Escursione Anello degli stavoli da Alesso.

Data: 19 Febbraio 2019
Regione e provincia: Friuli / Udine
Località di partenza: Alesso
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 7,45 (con pause e l'esplorazione dei vari nuclei di stavoli e la ricerca del chiodo centrale della trave portante del tetto)
Chilometri: 11,5
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: da metà escursione in poi occorre sapersi orientare, la traccia sparisce completamente in un paio di tratti e non ci sono segnalazioni a parte un paio di ometti che ho sistemato nel tratto più incerto.
Periodo consigliato: P/A/I
Segnaletica: bolli rossi e qualche freccia nella prima metà.
Dislivello in salita: circa 1000m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 928m
Accesso stradale: Da Gemona prendere per Trasaghis e seguire le indicazioni per il lago di Cavazzo /Alesso. In paese arrivare alla chiesa dove si trova comodo parcheggio. Dal 1 maggio fino a Settembre il parcheggio è a pagamento.
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8193

Buongiorno.
Trovo la descrizione di questa escursione in un gruppo su Fb e l'idea di passare per vecchi nuclei di stavoli mi piace parecchio.
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Guardo le carte che ho e trovo che i sentieri in questione per una di loro sono di una certa difficoltà.
Perfetto sarà più divertente (diciamocelo, qualche difficoltà rende l'escursione più accattivante).
L'attacco del sentiero è a sinistra della chiesa dietro una casa, scendo nel letto del torrente e risalgo per un piccolo tratto sino a trovare a sx degli scalini che mi invieranno sulla strada giusta.
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Fino a circa metà escursione bolli rossi mi aiuteranno anche se la traccia è sempre ben marcata.
Bel sentiero, scavato un po' dalle acque ma facile, l'unico disturbo è il rumore dell'autostrada che per fortuna dopo poco non mi raggiunge più.
In breve arrivo a questi tre crocifissi con bel disegno.
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Dopo altri 5 minuti sono al un bivio dove prendo il sentiero di sinistra (l'altro è il sentiero di ritorno).
Proseguo fino ad un altro incrocio dove dei bolli rossi mi invitano lasciare la bella traccia evidente che seguo per il sentiero meno evidente che sale a destra.
Arrivo al primo torrente in secca dove trovo questa bella pozza.
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L'ambiente circostante è decisamente selvatico molto bello da attraversare.
Un altro breve tratto ed il sentiero deve girare attorno ad un costone diventando come piace a me, aperto ed esposto.
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Arrivo alla fine del costone e comincio la discesa per traversare un altro torrente, nel frattempo la foschia che da questa mattina c'è qui da noi si infittisce senza trasformarsi in nebbia e regalandomi all'ennesimo torrente da attraversare una bella luce.
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In circa mezz'ora arrivo agli stavoli Soval.
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Nonostante siano in rovina si trovano diverse tracce della vita quotidiana.
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"Une macie"una mazza , "dai ciadins" catini smaltati, "une cialdere rusine e sfondade" una pentola per la polenta ruggine e sfondata, "un cop" un mestolo ed "une pale" una pala(unico oggetto che non dovrebbe essere li, dovrebbe esserci un altro mestolo). E ci sono anche "i cerclis di une bote" i cerchi di ferro di una botte.
Cerco tra le travi marce che sono per terra il grande chiodo centrale che teneva insieme le travi del tetto e che non ho mai trovato, ed ho fortuna :).
Quando daremo inizio ai lavori per sistemare casa lo metteremo all'interno di qualche muro o sotto il cemento di un pavimento che rifaremo, nella tradizione porta fortuna e mantiene unita e forte la coppia.
Continuo e lascio questi stavoli e mi dirigo ai prossimi alla svelta mi sono bruciato un sacco di tempo per curiosare, cercare e recuperare il chiodo.
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Attraverso un altro torrente con una piccola e bella pozza d'acqua.
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Arrivo agli stavoli Tesseit ai quali dedico una breve visita e dove cominciano le difficoltà.
La traccia sparisce, so devo salire verso nord appena dietro gli stavoli, salgo diretto e per fortuna su un pino trovo una freccia rossa e subito dopo la traccia si ripresenta.
La seguo fino alla successiva salita dove una freccia mi indica la direzione ma la traccia sparisce di nuovo, salgo dritto per dritto ed arrivato dove comincia ad appianarsi taglio in diagonale fino a che trovo una traccia esile ma che in breve si rinforza fino agli stavoli Cuel dal Mus.
Qui la traccia si ferma e non trovo continuazione, scendo verso un piccolo sperone da dove vedo il torrente che dovrei attraversare.
Risalgo e scendo dal lato più facile, arrivo al torrente lo passo e comincio la ricerca di una traccia e finalmente dopo uno schianto la trovo.
Prosegue ora più marcata ora più labile ma sempre visibile.
Alla successiva discesa sparisce di nuovo, tengo il bordo di un torrente e ricomincio a traversare in diagonale e per fortuna trovo un ometto crollato ma riconoscibile.
Lo rimetto in sesto e ricomincio la ricerca ed una cinquantina di metri dopo, debole ed incerta, la trovo. Costruisco un altro ometto per chi passerà di qua in futuro.
Ho perso troppo tempo a cercare la traccia ed ora devo accelerare anche perché la foschia si sta infittendo.
La traccia si rinforza e diventa un bel sentiero.
All'ennesima risalita passo a lato degli ultimi due stavoli e nonostante si stia facendo tardi decido per una breve visita.
Anche qui trovo qualche traccia di vita passata, ciò che resta di una caffettiera ed un cucchiaio.
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Da qui in poi non mi concedo distrazioni sino a che non arrivo ad un traliccio appena sopra al paese dove mi lascio distrarre per un momento alla ricerca di un sentiero che dovrebbe arrivare qui.
Non lo trovo e torno alla macchina, scatto un'ultima foto al "lavador" lavatoio ristrutturato e stanco e contento torno a casa.
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Arrivederci alla prossima.
 
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