- Parchi della Toscana
-
- Parco Alpi Apuane
Data: 18/08/2019
Regione e provincia: Toscana, provincia di Lucca
Località di partenza: Val Serenaia
Località di arrivo: Val Serenaia
Tempo di percorrenza: 10 ore circa
Chilometri: circa 11
Grado di difficoltà:
- Pisanino dalla Bagola Bianca: F
- Cresta nord del Cavallo e traversata fino alla Forcella di Porta: PD
- Cresta nord-ovest della Tambura: EE
- Sentiero 178: EE
Descrizione delle difficoltà:
- Pisanino dalla Bagola Bianca: esposizione, passi di I su roccette.
- Cresta nord del Cavallo, salita alla cima principale: esposizione più marcata, passi di II.
Periodo consigliato: estivo e autunnale, in assenza di neve.
Dislivello in salita: circa 1450 metri
Quota massima: 1947 (Monte Pisanino)
Descrizione
-Oh allora, a che ora partiamo?
Quando Marco me lo chiede so già come andrà a finire: mi toccherà una levataccia di quelle memorabili, ma la cosa non mi dispiace mai. Per una volta mi fingo poco collaborativo e lo provoco con un orario inaccettabile:
-Vediamoci alle 8, che dici?
-LE 8? MA SEI PAZZO??? – la sua voce incredula risuona dal telefono - Facciamo le 5 va…ti direi 4.30, ma forse è troppo presto!
Colpito dalla sua clemenza accetto di buon grado la partenza per le 5 del mattino: poteva andare decisamente peggio, soprattutto considerando che non andremo troppo distanti da casa. La nostra destinazione è la Val Serenaia, splendida conca glaciale poco distante dai paesi di Minucciano e Gramolazzo.
Da qualche tempo progettiamo una piccola traversata che ci permetta di unire tre cime nel cuore delle Apuane - Pisanino, Cavallo e Tambura - nell’arco di una giornata e camminando in tranquillità.
Lasciata l’auto nel parcheggio del rifugio Val Serenaia iniziamo a risalire i fianchi del Pisanino per tracce di sentiero, puntando alla Bagola Bianca. Quest’ultima è un affioramento marmoreo (da qui il nome Bagola, “coperta”, bianca) ben evidente lungo la cresta Nord-nord ovest, che dalla cima scende verso il rilievo della Forbice.
Alcuni passaggi esposti scandiscono il ritmo della salita fra ripidi pendii di paleo e qualche divertente roccetta (passi di I), portandoci sulla cresta, vero e proprio spartiacque tra l’Orto di Donna e la parte meridionale della Valle di Gramolazzo.
Proseguiamo verso destra lungo la linea sottile ed aerea che in breve ci accompagna sulla vetta del Pisanino. La salita ha richiesto quasi 3 ore e ci prendiamo un momento per guardare il panorama intorno a noi. Non troppo distanti vediamo anche le nostre mete successive: la cresta nord del monte Cavallo e la vetta della Tambura.
(Dalla Bagola Bianca: la cresta che conduce alla vetta del Pisanino, nello sfondo a destra si vede la ripida cresta nord del Cavallo divisa tra luce e ombra)
(Il lago di Gramolazzo visto dalla Bagola Bianca)
(Panorama dal Pisanino: a sinistra in lontananza il gruppo delle Panie; al centro la Tambura, a destra la cava del Passo della Focolaccia)
(Da sinistra: la Cava della Focolaccia e il massiccio del Monte Cavallo con l'evidente cresta nord divisa tra luce e ombra)
Iniziamo la discesa. Marco è colpito dalla bellezza delle giornata e dai colori che le prime ore del mattino regalano all’ambiente intorno a noi:
-Lo sapevo…dovevamo partire prima, guarda che roba! La prossima volta facciamo alle 4! – mi dice con una luce folle negli occhi.
- Anche prima! – lo assecondo io – Vuoi mica passare la giornata col culo sul divano? Risata generale e si parte per la discesa.
.
(Pisanino visto da est) (Panorama nei pressi della Foce di Cardeto).
Seguiamo le tracce di sentiero che in piano percorrono la cima in direzione sud-est raggiungendo il Canale delle Rose (via normale di salita al Pisanino). Scendiamo con cautela, il canale è molto ripido, e superiamo Foce Altare, luogo magico e unico.
Il sentiero piega ora a sinistra, aggirando gli Zucchi di Cardeto dal versante di Gorfigliano con alcuni passi delicati ma brevi, diventando più semplice dopo Pizzo Altare. Ci troviamo ora sotto la Foce di Cardeto, che raggiungiamo con una breve salita circondati da provvidenziali piantine di lamponi.
-Allora, cresta nord del Cavallo….- esordisce il mio compagno di avventure con una carica incontenibile e fresco come una rosa.
- Già – rispondo io ansimando con discrezione – dalla Foce di Cardeto dobbiamo risalire il pendio erboso in direzione sud, aggirando il primo salto roccioso a sinistra. Andiamo?
- Vamos!
La cresta nord del Cavallo è bella e divertente. Più esposta e ripida della cresta ovest, ma con roccia decisamente migliore e traccia evidente quando necessario. Presenta dei passi di II che è consigliabile affrontare stando sempre sul filo. Non ci sono chiodi per assicurarsi, nel caso è presente qualche spuntone roccioso
non troppo marcato.
(Salendo la cresta nord del Cavallo)
(Dalla cresta nord guardiamo la sinuosa cresta ovest)
In un’ora scarsa raggiungiamo la cima nord del Cavallo. Davanti a noi vediamo la vetta principale di questa montagna così particolare, articolata in una successione di gobbe che si estendono da nord in direzione sud-est.
(Panorama dalla cima nord del Cavallo: monte Contrario, la sella del Passo delle Pecore, la Forbice, il Grondilice e la Cresta Garnerone. Nello sfondo il Sagro)
Dobbiamo raggiungere il Passo della Focolaccia, deturpato da una scellerata attività estrattiva che continua ancora oggi, e per farlo abbiamo due possibilità:
dalla cima nord del Cavallo possiamo raggiungere il Canal Cambron e discenderlo per traccia evidente (molto ripido ma privo di difficoltà tecniche, seguire rigorosamente la traccia); in alternativa possiamo traversare le cime del Cavallo e raggiungere la Forcella di Porta.
Scegliamo la seconda possibilità e ci avviamo verso la vetta della cima principale: la salita sembra presentare diverse incognite; in realtà il percorso lungo il filo di cresta è evidente e la roccia molto buona. L’unica difficoltà è rappresentata dalla forte esposizione, che si riduce tenendo la destra del filo. Nella parte iniziale è presente un cavo metallico che agevola nel superare un breve traverso.
(La bellissima cima del monte Cavallo, detta "la Vela")
(Tratto esposto su placche e cengette erbose sotto alla Vela)
(Il Pisanino visto dalla cima nord del Cavallo)
Arrivati sulla vetta proseguiamo verso sud, su e giù per le gobbe, fino a raggiungere la fine della dorsale ormai pianeggiante. Per scendere dobbiamo però tornare indietro, alla sella a sud della quota 1873, e seguire una traccia in discesa lungo il ripido versante ovest, ricoperto di paleo.
Qualche nuvola passeggera ci accompagna alla Forcella di Porta e nel giro di pochi minuti ci troviamo di fronte allo storico bivacco Aronte, il primo ad essere costruito sulle Alpi Apuane nel lontano 1902.
Vicino a noi si trova il Passo della Focolaccia, reso ormai irriconoscibile dalla continua attività delle cave che senza riguardo alcuno ha deturpato la bellezza naturale di questo luogo.
Sfido chiunque a non domandarsi come sia possibile, all’interno di un Parco Naturale, trovare uno scenario come questo.
Ci avviamo verso l’ultima tappa del nostro cammino e risaliamo, senza difficoltà, la cresta nord-ovest della Tambura raggiungendo la cima a 1890 metri.
Sono le 13 e ci prendiamo un meritato riposo godendo del panorama tutto intorno e scambiando qualche parola con altri escursionisti saliti da Resceto o da Arnetola lungo la bellissima via Vandelli.
Infine, ci avviamo lungo la via del ritorno: tornati al Passo della Focolaccia seguiamo la marmifera, e poi il sentiero 179, fino alla Foce di Cardeto. Da qui il sentiero 178 ci riporta al punto di partenza, dove un sontuoso tagliere con formaggi, affettati e miele del rifugio ci seduce e conquista definitivamente!
In sintesi un’escursione bellissima che consigliamo a tutti coloro che vogliano godere di una giornata piena in Apuane, con panorami sempre selvaggi e affascinanti.
Regione e provincia: Toscana, provincia di Lucca
Località di partenza: Val Serenaia
Località di arrivo: Val Serenaia
Tempo di percorrenza: 10 ore circa
Chilometri: circa 11
Grado di difficoltà:
- Pisanino dalla Bagola Bianca: F
- Cresta nord del Cavallo e traversata fino alla Forcella di Porta: PD
- Cresta nord-ovest della Tambura: EE
- Sentiero 178: EE
Descrizione delle difficoltà:
- Pisanino dalla Bagola Bianca: esposizione, passi di I su roccette.
- Cresta nord del Cavallo, salita alla cima principale: esposizione più marcata, passi di II.
Periodo consigliato: estivo e autunnale, in assenza di neve.
Dislivello in salita: circa 1450 metri
Quota massima: 1947 (Monte Pisanino)
Descrizione
-Oh allora, a che ora partiamo?
Quando Marco me lo chiede so già come andrà a finire: mi toccherà una levataccia di quelle memorabili, ma la cosa non mi dispiace mai. Per una volta mi fingo poco collaborativo e lo provoco con un orario inaccettabile:
-Vediamoci alle 8, che dici?
-LE 8? MA SEI PAZZO??? – la sua voce incredula risuona dal telefono - Facciamo le 5 va…ti direi 4.30, ma forse è troppo presto!
Colpito dalla sua clemenza accetto di buon grado la partenza per le 5 del mattino: poteva andare decisamente peggio, soprattutto considerando che non andremo troppo distanti da casa. La nostra destinazione è la Val Serenaia, splendida conca glaciale poco distante dai paesi di Minucciano e Gramolazzo.
Da qualche tempo progettiamo una piccola traversata che ci permetta di unire tre cime nel cuore delle Apuane - Pisanino, Cavallo e Tambura - nell’arco di una giornata e camminando in tranquillità.
Lasciata l’auto nel parcheggio del rifugio Val Serenaia iniziamo a risalire i fianchi del Pisanino per tracce di sentiero, puntando alla Bagola Bianca. Quest’ultima è un affioramento marmoreo (da qui il nome Bagola, “coperta”, bianca) ben evidente lungo la cresta Nord-nord ovest, che dalla cima scende verso il rilievo della Forbice.
Alcuni passaggi esposti scandiscono il ritmo della salita fra ripidi pendii di paleo e qualche divertente roccetta (passi di I), portandoci sulla cresta, vero e proprio spartiacque tra l’Orto di Donna e la parte meridionale della Valle di Gramolazzo.
Proseguiamo verso destra lungo la linea sottile ed aerea che in breve ci accompagna sulla vetta del Pisanino. La salita ha richiesto quasi 3 ore e ci prendiamo un momento per guardare il panorama intorno a noi. Non troppo distanti vediamo anche le nostre mete successive: la cresta nord del monte Cavallo e la vetta della Tambura.
(Dalla Bagola Bianca: la cresta che conduce alla vetta del Pisanino, nello sfondo a destra si vede la ripida cresta nord del Cavallo divisa tra luce e ombra)
(Il lago di Gramolazzo visto dalla Bagola Bianca)
(Panorama dal Pisanino: a sinistra in lontananza il gruppo delle Panie; al centro la Tambura, a destra la cava del Passo della Focolaccia)
(Da sinistra: la Cava della Focolaccia e il massiccio del Monte Cavallo con l'evidente cresta nord divisa tra luce e ombra)
Iniziamo la discesa. Marco è colpito dalla bellezza delle giornata e dai colori che le prime ore del mattino regalano all’ambiente intorno a noi:
-Lo sapevo…dovevamo partire prima, guarda che roba! La prossima volta facciamo alle 4! – mi dice con una luce folle negli occhi.
- Anche prima! – lo assecondo io – Vuoi mica passare la giornata col culo sul divano? Risata generale e si parte per la discesa.
.
(Pisanino visto da est) (Panorama nei pressi della Foce di Cardeto).
Seguiamo le tracce di sentiero che in piano percorrono la cima in direzione sud-est raggiungendo il Canale delle Rose (via normale di salita al Pisanino). Scendiamo con cautela, il canale è molto ripido, e superiamo Foce Altare, luogo magico e unico.
Il sentiero piega ora a sinistra, aggirando gli Zucchi di Cardeto dal versante di Gorfigliano con alcuni passi delicati ma brevi, diventando più semplice dopo Pizzo Altare. Ci troviamo ora sotto la Foce di Cardeto, che raggiungiamo con una breve salita circondati da provvidenziali piantine di lamponi.
-Allora, cresta nord del Cavallo….- esordisce il mio compagno di avventure con una carica incontenibile e fresco come una rosa.
- Già – rispondo io ansimando con discrezione – dalla Foce di Cardeto dobbiamo risalire il pendio erboso in direzione sud, aggirando il primo salto roccioso a sinistra. Andiamo?
- Vamos!
La cresta nord del Cavallo è bella e divertente. Più esposta e ripida della cresta ovest, ma con roccia decisamente migliore e traccia evidente quando necessario. Presenta dei passi di II che è consigliabile affrontare stando sempre sul filo. Non ci sono chiodi per assicurarsi, nel caso è presente qualche spuntone roccioso
non troppo marcato.
(Salendo la cresta nord del Cavallo)
(Dalla cresta nord guardiamo la sinuosa cresta ovest)
In un’ora scarsa raggiungiamo la cima nord del Cavallo. Davanti a noi vediamo la vetta principale di questa montagna così particolare, articolata in una successione di gobbe che si estendono da nord in direzione sud-est.
(Panorama dalla cima nord del Cavallo: monte Contrario, la sella del Passo delle Pecore, la Forbice, il Grondilice e la Cresta Garnerone. Nello sfondo il Sagro)
Dobbiamo raggiungere il Passo della Focolaccia, deturpato da una scellerata attività estrattiva che continua ancora oggi, e per farlo abbiamo due possibilità:
dalla cima nord del Cavallo possiamo raggiungere il Canal Cambron e discenderlo per traccia evidente (molto ripido ma privo di difficoltà tecniche, seguire rigorosamente la traccia); in alternativa possiamo traversare le cime del Cavallo e raggiungere la Forcella di Porta.
Scegliamo la seconda possibilità e ci avviamo verso la vetta della cima principale: la salita sembra presentare diverse incognite; in realtà il percorso lungo il filo di cresta è evidente e la roccia molto buona. L’unica difficoltà è rappresentata dalla forte esposizione, che si riduce tenendo la destra del filo. Nella parte iniziale è presente un cavo metallico che agevola nel superare un breve traverso.
(La bellissima cima del monte Cavallo, detta "la Vela")
(Tratto esposto su placche e cengette erbose sotto alla Vela)
(Il Pisanino visto dalla cima nord del Cavallo)
Arrivati sulla vetta proseguiamo verso sud, su e giù per le gobbe, fino a raggiungere la fine della dorsale ormai pianeggiante. Per scendere dobbiamo però tornare indietro, alla sella a sud della quota 1873, e seguire una traccia in discesa lungo il ripido versante ovest, ricoperto di paleo.
Qualche nuvola passeggera ci accompagna alla Forcella di Porta e nel giro di pochi minuti ci troviamo di fronte allo storico bivacco Aronte, il primo ad essere costruito sulle Alpi Apuane nel lontano 1902.
Vicino a noi si trova il Passo della Focolaccia, reso ormai irriconoscibile dalla continua attività delle cave che senza riguardo alcuno ha deturpato la bellezza naturale di questo luogo.
Sfido chiunque a non domandarsi come sia possibile, all’interno di un Parco Naturale, trovare uno scenario come questo.
Ci avviamo verso l’ultima tappa del nostro cammino e risaliamo, senza difficoltà, la cresta nord-ovest della Tambura raggiungendo la cima a 1890 metri.
Sono le 13 e ci prendiamo un meritato riposo godendo del panorama tutto intorno e scambiando qualche parola con altri escursionisti saliti da Resceto o da Arnetola lungo la bellissima via Vandelli.
Infine, ci avviamo lungo la via del ritorno: tornati al Passo della Focolaccia seguiamo la marmifera, e poi il sentiero 179, fino alla Foce di Cardeto. Da qui il sentiero 178 ci riporta al punto di partenza, dove un sontuoso tagliere con formaggi, affettati e miele del rifugio ci seduce e conquista definitivamente!
In sintesi un’escursione bellissima che consigliamo a tutti coloro che vogliano godere di una giornata piena in Apuane, con panorami sempre selvaggi e affascinanti.
Allegati
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Panorama dalla cima nord del Cavallo. Contrario, Passo delle Pecore, Grondilice e Cresta Garne...jpg120,6 KB · Visite: 208
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La Vela, bellissima cima del monte Cavallo..jpg135 KB · Visite: 291
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