Se fosse come dici a Milano non dovrebbero mettere a PREVENTIVO gli introiti delle multe, ma consuntivo. Ma lo fanno, vendendo anche lo scopo che citi.Faccio notare che, parlando in generale, non si fanno le multe per "far cassa" (anche se generano introiti che la pubblica amministrazione poi spende) ma lo scopo è quello di modificare i comportamenti dei cittadini. E in genere alla lunga funziona….
sembra che tra virussici e malati della sicurezza stiano facendo a gara per chi toglie più libertàRischierei l'arresto per aggressione a pubblico ufficiale se mi venisse contestata una cosa del genere.
Vediamo, la mia affermazione era relativa al fatto che, per come hanno scritto la norma, persino a Milano potrebbero contestare il mancato possesso dell'ARTVA, pala e sonda in caso di innevamento eccezionale, o così è bastato detto. Nel 1985, dopo la nevicata storica, mezzo metro o più, masse di neve cadevano dai tetti, ma non erano valanghe. Per questo il mio commento. Se si va a fare sci da fondoo una ciaspolata su un'area pianeggiante lontano dai rilievi, ha senso il kit?fighissimo la libertà di finire sotto una slavina e togliersi l'unica chance di essere trovati e salvati...una GENIALATA
Ha senso per chi te lo vende visto la situazione economicamente penosa in cui stiamo navigando dove ogni produttore/venditore farebbe carte false per non soccombere visto che un virussino gli ha ammazzato il turbocapitalismo e la gente si sta rendendo conto (a comode rate e molto lentamente) che certe cose non sono proprio così prioritarieha senso il kit?
Ma no, assolutamente no!! E' una assurdità totale che non ha mai detto o inteso nessuno. Tu stesso l'hai fatta come una mera provocazione esagerata ma era talmente assurda che non meritava commento.per come hanno scritto la norma, persino a Milano potrebbero contestare il mancato possesso dell'ARTVA, pala e sonda in caso di innevamento eccezionale, o così è bastato detto
Scusate l 'ot ma qui in questo caso si sommano l'arretratezza cronica delle città che erano nate per bici e mezzi piccoli e poi si sono automobilizzate agli estremi dalla manacanza di un minimo di logica di chi non è in grado di conservare funzionante un mezzo. Tutte le mie bici hanno qualche luce e qualche rifrangente. E pure io visto gente totalmente oscuratariders viaggiano giorno e notte senza alcun tipo di luci e/o catarifrangenti
Starei un pò più sul tema del topic, sinceramente chi se ne frega di quanta neve fa a Milano o di come vanno in bici i riders!Vediamo, la mia affermazione era relativa al fatto che, per come hanno scritto la norma, persino a Milano potrebbero contestare il mancato possesso dell'ARTVA, pala e sonda in caso di innevamento eccezionale, o così è bastato detto. Nel 1985, dopo la nevicata storica, mezzo metro o più, masse di neve cadevano dai tetti, ma non erano valanghe. Per questo il mio commento. Se si va a fare sci da fondoo una ciaspolata su un'area pianeggiante lontano dai rilievi, ha senso il kit?
difatti sono 18 mesi che abbiamo buttato tante libertà nel cesso e molti dicono ancora si badrone.per cortesia, non si tiri fuori sempre la solita solfa della limitazione della libertà, non se ne può più,
Ni, perchè la norma che obbliga a dotarsi di ARTVA esiste sin dai primi anni 2000 sia a livello nazionale (vedi L. n. 363/2003), sia anche a livello regionale e finora non sono mai stati fatti controlli a scopo sanzionatorio, bensì - e molto raramente - a scopo preventivo e di convicimento.Se una norma è scritta in modo ambiguo, nonostante l'invito al buon senso, c'è chi la applicherà in modalità estesa e senza buon senso,
Secondo me c'è un problema di responsabilità e i criteri sono probabilmente più soggettivi di quello che si vorrebbe.Mi chiedevo come mai il legislatore non ha adottato un criterio tecnico per dire "a partire da qui ci vuole l'ARTVA". Ad esempio il fattore 3 della scala dei bollettini ARPA, Aineva o Meteomont.
Perché è vero che ogni versante e ogni pendio è una storia a sè, ma i bollettini sono prodotti da enti che hanno compiti stabiliti per legge. Tanto che sono documenti portati anche in sede di giudizio.
Poteva essere un primo criterio "oggettivo".