Escursione Anello monte Tarino (1961m) - rif. Campo Ceraso da Campo Staffi

Parchi del Lazio
  1. Parco Regionale dei Monti Simbruini
Dati

Data: 09/04/2012
Regione e provincia: Lazio (FR)
Località di partenza e di arrivo: Campo Staffi
Tempo di percorrenza: 7 ore
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: EE
Segnaletica: parco bianco-rossa
Dislivello totale: 850m
Quota massima: 1961m
Accesso stradale:
dal Lazio: Subiaco - Arcinazzo - Trevi - Filettino
dall'Abruzzo: Capistrello - sp63 Simbruina (in condizioni pietose)


Descrizione

Giro ad anello sulla montagna più affilata dei Simbruini. Sul territorio dolcemente ondulato di questo parco, si innalza questa cima insolitamente rocciosa. Sul suo versante est scende una cresta molto sottile ed esposta che se d'estate offre qualche brivido a chi soffre di vertigini, d'inverno rappresenta un ostacolo di tutto rispetto, dato che da entrambi i lati non si capisce dove si possa finire in caso di scivolata.

Questa volta io e la mia ragazza optiamo per una pasquetta escursionistico-enogastronomica. Partiamo con attrezzatura molto tecnica come piastra, fornello, salsicce, scamorze, vino, etc etc. L'intento è, scalato il Tarino, scendere dall'altra parte verso il Piano Ceraso, per poi raggiungere l'omonimo bivacco dove banchettare a panza all'aria.





Dal parcheggione in fondo a Campo Staffi, si scende sul sentiero degli impianti di risalita per poi abbandonarlo (segnaletica parco) in direzione Monna della Forcina. Nella notte sono scesi 5-6 cm di inaspettata neve che non ha arrecato problemi alla locomozione ma, fortunatamente, ha ammantato il bosco con una spettacolare galaverna




Dall'altopiano di Monna della Forcina si inizia a salire in cresta, con panorami alquanto aperti per la quota







La cresta comincia ad assottigliarsi...




Fino a questo punto, dove bisogna scendere con mani e piedi un saltino roccioso per poi ritrovarsi subito su una trentina di metri di cresta molto affilata.




Croce di vetta con Velino. La macchia verde tra il bosco più in basso è Campo Ceraso, sul quale atterreremo al termine della ripida discesa per i boschi




Continuando sulla stessa rotta, si scende dall'altra parte in direzione del Tarinello. Alle nostre spalle il Tarino offre una bella cuspide rocciosa




Scendendo sempre in cresta, bisogna seguire il limite degli alberi. Il percorso tratteggiato "16" si rivela improponibile, troppo ripido e spoglio. Bisogna continuare sul limite degli alberi per altri 2-300 mt, facendo attenzione a trovare una roccia con una freccia arancione verso il basso con scritto "vado ciociaro". Si scende da lì, ripidamente ma senza rischiare.




Al termine del bosco si percorre in direzione nord tutto l'altopiano del Ceraso, fino ad intercettare la fangosa sterrata che, verso est, torna a Campo Staffi. Un'oretta scarsa e si giunge al bivacco Campo Ceraso, luogo stabilito per la nostra salsicciata







Ritorno con mondezza. Da qui alla macchina è sempre sterrata, in salita ma agevole, e a panza piena la si fa quasi per inerzia...:biggrin:




Condizioni del bivacco Campo Ceraso ad oggi:
piano basso in buone condizioni di pulizia, tante griglie e tanta legna. Il camino però tira davvero poco e per una buona mezz'ora fa un fumo che rende invivibile l'ambiente. Poi migliora e tiracchia. Piano superiore con due brande ma spazio per 5-6 sacchi. Di panche esterne ne è sopravvissuta solo una, peraltro in precario equilibrio.

Comunque proprio il passaggio davanti al rifugio rende questo percorso adatto ad un'escursione con risvolto mangereccio, ed è per questo che la consiglio caldamente e ne condivido la descrizione!

:)

 
Ultima modifica di un moderatore:
Grazie! :D La nevicatina della sera precedente ha reso tutto un po' invernale... davvero inaspettata, fino al giorno prima non c'era nulla, persino sul Velino!
 
Bellissime foto e stupenda gita!
Vedo che avete fatto la crestina affilata (per fortuna in salita).
Non c'era ghiaccio, vero? Avete mantenuto i nervi saldi, complimenti!
 
Bellissime foto e stupenda gita!
Vedo che avete fatto la crestina affilata (per fortuna in salita).
Non c'era ghiaccio, vero? Avete mantenuto i nervi saldi, complimenti!


Grazie Pierpa! Per fortuna non c'era ghiaccio, altrimenti saremmo dovuti tornare indietro visto che lo spazio dei ramponi è stato occupato dalle cibarie...:biggrin::biggrin:

In compenso ci sono almeno tre cornici residuate dalle grandi nevicate di febbraio, molto pericolose ed instabili. Per non salirci sopra bisogna seguire il filo di cresta proprio ad un passo dal baratro...
 
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