Dati
Data: 23/01/16
Regione e provincia: Marche, AP
Località di partenza: Tallacano
Località di arrivo: Tallacano
Tempo di percorrenza: 9:45 complessive (ma, contando le numerose pause foto e alcune deviazioni impreviste, si può ridurre notevolmente)
Chilometri: 15
Grado di difficoltà: "E" per l'estate. Più impegnativo d'inverno a causa del sentiero che viene nascosto dalla neve e del fatto che le rocce diventano più scivolose.
Descrizione delle difficoltà: in condizioni normali nessuna; con neve, vedi sopra
Periodo consigliato: consiglio l'estate perché quasi tutto l'itinerario è all'interno del bosco e quindi fresco e ombroso, però d'inverno probabilmente offre panorami più ampi.
Segnaletica: a tratti ottima, a tratti decisamente scarsa (come all'attacco del Savucco o dopo aver imboccato il sentiero 401) comunque ci sono i segnali bianco-rossi e, in corrispondenza degli incroci principali, le paline segnavia.
Dislivello in salita: 700 circa
Dislivello in discesa: 700 circa
Quota massima: 1227
Accesso stradale: Salaria, uscita Ponte d'arli
Traccia GPS: Non ho la traccia GPS ma, se interessa, posso dire che TIM prende bene per tutto il giro, lo so perché un gruppo di WhatsApp di cui faccio parte mi ha mandato notifiche per tutto il tempo.
Descrizione
Dopo un lungo periodo di scarsa attività ho deciso di rimettermi in forma con un giro che sulla carta non doveva presentare grosse difficoltà (sempre su sentiero con dislivelli contenuti e modeste pendenze) ma che prometteva ampie visuali sui territori circostanti. Questo anello è in pratica la naturale estensione dell' "anello dei villaggi fantasma (o quasi)" che compii l'aprile scorso perché vi unisce la frazione di Cocoscia e la grotta del Petrienno; inoltre offre la possibilità di ammirare l'anello precedente da un altro punto di vista non meno affascinante. Per questo motivo ho scelto di intitolarlo "parte seconda" anche se forse il titolo potrebbe trarre in inganno e creare false aspettative (vabbè!!! vi avrò fatto perdere 5 minuti ... mandatemi il conto!! ).
Ma arriviamo all'escursione. Parto alle 7 da Tallacano, con le ciaspole ben ancorate allo zainetto (resteranno lì appese per tutto il giro ) e ridiscendo un pezzo di asfalto fino al cimitero del paese in prossimità del quale comincia il comodo sentiero 402 che in un'ora, regalandomi belli scorci sul giro dell'anno prima, mi porta a Cocoscia. La frazioncina è molto piccola con ruderi pericolanti che si mescolano a strutture più nuove. L'abbaiare dei cani mi fa pensare che sia frequentata anche d'inverno.
Tallacano all'alba
Qui c'è gran parte del primo anello (Poggio Rocchetta, Tallacano, Agore, Rocchetta. Chi cerca trova )
scenari tipici
scorcio di Cocoscia
altro scorcio di Cocoscia
Da qui risalgo il bosco tramite il sentiero 417 che mi porta sulla cresta di Pizzo dell'Arco dal quale si aprono scenari davvero magnetici dal Vettore ai monti Gemelli passando per la Laga e il GranSasso, e ancora l'Adriatico e la prima parte dell'anello "fantasma". Il percorso continua in cresta, in alcuni punti vertiginosa e sempre molto panoramica, finché non incontra la carrareccia 416 che, internamente al bosco, conduce al M. Savucco.
verso i Monti Gemelli
Dialogo tra il GranSasso e il sole
particolare della crestina
verso il basso
Monte Savucco
Particolare canalino per il m. Savucco
Qui cominciano i problemi ... Sono salito sul Savucco un paio d'anni fa proprio per questo itinerario e ricordo la traccia chiara ed evidente, mentre ora mi scompare letteralmente sotto i piedi. Procedo "a naso" tanto si tratta solo di aggirare le pareti di arenaria del monte e affrontarlo da Nord. Ma trovare un passaggio non sarà così facile, il susseguirsi di continui scivoli di roccia mi "rigettano". Alla fine devo affidarmi, come mio solito, alle "rampiccozze" e riesco a passare ma ancora non trovo il sentiero. Proseguo cercando sempre la via migliore facendomi guidare dalle orme di un capriolo che mi porterà direttamente a quota 1227 evitando il Savucco (vabbè!! sul Savucco già ci salii e non era neanche il "tetto" dell'escursione) dove finalmente ritroverò i segni e il sentiero.
esempio di conformazione tipo, passaggi non sempre banali.
altro passaggio insidioso
finalmente un passaggio comodo
E intanto si può ammirare Tallacano...
... e Rocchetta
Queste deviazioni mi hanno provato: il fuori sentiero è stato particolarmente ostico e io oggi volevo solo fare una passeggiata. Fortuna che da qui in poi è prevalentemente discesa e non ho più intenzione di perdere il sentiero. Imbocco di slancio il 401 e dopo pochi metri ... riperdo il sentiero ... ... nelle radure del bosco è pieno di possibili passaggi e senza un segnavia che ti guidi è facile prendere il passaggio sbagliato. Fortuna che la rotta è intuitiva: si scende la sponda costeggiando il fosso; ma i cumuli di foglie che in alcuni punti mi fanno quasi venire la voglia di superarli con l'aiuto delle ciaspole e soprattutto i rami nascosti dalla neve, saranno un'insidia continua.
Finalmente riincrocio il sentiero (do' va!!) e con esso, per una qualche sorta di segreta complicità, anche i segnali: belli, chiari e numerosi ... proprio dove non ci si sarebbe persi neanche di notte ... ne avessero messi qualcuno in più anche in alto mi sarei evitato un po di "avventura" (ma d'altronde, siamo o non siamo "avventurosi" ). Ma ho un altro dubbio: "incrocio un incrocio" che mi fa pensare al bivio con il 430 segnato sulla mappa che mi avrebbe portato direttamente a Poggio Rocchetta facendomi saltare la Grotta del Petrienno (pezzo forte dell'itinerario). I segnavia mi dicono di andare a destra, ma la mappa non accenna a questa "virata" e così vado a sinistra pensando di continuare con il 401 ma dopo un po mi pare che le tracce non coincidano e torno indietro e infatti in breve raggiungo una palina segnavia che mi segnala il vero incrocio (nota per chi volesse ripetere l'itinerario: gli incroci importanti sono segnalati dalle paline!!!).
Da qui raggiungo velocemente le "Pagliare" costruzioni di origine medioevale che però si presentano in stato di totale rovina: poche pietre e qualche buco nella roccia lasciano intendere le antiche costruzioni. Proseguo fino all'incrocio con il 432 e lo imbocco fino alla Grotta del Petrienno (ci si imbatterà in un incrocio che potrebbe creare dei dubbi, prendere quello che segue il fiume) che trovo davvero affascinanti (pare ci si siano stati nascosti alcuni soldati americani durante la guerra). Meritano sicuramente una visita anche data la vicinanza alla frazione di Poggio Rocchetta.
Quel che resta delle Pagliare
Ora è il turno di Agore
Grotta del Petrienno, foto varie. Lascio parlare le immagini
Da qui a Poggio Rocchetta è solo una formalità, ma la sterrata che deve poi riportare a Tallacano è proprio un'agonia e io l'ho dovuta fare pure sotto la pioggia . Fortuna che nella congiunzione dei due anelli che ho in programma per quest'estate sono riuscito ad evitarla .
A quest'estate quindi con l' "anello dei villaggi fantasma (o quasi), bilogia completa"
Data: 23/01/16
Regione e provincia: Marche, AP
Località di partenza: Tallacano
Località di arrivo: Tallacano
Tempo di percorrenza: 9:45 complessive (ma, contando le numerose pause foto e alcune deviazioni impreviste, si può ridurre notevolmente)
Chilometri: 15
Grado di difficoltà: "E" per l'estate. Più impegnativo d'inverno a causa del sentiero che viene nascosto dalla neve e del fatto che le rocce diventano più scivolose.
Descrizione delle difficoltà: in condizioni normali nessuna; con neve, vedi sopra
Periodo consigliato: consiglio l'estate perché quasi tutto l'itinerario è all'interno del bosco e quindi fresco e ombroso, però d'inverno probabilmente offre panorami più ampi.
Segnaletica: a tratti ottima, a tratti decisamente scarsa (come all'attacco del Savucco o dopo aver imboccato il sentiero 401) comunque ci sono i segnali bianco-rossi e, in corrispondenza degli incroci principali, le paline segnavia.
Dislivello in salita: 700 circa
Dislivello in discesa: 700 circa
Quota massima: 1227
Accesso stradale: Salaria, uscita Ponte d'arli
Traccia GPS: Non ho la traccia GPS ma, se interessa, posso dire che TIM prende bene per tutto il giro, lo so perché un gruppo di WhatsApp di cui faccio parte mi ha mandato notifiche per tutto il tempo.
Descrizione
Dopo un lungo periodo di scarsa attività ho deciso di rimettermi in forma con un giro che sulla carta non doveva presentare grosse difficoltà (sempre su sentiero con dislivelli contenuti e modeste pendenze) ma che prometteva ampie visuali sui territori circostanti. Questo anello è in pratica la naturale estensione dell' "anello dei villaggi fantasma (o quasi)" che compii l'aprile scorso perché vi unisce la frazione di Cocoscia e la grotta del Petrienno; inoltre offre la possibilità di ammirare l'anello precedente da un altro punto di vista non meno affascinante. Per questo motivo ho scelto di intitolarlo "parte seconda" anche se forse il titolo potrebbe trarre in inganno e creare false aspettative (vabbè!!! vi avrò fatto perdere 5 minuti ... mandatemi il conto!! ).
Ma arriviamo all'escursione. Parto alle 7 da Tallacano, con le ciaspole ben ancorate allo zainetto (resteranno lì appese per tutto il giro ) e ridiscendo un pezzo di asfalto fino al cimitero del paese in prossimità del quale comincia il comodo sentiero 402 che in un'ora, regalandomi belli scorci sul giro dell'anno prima, mi porta a Cocoscia. La frazioncina è molto piccola con ruderi pericolanti che si mescolano a strutture più nuove. L'abbaiare dei cani mi fa pensare che sia frequentata anche d'inverno.
Tallacano all'alba
Qui c'è gran parte del primo anello (Poggio Rocchetta, Tallacano, Agore, Rocchetta. Chi cerca trova )
scenari tipici
scorcio di Cocoscia
altro scorcio di Cocoscia
Da qui risalgo il bosco tramite il sentiero 417 che mi porta sulla cresta di Pizzo dell'Arco dal quale si aprono scenari davvero magnetici dal Vettore ai monti Gemelli passando per la Laga e il GranSasso, e ancora l'Adriatico e la prima parte dell'anello "fantasma". Il percorso continua in cresta, in alcuni punti vertiginosa e sempre molto panoramica, finché non incontra la carrareccia 416 che, internamente al bosco, conduce al M. Savucco.
verso i Monti Gemelli
Dialogo tra il GranSasso e il sole
particolare della crestina
verso il basso
Monte Savucco
Particolare canalino per il m. Savucco
Qui cominciano i problemi ... Sono salito sul Savucco un paio d'anni fa proprio per questo itinerario e ricordo la traccia chiara ed evidente, mentre ora mi scompare letteralmente sotto i piedi. Procedo "a naso" tanto si tratta solo di aggirare le pareti di arenaria del monte e affrontarlo da Nord. Ma trovare un passaggio non sarà così facile, il susseguirsi di continui scivoli di roccia mi "rigettano". Alla fine devo affidarmi, come mio solito, alle "rampiccozze" e riesco a passare ma ancora non trovo il sentiero. Proseguo cercando sempre la via migliore facendomi guidare dalle orme di un capriolo che mi porterà direttamente a quota 1227 evitando il Savucco (vabbè!! sul Savucco già ci salii e non era neanche il "tetto" dell'escursione) dove finalmente ritroverò i segni e il sentiero.
esempio di conformazione tipo, passaggi non sempre banali.
altro passaggio insidioso
finalmente un passaggio comodo
E intanto si può ammirare Tallacano...
... e Rocchetta
Queste deviazioni mi hanno provato: il fuori sentiero è stato particolarmente ostico e io oggi volevo solo fare una passeggiata. Fortuna che da qui in poi è prevalentemente discesa e non ho più intenzione di perdere il sentiero. Imbocco di slancio il 401 e dopo pochi metri ... riperdo il sentiero ... ... nelle radure del bosco è pieno di possibili passaggi e senza un segnavia che ti guidi è facile prendere il passaggio sbagliato. Fortuna che la rotta è intuitiva: si scende la sponda costeggiando il fosso; ma i cumuli di foglie che in alcuni punti mi fanno quasi venire la voglia di superarli con l'aiuto delle ciaspole e soprattutto i rami nascosti dalla neve, saranno un'insidia continua.
Finalmente riincrocio il sentiero (do' va!!) e con esso, per una qualche sorta di segreta complicità, anche i segnali: belli, chiari e numerosi ... proprio dove non ci si sarebbe persi neanche di notte ... ne avessero messi qualcuno in più anche in alto mi sarei evitato un po di "avventura" (ma d'altronde, siamo o non siamo "avventurosi" ). Ma ho un altro dubbio: "incrocio un incrocio" che mi fa pensare al bivio con il 430 segnato sulla mappa che mi avrebbe portato direttamente a Poggio Rocchetta facendomi saltare la Grotta del Petrienno (pezzo forte dell'itinerario). I segnavia mi dicono di andare a destra, ma la mappa non accenna a questa "virata" e così vado a sinistra pensando di continuare con il 401 ma dopo un po mi pare che le tracce non coincidano e torno indietro e infatti in breve raggiungo una palina segnavia che mi segnala il vero incrocio (nota per chi volesse ripetere l'itinerario: gli incroci importanti sono segnalati dalle paline!!!).
Da qui raggiungo velocemente le "Pagliare" costruzioni di origine medioevale che però si presentano in stato di totale rovina: poche pietre e qualche buco nella roccia lasciano intendere le antiche costruzioni. Proseguo fino all'incrocio con il 432 e lo imbocco fino alla Grotta del Petrienno (ci si imbatterà in un incrocio che potrebbe creare dei dubbi, prendere quello che segue il fiume) che trovo davvero affascinanti (pare ci si siano stati nascosti alcuni soldati americani durante la guerra). Meritano sicuramente una visita anche data la vicinanza alla frazione di Poggio Rocchetta.
Quel che resta delle Pagliare
Ora è il turno di Agore
Grotta del Petrienno, foto varie. Lascio parlare le immagini
Da qui a Poggio Rocchetta è solo una formalità, ma la sterrata che deve poi riportare a Tallacano è proprio un'agonia e io l'ho dovuta fare pure sotto la pioggia . Fortuna che nella congiunzione dei due anelli che ho in programma per quest'estate sono riuscito ad evitarla .
A quest'estate quindi con l' "anello dei villaggi fantasma (o quasi), bilogia completa"
Ultima modifica: