Ho seguito con interesse la discussione, sono state dette tante cose e, come già fatto notare, oggi abbiamo una legge e purtroppo, bisogna adattarsi, pena eventuali sanzioni o comunque, come minimo, discussioni con gli agenti preposti a farla rispettare.
Ciò non vuole dire che in sede istituzionale non si possa, anzi si debba, procedere a farla migliorare o cambiare, se non va bene. So per certo che in sede nazionale CAI ci sono grossi movimenti di bozze e di ricorsi, e anche in ogni Gruppo Regionale, e ci sono stati molti incontri con gli amministratori locali (soprattutto i Sindaci delle aree montane) per capire quali siano le regole di ingaggio accettabili da tutte le parti in causa.
Inoltre, siamo tutti in attesa che la legge entri in vigore e ci siano le prime applicazioni, perchè seguiranno molto probabilmente decine e decine di ricorsi contro le sanzioni applicate, ed allora qualcuno si dovrà porre delle domande. La materia infatti, come molti di voi hanno già sottolineato, è complicatissima e l'applicazione della legge è labile quasi quanto i cristalli di neve che vuole disciplinare...
Comunque, tornando a noi, essendo stato recentissimamente eletto ad una carica tecnica CAI (speravo di starmene buonino a farmi i miei per i prossimi vent'anni, ma purtroppo nel volontariato le disponibilità sono sempre scarse...e gira e rigira le facce sono sempre quelle

) adesso il problema ARTVA mi riguarda personalmente, pur non essendo di formazione uno scialpinista, per responsabilità oggettiva (culpa in eligendo) se per caso durante le attività didattiche (e sociali) di cui sarò responsabile qualcosa va storto.
Ho avuto un incontro a livello locale, semi ufficiale, in occasione del mio insediamento, con alcuni rappresentanti delle FFOO preposti al controllo della "montagna" della nostra Provincia (qui abbiamo gli Appennini, ma non è che siano meno pericolosi delle Alpi, almeno d'inverno...).
Il risultato è stato che, pare, qui da noi, prevarrà il buon senso negli accertatori.
Cercherò di spiegarmi meglio: gli accertatori (a qualunque Arma appartengano) non pensano di girare in tondo per le montagne tutto il giorno ma di piazzarsi, quando lo ritengono utile e può darsi che in giro ci sia traffico, alle basi usuali di partenza delle comitive, sia di scialpinisti che di ciaspolari, che da noi sono relativamente poche.
E' ovvio che poi ci saranno i "carbonari", cioè quelli che fermeranno le auto lungo le strade e si infileranno dovunque nei boschi a quote più basse per sfuggire ai controlli, ma sappiamo com'è in Italia...
Le loro ROE comunque sono:
1) scialpinisti e ciaspolari solitari: fermarli a campione e controllare se hanno il kit, chiedere quale itinerario hanno intenzione di fare e consigliare o meno varianti
2) gruppi di scialpiniti e di ciaspolari: in linea di massima l'orientamento è di fermarli sempre e vedere se alla loro guida ci sono soggetti che, per qualifica (GG.AA, Istruttori CAI, AMM, GAE o altri) o per capacità tecnica (questa ovviamente discutibile da dichiarare e da provare) siano in grado di garantire una certa sicurezza nella scelta degli itinerari, nel controllo dei gitanti e nell'esecuzione eventuale delle manovre di soccorso, e comunque verificare se i gruppi sono più o meno organizzati, perchè questo significa comunque una certa consapevolezza (che dovrebbe, almeno in teoria, essere accompagnatada una certa preparazione). Questi gruppi verranno lasciati passare, salvo controllo dei kit e dell'itinerario come sopra. Viceversa, se si accorgeranno che ci sono "orde" di "senza sugo" (come sono già stati definiti) probabilmente verranno questi invitati a tornarsene sui loro passi o comunque stare alla larga da zone per cui, storicamente, c'è rischio valanghivo.
Commento a caldo: è ovvio che è un'idea, una via di mezzo tra l'essere fiscali o arrivare a chiedere un patentino (per cui forse si catenerebbe l'infermo del Gladiatore...) e lasciare passare tutti.
E' perfettibile, e non esente da rischi o "prese in giro": chi mi dice che se il gruppo è preparato, poi non si farà prendere dalla foga e andrà a cercare i pendii più accattivanti, fregandosene della scala di rischio e delle temperature? E, idem, che il gruppo di "senza sugo" appena girato il bosco mi torni in salita dove non deve andare? Infine, pensando alle GG.AA., che di formazione accompagnano e non insegnano, chi mi dice se qualcuno del loro gruppo poi è capace di tirarli fuori se vanno sotto loro? e sono solo tre ipotesi che mi vengono in mente adesso.
Ovviamente, il tutto sarà molto basato sulla fiducia e sul fatto che le FF.OO. confidano che almeno la presenza sul territorio e qualche "buffetto" portino la grande massa alla responsabilità e consapevolezza, che comunque - come già detto - gli addetti ai lavori (e di solito coloro che vanno con loro) hanno già (o dovrebbero avere da tempo)..
Scusate se non mi sono espresso bene o non ho capito qualcosa: spero di aver interpretato il senso in modo corretto.
A Babbo Natale comunque ho chiesto un ARTVA nuovo, così anch'io posso fare prove

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