Escursione Anello da Clastra al Monte San Martino.

Data: 12 Febbraio 2019
Regione e provincia: Friuli/Udine
Località di partenza e di arrivo: Clastra
Tempo di percorrenza: 7,30
Chilometri: 20,4
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: Solo la lunghezza.
Periodo consigliato: P/A/I
Segnaletica: segnavia Cai bianco/rossi, bolli rossi
Dislivello in salita: 1030m
Dislivello in discesa:1030m
Quota massima: 988m
Accesso stradale: da Cividale si esce in direzione di Ponte San Quirino e da qui si seguono le indicazioni per San Leonardo. Dopo avere oltrepassato il ponte sull'Alberone e le case di Cemur fare attenzione ad imboccare il bivio per Clastra sulla sinistra
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8190

Dopo una decina d'anni torno in quel di Clastra per rifare una bella escursione (molto di meno per frequentare l'agriturismo) ma interpretandola con due anelli rispetto a quando la feci (andata e ritorno per la stessa strada).
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Arrivati a Clastra si può parcheggiare in diversi punti questo è il più comodo essendo all'inizio del percorso.
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Appena partito e da poco sopra Clastra ho una bella visuale sulle case e la pianura friulana.
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Mi invio su questa pista forestale che attraversa dei bei prati con a fianco dei castagni centenari.
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Dopo un paio di tratti per prati lascio la forestale e mi invio sul sentiero ed immergo nel bosco che mi accompagnerà per tutto il percorso, lasciandomi solo ogni tanto qualche visuale verso il monte Matajur.
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Sempre immerso nel bosco arrivo alla chiesa di Santa Lucia risalente al 1500 ma, purtroppo, ristrutturata in modo moderno che ne ha tolto il fascino primordiale.
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Dietro la chiesa c'è un'area picnic che purtroppo non è mai stata usata in modo continuativo per cui ormai è fatiscente e panche e tavoli sono solo legno marcio, proseguo sul retro cercando la traccia una volta presente, ma evidentemente non più utilizzata in favore della pista di esbosco che passa a lato della chiesa, un po' cocciutamente insisto e passo oltre i massi della piccola altura ma dopo non esiste più traccia ed il bosco si è infittito notevolmente.
Non ho voglia di ravanare per il bosco e decido di tornare indietro e di proseguire tranquillamente sulla pista principale... e vengo punito!
Scivolo sul terreno fangoso della piccola discesa ed un bastone mi resta sotto, risultato brutta piegatura ed inutilizzabile, un problema per me.
Per un momento penso sia meglio abortire l'escursione ma poi decido di provare a metterlo a posto.
Spezzo del tutto il bastone e trovata una roccia piatta ed un sasso di buon peso pian piano ridò forma al troncone del bastoncino fino a riuscire ad inserirlo di nuovo ed a bloccarlo, ci perdo una mezz'ora ma adesso posso continuare.
Il sentiero a tratti è fangoso e scivoloso sulle salite, ma comunque resta piacevole da percorrere ed in breve arrivo alle rovine della chiesa di San Egidio.
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Oggi come allora in questo posto ho una strana percezione che non so definire bene, può sembrare ridicolo ma sento una specie di energia che contraddistingue questo luogo.
Dopo un po' proseguo e con un tratto di nuovo su pista forestale arrivo all'asfalto della strada che traversa il passo di San Martino.
Trovo qualche macchinario di chi sta disboscando e dietro al vecchio trattore c'è il sentiero che seguirò per l'ultimo tratto di salita.
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Il sentiero taglia diverse volte la strada risalente alla prima guerra mondiale ed in breve, nonostante sia scivoloso, eccomi alla chiesa di San Martino costruita appena sotto la vetta.
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Un cartello informativo spiega l'importanza che aveva nella prima guerra mondiale questa posizione ed una lapide riporta invece ai moti del 1848.

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Percorro gli ultimi metri in salita unicamente perché, rispetto all'ultima volta che sono salito, la cima è stata ripulita e finalmente ho un bel panorama da gustare.
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Per la discesa userò la strada militare che venne costruita per poter portare quassù dei pezzi di artiglieria così posso anche evitare di rifare in discesa tutti i tratti scivolosi almeno fino al passo.
Dal passo farò la stessa strada dell'andata sino a trovare un sentiero sulla sx segnalato con bolli rossi, che mi porterà a scendere al paese di Grimacco superiore, che nonostante abbia tratti ripidi essendo esposto a sud non è per nulla scivoloso e quando si infila su una vecchia mulattiera questa è ben lastricata.
Da Grimacco rientro verso Clastra attraverso una pista forestale che mi regala una gran bella passeggiata sino a Clastra.
Passando per un piccolo borgo che dovrebbe chiamarsi Precot trovo qualche piccolo prato ed un vicentino che mi mostra il rasaerba da lui usato dopo che si è trasferito qui una volta separato e cambiato completamente vita.
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Gli auguro di riuscire a comprare ancora qualche pezzo di terreno e continuo per la mia strada e dopo l'ultimo tratto in salita eccomi di nuovo a Clastra.
E' stata una bella giornata, peccato che siamo di martedì altrimenti approfitterei molto volentieri dell'agriturismo che c'è qui "Il melo innamorato".
Nel caso passiate da queste parti ve lo consiglio caldamente la qualità dei cibi e dei vini è ottima.
Arrivederci alla prossima.
 
Oggi come allora in questo posto ho una strana percezione che non so definire bene, può sembrare ridicolo ma sento una specie di energia che contraddistingue questo luogo.
Sai quante volte è accaduto anche a me in luoghi analoghi? Chissà se è solo suggestione, rafforzata dall'andar solitari, oppure se le pietre riescono a conservare memoria dei tempi e delle genti passate?
 
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