- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 12 agosto 2013
Regione e provincia: Abruzzo, Teramo
Località di partenza: Prato Selva
Località di arrivo: Prato Selva
Tempo di percorrenza: 10 ore (compreso di soste, foto e un'ora per ritrovare il sentiero...)
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: salita ripidissima sulla cresta nord, tratti esposti nella west ride e nel tratto per il ritorno al rifugio del Monte
Segnaletica: quasi inesistente nella valle del Venaquaro
Quota massima: 2623m
Accesso stradale: dal parcheggio degli impianti di Prato Selva
Descrizione
Alle ore 7 siamo partiti (io e mio fratello Batrob) dal piazzale dalla stazione sciistica di Prato Selva (1375m), comune di Fano Adriano.
Iniziamo a salire lungo i prati erbosi tenendo sulla nostra sinistra la seggiovia dell'impianto principale (sulla destra c'è un altro breve impianto); il sentiero in questo primo tratto è stato risegnato di recente con evidenti linee rosso-bianco. Proseguiamo nella salita sempre fiancheggiando tratti di bosco per un evidente sentiero fino a raggiungere l'incrocio con una sterrata poco sotto il Colle Abetone; qui fare attenzione prendere la sterrata girando a destra (se la si oltrepassa e si prosegue nel bosco poco dopo si raggiunge il Rifugio degli Alpini poco distante dalla fine dell'impianto di risalita).
In breve tempo seguendo la sterrata si raggiunge un'ampio prato, dove si continua a salire (ci sono un paio di tracce di sentiero) per entrare di nuovo in un bosco ed in circa dieci minuti si raggiungono i Piani di San Pietro 1790m. Qui c'è il bivio che a sinistra scende a Rifugio del Monte mentre noi andiamo a destra scendendo attraverso un fosso parecchio sconnesso che ci porta al di fuori della vegetazione, all'ingresso della Valle del Crivellaro (1750m).
Da qui iniziamo a risalire la valle prima su ripidi prati erbosi e poi su un sentiero ben segnato che ci evita di affrontare la salita di petto fino alla base della cresta nord del Corvo. Il sentiero aggira verso destra l'evidente prato verde che sale alla base della cresta.
Arrivati alla base della cresta nord (Cimale delle Monache 1906m, alle nostre spalle si inizia a vedere il lago di Campotosto) non ci resta che affrontare la salita; da qui in cresta non esiste sentiero, si risale la cresta nord alla meglio in quanto la salita è durissima e sulla nostra sinistra ci fa compagnia per un bel tratto il monte Mozzone. I tratti di respiro sono ben pochi ma alla fine si raggiunge la vetta occidentale del Corvo (2533m, sono circa le 10,30).
Da qui in circa 20 minuti, seguendo la cresta, con un paio di sali e scendi si raggiunge la vetta del Monte Corvo (2623m) (Tempo di salita circa 4 ore compresi di soste).
Alle ore 11,30 dopo foto di rito e chiacchierata con i presenti in vetta (3 persone che sono salite dal lago di Provvidenza) decidiamo di proseguire il nostro anello iniziando a scendere per la famosa West Ride; discesa ripida con 300m di dislivello in un tratto abbastanza breve e con qualche punto leggermente esposto.
Raggiunta la sella a quota 2300m davanti a noi un nevaio ostacola il percorso quindi dobbiamo prenderla alla larga per aggirarlo e scendere verso la valle del Venacquaro. Nei pressi di una fonte ne approfittiamo per fare la sosta per il pranzo e rifornirci di acqua.
Raggiunta la fantastica e selvaggia valle del Venacquaro iniziamo a cercare di capire dove fosse il sentiero (qualche segno poco evidente) e decidiamo di seguire una traccia scaricata da wikiloc (http://it.wikiloc.com/wikiloc/view.do?id=3227016); quindi ci teniamo sulla sinistra della valle senza perdere quota finchè sulla nostra destra non termina il falsopiano ed inizia un ripida discesa; qui noi decidiamo di rimanere sempre alti di quota (tra 1900 e 1950) e tiriamo verso sinistra su prati e rocce vedendo qualche volta qualche bollo giallo su roccia ma molto sbiadito. Arriviamo in un punto in cui siamo fuori sentiero (sempre se ci fosse), alla nostra destra una ripida discesa e davanti a noi una parete rocciosa che scende lungo il versante della montagna anticipata da un bel canalone che non permette di scendere in modo agevole.
Ci siamo "ufficialmente persi" e dopo quasi un ora non sapendo più dove andare e vedendocela brutta, decidiamo di "buttarci" (circa 10/15 metri in discesa) con molta cautela nel canalone e poco più la ci arrampichiamo in un'insenatura nella parete rocciosa per altri 6/7m di dislivello in salita, qui superiamo diverse crestine parecchio esposte fino a scorgere di nuovo il sentiero circa 20/30 metri più in alto di noi (forse dovevamo rimanere ancora più alti sempre che ci fosse un vero sentiero).
Una volta riusciti a riprendere il sentiero siamo scesi al Rifugio del Monte e da qui con una salita di circa 150m di dislivello siamo di nuovo ai Piani di San Pietro, dove proseguiamo fino alla macchina per la stessa strada fatta all'andata arrivando alle ore 17.
La valle del Venacquaro è veramente fantastica ma purtroppo il sentiero che scende al Rifugio del Monte è scarsamente segnato, a tratti esposto, poco visibile e quindi facile da perdere, rischiando di trovarsi in situazioni spiacevoli perchè circondati da strapiombi dove non si sa più dove andare.
Data: 12 agosto 2013
Regione e provincia: Abruzzo, Teramo
Località di partenza: Prato Selva
Località di arrivo: Prato Selva
Tempo di percorrenza: 10 ore (compreso di soste, foto e un'ora per ritrovare il sentiero...)
Grado di difficoltà: EE+
Descrizione delle difficoltà: salita ripidissima sulla cresta nord, tratti esposti nella west ride e nel tratto per il ritorno al rifugio del Monte
Segnaletica: quasi inesistente nella valle del Venaquaro
Quota massima: 2623m
Accesso stradale: dal parcheggio degli impianti di Prato Selva
Descrizione
Alle ore 7 siamo partiti (io e mio fratello Batrob) dal piazzale dalla stazione sciistica di Prato Selva (1375m), comune di Fano Adriano.
Iniziamo a salire lungo i prati erbosi tenendo sulla nostra sinistra la seggiovia dell'impianto principale (sulla destra c'è un altro breve impianto); il sentiero in questo primo tratto è stato risegnato di recente con evidenti linee rosso-bianco. Proseguiamo nella salita sempre fiancheggiando tratti di bosco per un evidente sentiero fino a raggiungere l'incrocio con una sterrata poco sotto il Colle Abetone; qui fare attenzione prendere la sterrata girando a destra (se la si oltrepassa e si prosegue nel bosco poco dopo si raggiunge il Rifugio degli Alpini poco distante dalla fine dell'impianto di risalita).
In breve tempo seguendo la sterrata si raggiunge un'ampio prato, dove si continua a salire (ci sono un paio di tracce di sentiero) per entrare di nuovo in un bosco ed in circa dieci minuti si raggiungono i Piani di San Pietro 1790m. Qui c'è il bivio che a sinistra scende a Rifugio del Monte mentre noi andiamo a destra scendendo attraverso un fosso parecchio sconnesso che ci porta al di fuori della vegetazione, all'ingresso della Valle del Crivellaro (1750m).
Da qui iniziamo a risalire la valle prima su ripidi prati erbosi e poi su un sentiero ben segnato che ci evita di affrontare la salita di petto fino alla base della cresta nord del Corvo. Il sentiero aggira verso destra l'evidente prato verde che sale alla base della cresta.
Arrivati alla base della cresta nord (Cimale delle Monache 1906m, alle nostre spalle si inizia a vedere il lago di Campotosto) non ci resta che affrontare la salita; da qui in cresta non esiste sentiero, si risale la cresta nord alla meglio in quanto la salita è durissima e sulla nostra sinistra ci fa compagnia per un bel tratto il monte Mozzone. I tratti di respiro sono ben pochi ma alla fine si raggiunge la vetta occidentale del Corvo (2533m, sono circa le 10,30).
Da qui in circa 20 minuti, seguendo la cresta, con un paio di sali e scendi si raggiunge la vetta del Monte Corvo (2623m) (Tempo di salita circa 4 ore compresi di soste).
Alle ore 11,30 dopo foto di rito e chiacchierata con i presenti in vetta (3 persone che sono salite dal lago di Provvidenza) decidiamo di proseguire il nostro anello iniziando a scendere per la famosa West Ride; discesa ripida con 300m di dislivello in un tratto abbastanza breve e con qualche punto leggermente esposto.
Raggiunta la sella a quota 2300m davanti a noi un nevaio ostacola il percorso quindi dobbiamo prenderla alla larga per aggirarlo e scendere verso la valle del Venacquaro. Nei pressi di una fonte ne approfittiamo per fare la sosta per il pranzo e rifornirci di acqua.
Raggiunta la fantastica e selvaggia valle del Venacquaro iniziamo a cercare di capire dove fosse il sentiero (qualche segno poco evidente) e decidiamo di seguire una traccia scaricata da wikiloc (http://it.wikiloc.com/wikiloc/view.do?id=3227016); quindi ci teniamo sulla sinistra della valle senza perdere quota finchè sulla nostra destra non termina il falsopiano ed inizia un ripida discesa; qui noi decidiamo di rimanere sempre alti di quota (tra 1900 e 1950) e tiriamo verso sinistra su prati e rocce vedendo qualche volta qualche bollo giallo su roccia ma molto sbiadito. Arriviamo in un punto in cui siamo fuori sentiero (sempre se ci fosse), alla nostra destra una ripida discesa e davanti a noi una parete rocciosa che scende lungo il versante della montagna anticipata da un bel canalone che non permette di scendere in modo agevole.
Ci siamo "ufficialmente persi" e dopo quasi un ora non sapendo più dove andare e vedendocela brutta, decidiamo di "buttarci" (circa 10/15 metri in discesa) con molta cautela nel canalone e poco più la ci arrampichiamo in un'insenatura nella parete rocciosa per altri 6/7m di dislivello in salita, qui superiamo diverse crestine parecchio esposte fino a scorgere di nuovo il sentiero circa 20/30 metri più in alto di noi (forse dovevamo rimanere ancora più alti sempre che ci fosse un vero sentiero).
Una volta riusciti a riprendere il sentiero siamo scesi al Rifugio del Monte e da qui con una salita di circa 150m di dislivello siamo di nuovo ai Piani di San Pietro, dove proseguiamo fino alla macchina per la stessa strada fatta all'andata arrivando alle ore 17.
La valle del Venacquaro è veramente fantastica ma purtroppo il sentiero che scende al Rifugio del Monte è scarsamente segnato, a tratti esposto, poco visibile e quindi facile da perdere, rischiando di trovarsi in situazioni spiacevoli perchè circondati da strapiombi dove non si sa più dove andare.
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