questo, colgo l'occasione per fare una mia piccola riflessione, prendendo spunto da alcuni interventi che sono stati fatti su questo post (scusandomi in anticipo di questo Off Topic).
Ho aderito ad Avventurosamente nel lontano 2014 dopo un periodo di frequentazione clandestina. All'epoca vedevo un proliferare di proposte, una dinamicità che coinvolgeva molti membri e che mi dava l'impressione che questo sito fosse un valido strumento per raggiungere aggregazione oltre a condivisione.
Io, neofita dell'escursionismo e senza troppe possibilità di praticare questa attività con qualcuno di mia conoscenza, ero affascinato da questo dinamismo ed ho subito ritenuto che potesse aiutarmi a conoscere qualcuno con cui andare ed infatti ho avuto modo ben presto di passare qualche bella giornata in montagna con alcuni frequentatori del forum.
Le cose, rispetto ad allora, sono cambiate: come è stato già scritto la quantità e la varietà di avventure messe in archivio sono aumentate a dismisura, l'asticella si è alzata (non solo qualitativamente) e le proposte sono sempre più rare.
Io stesso poi nella mia maturità da escursionista mi sono rivelato essere un lupo solitario, quindi non aderirei molto facilmente nè tantomeno mi farei promotore; peraltro le uscite che secondo me sono congeniali comprendono al max 5-6 partecipanti, a meno che non si voglia organizzare una gita con famiglie, barbecue e simili.
Questo per dire che l'evoluzione che c'è stata nel forum non ha impattato molto il mio essere, ma una considerazione su questa metamorfosi mi sentirei di farla.
E' solo una presa d'atto delle cose, nè una critica nè una visione nostalgica di ciò che erano i post di 6-7 anni fa. Molti attori sono cambiati, la divulgazione e l'aggregazione si realizzano su piattaforme parallele a questa ed inoltre (last but not least) è emersa la questione relativa alle responsabilità legali dell'organizzatore di un'escursione in caso infortunio di un partecipante, che di fatto scoraggiano chiunque a farsi promotore.
Questa la mia lettura dell'evoluzione del forum, spero di non aver inquinato troppo il bellissimo post di @fabri64.
 
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Innanzitutto voglio anch'io associarmi ai complimenti per questa bella ciaspolata in ambienti incontaminati e resi magici dalla candida neve. Non so se un giorno andrò da quelle parti, comunque i Simbruini si confermano sempre interessanti e per me logisticamente quasi proibitivi specialmente per il versante laziale. Notevole anche la luce che è stata catturata da questi splendidi scatti, proprio i colori e i contrasti che piacciono a me.
Detto questo, colgo l'occasione per fare una mia piccola riflessione, prendendo spunto da alcuni interventi che sono stati fatti su questo post (scusandomi in anticipo di questo Off Topic).
Ho aderito ad Avventurosamente nel lontano 2014 dopo un periodo di frequentazione clandestina. All'epoca vedevo un proliferare di proposte, una dinamicità che coinvolgeva molti membri e che mi dava l'impressione che questo sito fosse un valido strumento per raggiungere aggregazione oltre a condivisione.
Io, neofita dell'escursionismo e senza troppe possibilità di praticare questa attività con qualcuno di mia conoscenza, ero affascinato da questo dinamismo ed ho subito ritenuto che potesse aiutarmi a conoscere qualcuno con cui andare ed infatti ho avuto modo ben presto di passare qualche bella giornata in montagna con alcuni frequentatori del forum.
Le cose, rispetto ad allora, sono cambiate: come è stato già scritto la quantità e la varietà di avventure messe in archivio sono aumentate a dismisura, l'asticella si è alzata (non solo qualitativamente) e le proposte sono sempre più rare.
Io stesso poi nella mia maturità da escursionista mi sono rivelato essere un lupo solitario, quindi non aderirei molto facilmente nè tantomeno mi farei promotore; peraltro le uscite che secondo me sono congeniali comprendono al max 5-6 partecipanti, a meno che non si voglia organizzare una gita con famiglie, barbecue e simili.
Questo per dire che l'evoluzione che c'è stata nel forum non ha impattato molto il mio essere, ma una considerazione su questa metamorfosi mi sentirei di farla.
E' solo una presa d'atto delle cose, nè una critica nè una visione nostalgica di ciò che erano i post di 6-7 anni fa. Molti attori sono cambiati, la divulgazione e l'aggregazione si realizzano su piattaforme parallele a questa ed inoltre (last but not least) è emersa la questione relativa alle responsabilità legali dell'organizzatore di un'escursione in caso infortunio di un partecipante, che di fatto scoraggiano chiunque a farsi promotore.
Questa la mia lettura dell'evoluzione del forum, spero di non aver inquinato troppo il bellissimo post di @fabri64.
Ciao Stefano. Non hai per niente inquinato il mio post, anzi, lo hai arricchito di un contenuto che a me sta sempre a cuore. Approfitto per esprimere anche il mio pensiero, anche se in parte mi sono già espresso nei commenti precedenti.
Mi sono iscritto ad Avventurosamente nel 2012 proveniendo da altri forum in agonia. Questo mi sembrava molto attivo, fatto apposta per chi aveva voglia di condividere e trovare nuovi amici ma già dopo i primi due anni ho osservato una diminuzione e in alcuni casi l’abbandono dei vecchi utenti con conseguente reazione a catena di altri, che non trovando più la giusta motivazione, hanno abbandonato. E’ comunque il destino di tutti i forum a vantaggio dei social come Facebook, più pratici e immediati. Tuttavia ho sempre preferito l’atmosfera di maggiore intimità che si respira in queste tradizionali piattaforme.

Sui forum ho conosciuto le persone che ho frequentato più intensamente. Uno tra tutti Alessandro @alexmoscow73 . Con lui è nata un’empatia fin dalla prima uscita e dal momento che negli anni 2012-2013 ero nel pieno di uno dei periodi più difficili della mia vita, l’ho reso partecipe delle mie cose e forse per questo mi sento più legato a lui rispetto ad altri.

Sono il classico tipo di “pochi ma buoni”, non amo i gruppi, ma al massimo 5 elementi con cui uscire anche contemporaneamente. Mi definisco un “orso sociale”, cioè un escursionista solitario che non disdegna la compagnia di qualcuno, ogni tanto. Ho bellissimi ricordi di passate condivisioni con amici che ora non torneranno più. Forse è proprio questa consapevolezza che mi rende preziosi questi ricordi.
Per quanto riguarda le regole che condizionano i promotori delle escursioni, trovo davvero tristissimo che la burocrazia si inserisca anche in quello che può essere un sistema per creare nuovi rapporti umani o comunque gettarne le basi. Non ho mai proposto nulla, come te, ma mi piacerebbe che qualcuno riprendesse questa sana abitudine.
 
Forse dovremmo solo allenarci di più, anche solo camminate veloci, non dico quotidiane ma almeno a giorni alterni...
Ci pensavo ieri mentre andavo a lavoro, dove ho (credo) la fortuna di poter (e voler) andare a piedi.
E mentre rimuginavo (il cammino stimola i pensieri, anche quelli inutili) strologavo che in fin dei conti sono circa 2000 chilometri (per ampio difetto) che metto nelle gambe ogni anno, contando anche le escursioni. Come diceva il buon @fabri64 sono tanti i comportamenti virtuosi (anche io ho tendenzialmente abolito l'ascensore nel 1996) che possono tenerci in forma senza pensieri.
 
Vorrei rispondere a più di un intervento, ma mi vedo costretto a farlo uno alla volta, sia per limiti oggettivi di tempo disponibile sia perchè verrebbe altrimenti fuori un post enciclopedico e fatalmente troppo disomogeneo.
E dunque comincio, per ora, da Montinvisibili.

Invece io non concordo (o solo parzialmente) con @Henry Thoreau (tu quoque accalappiato dal Mancio?!:D) e con @Callico. Ai 53 sento di avere una resistenza che a 20 me la sognavo.
E' come se da giovani si esprimesse un tipo di potenza esplosiva, con il fisico e i muscoli non in grado di economizzare le energie, di utilizzare al meglio le riserve. Alla nostra età la mente ha acquisito l’esperienza per sfruttare efficacemente il passo, il metabolismo ha imparato a bruciare convenientemente l'energia. Tant'è che ora pur stanco riesco a uscire la sera dopo un'uscita: a 20 crollavo sfinito.

Ti rispondo in due parti che potrebbero essere, nell'ordine, il faceto ed il serio.

1) Circa l'"accalappiato", sì, è il verbo più giusto, tanto che l'avevo in mente io stesso riservandomelo per il ritrattino che prima o poi m'ero riproposto di dedicargli…
Lo merita la persona, il personaggio, e soprattutto le riflessioni che mi ha indotto a fare tra me e me (cosa in cui purtroppo sempre meno persone riescono).
Pare proprio una specie di accalappiacani che poi si trasforma in dog-sitter, e stavolta ha catturato addirittura 4 esemplari in un colpo solo: insomma caccia grossa, un safari ...:biggrin:
Ma del resto per uno che è stato perfino, come da foto allegata in fondo, un "accalappiapapi" (sembra uno scioglilingua, mi scappa di leggerlo "acchialappa…" :lol:), c'era da stupirsi che non ci riuscisse con dei miserrimi "cani" per di più randagi come noi ? :biggrin:

2) Circa invece il discorso dell'età, diciamo che posso tranquillamente continuare nel solco di quello che a giudicare dai post precedenti sembra diventato un leit-motiv, ossia il classico "sono completamente d'accordo a metà" :p.
Concordo, per il fatto di sperimentarlo davvero sulla mia pelle non dico neppure anno dopo anno ma ormai mese dopo mese, che nella vita arriva un vero e proprio turning point oltrepassato il quale avviene proprio il passaggio che descrivi tu : quello dalla dissipazione all'economizzazione delle energie, dal consumo (spesso sperpero) alla gestione, ossia dal dominio dei muscoli a quello della testa. Come passare da una macchina, pur potente, di 20 o 30 anni fa a un'utilitaria moderna dotata però di computer di bordo che tiene tutto controllo e lo ottimizza, o almeno cerca di farlo. Tuttavia questo passaggio è una necessità, e per un motivo molto semplice : altrimenti non si sopravvive (e questo in fondo è ahimè, anzi ahinoi, lo stesso principio che si dovrebbe propagare dal livello umano e singolo a quel grande organismo che è l'intero pianeta).
D'altronde in realtà il nostro corpo (e similmente la natura in generale) opera seguendo già questi criteri in modo automatico e indipendente dalla volontà senza che noi neppure ce ne rendiamo conto (ad esempio la sequenza in cui vengono bruciati zuccheri, grassi, ecc. ; oppure in cui viene privilegiato il nutrimento di certi organi, muscoli, o tessuti rispetto ad altri, secondo una precisa scala della loro rispettiva priorità vitale) : ebbene, da un certo punto in poi questa gestione automatica non basta più, e se vogliamo almeno attutire il declino dobbiamo aggiungerci anche una nostra gestione attiva, ragionata e consapevole.
Il che costituisce allo stesso tempo due facce della stessa medaglia, una bella ed una malinconica. Da un lato emergono quelle famose energie insospettate, le quali - più che giacimenti nascosti - altro non sono che riserve più oculatamente gestite e curate ; dall'altro si deve fare i conti con l'inevitabile logoramento ed usura dovuti al tempo.
Il risultato netto di questa specie di tiro alla fune si rivela a volte imprevedibile.
Intanto, dipende proprio dalle caratteristiche di ciascuno, a cominciare dal tipo di motore : tu parli di passaggio da "potenza esplosiva" a "resistenza", e sicuramente questo può essere vero per chi possiede una costituzione fisica molto muscolare e in gioventù non ha fatto altro che sfruttarla. Questo prototipo di persona a un certo punto compensa il declino della forza con la "(ri)scoperta" della resistenza ; ma per chi già da giovane aveva un motore da utilitaria che si fondava appunto sulla resistenza avendo in questa il suo punto di forza (sebbene sembri un gioco di parole) purtroppo non può valere l'opposto, ossia che scopra -postumi- quegli extramuscoli che non ha mai avuto... : può solo scoprire, ahimè, che la resistenza cala :cry::biggrin:
Ma ciononostante il corpo offre sempre delle sorprese, e faccio un esempio personale di appena poco tempo fa. Sono andato a correre, e già il modo in cui lo faccio adesso costituisce un esempio di "gestione oculata" a cui sono stato costretto dopo anni di infiammazione ai tendini fino all'azzoppamento, un 'operazione, una convalescenza infinita e l'attesa di una seconda operazione identica all'altro piede che è tuttora a mezzo servizio : lo faccio non più di una volta alla settimana, sempre su sterrato e mai su asfalto, addirittura lo preferisco umido (es. dopo pioggia) perché così è più soffice, e sto metaforicamente con una specie di stetoscopio sui piedi, pronto a fermarmi alla percezione della minima anomalia (anche perché non è solo questione di piedi, ma anche di ginocchia, predisposizione ai crampi, agli strappi muscolari...insomma un intero assortimento). Non mi impongo mai un ritmo, per una serie di motivi molto semplici : il fatto che l'unico scopo sia mantenere un minimo di fiato, che a un certo punto ero arrivato a perdere completamente; il fatto che con quella frequenza di corsa non posso avere minimamente alcuna velleità cronometrica e quindi di allenamento finalizzato all'agonismo, che peraltro a dir la verità non mi ha mai particolarmente interessato ; ed infine, forse ancora più importante, il fatto di aver ormai sperimentato come ogni santa volta non sia la mia testa bensì il fisico a decidere lui il ritmo, fin dal primo minuto : in base (credo) alla misteriosa e imperscrutabile combinazione di una serie di elementi, che spaziano dal quanto/cosa/ quando abbia mangiato o bevuto, a quanto appropriati o meno siano gli indumenti che ho indossato, alle condizioni meteo (sole/umido/freddo/tiepido/caldo). Ebbene, qualche settimana fa, senza quasi rendermene conto, mi è accaduto di partire fin da subito a un ritmo (ripeto, NON deciso da me) mai visto da tempo immemore, sicuramente da oltre dieci anni fa quando sono cominciati i problemi. E sono arrivato a correre 20 km. in meno di 1'23", cioè una proiezione dei fatidici 21 km. della mezza maratona in 1'27". Un tempo che, ottenuto sul solito sterrato, su circuito (quindi con una ventina di rallentamenti per ogni inversione) e senza il minimo classico stimolo competitivo, equivarrebbero su strada e in gara ad ancora meno.
Dove sta l'aspetto sorprendente ? Sta nel fatto che, se solo uno consulta il web, per correre la mezza maratona già in meno di 1'40" (e a maggior ragione in meno di 1'30" e di 1'20") vengono proposte tabelle su tabelle a suon di 5-6 allenamenti settimanali chiarendo che se non si ha tempo, voglia e possibilità di farli sarebbe inutile illudersi :biggrin: ; per di più si presuppone di NON patire acciacchi; e infine - per tenere conto dell'età - si afferma che un ritmo da 4' al chilometro o poco più è alla portata normale di gente che abbia 30 anni. Morale : cosa dovrei dire allora io, che di anni ne ho 50, sono mega-acciaccato proprio nei punti nevralgici e NON ho mai svolto alcuna tabella di allenamento, anzi come detto corro appena una volta a settimana ? Secondo quei parametri dovrei essere un catorcio umano :lol:

Ora, però, uno (io per primo) potrebbe superficialmente "tradurre" quanto sopra in una notevole disponibilità di energia. E qui casca l'asino.
Ad esempio, anche solo per restare sul piano strettamente "ortopedico", avverto e subisco ancora e tuttora il grande vincolo della distanza, e pure la differenza tra la distanza a quota-città e la distanza in montagna, e ancora tra la distanza in scarpe e quella in scarponi (due cose, queste ultime, sideralmente diverse). Sono preso così tra due fuochi : da un lato, il recupero e il miglioramento delle prestazioni sul breve/veloce/leggero ; dall'altro, il peggioramento sul lungo(lento/pesante. Ed il guaio è che mentalmente le lancette dei miei desideri si stanno spostando, con l'età, proprio dal primo al secondo tipo di prestazione : come dire, quindi, che mi trovo a mio agio su ciò che mi interessa poco, e molto meno proprio su ciò che invece mi interessa via via di più.
Questo si rivela un cortocircuito quanto mai frustrante, e per questo in tutta sincerità t'invidio nel sentirti dichiarare di avere ora una resistenza che a 20 anni ti sognavi : per me risulta una cosa del tutto innaturale.
Tu ora dopo essere tornato riesci a non crollare e ad uscire nuovamente di casa ?!? Beato te !
E come se non bastasse, il discorso è ancora più generale : perché, per dirne una, adesso anche soltanto rispetto a pochi anni fa trovo tremendamente, terribilmente pesante e faticosa una levataccia. Percepisco proprio il piacere voluttuoso (ma tendenzialmente senile :D) del rilassamento delle membra nelle lenzuola che la mattina sembrano avvinghiarmi, laddove in precedenza ne uscivo fuori con tutta l'eccitazione di un grillo...anzi, dopo che questa non mi aveva neanche lasciato dormire :biggrin:

Tutto ciò però mi ha indotto a concludere che la questione degli anni che avanzano non sia solo fisica, tutt'altro, ma anche psicologica.
Il detto secondo il quale non si smette di andare in montagna (o in generale di fare qualcosa) perché s'invecchia, bensì s'invecchia perchè si smette, è tanto banale quanto però autentico.
Il fisico spesso semplicemente si limita a recepire e "somatizzare" molte evoluzioni che avvengono a livello mentale, e per questo sfocia in risposte che altrimenti, molte volte, sembra impossibile e scervellante riuscire a ricondurre a una logica univoca : del tipo, com'è che riesco a fare uno tipo di sforzo oggettivamente maggiore e non ne sopporto un altro oggettivamente inferiore ? Domanda classica, sebbene tra le più semplici, che ad occhio nudo chiama in causa l'energia da motivazione (o demotivazione) emotiva che si può avere in un caso e non nell'altro. Ma, appunto, è energia "cerebrale" prima che muscolare.

Proprio per riprendere il tuo accenno al crollo sì/crollo no quando si torna da un'escursione, pensandoci un attimo anche lì entra molto la psicologia : per quanto mi riguarda una giornata fuori - specie se vissuta intensamente (ossia come in-cursione in me stesso oltre che es-cursione) mi lascia così appagato e piacevolmente "svuotato" di qualsiasi altra necessità da non avere non solo alcuna velleità di cercare subito altra evasione, ma anzi - semmai - quella di "prolungare" e completare il piacere appena vissuto, tornandoci col pensiero, digerendolo nella maggior possibile intimità e minor possibile distrazione. Il pensiero mi ci va mentre sto sotto la doccia (mai così defatigante come in quell'occasione), mentre mangio (stesso discorso : con la fame addosso è un altro mangiare), e poi quando mi riguardo qualche foto, quando leggo il commento di qualcun altro… : alla fine diventa il distillato di tutto ciò è il più naturale quanto potente dei sonniferi. Mi fa sentire come un pazzo la sola idea di uscire nuovamente, stavolta nella città, che in quei momenti mi appare come qualcosa di sordido.

E qui arrivo al punto che in un certo senso mi consente di agganciarmi al discorso di un altro post a cui pure vorrei dare una risposta.
Ciao.
 

Allegati

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quando si torna da un'escursione, pensandoci un attimo anche lì entra molto la psicologia : per quanto mi riguarda una giornata fuori - specie se vissuta intensamente (ossia come in-cursione in me stesso oltre che es-cursione) mi lascia così appagato e piacevolmente "svuotato" di qualsiasi altra necessità da non avere non solo alcuna velleità di cercare subito altra evasione, ma anzi - semmai - quella di "prolungare" e completare il piacere appena vissuto, tornandoci col pensiero, digerendolo nella maggior possibile intimità e minor possibile distrazione. Il pensiero mi ci va mentre sto sotto la doccia (mai così defatigante come in quell'occasione), mentre mangio (stesso discorso : con la fame addosso è un altro mangiare), e poi quando mi riguardo qualche foto, quando leggo il commento di qualcun altro… : alla fine diventa il distillato di tutto ciò è il più naturale quanto potente dei sonniferi. Mi fa sentire come un pazzo la sola idea di uscire nuovamente, stavolta nella città, che in quei momenti mi appare come qualcosa di sordido.
Scusami se tralascio tutto il resto e mi concentro su questo tuo ultimo passaggio ma credo che per me sia il più importante di tutto il resto.
Mi è capitato spesso di uscire con persone che durante il viaggio di ritorno organizzavano al telefono le loro serate... "devo uscire"... "devo andare"... "devo fare"... "a che ora ci vediamo"...
Cioè ragazzi, ma non vi è bastata la bellissima giornatona in montagna? :woot:
Anch'io sotto la doccia ripenso alla giornata, mentre ceno continuo a pensarci, nel dopo cena, quando scarico le foto dalla reflex è come se l'escursione continuasse.
Poi il pensiero di uscire la sera e gettarmi nel traffico e nella vita di città sarebbe come vanificare le emozioni e la pienezza che mi ha regalato la salita in vetta.
Era così quando avevo 20 anni ed è così anche adesso.
 
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