Dati
Data: 17 maggio 2015
Regione: Valle d'Aosta
Località di partenza: Thouraz Dessus (frazione di Sarre) 1650m
Località di arrivo: Thouraz Dessus (frazione di Sarre) 1650m
Tempo di percorrenza: 7-8 ore
Chilometri: 20km abbondanti
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: breve tratto di cresta esposta
Periodo consigliato: Maggio-Giugno e Ottobre
Segnaletica: Buona
Dislivello in salita: 1700m
Dislivello in discesa: 1700m
Quota massima: 2608m (Pointe de Chaligne)
La Pointe de Chaligne, o più semplicemente Punta Chaligne, è uno dei monti che domina la conca di Aosta. Tra tutti quelli che circondano la città è il meno alto e imponente. È situato a NW rispetto ad Aosta ed è caratterizzato da dolci pendii, almeno sul versante aostano.
Meta classica degli escursionisti di quassù, grazie alla fitta rete di sentieri la Punta si presta ad essere compresa all'interno di un bell'anello che avevo adocchiato sulla carta da qualche settimana. Con l'avanzare della stagione e il conseguente scioglimento delle nevi era venuto il momento di mettere in pratica i pensieri maturati nel tempo.
Si parte da Thouraz Dessus, un pugno di case a 1650m, per lo più diroccate, frazione più elevata tra quelle di Sarre, paese attaccato ad Aosta.
Da qui il panorama è già ampio e grazie alla giornata ottima le cime ancora innevate risaltano ancor di più contro il cielo azzurro. L'occhio corre verso sud, dove campeggiano le vette del Gran Paradiso e delle relative valli, nonché la più vicina dorsale di Pila, con le sue favolose piste da sci.
I colori della primavera in Vallée: tutti i toni del verde, il bianco della neve e l'azzurro del cielo. Qui la visuale verso Pila, appunto.
Grivola, 3969m, montagna che per bellezza ed eleganza è seconda solo al Cervino.
Da Thouraz si sale immediatamente, inizialmente dentro il più classico dei boschi di larice, lungo la cresta sud della Punta di Metz (2553m) che precede la Punta Chaligne (tra le due vi è il Col di Metz, 2492m).
Salendo e uscendo dal bosco si spalanca di nuovo il mondo delle vette valdostane. A farla da padrone è il Mont Fallère (3061m), che oggi dominerà la scena anche per ragioni di vicinanza geografica. Eccolo qui: in questa foto già si intuisce il percorso dell'anello, che passerà ai piedi del Fallère per proseguire in senso antiorario sulla Becca France.
Becca France (2312m)
Dall'altra parte giace Aosta nella sua calda conca, dominata a sud dall'onnipresente Emilius (3559m)
Di nuovo il Fallère, più zoomato: in secondo piano alla sua sinistra spunta la vetta del M. Bianco (4810m) e alla sua destra quella delle Grandes Jorasses (4208m), importante cima del versante italiano del Massiccio del Monte Bianco.
Salendo rapidamente, in breve si arriva sulla Punta di Metz e, ridiscendendola dall'altra parte, si transita al Col di Metz, crocevia di sentieri:
Voltando lo sguardo, nello stesso punto, si ha l'ampia spalla erbosa della Chaligne che culmina a 2608m
Basta poco e si è in vetta. Qui si apre all'improvviso la quinta della dorsale principale delle Alpi Pennine, quelle che corrono lungo il confine svizzero e anche oltre.
La Valpelline, lunghissima, che qui appare d'infilata con in fondo il muro di cemento armato di 150m della diga di Places Moulin. Oltre svettano il Cervino (4478m) e la Dent d'Hérens (4176m). A sinistra la meravigliosa Conca di By e il suo Mont Gelé (3518m).
Il Grand Combin (4314m) che in verità non abbandona mai lo sguardo dell'escursionista valdostano, ovunque ci si trovi. A fargli compagnia, alla sua sinistra, il Mont Vélan (3727m) sulla cui cima passa il confine italo-svizzero.
Raggiunta la cima e consumato il meritato riposo (con tanto di panino) si ridiscende rapidamente al Col di Metz dal quale ci si butta a destra, calandosi nella conca che costituisce la parte alta del Vallone di Clusellaz. Qui, tra il gorgoglio dei ruscelli di fusione e i fischi delle marmotte da poco risvegliatesi, giace il Lac Fallère, a 2415m ai piedi dell'omonimo monte. Questa parte di percorso è molto felice e priva di difficoltà e fatiche.
Si incontra qualche rudere, testimonianza della vita d'alpeggio di una volta che oggi va scomparendo gradualmente.
Il M. Fallère e una sentinella che non sarà difficile individuare
Ormai nei pressi del lago, la segnaletica ci ricorda che stiamo calcando i sentieri del Tour du Mont Fallère (TMF)
Ed ecco infine il lago che risulta ancora per buona parte occupato da una specie di banchisa galleggiante che avrà ancora pochi giorni di vita. Molte rane popolano queste acque. In fondo, in lontananza, il Massiccio del Rutor e le vette della Valgrisenche.
Affacciandosi dal lago verso la conca sottostante, si segue con l'occhio il percorso ancora mancante che passa per la Becca France (2312m), cima non molto accennata dirimpetto a me. La Grivola giganteggia sullo sfondo. Da qui si possono ben vedere i solchi della Valsavaranche e della Val di Rhêmes, orientati pressappoco con direttrice nord-sud e puntati proprio verso di me.
Foto controcampo della precedente, scattata poco sotto la Becca France: il M. Fallère.
Dalla cresta occidentale della Becca France ci si affaccia nuovamente sulla valle principale (quella della Dora Baltea, per intendersi) e dunque anche su tutti quei villaggi che sono alte frazioni di paesi i cui centri giacciono a fondovalle. Questi villaggi vivono in una posizione privilegiata, sull'adret della valle (il versante solatìo, l'envers invece è quello esposto a nord e ombroso), godono di molta insolazione e tepore. In questa stagione sono circondati da morbide distese erbose mentre in tarda estate quegli stessi prati si inaridiscono e diventano anche brulli.
Questo è Vetan (frazione di Saint-Nicolas), appoggiato sul fianco della valle.
Appena al di là della Dora, ecco la scura Valgrisenche e il Rutor.
Raggiunta la cima della Becca France, si ridiscende dalla parte opposta, sulla cresta sud-est. Questa montagna è stata protagonista della più grave tragedia naturale valdostana che si ricordi, allorché, nel 1564, tutto il suo versante est franò, seppellendo l'antico villaggio di Thouraz e causando centinaia di vittime. Il sentiero percorre la cresta proprio sul filo del distacco e risulta in alcuni punti molto esposto, oltre ad essere instabile.
Dettaglio della frana (ad inizio discussione c'è una veduta complessiva della Becca France e di tutto il versante)
A valle c'è questa targa commemorativa:
Terminata la discesa della cresta sud-est della Becca France, si arriva presso il villaggio di Bellun, dove si intercetta una poderale che riporta a Thouraz Dessus: eccole lì le case da cui sono partito e la Punta di Metz salita qualche ora prima. Mi appresto a chiudere l'anello.
L'ultima chicca della giornata è l'attraversamento del Torrente Clusellaz che in questo punto forma delle scenografiche cascate. È un posto incantevole, ad una manciata di chilometri in linea d'aria da Aosta.
L'ultima fotografia è un tributo al Fallère, montagna protagonista della giornata odierna, sempre presente negli orizzonti valdostani di alta quota e da cui si gode un panorama difficilmente comparabile. Ma questa è un'altra storia (che qualcuno ha già raccontato, sulle pagine di avventurosamente )
Data: 17 maggio 2015
Regione: Valle d'Aosta
Località di partenza: Thouraz Dessus (frazione di Sarre) 1650m
Località di arrivo: Thouraz Dessus (frazione di Sarre) 1650m
Tempo di percorrenza: 7-8 ore
Chilometri: 20km abbondanti
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: breve tratto di cresta esposta
Periodo consigliato: Maggio-Giugno e Ottobre
Segnaletica: Buona
Dislivello in salita: 1700m
Dislivello in discesa: 1700m
Quota massima: 2608m (Pointe de Chaligne)
La Pointe de Chaligne, o più semplicemente Punta Chaligne, è uno dei monti che domina la conca di Aosta. Tra tutti quelli che circondano la città è il meno alto e imponente. È situato a NW rispetto ad Aosta ed è caratterizzato da dolci pendii, almeno sul versante aostano.
Meta classica degli escursionisti di quassù, grazie alla fitta rete di sentieri la Punta si presta ad essere compresa all'interno di un bell'anello che avevo adocchiato sulla carta da qualche settimana. Con l'avanzare della stagione e il conseguente scioglimento delle nevi era venuto il momento di mettere in pratica i pensieri maturati nel tempo.
Si parte da Thouraz Dessus, un pugno di case a 1650m, per lo più diroccate, frazione più elevata tra quelle di Sarre, paese attaccato ad Aosta.
Da qui il panorama è già ampio e grazie alla giornata ottima le cime ancora innevate risaltano ancor di più contro il cielo azzurro. L'occhio corre verso sud, dove campeggiano le vette del Gran Paradiso e delle relative valli, nonché la più vicina dorsale di Pila, con le sue favolose piste da sci.
I colori della primavera in Vallée: tutti i toni del verde, il bianco della neve e l'azzurro del cielo. Qui la visuale verso Pila, appunto.
Grivola, 3969m, montagna che per bellezza ed eleganza è seconda solo al Cervino.
Da Thouraz si sale immediatamente, inizialmente dentro il più classico dei boschi di larice, lungo la cresta sud della Punta di Metz (2553m) che precede la Punta Chaligne (tra le due vi è il Col di Metz, 2492m).
Salendo e uscendo dal bosco si spalanca di nuovo il mondo delle vette valdostane. A farla da padrone è il Mont Fallère (3061m), che oggi dominerà la scena anche per ragioni di vicinanza geografica. Eccolo qui: in questa foto già si intuisce il percorso dell'anello, che passerà ai piedi del Fallère per proseguire in senso antiorario sulla Becca France.
Becca France (2312m)
Dall'altra parte giace Aosta nella sua calda conca, dominata a sud dall'onnipresente Emilius (3559m)
Di nuovo il Fallère, più zoomato: in secondo piano alla sua sinistra spunta la vetta del M. Bianco (4810m) e alla sua destra quella delle Grandes Jorasses (4208m), importante cima del versante italiano del Massiccio del Monte Bianco.
Salendo rapidamente, in breve si arriva sulla Punta di Metz e, ridiscendendola dall'altra parte, si transita al Col di Metz, crocevia di sentieri:
Voltando lo sguardo, nello stesso punto, si ha l'ampia spalla erbosa della Chaligne che culmina a 2608m
Basta poco e si è in vetta. Qui si apre all'improvviso la quinta della dorsale principale delle Alpi Pennine, quelle che corrono lungo il confine svizzero e anche oltre.
La Valpelline, lunghissima, che qui appare d'infilata con in fondo il muro di cemento armato di 150m della diga di Places Moulin. Oltre svettano il Cervino (4478m) e la Dent d'Hérens (4176m). A sinistra la meravigliosa Conca di By e il suo Mont Gelé (3518m).
Il Grand Combin (4314m) che in verità non abbandona mai lo sguardo dell'escursionista valdostano, ovunque ci si trovi. A fargli compagnia, alla sua sinistra, il Mont Vélan (3727m) sulla cui cima passa il confine italo-svizzero.
Raggiunta la cima e consumato il meritato riposo (con tanto di panino) si ridiscende rapidamente al Col di Metz dal quale ci si butta a destra, calandosi nella conca che costituisce la parte alta del Vallone di Clusellaz. Qui, tra il gorgoglio dei ruscelli di fusione e i fischi delle marmotte da poco risvegliatesi, giace il Lac Fallère, a 2415m ai piedi dell'omonimo monte. Questa parte di percorso è molto felice e priva di difficoltà e fatiche.
Si incontra qualche rudere, testimonianza della vita d'alpeggio di una volta che oggi va scomparendo gradualmente.
Il M. Fallère e una sentinella che non sarà difficile individuare
Ormai nei pressi del lago, la segnaletica ci ricorda che stiamo calcando i sentieri del Tour du Mont Fallère (TMF)
Ed ecco infine il lago che risulta ancora per buona parte occupato da una specie di banchisa galleggiante che avrà ancora pochi giorni di vita. Molte rane popolano queste acque. In fondo, in lontananza, il Massiccio del Rutor e le vette della Valgrisenche.
Affacciandosi dal lago verso la conca sottostante, si segue con l'occhio il percorso ancora mancante che passa per la Becca France (2312m), cima non molto accennata dirimpetto a me. La Grivola giganteggia sullo sfondo. Da qui si possono ben vedere i solchi della Valsavaranche e della Val di Rhêmes, orientati pressappoco con direttrice nord-sud e puntati proprio verso di me.
Foto controcampo della precedente, scattata poco sotto la Becca France: il M. Fallère.
Dalla cresta occidentale della Becca France ci si affaccia nuovamente sulla valle principale (quella della Dora Baltea, per intendersi) e dunque anche su tutti quei villaggi che sono alte frazioni di paesi i cui centri giacciono a fondovalle. Questi villaggi vivono in una posizione privilegiata, sull'adret della valle (il versante solatìo, l'envers invece è quello esposto a nord e ombroso), godono di molta insolazione e tepore. In questa stagione sono circondati da morbide distese erbose mentre in tarda estate quegli stessi prati si inaridiscono e diventano anche brulli.
Questo è Vetan (frazione di Saint-Nicolas), appoggiato sul fianco della valle.
Appena al di là della Dora, ecco la scura Valgrisenche e il Rutor.
Raggiunta la cima della Becca France, si ridiscende dalla parte opposta, sulla cresta sud-est. Questa montagna è stata protagonista della più grave tragedia naturale valdostana che si ricordi, allorché, nel 1564, tutto il suo versante est franò, seppellendo l'antico villaggio di Thouraz e causando centinaia di vittime. Il sentiero percorre la cresta proprio sul filo del distacco e risulta in alcuni punti molto esposto, oltre ad essere instabile.
Dettaglio della frana (ad inizio discussione c'è una veduta complessiva della Becca France e di tutto il versante)
A valle c'è questa targa commemorativa:
Terminata la discesa della cresta sud-est della Becca France, si arriva presso il villaggio di Bellun, dove si intercetta una poderale che riporta a Thouraz Dessus: eccole lì le case da cui sono partito e la Punta di Metz salita qualche ora prima. Mi appresto a chiudere l'anello.
L'ultima chicca della giornata è l'attraversamento del Torrente Clusellaz che in questo punto forma delle scenografiche cascate. È un posto incantevole, ad una manciata di chilometri in linea d'aria da Aosta.
L'ultima fotografia è un tributo al Fallère, montagna protagonista della giornata odierna, sempre presente negli orizzonti valdostani di alta quota e da cui si gode un panorama difficilmente comparabile. Ma questa è un'altra storia (che qualcuno ha già raccontato, sulle pagine di avventurosamente )
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