- Parchi del Veneto
-
- Altopiano di Asiago
Dati
Data: 1/12/2024
Regione e provincia: Veneto, Vicenza
Località di partenza: presso il parcheggio del Rifugio Larici
Tempo di percorrenza: 4 ore e 25 minuti circa (escluse le soste)
Chilometri: 14 circa
Segnaletica: buona
Dislivello in salita: 825 m circa
Quota massima: 2310 m
Descrizione
Lascio l'auto sul parcheggio e prendo il sentiero 825
scorgendo dopo circa 20 minuti abbondanti la Bocchetta Larici
raggiungendola.
Svolto a destra per raggiungere Cima Larici dove non è presente nessun indizio che mi permettesse di capire di aver raggiunto la cima, in ogni caso il paesaggio circostante è veramente piacevole sia verso la cresta che dovrò fare
sia verso la Val Renzola con il M. Verena a dx,
sia verso il gruppo del Pasubio,
sia verso la Cima Mandriolo in primo piano mentre riconosco da una parte il Becco di Filadonna e il M. Marzola cime che, avendo fatto quest'anno tra l'altro non da solo, mi hanno evocato diversi ricordi, sullo sfondo l'Adamello e le Dolomiti del Brenta,
sia verso il Lagorai con il Colle della Stanga in primo piano
e il resto della Valsugana scorgendo all'estremità a destra Cima d'Asta e le Pale di S. Martino.
Fra piccoli vari e scendi raggiungo Porta Renzola in cui vedo meglio le pareti ripide delle montagne che delimitano la parte settentrionale dell'Altopiano di Asiago,
e poco di spalle la cresta fatta fino ad ora.
Mi è piaciuta molto la cresta finale
che mi ha permesso di raggiungere M. Kempel
e poco dopo M. Portule.
Decido di fare una bella sosta godendomi dei panorami: la Valsugana verso Trento con in fondo visibili non solo l'Adamello e le Dolomiti del Brenta ma anche i monti dell'Alto Adige, probabilmente il gruppo delle Maddalene, intravvedevo L. di Levico,
Cima Trentin e in questa direzione ho fatto tre zoom
verso Sasso Lungo, zoomando si riconosceva in parte il Gruppo Sella e poi Cima d'Asta,
le Pale di S. Martino
Cima Pavione e a dx in fondo i monti dell'Alpago,
paesaggi più dolci dell'Altopiano di Asiago con in fondo M. Grappa,
la cresta del M. Portule che scende a valle,
e la Valle Ranzola con il M. Verena a sx e il gruppo del Pasubio a dx.
Comincio a scendere di quota
fiancheggiando i resti di una struttura utilizzata ai tempi della Grande Guerra.
Più volte mentre scendevo guardavo la cima allontanarsi sempre di più
rimanendo sempre estasiato dei paesaggi circostanti.
Raggiungo così Bocchetta Portule dove è presente un pannello,
da qui ritorno al punto di partenza scendendo di quota (con qualche piccola salita) tramite una strada forestale
da cui guardo bene la sagoma del M. Portule.
Data: 1/12/2024
Regione e provincia: Veneto, Vicenza
Località di partenza: presso il parcheggio del Rifugio Larici
Tempo di percorrenza: 4 ore e 25 minuti circa (escluse le soste)
Chilometri: 14 circa
Segnaletica: buona
Dislivello in salita: 825 m circa
Quota massima: 2310 m
Descrizione
Lascio l'auto sul parcheggio e prendo il sentiero 825
scorgendo dopo circa 20 minuti abbondanti la Bocchetta Larici
raggiungendola.
Svolto a destra per raggiungere Cima Larici dove non è presente nessun indizio che mi permettesse di capire di aver raggiunto la cima, in ogni caso il paesaggio circostante è veramente piacevole sia verso la cresta che dovrò fare
sia verso la Val Renzola con il M. Verena a dx,
sia verso il gruppo del Pasubio,
sia verso la Cima Mandriolo in primo piano mentre riconosco da una parte il Becco di Filadonna e il M. Marzola cime che, avendo fatto quest'anno tra l'altro non da solo, mi hanno evocato diversi ricordi, sullo sfondo l'Adamello e le Dolomiti del Brenta,
sia verso il Lagorai con il Colle della Stanga in primo piano
e il resto della Valsugana scorgendo all'estremità a destra Cima d'Asta e le Pale di S. Martino.
Fra piccoli vari e scendi raggiungo Porta Renzola in cui vedo meglio le pareti ripide delle montagne che delimitano la parte settentrionale dell'Altopiano di Asiago,
e poco di spalle la cresta fatta fino ad ora.
Mi è piaciuta molto la cresta finale
che mi ha permesso di raggiungere M. Kempel
e poco dopo M. Portule.
Decido di fare una bella sosta godendomi dei panorami: la Valsugana verso Trento con in fondo visibili non solo l'Adamello e le Dolomiti del Brenta ma anche i monti dell'Alto Adige, probabilmente il gruppo delle Maddalene, intravvedevo L. di Levico,
Cima Trentin e in questa direzione ho fatto tre zoom
verso Sasso Lungo, zoomando si riconosceva in parte il Gruppo Sella e poi Cima d'Asta,
le Pale di S. Martino
Cima Pavione e a dx in fondo i monti dell'Alpago,
paesaggi più dolci dell'Altopiano di Asiago con in fondo M. Grappa,
la cresta del M. Portule che scende a valle,
e la Valle Ranzola con il M. Verena a sx e il gruppo del Pasubio a dx.
Comincio a scendere di quota
fiancheggiando i resti di una struttura utilizzata ai tempi della Grande Guerra.
Più volte mentre scendevo guardavo la cima allontanarsi sempre di più
rimanendo sempre estasiato dei paesaggi circostanti.
Raggiungo così Bocchetta Portule dove è presente un pannello,
da qui ritorno al punto di partenza scendendo di quota (con qualche piccola salita) tramite una strada forestale
da cui guardo bene la sagoma del M. Portule.
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