Dati
Data: 09/10/18
Regione e provincia:Marche (Mc, Fm)
Località di partenza: piane di Falerone
Località di arrivo: piane di Falerone
Tempo di percorrenza:
Chilometri: 45
Grado di difficoltà: media
Descrizione delle difficoltà: tratti di sterrato, salite al 7% con brevi punte al 10% (all'interno dei paesi fino al 18%)
Periodo consigliato: evitare il caldo eccessivo
Segnaletica: appena sufficiente
Dislivello in salita: 1100
Dislivello in discesa:1100
Quota massima:
Accesso stradale:
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Questa relazione mi piacerebbe che fosse la prima di una serie di itinerari che portino, sia chi legge che chi scrive, alla scoperta del mio territorio. Da quando mi sono avvicinato al mondo dei pedali ho scoperto che questo è il modo ideale per conoscere quei borghi (che mia moglie sostiene che "visto uno visti tutti") che difficilmente qualcuno prenderebbe la macchina per andare a visitare, ma se ci si capita, magari per sbaglio, si resta affascinati. Mentre la scusa della pedalata in ambienti secondari e poco trafficati può unire le due cose e portare a scoprire luoghi ricchi Storia e storie, di arte ma anche di vita quotidiana che, come purtroppo ci ha insegnato il 2016, rischiamo di non potere più ammirare.
Data la conformazione del territorio e l'usanza di costruire delle antiche popolazioni della zona di costruire gli insediamenti sulle dorsali delle valli, ho deciso di compiere gli itinerari percorrendo, per quanto possibile, gli spartiacque dei vari bacini idrografici così da formare degli anelli. Quello che vi propongo questa volta è l'anello del torrente Salino.
Il giro comincia sul ponte del Salino poco a monte della confluenza con il fiume Tenna a piane di Falerone e da qui si sale verso Penna san Giovanni: una salita di 7 km per 450 mt di dislivello dove si può avere un assaggio dell'approccio alla vita degli indigeni .
Il colpo d'occhio che offre "la Penna" quando finalmente si mostra dietro un tornante mi ripaga da tutta la fatica fatta finora: con un po di fantasia riesco ad immedesimarmi in un viandante affaticato del tardo medioevo che cerca ristoro e a tramutare la bici in un asinello (solo che la fatica la sto facendo tutta io).
Il paese è molto piccolo ma affascinante, gli edifici più recenti non disturbano troppo e dentro le mura, che bisogna oltrepassare passando per ben due accessi (la porta Marina e la Portarella, quest'ultima con ancora tracce di un antico affresco) tutto sembra immutato da qualche secolo .
Un'attrazione che mi ha colpito appena giunto nel centro del paese, davanti alla chiesa di san Francesco, è una casa che apparentemente sembra fuori luogo ma che ho trovato curiosa (purtroppo non sono riuscito a ricavare nessuna informazione su di essa) . Sul balcone e sulla soglia della porta c'è un simbolo che rappresenta una M e una U sovrapposte e sopra la porta si può leggere una scritta latina: . Indagherò più approfonditamente.
Purtroppo i vari edifici, chiesa di san Francesco, teatro, pinacoteca, municipio, li ho ho trovati chiusi; ho potuto visitare solo la pieve di san Giovanni, del 1250 con successive ristrutturazioni, ma è stata comunque una bellissima scoperta: purtroppo la volta era coperta da una rete di protezione ma si potevano comunque ammirare begli affreschi sulla vita del santo, una pala d'altare attribuita nientemeno che a Carlo Maratta (pittore secentesco le cui opere, ho appreso, sono esposte in tutto il mondo) e una statua lignea attribuita a Silvestro dall'Aquila. .
Saputo che in vetta al paese c'erano i resti della rocca mi "arrampico" per ammirarli ma scoprirò che si tratta solo di un cumulo di pietre. La fatica però non è stata vana perché il posto è suggestivo: lo "chalet" (struttura non ben definitiva purtroppo visibilmente lesionata) con il belvedere e l'area pic nic mi mettono serenità
Ridiscendo nel paese (il giro è ancora lungo) passando per la porta della Pesa e i resti dell porta san Martino e mi avvio verso Gualdo (altri 8,5 km per 100 mt D+) e anche qui, sulla strada, mi imbatto in un curioso assaggio della cultura del luogo : una croce che porta appesi vari oggetti che ripensandoci vorranno essere gli strumenti usati per crocifiggere Gesù, ma che a me, lì per lì, sembravano alcuni degli attrezzi usati dalla gente "umile" e mi era sembrata una curiosità.
Finalmente sono in vista di Gualdo, ma la mia prima impressione sarà ben diversa da quella avuta nella tappa precedente: vengo ricevuto già da lontano da un'imponente quanto orripilante torre di fattura contemporanea che mi angoscia non poco. Entrando nel paese non posso non fare, sulle prime, un confronto immediato con Penna san Giovanni, e Gualdo perde senza colpo ferire, l'impressione iniziale che ho avuto è stata quella di un paese che voglia abbandonare totalmente il suo passato per un ringiovanimento da infima chirurgia plastica. Un'immagine particolare mi ha colpito: la torre svettante (che all'inizio pensavo fosse il campanile di una chiesa) che quasi nasconde il vecchio campanile pesantemente sfigurato dal terremoto .
Ma in breve mi sono ricreduto, innanzitutto (non so perché ma in qualche modo questa cosa mi solleva) la torre non è un campanile bensì un serbatoio, e poi il paese si prende ben cura del suo passato: apparentemente qui il terremoto ha fatto più danni che a Penna, passando nel centro storico, che è davvero affascinante ed intricato (lo dice un genovese), quasi un edificio sì e uno no sono imbragati con quelle armature fatte dai vigili del fuoco per salvare il salvabile che trovo siano (per assurdo) esteticamente davvero apprezzabili.
Girando per i vicoli scopro che Gualdo ha dato i natali a Romolo Murri, il prete degli inizi del '900, poi scomunicato, poi "ricomunicato", che può essere considerato uno dei padri della democrazia cristiana.
Devo continuare il mio anello e non sono neanche a metà, da qui potrei andare direttamente a Sant'Angelo in Pontano, prossima meta del viaggio, ma devo completare il giro delle sponde del Salino e mi dirigo verso le frazioni di Vecciola e Cerreto ma adesso non ce la faccio proprio a terminare il racconto, to be continued...
Data: 09/10/18
Regione e provincia:Marche (Mc, Fm)
Località di partenza: piane di Falerone
Località di arrivo: piane di Falerone
Tempo di percorrenza:
Chilometri: 45
Grado di difficoltà: media
Descrizione delle difficoltà: tratti di sterrato, salite al 7% con brevi punte al 10% (all'interno dei paesi fino al 18%)
Periodo consigliato: evitare il caldo eccessivo
Segnaletica: appena sufficiente
Dislivello in salita: 1100
Dislivello in discesa:1100
Quota massima:
Accesso stradale:
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Questa relazione mi piacerebbe che fosse la prima di una serie di itinerari che portino, sia chi legge che chi scrive, alla scoperta del mio territorio. Da quando mi sono avvicinato al mondo dei pedali ho scoperto che questo è il modo ideale per conoscere quei borghi (che mia moglie sostiene che "visto uno visti tutti") che difficilmente qualcuno prenderebbe la macchina per andare a visitare, ma se ci si capita, magari per sbaglio, si resta affascinati. Mentre la scusa della pedalata in ambienti secondari e poco trafficati può unire le due cose e portare a scoprire luoghi ricchi Storia e storie, di arte ma anche di vita quotidiana che, come purtroppo ci ha insegnato il 2016, rischiamo di non potere più ammirare.
Data la conformazione del territorio e l'usanza di costruire delle antiche popolazioni della zona di costruire gli insediamenti sulle dorsali delle valli, ho deciso di compiere gli itinerari percorrendo, per quanto possibile, gli spartiacque dei vari bacini idrografici così da formare degli anelli. Quello che vi propongo questa volta è l'anello del torrente Salino.
Il giro comincia sul ponte del Salino poco a monte della confluenza con il fiume Tenna a piane di Falerone e da qui si sale verso Penna san Giovanni: una salita di 7 km per 450 mt di dislivello dove si può avere un assaggio dell'approccio alla vita degli indigeni .
Il colpo d'occhio che offre "la Penna" quando finalmente si mostra dietro un tornante mi ripaga da tutta la fatica fatta finora: con un po di fantasia riesco ad immedesimarmi in un viandante affaticato del tardo medioevo che cerca ristoro e a tramutare la bici in un asinello (solo che la fatica la sto facendo tutta io).
Il paese è molto piccolo ma affascinante, gli edifici più recenti non disturbano troppo e dentro le mura, che bisogna oltrepassare passando per ben due accessi (la porta Marina e la Portarella, quest'ultima con ancora tracce di un antico affresco) tutto sembra immutato da qualche secolo .
Un'attrazione che mi ha colpito appena giunto nel centro del paese, davanti alla chiesa di san Francesco, è una casa che apparentemente sembra fuori luogo ma che ho trovato curiosa (purtroppo non sono riuscito a ricavare nessuna informazione su di essa) . Sul balcone e sulla soglia della porta c'è un simbolo che rappresenta una M e una U sovrapposte e sopra la porta si può leggere una scritta latina: . Indagherò più approfonditamente.
Purtroppo i vari edifici, chiesa di san Francesco, teatro, pinacoteca, municipio, li ho ho trovati chiusi; ho potuto visitare solo la pieve di san Giovanni, del 1250 con successive ristrutturazioni, ma è stata comunque una bellissima scoperta: purtroppo la volta era coperta da una rete di protezione ma si potevano comunque ammirare begli affreschi sulla vita del santo, una pala d'altare attribuita nientemeno che a Carlo Maratta (pittore secentesco le cui opere, ho appreso, sono esposte in tutto il mondo) e una statua lignea attribuita a Silvestro dall'Aquila. .
Saputo che in vetta al paese c'erano i resti della rocca mi "arrampico" per ammirarli ma scoprirò che si tratta solo di un cumulo di pietre. La fatica però non è stata vana perché il posto è suggestivo: lo "chalet" (struttura non ben definitiva purtroppo visibilmente lesionata) con il belvedere e l'area pic nic mi mettono serenità
Ridiscendo nel paese (il giro è ancora lungo) passando per la porta della Pesa e i resti dell porta san Martino e mi avvio verso Gualdo (altri 8,5 km per 100 mt D+) e anche qui, sulla strada, mi imbatto in un curioso assaggio della cultura del luogo : una croce che porta appesi vari oggetti che ripensandoci vorranno essere gli strumenti usati per crocifiggere Gesù, ma che a me, lì per lì, sembravano alcuni degli attrezzi usati dalla gente "umile" e mi era sembrata una curiosità.
Finalmente sono in vista di Gualdo, ma la mia prima impressione sarà ben diversa da quella avuta nella tappa precedente: vengo ricevuto già da lontano da un'imponente quanto orripilante torre di fattura contemporanea che mi angoscia non poco. Entrando nel paese non posso non fare, sulle prime, un confronto immediato con Penna san Giovanni, e Gualdo perde senza colpo ferire, l'impressione iniziale che ho avuto è stata quella di un paese che voglia abbandonare totalmente il suo passato per un ringiovanimento da infima chirurgia plastica. Un'immagine particolare mi ha colpito: la torre svettante (che all'inizio pensavo fosse il campanile di una chiesa) che quasi nasconde il vecchio campanile pesantemente sfigurato dal terremoto .
Ma in breve mi sono ricreduto, innanzitutto (non so perché ma in qualche modo questa cosa mi solleva) la torre non è un campanile bensì un serbatoio, e poi il paese si prende ben cura del suo passato: apparentemente qui il terremoto ha fatto più danni che a Penna, passando nel centro storico, che è davvero affascinante ed intricato (lo dice un genovese), quasi un edificio sì e uno no sono imbragati con quelle armature fatte dai vigili del fuoco per salvare il salvabile che trovo siano (per assurdo) esteticamente davvero apprezzabili.
Girando per i vicoli scopro che Gualdo ha dato i natali a Romolo Murri, il prete degli inizi del '900, poi scomunicato, poi "ricomunicato", che può essere considerato uno dei padri della democrazia cristiana.
Devo continuare il mio anello e non sono neanche a metà, da qui potrei andare direttamente a Sant'Angelo in Pontano, prossima meta del viaggio, ma devo completare il giro delle sponde del Salino e mi dirigo verso le frazioni di Vecciola e Cerreto ma adesso non ce la faccio proprio a terminare il racconto, to be continued...
Ultima modifica: