- Parchi del Piemonte
-
- Parco Fluviale Gesso e Stura
Dati
Data: 26/07/2019
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Lago della Rovina (1.535 m)
Località di arrivo: Lago della Rovina
Tempo di percorrenza: 11h
Chilometri: 20
Grado di difficoltà: PD (AD- il tratto tra le due cime)
Descrizione delle difficoltà: passi di arrampicata fino al III, passi aggettanti, esposizione, pietraie
Periodo consigliato: estate - autunno
Segnaletica: tacche bianco-rosse
Dislivello in salita: 1.800
Dislivello in discesa: 1.800
Quota massima: 3.297
Accesso stradale: arrivati al Lago della Rovina parcheggiare (3€ da pagare al bar)
Descrizione
Insieme al buon @giuliof dovevamo andare in Sfizzera, ma il meteo come troppo spesso quest'anno ci ha giocato contro
, cerchiamo un ripiego e spunta questa traversata in ambiente selvaggio. 
Partiamo presto per evitare il caldo. Alle 7 siamo al lago della Rovina, oltre a noi solo qualche stambecco, ne vedremo tanti oggi.
Saliamo alle spalle del lago per un sentiero molto ripido, ma anche molto scalinato dall'uomo.
Salendo all'ombra appaiono le nostre cime sopra la diga.
Il sentiero sale dritto per dritto in un amen guadagniamo 400 metri di dislivello e raggiungiamo la strada asfaltata che porta alla diga.
Ci aspetta un lungo tratto asfaltato in piano, passo sotto un tunnel.
Le montagne sono lì che ci aspettano e ci guardano.
Siamo alla diga del Bacino del Chiotas (1.978 m), sulla sinistra vediamo il rifugio Genova di cui incontreremo il gestore salendo.
Noi andiamo a destra, attraversiamo la diga e riprendiamo il sentiero.
Il sentiero sale ad ampi tornanti con pendenza lieve, ci giriamo a dare uno sguardo al bacino.
Si sale per ampi tornanti, il sentiero è autostradale, costruito dall'uomo, un lavoro impressionante.
Dopo un tratto di trasferimento in falsopiano ecco una nuova serie di tornanti che ci aspetta.
Alla fine dei tornanti il paesaggio cambia, e dai pratoni passiamo alle infami pietraie.
Raggiungiamo il bivio a destra si va al Colle del Chiapous a sinistra al passo del Porco.
Noi andiamo a sinistra per una ripida cengia raggiungiamo il passo del Porco a 2.580 metri.
Ci attende ora un lungo traverso praticamente in piano attraversando pietraie instabili.
Dopo pochi metri c'è il bivio per la Cima Nord alla nostra destra, noi proseguiamo dritti.
Il lungo traverso si conclude al bivacco del Baus
Il bivacco è in discrete condizioni, non sembra molto frequentato, dopo una piccola pausa riprendiamo la salita.
Il sentiero ora sale dritto per dritto in mezzo a pietraie e sfasciumi.
È un tratto sfascia gambe
, si sale senza sosta e non si vede più la meta, ci mette a dura prova, le gambe diventano legnose.
La pietraia si muove tutta
.
Il sentiero è sempre ben tracciato da bolli rossi o gialli.
Ricompare la nostra meta e ci aspetta una placconata appoggiata da superare.
Il tratto più impegnativo è attrezzato con un cavo d'acciaio
Siamo ormai intorno a 3.000 metri, manca poco.
Giriamo a sinistra dove superiamo alcune roccette affiancate da un nevaio, passi di I e II-.
Superato questo tratto raggiungiamo il passo dei Detriti a circa 3.100 metri, qui altri escursionisti e uno stambecco.
C'è anche una targa.
Davanti a noi ci attende la mitica cengia della Sud
La vista non è molto rassicurante.
Avanziamo sulla cengia, come dire un po' "ariosa"
Ci sono due passi complicati, entrambi attrezzati, nel primo bisogna scendere di circa un metro con il sedere al vento.
A guardarla non si capisce come si possa passare, ma si passa.
Il secondo tratto difficile è un passo del gatto
, bisogna accucciarsi per passare, attrezzato anche questo.
Ora inizia un tratto di arrampicata continua tra il I e il II grado, siamo molto provati andiamo avanti per inerzia.
C'è un tratto più complicato, ma è attrezzato anche questo.
Superate queste ultime difficoltà raggiungiamo la prima vetta di giornata.
La Cima Sud dell'Argentera a 3.297 metri.
Ci godiamo il panorama, anche se la giornata non è limpidissima.
@Piervi riconosci qualche cima?
C'è anche uno stambecco
Dall'alto il Bacino del Chiotas e il lago Brocan, ci sarà @eleutheria a fare il bagno?
Finita la pausa diamo un'occhiata alla cima Nord
Ci prepariamo con imbrago e scendiamo per la cresta.
Scendiamo fino all'intaglio, le relazioni non sono molte chiare su dove passare, c'è una sosta a cordoni, cerchiamo una via più semplice, ma non la troviamo, la via non è chiarissima, siamo un po' titubanti
, ma alla fine ci caliamo.
Una doppia di 7-8 metri ci deposita su una comoda cengia, qui inizia il difficile
.
Si torna indietro di qualche metro e poi si scende alcuni metri ad elevata esposizione con appigli semoventi
, il momento più duro della giornata.
Passato questo momento, ci si dirige verso la nord, c'è ancora un passo del gatto ad elevata esposizione, e infine dopo facili passi si supera l'intaglio.
Ci volgiamo indietro a guardare la Sud.
Ci attendono una 50ina di metri di arrampicata libera senza traccia.
L'arrampicata è divertente, non si supera mai il II.
Balzellon balzelloni
, raggiungiamo presto la vetta.
Eccola la Cima Nord dell'Argentera 3.286 metri, la nostra traversata è terminata
.
Facciamo un'altra meritatissima pausa, guardiamo la Sud da cui siamo arrivati.
E poi ci godiamo il panorama.
Dopo la pausa scendiamo dalla normale della Nord.
Il sentiero che prima era segnalatissimo, adesso scopriamo che non lo è altrettanto, i bolli sono radi e sbiaditi, gli ometti molti ma in tutte le direzioni e fanno più confusione che altro.
Il sentiero è ripido e non sempre chiarissimo, arriviamo alle due cenge una semplice e una complicata,
Ovviamente alla fine realizzeremo di aver preso quella complicata
, non poteva essere diversamente.
Qui perdiamo il sentiero, andiamo giù dritto per dritto per infami pietraie e placconate.
Attraversiamo un nevaio per ricercare il sentiero, ma niente, non è giornata.
Scendiamo dritto per dritto cercando di evitare i salti e di ricongiungerci al sentiero, ma non ce la faremo.
Troviamo un altro gruppo di stambecchi.
Alla fine ritroviamo il sentiero dove c'era il bivio dell'andata per la cima Nord.
Da qui in avanti il sentiero è chiaro.
La discesa è come sempre in questi casi interminabile
Si alza il vento e arrivano le nuvole ma non pioverà
Faticosamente concludiamo il giro, stanchi, molto stanchi, ma soddisfatti.
Che dire, gita impegnativa, in un ambiente selvaggio e spettacolare, non banale la traversata.
Alla prossima
Data: 26/07/2019
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Lago della Rovina (1.535 m)
Località di arrivo: Lago della Rovina
Tempo di percorrenza: 11h
Chilometri: 20
Grado di difficoltà: PD (AD- il tratto tra le due cime)
Descrizione delle difficoltà: passi di arrampicata fino al III, passi aggettanti, esposizione, pietraie
Periodo consigliato: estate - autunno
Segnaletica: tacche bianco-rosse
Dislivello in salita: 1.800
Dislivello in discesa: 1.800
Quota massima: 3.297
Accesso stradale: arrivati al Lago della Rovina parcheggiare (3€ da pagare al bar)
Descrizione
Insieme al buon @giuliof dovevamo andare in Sfizzera, ma il meteo come troppo spesso quest'anno ci ha giocato contro

Partiamo presto per evitare il caldo. Alle 7 siamo al lago della Rovina, oltre a noi solo qualche stambecco, ne vedremo tanti oggi.
Saliamo alle spalle del lago per un sentiero molto ripido, ma anche molto scalinato dall'uomo.
Salendo all'ombra appaiono le nostre cime sopra la diga.
Il sentiero sale dritto per dritto in un amen guadagniamo 400 metri di dislivello e raggiungiamo la strada asfaltata che porta alla diga.
Ci aspetta un lungo tratto asfaltato in piano, passo sotto un tunnel.
Le montagne sono lì che ci aspettano e ci guardano.
Siamo alla diga del Bacino del Chiotas (1.978 m), sulla sinistra vediamo il rifugio Genova di cui incontreremo il gestore salendo.
Noi andiamo a destra, attraversiamo la diga e riprendiamo il sentiero.
Il sentiero sale ad ampi tornanti con pendenza lieve, ci giriamo a dare uno sguardo al bacino.
Si sale per ampi tornanti, il sentiero è autostradale, costruito dall'uomo, un lavoro impressionante.
Dopo un tratto di trasferimento in falsopiano ecco una nuova serie di tornanti che ci aspetta.
Alla fine dei tornanti il paesaggio cambia, e dai pratoni passiamo alle infami pietraie.
Raggiungiamo il bivio a destra si va al Colle del Chiapous a sinistra al passo del Porco.
Noi andiamo a sinistra per una ripida cengia raggiungiamo il passo del Porco a 2.580 metri.
Ci attende ora un lungo traverso praticamente in piano attraversando pietraie instabili.
Dopo pochi metri c'è il bivio per la Cima Nord alla nostra destra, noi proseguiamo dritti.
Il lungo traverso si conclude al bivacco del Baus
Il bivacco è in discrete condizioni, non sembra molto frequentato, dopo una piccola pausa riprendiamo la salita.
Il sentiero ora sale dritto per dritto in mezzo a pietraie e sfasciumi.
È un tratto sfascia gambe

La pietraia si muove tutta

Il sentiero è sempre ben tracciato da bolli rossi o gialli.
Ricompare la nostra meta e ci aspetta una placconata appoggiata da superare.
Il tratto più impegnativo è attrezzato con un cavo d'acciaio
Siamo ormai intorno a 3.000 metri, manca poco.
Giriamo a sinistra dove superiamo alcune roccette affiancate da un nevaio, passi di I e II-.
Superato questo tratto raggiungiamo il passo dei Detriti a circa 3.100 metri, qui altri escursionisti e uno stambecco.
C'è anche una targa.
Davanti a noi ci attende la mitica cengia della Sud
La vista non è molto rassicurante.
Avanziamo sulla cengia, come dire un po' "ariosa"

Ci sono due passi complicati, entrambi attrezzati, nel primo bisogna scendere di circa un metro con il sedere al vento.
A guardarla non si capisce come si possa passare, ma si passa.
Il secondo tratto difficile è un passo del gatto
Ora inizia un tratto di arrampicata continua tra il I e il II grado, siamo molto provati andiamo avanti per inerzia.
C'è un tratto più complicato, ma è attrezzato anche questo.
Superate queste ultime difficoltà raggiungiamo la prima vetta di giornata.
La Cima Sud dell'Argentera a 3.297 metri.
Ci godiamo il panorama, anche se la giornata non è limpidissima.
@Piervi riconosci qualche cima?
C'è anche uno stambecco
Dall'alto il Bacino del Chiotas e il lago Brocan, ci sarà @eleutheria a fare il bagno?
Finita la pausa diamo un'occhiata alla cima Nord
Ci prepariamo con imbrago e scendiamo per la cresta.
Scendiamo fino all'intaglio, le relazioni non sono molte chiare su dove passare, c'è una sosta a cordoni, cerchiamo una via più semplice, ma non la troviamo, la via non è chiarissima, siamo un po' titubanti
Una doppia di 7-8 metri ci deposita su una comoda cengia, qui inizia il difficile

Si torna indietro di qualche metro e poi si scende alcuni metri ad elevata esposizione con appigli semoventi

Passato questo momento, ci si dirige verso la nord, c'è ancora un passo del gatto ad elevata esposizione, e infine dopo facili passi si supera l'intaglio.
Ci volgiamo indietro a guardare la Sud.
Ci attendono una 50ina di metri di arrampicata libera senza traccia.
L'arrampicata è divertente, non si supera mai il II.
Balzellon balzelloni

Eccola la Cima Nord dell'Argentera 3.286 metri, la nostra traversata è terminata

Facciamo un'altra meritatissima pausa, guardiamo la Sud da cui siamo arrivati.
E poi ci godiamo il panorama.
Dopo la pausa scendiamo dalla normale della Nord.
Il sentiero che prima era segnalatissimo, adesso scopriamo che non lo è altrettanto, i bolli sono radi e sbiaditi, gli ometti molti ma in tutte le direzioni e fanno più confusione che altro.
Il sentiero è ripido e non sempre chiarissimo, arriviamo alle due cenge una semplice e una complicata,
Qui perdiamo il sentiero, andiamo giù dritto per dritto per infami pietraie e placconate.
Attraversiamo un nevaio per ricercare il sentiero, ma niente, non è giornata.
Scendiamo dritto per dritto cercando di evitare i salti e di ricongiungerci al sentiero, ma non ce la faremo.
Troviamo un altro gruppo di stambecchi.
Alla fine ritroviamo il sentiero dove c'era il bivio dell'andata per la cima Nord.
Da qui in avanti il sentiero è chiaro.
La discesa è come sempre in questi casi interminabile

Si alza il vento e arrivano le nuvole ma non pioverà
Faticosamente concludiamo il giro, stanchi, molto stanchi, ma soddisfatti.
Che dire, gita impegnativa, in un ambiente selvaggio e spettacolare, non banale la traversata.
Alla prossima
