Escursione Arbella + Ciarmetta + Uja di Corio + Vandalino

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4 gite al posto di una, bel risparmio! :woot:



allora, cavolate a parte sono quattro escursioni che mi sento di proporre e consigliare in questo periodo, infatti non essendo a quote eccessive si riesce a camminare senza uccidersi dal sudore o schiattare di freddo, non ci sono neppure le frequenti nebbie che solitamente in estate imperversano queste vallate


quattro gite semplici, proposte nella "maniera di una volta", cioè arrivando in cima partendo dal basso della vallata; in questa maniera si possono scorgere molti particolari in più durante il cammino, antiche mulattiere, vecchie abitazioni oramai abbandonate, terrazzamenti, mura a secco, passaggi in mezzo a rocce, passeggiando su pietre levigate e lisciate dal continuo camminare della gente che una volta abitava queste montagne


dislivelli quindi abbastanza sostenuti, per ogni uscita comunque si può partire da quote più elevate per risparmiarsi un bel pò di percorso, bello comunque, ma secondo me si perde qualcosa


quattro gite su quattro montagne in quattro vallate piemontesi, anche per conoscere territori molto differenti tra loro del torinese

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1) Punta Arbella

Data: 19/04/2016
Regione e provincia: Piemonte TO
Località di partenza: località Sarro
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: -
Periodo consigliato: inizio primavera e tardo autunno
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: 1500m
Km a/r: 11
Quota massima: 1879m
Accesso stradale: imbocco Valle Orco, una ventina di metri dopo il cancello della ferrata di Pont c’è il sentiero per il Deiro Bianco


si può partire da Frachiamo, il dislivello si riduce a 900 metri.

partenza dal luogo indicato, quindi si percorre il sentiero scalinato (bello diritto) del Deiro Bianco. Arrivati alla frazione si prosegue per bosco, quindi si giunge a Frachiamo. da lì il sentiero si impenna, in meno di tre chilometri ci sono circa 900 metri di dislivello, tutto su sentiero segnato. giunti sulla dorsale si scorge la vetta in lontananza, superate alcune roccette (non si usano le mani) si giunge all'alpe Colmetto. da lì su traccia evidente si segue la linea che a zigzag porta in cima


al numero 38

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mulattiera per il Deiro Bianco, tanti scalini

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uno scorcio giunti alla frazione

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dopo Frachiamo si giunge all'alpe Derassai

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sulla dorsale pietrosa; laggiù la meta

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dalla vetta il panorama è molto vasto, tante punte celebri; in primo piano l'Uja d'Ingria, in secondo piano la Torre Lavina

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il Monte Colombo, montagna triangolare e placcosa, molto estetica

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per fare un tuffo nel passato

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2) Ciarmetta
Data: 24/04/2016
Regione e provincia: Piemonte TO
Località di partenza: Foresto
Grado di difficoltà: E+ (EE se si visita la cava)
Descrizione delle difficoltà: guado del torrente, traversi un po’ esposti da non fare con erba bagnata
Periodo consigliato: inizio primavera e tardo autunno
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: 1600m
Km a/r: 12
Quota massima: 1646m
Accesso stradale: Valle di Susa, località Foresto

da Lausetto sono "solo" 1100 metri di dislivello

siamo in Val di Susa, la mia valle :), bella grossa, è lunga 80 km circa. qui i territori montani cambiano da luogo a luogo, in bassa valle sono boschivi, poi arrivano gli alpeggi dei 2000 metri, poi le alte vette alpine dei 3000 per giungere ai territori lunari al confine della francia. il ciarmetta si distingue per il territorio rude e incassato;l'inizio si sviluppa dall'orrido di foresto con l'omonima ferrata, una delle più belle e suggestive. tanti sono i sentieri che percorrono la montagna, io ho scelto di partire a sx dell'orrido, da qui ad un certo punto occorre ridiscendere per attraversare il torrente che arriva dal Rocciamelone, infilare i piedi nudi nell'acqua ghiacciata di primo mattino non è così piacevole. si risale quindi per guadagnare la dorsale sopra la parete di Catteissard, bellissimo sito di arrampicata. quindi ci si inoltra verso nord, in mezzo a salti di roccia e dolomitiche guglie fino ad arrivare al rifugio della Fugera, senza alcuna difficoltà a patto di andare senza pioggia, occorre attraversare facili cenge di erba ollina che umide diventerebbero insidiose. si segue l'indicazione e dopo un centinaio di metri di dislivello si è in cima. da lì proseguendo verso nord si ha la possibilità di visitare la cava di roccia verde, prestare un minimo di attenzione per il sentiero ripido e esposto, è presente un cavo. al ritorno è d'obbligo una visita al Truc San Martino, bel punto panoramico. da lì si allunga l'anello girando verso la bassa valle


sul sentiero all'interno della valle, in lontananza il parco Orsiera

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il sentiero brullo

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la Fugera

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la bassa Valle di Susa

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occhio a dove si mettono i piedi

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un gendarme

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l'orrido, in alto il Rocciamelone, in primo piano la guglia del Truc di San Martino

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3) Uja di Corio
Data: 25/04/2016
Regione e provincia: Piemonte TO
Località di partenza: Pian d’Audi
Grado di difficoltà: E (EE solo la salita alla punta dell’Uja) – E per il Soglio
Descrizione delle difficoltà: per l’Uja occorre risalire su massi a volte instabili ed erba olina
Periodo consigliato: inizio primavera e tardo autunno
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: 1600m
Km a/r: 17
Quota massima: 2142m (1971m il Soglio)
Accesso stradale: Valli di Lanzo, località Pian d’Audi. Posteggio nei pressi della chiesa

si può posteggiare comodamente a quota 1000, il dislivello scende a 1200 metri

sono partito da Pian d'Audi, parcheggiando vicino alla chiesa. dopo un centinaio di metri dalla strada è indicato il sentiero 416, molto bello e rilassante, passa in mezzo al bosco all'ombra. si giunge quindi alle "Case Ieri", qui è presente una fontana. si percorre la carrozzabile un pò noiosa ma piena di scorciatoie che la rendono divertente. si giunge quindi al rifugio Alpe Soglia, qui il sentiero gira a sx; è tutto sul costone della montagna, occorre che sia asciutto perchè un pò scivoloso. giunti al conoide finale a voi la scelta da dove scalarlo, io sono andato verso sud giungendo all'alpe dell'Uja, per il ritorno invece l'ho preso in direzione del monte Soglio. è proprio lì che poi sono andato, fatto il percorso in cresta tutto ottimamente segnato (ho saltato però il primo pezzo perchè presenta ancora neve). si giunge quindi al cospetto dell'ampia dorsale che conduce al Soglio, facile seguirne la traccia. al ritorno dritto per dritto e non se ne parla più


anche se siamo in basso qui fa ancora freddo!

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l'Uja di Corio

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la diroccata alpe dell'Uja

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la dorsale ovest

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verso Pian d'Audi e quindi la pianura torinese

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la dorsale verso il Monte Soglio

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dal Monte Soglio si scorge l'Uja, è il triangolo più elevato

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4) Vandalino
Data: 26/04/2016
Regione e provincia: Piemonte TO
Località di partenza: Villar Pellice
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: -
Periodo consigliato: inizio primavera e tardo autunno
Segnaletica: ottima fino al pendio finale, poi si perde
Dislivello in salita: 1500m
Km a/r: 14
Quota massima: 2121m
Accesso stradale: Val Pellice, località Villar Pellice, parcheggio ad inizio paese

da Sea di Torre sono 865 metri di dislivello

ultima cima di questa settimana di escursioni, il Monte Vandalino è la montagna che segna l'inizio della Val Pellice. le relazioni su internet dicono di partire dalla frazione Ciarmis, ma lì non c'è parcheggio; occorre quindi partire dal paese, si percorre circa un mezzo chilometro su stradina. da Ciarmis seguire le indicazioni per la frazione Gardetta, fin lassù la strada è una pastorale. numerose scorciatoie su vecchissimi sentieri animano i 4 chilometri per arrivare alla frazione. quindi il paesaggio cambia completamente, si esce dal bosco (seguire i segni bianco/rossi, 2 linee) e ci si ritrova in una ambiente suggestivo, rocce, canaloni, guglie la fanno da padroni, un territorio molto selvaggio. sentiero comunque sempre ottimamente segnato sino al lungo plateau finale, qui si perde ma non ci sono difficoltà, si sale su pratoni dritto in direzione ovest (comunque bisogna sempre salire). si interseca ad un certo punto il sentiero che taglia a mezza costa, quello che fanno tutti coloro che arrivano anche da Sea di Torre, io ho continuato per pratoni sino ad avvistare l'omone di pietre della vetta. qualche chiazza di neve aggirabile ma purtroppo alcuni nuvoloni hanno incominciato ad incombere, non ho sostato come avrei voluto in vetta.



in lontananza la mia meta, c'è da camminare un pò

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vecchia mulattiera

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attrezzi credo per il trasporto del legname

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il plateau che conduce alla dorsale

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la panoramica dorsale

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cresta nord verso il monte Vantacul e Vergia

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muraglioni di roccia sovrastano il percorso

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alla frazione Gardetta si intravede il massiccio del Vandalino

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e bon! :)

e adesso che salvo spero che non mi si imballi il pc :help:
 
Ultima modifica:
Alcune foto del Ciarmetta, per quello che si vedete causa meteo schifoso.

La partenza, luogo molto scenografico con l'orrido a sinistra e il Truc San Martino a destra
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Dal Truc San Martino (872 metri); dal percorso principale si deve salire un breve crinale, non so se ci sia un passaggio più agevole visto che è classificato come E ma io sono salite per alcuni salti rocciosi, comunque non difficili
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Qui si vede il percorso da seguire, almeno in parte; questa montagna appare da qui inaccessabile ed è in effetti un'ambiente piuttosto selvaggio, forse nella Val susa non si trovano tanti luoghi più aspri di questo
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Qualcuno che arrampica
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Qui dall'alto verso in direzione degli orridi
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Fugera dove c'è il bivacco che io nemmeno ho notato, qui mi sono fermato sia perché la nebbia è peggiorata per un po' facendosi tanto fitta (il Ciarmetta non vedevo nemmeno dove era), sia perché noero già abbastanza stanco, ci ho messo 3h 20 per fare appena 1000 metri di dislivello, ho proseguito più che altro per inerzia e allenamento soprattutto dopo il Truc
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Una minuscola vipera immersa nel bel mezzo del sentiero, qui mi sono cagato addosso temendo che ci fosse la madre nei dintorni..la prossima volta mi compro dei pantaloni che abbiano un minimo spessore così sto più tranquillo. Da qui tra l'altro ho calzato gli scarponi, che sono serviti perché prima di Fugera c'è un traverso non certo banale, occorre fare un po' di attenzione e meglio desistere se c'è ghiaccio.
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Qui dal basso, il Ciarmetta è quello parzialmente nascosto
 

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