Escursione Anello Rif. Lagoni (R) - P. Compione - M.ti Sillara, Paitino, Matto, Brusà - P. delle Guadine - R

Parchi dell'Emilia-Romagna
  1. Parco Regionale dei Cento Laghi
Dati

Data: 10/9/2024
Regione e provincia: Emilia-Romagna, Parma
Località di partenza: Rif. Lagoni
Tempo di percorrenza: 5 ore e 50 minuti circa (escluse le soste)
Chilometri: 15 circa
Segnaletica: perfetta
Dislivello in salita: 925 m circa
Quota massima: 1861 m

Descrizione

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Sono partito presso il Rif. Lagoni
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che si trova praticamente lungo le sponde del L. Gemio inferiore.
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Prendo il sentiero 711 che sale gradualmente sotto il bosco sotto un sentiero per buona parte lastricato per poi ritrovarmi in un'ambiente aperto con una bella vista verso Capanne Lago Scuro.
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Proseguo lungo il sentiero 711 avvicinandomi verso la Rocca Pumaccioletto
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raggiungendo la sella omonima sotto le pareti ripide della rocca.
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Il sentiero scende leggermente di quota sotto il bosco per poi uscirne nuovamente, così intuisco che ora lo scopo è quello di raggiungere la Sella di Rocca Pianaccia
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mentre alla mia sinistra mi accompagna la vista del medio appennino tra il M. Caio e il M. Ventasso,
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invece di spalle fanno da cornice la Rocca Pumaccioletto e il M. Navert.
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Dalla Sella di Rocca Pianaccia prendo il sentiero 711 A per salire di quota provvisoriamente in maniera decisa ma per poi svoltare a sinistra su un sentiero non numerato ma segnato avvistando i Laghi del Sillara
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raggiungendo le loro sponde e capendo quale fosse il M. Sillara.
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Tramite un sentiero abbastanza evidente ma non C.A.I. raggiungo il Passo Compione lasciando i laghi
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e riconoscendo da un'altra parte i Laghi del Compione.
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Raggiunta la cresta mi dirigo verso il M. Sillara
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dove è presente una piccola croce di vetta.
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Completamente entusiasta della giornata vado di foto panoramiche: verso i Laghi del Sillara con sullo sfondo l'Alpe di Succiso e il M. Nuda,
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le Alpi Apuane,
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la cresta dell'Appennino Settentrionale,
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verso il M. Navert
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e in fondo si riconoscevano le Alpi in particolare i Lessini e il M. Baldo (ho fatto uno zoom x6) e altre cime innevate.
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Proseguo e comincio a scendere leggermente di quota scorgendo bene la costa ligure in particolare il promontorio di Portovenere e in fondo si riconosceva la Corsica ma nemmeno lo zoom permette di individuarla.
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Raggiungo così il M. Paitino dove mi guardo il M. Sillara.
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Scendo nuovamente di quota raggiungendo la Sella Paitino dove mi è piaciuta la vista verso uno dei due laghi Gemio
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per risalire per il M. Matto
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dove ho trovato molto bella la vista per l'ultima cima che avevo intenzione di fare prima di scendere definitivamente.
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Scendo così per il Passo di Badignana avvistando il L. Bicchiere.
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Dal Passo di Badignana mi colpisce che il bosco di faggi raggiunge per un lungo tratto la cresta per raggiungere il M. Brusà.
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In brevissimo tempo dal versante tirrenico si alzano delle nuvole
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per cui dalla cima
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non vedo niente. Deciso di scendere per il Passo delle Guadine da cui individuo il L. Pradaccio (ho letto che non si può raggiungere essendo una riserva naturale orientata può essere raggiunta o con una guida o avvisando le guide).
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Prendo così il sentiero 719 scendendo di quota e facendo un'ultima piccola salita per raggiungere la Sella del Brusà.
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Poco dopo entro nel bosco fiancheggiando Capanne di Badignana sotto una leggera pioggia
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ritornando così al punto di partenza.
 
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Qui ci sono stato anche io! Splendido territorio: adoro quelle terre torbose traforate di laghi e piene di mirtilli. Io ci andai in una giornata di tramontana di ottobre e la Corsica di scorgeva bene.
 
Io ci vado in ogni stagione, tranne l'estate

Se c'è neve, si tribola in certi posti e diventa alpinistico da picca e ramponi
 

Allegati

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Bellissima escursione; essendo originario della Lunigiana conosco molto bene queste montagne, mai troppo frequentate, specialmente sul più ripido versante lunigianese e a volte anche impegnative, visti i versanti ripidi e poco praticati.

Consiglio agli appassionati la traversata integrale in invernale dalla Cisa al Lagastrello: se si trovano le condizioni adatte di buon innevamento sono necessati sci (o ciaspole), ramponi e piccozza, più tutta l'attrezzatura da pernottamento visto che i rifugi sono chiusi ed i bivacchi molto spartani. Più facile ma sempre appassionante lo stesso percorso nella bella stagione.
 
Caro @carabosse ogni volta che fai un report mi fai rosicare. Sai da quanto tempo voglio mettere le scarpe su questi sentieri?
Credo di capire questa sensazione, forse è la stessa misto curiosità che provo ogni volta che vedo report su un posto che non conosco o che ho già fatto ma con condizioni meteo migliori. Quindi non sei mai andato nel Parco r. dei cento laghi? Per me per chi ama la montagne e la natura in generale è un must per un italiano come lo è, e me lo sto rivolgendo a me, i Lepini con l'Oasi della Ninfa
 
Credo di capire questa sensazione, forse è la stessa misto curiosità che provo ogni volta che vedo report su un posto che non conosco o che ho già fatto ma con condizioni meteo migliori. Quindi non sei mai andato nel Parco r. dei cento laghi? Per me per chi ama la montagne e la natura in generale è un must per un italiano come lo è, e me lo sto rivolgendo a me, i Lepini con l'Oasi della Ninfa
Beh da latinense cresciuto sui Lepini non può che lusingarmi il tuo averli elevati a must. Comunque sì, nonostante io sia un appeninista ho girato (tanto) solo quello centrale e mi manca totalmente la zona dell'Appennino settentrionale che secondo me è diversissima e splendida.
 
bella zona! ogni tanto ci vado ad arrampicare. peccato per lo stato di abbandono del rifugio Lagoni che ha un gran potenziale
 
Ad arrampicare nell'appennino parmense? E dove? Non mi viene in mente nulla...

ci sono varie vie sullo Scala, Pumaccioletto, Roccabiasca, sulle placche dei Lagoni, e alle placche degli Stagnoni, nonchè falesia al Lago scuro sopra ai Lagoni. tutto ovviamente su arenaria macigno con un grip incredibile che a tratti la fa assomigliare a granito

poi non conosco le zone più basse in parmense.
 
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