Escursione Anello Velino-Duchessa da Cartore

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Regionale Sirente-Velino
Escursione a metà tra Lazio e Abruzzo, inserisco in Abruzzo perché qui si svolge la maggior parte dell'itinerario.
Ma, come sempre, i confini sono linee immaginarie.

Dati

Data: 24/7/2019
Regione e provincia: Lazio, RI; Abruzzo, AQ.
Località di partenza: Cartore (Borgorose, RI)
Località di arrivo: Cartore (Borgorose, RI)
Tempo di percorrenza: 13h
Chilometri: 30 ca.
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Lunghezza, dislivello.
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: Presente, più che buona in zona abbruzzese (segni nuovi bianco rossi), sufficiente in area laziale (segni bianco-rossi, rossi, giallo rossi, blu-verdi-gialli).
Dislivello in salita: 2220 m
Dislivello in discesa: 2220 m
Quota minima: 940 m slm
Quota massima: 2486 m slm (Monte Velino)
Accesso stradale: Cartore.

Descrizione
Cartore - Bocca di Teve - Val di Teve - Rif. Sevice - Monte Sevice - Monte Velino - Monte California - Monte Bicchero - Punta Trento - Rif. Sebastiani - Costone - Costone Occ. - Selletta Solagne - Lago della Duchessa - Cartore.

Voglia di far muovere le gambe dopo un semestre passato (quasi esclusivamente) sui libri insieme a qualche pensiero poco felice da smaltire mi portano a rubare una macchina in famiglia e ad avventurarmi in solitaria in direzione del Velino, alla scoperta di luoghi che avevo visto solo da lontano e alla ricerca dei miei limiti fisici e psicologici.
Arrivo a Cartore che mancano pochi minuti alle 7, dopo un viaggio su un'autostrada deserta. Parcheggio, mi maledico per aver scordato i bastoncini a casa e mi avvio godendo del fresco verso la Bocca di Teve. Risalgo la valle con passo svelto all'ombra degli alberi, fino ad arrivare al Capo di Teve, dove circa cinque cani (liberi) a guardia delle pecore dello stazzo mi "suggeriscono" di tagliare repentinamente verso destra alla ricerca del sentiero verso il Velino. Lo inconro grazie all'aiuto del GPS (che con OSM sarà fondamentale e preciso al millimetro, complimenti a chi ha tracciato i sentieri), verso il Rif. Sevice. Dopo un primo tratto nel bosco si apre uno spettacolare ghiaione circondato da un anfiteatro di roccia. Occorre stare attenti al sentiero segnato, che si tiene sulla sinistra della spalla, e non andare verso destra seguendo una più evidente ma scorretta traccia. Arrivo al Rif. Sevice dove trovo due ragazzi marsicani che erano saliti in vetta dalla direttissima. Il rifugio è chiuso, apre ad agosto. Mi riposo un po' e poi inizio la Salita verso il monte Sevice. Dopo una leggero dislivello negativo mi inerpico lungo la salita che porta alla sella del Velino, e poi in vetta. Sono le 12.45. Ne approfitto per riposare e per pranzare davanti a un panorama stupendo. La croce è occupata due escursionisti, che saranno praticamente gli ultimi che incontrerò. Inizio a scendere dalla vetta e... panico. Dei tre litri d'acqua con cui ero partito me ne resta meno di mezzo. Inizio a maledirmi, ma davvero pensavo sarebbe bastata. Faccio mente locale e apro la cartina. La fonte Sevice non è troppo lontana, ma è 500 metri più in basso. E significherebbe rinunciare al giro che avevo in mente. Alla Salamone non arrivo vivo. L'unica è il rifugio Sebastiani, ma è comunque abbastanza lontano. Guardo il Costone come un miraggio, ma in mezzo c'è la val di Teve... Inizio a camminare verso il California razionandomi l'acqua rimanente il più possibile. Scendo verso il Bicchero che ho veramente sete. Risalgo verso punta Trento che l'ho finita. La necessità mi porta camminare a passo rapido verso il Sebastiani, nonostante il passo pesante dei chilometri passati.
Dubbio amletico: saranno aperti? Chiamo, fortunatamente sì.
Arrivo stremato, accolto da Eleonora. Mi bevo una bottiglietta da mezzo litro in un colpo, per poi accasciarmi e comprarne altre due insieme a una torta buonissima carote, cioccolato e mandorle che mi rimette al monto.
Nel frattempo il rifugio riceve una telefonata da due escursionisti persi sul Capo di Pezza. Vedrò l'elicottero giallo del cnsas arrivare dalla cima del Costone che raggiungo dopo una mezz'ora abbondate di riposo.
La vista dal costone è spettacolare. Sono però le 17.15, devo rimettermi in marcia. Arrivo tenendomi in quota il più possibile alla selletta Solagne, dove, salutando dei cavalli mi avvio verso il Lago della Duchessa, sono le 18 e 30 circa. I piedi mi fanno male e ho una vescica sulla pianta di quello sinistro. Scambio due chiacchiere con il pastore che vive allo stazzo che stava rinchiudendo le pecore nel recinto. Arrivo al Panei, dove incontro un ragazzo che sta facendo il sentiero dei briganti. Mi dice che il sentiero per Cartore è molto scosceso, lui non lo farebbe in discesa, soprattutto col buio.
Prendo di malavoglia la strada che sale per un centinaio di metri. Ma lo ringrazio per tutto il resto della discesa, tra i lamenti. I muscoli delle gambe mi salutano definitivamente e scendere è una tortura sulla strada, figuriamoci sul sentiero.
Arriverò a Cartore alle 20.45 distrutto.
Non ho forze per una Birra del Borgo e rischio di addormentarmi sull'A24. Quindi caffé a Borgorose dove faccio due passi (ancora!) per sciogliere i muscoli.
Il Raccordo mi sembrerà una casa accogliente, prima di morire definitivamente sul letto.
Posso dire di aver conosciuto i miei limiti. E lo sfogo è passato.

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Il Velino dal Monte Sevice.


PS: Autovelox infame sulla statale sotto il ponte dove un limite di 90 km/h diventa magicamente di 60, almeno guardando i cartelli in direzione Avezzano, mentre direzione Borgorose vedo solo il cartello col limite a 90. Boh.
 
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