Attacco ai volontari del CNSAS

Articolo letto ora ora che mi ricorda una vicenda (senz'altro meno grave) che mi è capitata con la Protezione Civile che preferisco non condividere.

Da una parte è triste che si debba sempre cercare il marcio anche in chi si offre ad aiutare senza agevolazioni come se fosse una cosa fuori dal mondo ... dall'altra è altrettanto triste che il marcio siamo tanto abituati a trovarlo che ogni buona azione diventa sospetta..

La cosa più difficile di fare il volontario è proprio quando vieni accusato di voler approfittare di ...boh!!!

Comunque ecco l'articolo così come l'ho letto:

5 Gennaio 2015 Degno di nota
Indegno attacco ai volontari del Soccorso Alpino
4560 43 3

Durissima replica del Presidente nazionale Baldracco
cnsas3valfurva3agosto14_0.jpg



Daniela Rossi del Soccorso Alpino ci manda la lettera di risposta ufficiale della Presidenza del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) all'articolo comparso nei giorni scorsi sul quotidiano "La Stampa" del 4 gennaio 2015, dal titolo "Lavorare il meno possibile? Ecco come si fa" chiedendoci se possiamo pubblicarla. E come no? Noi ricordiamo ancora più di mezzo secolo fa, allora con i calzoni corti, la sede del Soccorso Alpino in Via Piazzi nel Palazzo Botterini. Quante volte vista animarsi di gente che attivava, anche di notte, si attrezzava e partiva perchè c'era qualcuno da andare a recuperare, possibilmente vivo, ovunque fosse, quale che fossero le condizioni metereologiche. E ricordiamo ancora quando 54 anni fa ci fu la richiesta di aiuto perchè gli svizzeri avevano chiuso le ricerche di un disperso in Engadina. I nostri andarono e ne trovarono il corpo dopo una settimana di ricerche a vasto raggio Era l'ing. Vanni Eigenmann al quale oggi è intestata l'omonima Fondazione per “Montagna Sicura”. Ne abbiano seguiti di eventi, dai Bettini bloccati giorni sul Bianco e sopravvissuti per la professionalità con la quale 'carezzavano' la montagna. Ne abbiamo, sia pure da lontano, seguiti tanti di casi, alcuni conclusi felicemente, altri no. E li abbiamo visti tante volte uscire mettendosi a repentaglio per andare a recuperare incoscienti, inesperti o anche infortunati.
Ma come si fa a scrivere in questo modo???!!!??? Osiamo sperare che il Direttore prenda personalmente in mano la questione, anche se, come ci sembra, l'autore del pezzo sia il capo della redazione romana del quotidiano torinese e se le cose sono come appaiono pubblichi la precisazione del Soccorso Alpino in grande evidenza e taglio assolutamente giornalistico ma quello spazio occupato lo faccia pagare al suo collaboratore e al titolista secondo le tariffe vigenti per la pubblicità.

L'articolo de “La Stampa”
Il Soccorso Alpino nel testo viene tirato in ballo con questa frase: “Permessi retribuiti anche quanti ricoprono il ruolo di volontari del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Club alpino italiano nei giorni in cui svolgono operazioni o esercitazioni. “
Sembra un elemento di cronaca e basta ma in precedenza si legge: I recordman dell’assenteismo, i «furbetti» del permesso, oltre alle malattie «strategiche» hanno a disposizione una infinità di strumenti per evitare di presentarsi al lavoro e intascare ugualmente lo stipendio. Per effetto delle leggi e dei vari contratti di categoria sono almeno una decina le differenti tipologie di permessi retribuiti, tutte fondate su diritti sacrosanti, sia chiaro, su cui il lavoratore infedele volendo può «giocare».
Poi la cosa che ha fatto, giustamente, inalberare il Soccorso Alpino e il suioPresidente:
TITOLO: Lavorare il meno possibile? Ecco come si fa
SOTTOTITOLO: Alcune leggi e diversi contratti di categoria permettono di restare a casa e intascare regolarmente lo stipendio. Dal permesso retribuito per i volontari del soccorso speleologico a quello per chi fa il vaccino contro il tetano.

Permessi retribuiti anche quanti ricoprono il ruolo di volontari del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Club alpino italiano nei giorni in cui svolgono operazioni o esercitazioni.

La relazione del Presidente del Soccorso Alpino
La lettera:
OGGETTO: Il Soccorso Alpino e Speleologico non ci sta! No alla generalizzazione

Richiesta di rettifica all’articolo de La Stampa, edizione online e cartacea del 4 gennaio 2015, dal titolo: “Lavorare il meno possibile? Ecco come si fa”, sommario “Alcune leggi e diversi contratti di categoria permettono di restare a casa e intascare regolarmente lo stipendio. Dal permesso retribuito per i volontari del soccorso speleologico a quello per il vaccino contro il tetano”.
Siamo restati attoniti e fortemente delusi che una testata nazionale – La Stampa – così importante nel novero di quelle del nostro paese e solitamente attenta a valutare in modo analitico fonti e fatti abbia preso un forte abbaglio, facendo di tutta un’erba un fascio, trasformando un legittimo articolo di approfondimento in un attacco indiscriminato ad una realtà, quella del Soccorso Alpino e Speleologico, che fa della professionalità, del rigore e della correttezza la sua carta d’identità.
Con l’articolo scritto in data 4 gennaio u.s., a firma del sig. Paolo Baroni (allegato), si è lasciato intendere in modo univoco, senza possibilità di esegesi complesse che il Volontario del CNSAS è colui il quale è portato a “lavorare il meno possibile e allo stesso è permesso di restare a casa e intascare regolarmente lo stipendio”.

E’ necessario senza alcun “se” e senza anche alcun “ma”, rigettare con forza quanto lasciato intendere dal sig. Paolo Baroni e distinguere con chiarezza il ruolo di chi, per prestare soccorso, mette a rischio in prima persona la propria vita, rubando tempo al citato “lavoro”, alla famiglia, agli affetti.

Ciò nella determinata volontà di recuperare la verità o, quantomeno, l’oggettività nella cronaca e di tutelare l’immagine del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che si è sentito diffamato dall’articolo in questione, leggero quanto superficiale, demagogico quanto destrutturato di qualsiasi riferimento al reale.

Nell’articolo si è voluto associare in modo indistinto, quindi, confuso, tutta una serie di soggetti che non possono essere considerati omogenei per definizione, per finalità d’istituto, per attività resa, per importanza, per attribuzioni, ecc.. Ma questo è tutto sommato l’aspetto meno importante.

L’aspetto saliente è, infatti, un altro, quello secondo il quale il Volontario del CNSAS si gioverebbe di benefici di legge per e l’astensione dai propri obblighi lavorativi e non già per aver corrisposto ai propri doveri cioè aver compiuto un intervento di soccorso o aver effettuato un’esercitazione a valenza regionale/nazionale, peraltro obbligatoria là ove prescritta da specifici piani formativi previsti ex lege.


Il sig. Paolo Baroni tralascia di ricordare chi è e cosa faccia il CNSAS e aggiunge in modo del tutto indebito atti/azioni non vere. E’ bene spazzare ogni ambiguità. Il CNSAS è obbligato ad ottemperare a precise disposizioni di legge e a protocolli imposti dal Servizio Sanitario Regionale, ovvero dai vari SS.UU.EE.MM. 118 che prevedono l’obbligatorietà dell’azione di soccorso. Cosa ben diversa dall’astenersi dal lavoro, accettando i benefici di chi non vuol lavorare.

La legge parla chiaro: il personale CNSAS “provvede in particolare, nell’ambito delle competenze attribuite al CAI dalla legge 26 gennaio 1963, n.91, e successive modificazioni, al soccorso degli infortunati, dei pericolanti e al recupero dei caduti nel territorio montano, nell’ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale” (art. 1, comma 2 della Legge n. 74/01); oppure che il CNSAS viene individuato dalle Regioni e dalle Province Autonome di Trento e di Bolzano, quale soggetto “di riferimento esclusivo per l’attuazione del soccorso sanitario nel territorio montano ed in ambiente ipogeo” (art. 2 comma 2 della Legge n. 74/01).

Va da sé che, a fronte di questi doveri che sono svolti in scenari con tassi di rischio assolutamente rilevanti, doveri assai pesanti e soprattutto prolungati nel tempo, esiste al pari di altri soggetti, la facoltà di giovarsi di legittimi benefici che prevedono come recita la Legge n. 162/92, all'art. 1, che "i volontari del Corpo Nazionale del soccorso alpino e speleologico del Club Alpino Italiano (CAI) hanno diritto ad astenersi dal lavoro nei giorni in cui svolgono le operazioni di soccorso alpino e speleologico o le relative esercitazioni nonché nel giorno successivo ad operazioni di soccorso che si siano protratte per più di otto ore, ovvero oltre le ore 24".

Non si capisce perché un Volontario del CNSAS che effettua, anzi è costretto ad effettuare, numerosi interventi di media all’anno e altrettante esercitazioni, dopo che già offre il proprio tempo per garantire solidarietà reale, quindi misurabile con atti e numeri, possa essere anche solo lontanamente accusato di comportamenti fraudolenti o di sfruttare a livello personale fantomatici “regali” del legislatore.

L’articolo è stato ulteriormente pesante poiché non ha considerato che nel CNSAS, proprio a fronte dei migliaia di interventi effettuati solo nell’ultimo quinquennio (n. 31.527 missioni di soccorso per n. 33.343 soggetti soccorsi), vi sono stati Volontari che per la passione e l’impegno profuso con estremo senso del dovere, oltre ogni beneficio di legge o cavillo ad esso correlato, hanno perso la vita.

Preme, infatti, rammentare che, oltre alla Medaglia d’Oro conferita nel 1969 alla Direzione Nazionale del CNSAS e, successivamente, nel 2010, sempre con la medesima, oggettiva motivazione del “Valor Civile”, quei morti sono stati per fortuna riconosciuti dalla Repubblica Italiana, che ha conferito loro quella dignità che oggi sembra essersi già persa nella memoria distratta del giornalista estensore dell’articolo.

Sempre nel 2010 vennero conferite, una prima volta, 4 Medaglie d’Oro da parte del Presidente della Repubblica all’equipaggio dell’elicottero I – REMS caduto durante il servizio (Rio Gere – Cristallo – Cortina d’Ampezzo – Belluno) e che aveva tra i suoi membri del CNSAS, poi a distanza di qualche mese ancora 4 Medaglie d’Oro per il personale del CNSAS deceduto a causa di una valanga durante un’operazione di soccorso in notturna (Val Lasties – Pordoi – Trento)... infine nel 2012 ulteriori 2 Medaglie d’Oro al Valor Civile per il personale del CNSAS deceduto a causa di un crollo di una significativa porzione di roccia (ca. 4.000 mc) in un’operazione notturna di recupero di due alpinisti feriti (Pelmo – Borca di Cadore – Belluno).

Tutto ciò premesso,
considerata la legislazione di riferimento del CNSAS, ovvero gli obblighi ai quali il personale del CNSAS si sottopone, tra i quali l’obbligatorietà dell’azione di soccorso e quella di formarsi per aderire a quanto l’ordinamento dispone senza tema di smentite; rilevata la natura dell’articolo, diffamante il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e il personale che lo costituisce; rilevato, inoltre, il danno morale o e quello d’immagine arrecato allo stesso Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico; si richiede di rilasciare al fine di riparare a quanto subito, piena e completa intervista, di pari enfasi e spazio (moduli) a nome del Presidente Nazionale Piergiorgio Baldracco, effettuando così un’operazione di lealtà verso quella che dovrebbe essere la veridicità di quanto si scrive e pubblica.

Si ringrazia per la doverosa presa di coscienza e presa di immediata attenzione alla presente istanza, certi che il nostro atteggiamento e modus operandi sia quello più consono per poter ridare oggettività anche alla vostra stessa testata.
Distinti saluti. Torino, 5 gennaio 2015
IL PRESIDENTE NAZIONALE
(Piergiorgio Baldracco)

- See more at: http://www.gazzettadisondrio.it/deg...soccorso-alpino#sthash.WREPyHu1.UF02O6Ns.dpuf
 
S

Speleoalp

Guest
Non ho un'esperienza lunga nel soccorso alpino, oltre 6 anni... non sono molti e in quello Svizzero.
Ma ho sensazioni e punti di vista personali sia positivi che negativi, per quanto concerne le mie esperienze.
Sia all'interno della Colonna di Soccorso che nell'ambiente circostante, vittime soccorse, media, ecc....

Per esempio ci sono rimasto male quando dopo i primi interventi mi sono visto arrivare delle retribuzioni piuttosto elevate per mezza giornata, una giornata o più giorni di "lavori". È una cosa personale, ma il "volontariato" la vedo come una cosa senza scopo di lucro da parte dei volontari... al massimo trovare materiali, trasferte, ecc pagate....

Dal' altra parte ho sempre notato una mancanza di consapevolezza nelle persone esterne, media, famigliari e vittime che criticano, giudicano o peggio ancora accusa e fanno ricorsi per diversi motivi.

Io penso che se delle critiche negative siano educate, rispettose non ci sia nulla di male. Perché penso che in ogni cosa fatta dall'essere umano ci sia una parte buona e una cattiva, una sana e una un po' meno sana, ecc... Quindi troverei strano leggere, sentire solo cose belle, nobili e d'ammirazione verso queste cose.... trovo giusto che invece ci siano anche cose meno piacevoli... perché ce ne sono sicuro.

Il punto è poi non esagerare e tenere presente che non si può fare d'un filo d'erba un fascio e che certe regole, modi di fare sono dettati dai vertici e che quindi non tutti ne hanno colpa.
 
Non sono nel soccorso alpino e non lo sarò mai. Non credo che le esercitazioni vengano fatte in settimana, non credo che chi parte alle 7 di sera magari in condizioni pessime speciali sulla sua attività. Non penso sia piacevole chiudere in un sacco un corpo e portarlo a valle, anche se forse ti abitui. Penso che ci saranno persone che se ne approfittano altre che ci rimettono. Nel mio "piccolo" ho visto donatori di sangue presentarsi 1 ora dopo sul lavoro. A tutte queste persone va la mia più sincera ammirazione.
 
S

Speleoalp

Guest
Ci si abitua anche se ci sono sempre e comunque quelle stupidate chiamate "debriefing". Anche se chiaramente, almeno personalmente, mi ha lasciato un modo differente di ragionare sul modo di agire e vedere le diverse situazioni, ambienti.

Da noi anche se le esercitazioni/corsi/aggiornamenti vengono organizzati in settimana (es. tutti i mercoledì sera del mese), gli orari sono più o meno sempre dopo il lavoro. Poi chiaramente per diversi scatta la richiesta di finire un pochino prima, ma a spese del lavoratore. Perché da noi, non tutti hanno l'obbligo di lasciar andare il dipendente per il volontariato.
Per esempio, la mia morosa lavora per lo stato e loro hanno il diritto di assentarsi per ciò... ma con recupero ore.
Io, dove lavoravo in passato, "col cavolo" che mi lasciava andare. Quando ci tenevo veramente ci lasciavo la mezza giornata di stipendio... se non giornata intera.

Nonostante ciò, non ho mai avuto piacere a ricevere dei soldi per gli interventi fatti, simulazioni, ecc... e li ho sempre usati per comprare il materiale personale o di gruppo della colonna.
Ma so ed è evidente che molto cercano di poter presenziare il maggior numero di volte per guadagnare di più. Anche perché i soldini che entravano erano di gran lunga superiore a quelli che si guadagnava facendo le stesse ore sotto datore di lavoro.

Però come hai detto bene anche ti, ci sono sia quelli corretti, sia gli scorretti.
Come penso ci siano nell'ambito della "critica", chi lo sa fare in maniera educata e matura e chì alla grezza.

Ormai gira così ;))
 
Per esempio ci sono rimasto male quando dopo i primi interventi mi sono visto arrivare delle retribuzioni piuttosto elevate per mezza giornata, una giornata o più giorni di "lavori".

qui non è così. non ti becchi un € in più, semplicemente puoi assentarti dal lavoro (nel caso di chiamata) e percepire la paga giornaliera come se avessi fatto le tue solite ore di lavoro. Questo vuol dire che se lavori 8 ore al giorno, e ti chiamano alle 7ma ora di lavoro per un intervento che ne dura altre 10, la tua paga sarà per la sola ora mancante . Se succede nel weekend ( quando la maggior parte degli escursionisti si muove ) e non è una tua giornata lavorativa abituale, non percepisci nessuna paga.
 
S

Speleoalp

Guest
ok, chiaro.
La cosa che mi piace molto... da voi, almeno da come mi avevano comunicato i membri del vostro soccorso quando facevamo simulazioni in comune è che a voi forniscono il vestiario, materiale, ecc.
Qui invece ognuno si deve pagare tutto, dal vestiario al materiale tecnico, alle trasferte.... ;))
Ed io il volontariato lo vedo così... e non composto dai furbetti (magari parenti, amici di lunga data) che si danno molte più occasioni per intervenire con il loro gruppetto e quindi guadagnare di più,....


Dovrei chiedere alla mia morosa, siccome lei poteva per legge... ma non mi sono mai informato se percepiva comunque la paga o era permesso perché sapevano che avrebbe percepito qualcosa dal volontariato... boo... Sicuramente è strano se oltre alla paga del lavoro, si prendeva magari 600.- per una giornata di intervento.
 
Secondo me, essere volontario e percepire uno stipendio o comunque un compenso è un controsenso in termini (soprattutto se poi ti ci devi pagare le attrezzature) ma non ho esperienza di soccorso alpino ed è probabile che, utilizzando equipaggiamenti più tecnici e personali (tipo gli sci) forse è meglio così..

Io faccio da non molto parte della protezione civile e, delle varie emergenze a cui ho partecipato (anche le trasferte), non ho mai preso niente più che riconoscimenti come attestati e medaglie.

Ma non ho neanche dovuto pagare niente come attrezzature, carburante, vitto e alloggio (solo i saponi e gli indumenti borghesi che chiunque ha già in casa).

Nel nostro gruppo non abbiamo nessuna agevolazione come soccorritori, facciamo una riunione alla settimana, una serata in piscina a settimana, e almeno un'esercitazione congiunta al mese.. E di questo ne vado fiero, non conosco direttamente il soccorso alpino però, se avessero fatto un'accusa del genere al nostro gruppo di protezione civile, avrei potuto dire onestamente che era totalmente infondata..
 
S

Speleoalp

Guest
Appunto, non stà in piedi questa cosa.
È vero che è solo un "termine" e forse da noi lo hanno abbinato male alla realtà... i pagamenti vengono effettuati dalla REGA (Soccorso Aereo Svizzero) che è di privati e portano avanti il tutto solo con i soci e le donazioni (tipo 30.- all'anno per persona o 70.- per famiglia e si è coperti in tutto il mondo dal loro recupero).... e loro hanno fatto tutte queste regole... Ma è brutto ugualmente, soprattutto con cifre importanti, perché tendono a portar gente "brutta".

Io ho fatto il militare, poi mi hanno fatto girare e non essendo uno che abbassa le braghe perché qualcuno ha un grado o ha il potere donatogli da chissà chi, me ne sono andato. Pure io poi sono entrato nella protezione civile e ci sono rimasto per oltre 9 anni. Prima come soccorritore primo intervento in caso di catastrofe e poi visto che anche lî giravano solo gli "esaltatoni" perché usavano qualche attrezzo e tecnica... me ne sono andato nella protezione dei Beni Culturali a fare foto ;))

Adesso che mi sono rotto di provare a fare cose buone ufficiali e trovare anche lì gente "marcia", non faccio più nulla di riconosciuto. Ma tutto per conto mio ,-))

Io trovo più normale, dove si entra come "volontari", non avere nessun tipo di spesa che riguarda ciò che serve in quell'attività.
 
Certo che con tutte le pecche che abbiamo qui, in Italia, andare addirittura a far un articolo sul giornale, che ti lascia solo punti interrogativi, che senso ha?
Il volontariato in Italia per Protezione Civile funziona che per avere quelle giornate "retribuite" deve esserci un' Emergenza dichiarata da una regione e le altre regione la aiutano. Il tutto con norme ben definite. O un emergenza dichiarata proprio dallo Stato Italiano. Allora si che se tu che ne fai parte decidi di metterti in lista e vieni chiamato ricevi lo stesso stipendio come se lavorassi e non perdi ore di ferie.
Nelle esercitazioni invece ti arrangi: o ferie o fine settimana, non esistono permessi o retribuzioni.
Il vestiario ti viene dato, non lo paghi.
 
S

Speleoalp

Guest
Quello sì che è volontariato e lo trovo più che giusto e coerente e con un senso!!
Soprattutto per il materiale che è caro come il fuoco!!
 
Non faccio parte della protezione civile ma conosco (abbastanza bene) chi ha fatto parte della croce rossa, come volontario, ed il vestiario (divisa) era a carico dell'associazione, rimborsi zero per il lavoro (ovviamente) salvo un buono pasto se si superano determinate ore di servizio, discorso leggermente diverso in caso di calamità naturali di un certo rilievo ma, fortunatamente, quelle che ci sono state non sono mai state tali da dover richiedere un intervento straordinario.

Per esperienza personale, ripeto pur non facendo parte alla protezione civile, mi ero interessato anni addietro per entrarvi e non sempre il vestiario era a carico dell'associazione e, in alcuni casi, in particolar modo quando l'associazione era comunale, era a carico del volontario. Ovviamente parlo del vestiario/divisa, l'equipaggiamento "tecnico" era fornito dall'associazione la quale comunque può ottenere (quando ci sono) dei finanziamenti regionali/nazionali per l'ammodernamento del parco macchine, nuovi acquisti ect. ect.

La richiesta d'intervento della protezione civile può avvenire anche senza la "chiamata" della regione, ovvero, per chiamata di un "semplice" sindaco e da quello che mi risulta si può richiedere il rimborso della giornata, o delle giornate, nella misura persa (a livello lavorativo) sia se si è dipendenti ma anche se si è lavoratore autonomo (c'è una cifra fissa indipendente dalla reale attività svolta); il rimborso non è a carico del datore di lavoro il quale si limita ad anticiparlo, ovviamente vi sono anche altre tipologie di rimborso ma, sinceramente, l'iter burocratico non l'ho mai approfondito per cui mi limito ad una conoscenza di massima e non mi stupirei che da regione a regione le regole, o certe sfumature, siano diverse.

Pur riconoscendo il valore di un "volontario", per cui tanto di cappello, non sempre queste associazioni sono però esenti da difetti gestionali, alias "soldini buttati", ma sono problemi che, per il mio modesto modo di vedere, non vedono il "volontario" come una figura attiva, in altre parole, non sono dipesi da loro ma bensì da chi è assunto, ovvero stipendiato, nella protezione civile piuttosto che nella croce rossa ..... e quì mi fermo :( ..... perchè esula dal contesto (però, permettetemelo, anche se non riguarda nè la protezione civile nè la croce rossa, mi è rimasto in mente quando ad un pubblico ufficiale che si è avvalso della giornata di riposo perchè aveva donato il sangue il 31 dicembre, alla domanda perchè proprio quel giorno, ha risposto ..... il 31 dicembre è un giorno come un altro per donare il sangue ..... indubbiamente è così ma povera Italia).

Ciao :si:, Gianluca
 
Ultima modifica:
Quella de "La Stampa" è una coraggiosa denuncia perché le prime vittime degli abusi sono i volontari onesti.

E' ipocrita negare che qualsiasi beneficio venga concesso in nome della solidarietà sociale viene poi abusato, dalle esenzioni dei ticket ai permessi per la 104, dai falsi invalidi all'abuso nella pubblica amministrazione di distacchi e permessi sindacali ecc ecc

Perché in italia non solo non esiste il reato di abuso delle agevolazioni in favore degli svantaggiati ma i controlli sono pochi e saltuari, ed i benefici spesso distribuiti in base alle cordate elettorali perché il primo sport nazionale non è il calcio ma il voto di scambio.
 
Nel mio lavoro, sono spesso a stretto contatto con soccorritori alpini, ho amici che militano nel cnsas e non voglio a priori sparare sul mucchio; c'è molta gente che lavora con coscienza, purtroppo, a volte logiche "politiche", portano a volte a scontri con le realtà professioniste del soccorso, come Vigili del Fuoco, Guardia Forestale e Guardia di Finanza.​

Se non ci fossero interessi corporativisti e privati, sono sicuro che si collaborerebbe nell'interesse del cittadino e non si sgomiterebbe per primeggiare sui media.....

Ogni volta che qualcuno "attacca" il soccorso alpino, il presidente nazionale rinfaccia morti e medaglie, onore al merito, ma a me sembra un cambiare argomento; se non ha niente da rimproverarsi e se il lavoro dei suoi volontari è veramente così disinteressato come dice, non dovrebbe nemmeno rispondere a false accuse.

Purtroppo, ho il sospetto che alla faccia dei volontari, quelli veri che lo fanno con il cuore, ci siano anche persone che lo fanno per il portafoglio e che soprattutto, in questi periodi di crisi, sottrarre risorse ai cittadini, è veramente deplorevole, per non dire di peggio......

Se voleste iniziare a capire gli interessi in ballo vi propongo un link, che per me è stato illuminante.

http://www.banff.it/il-soccorso-alpino-ha-unaltra-faccia/

Ancora devo capire, perché molti volontari di soccorso alpino, vedono come fumo negli occhi l'intervento congiunto con i Vigili del Fuoco, o il soccorso della G.D.F. o con i S.A.F. della Forestale, forse hanno paura che la concorrenza rubi loro il lavoro?

Il volontario è pagato e su questo non ci piove, ha la possibilità di assentarsi dal lavoro, per interventi e per addestramenti, pagato, dai fondi I.N.P.S. è la pura e semplice verità, inoltre, per una giornata di servizio ai vari elisoccorsi regionali, viene pagato un gettone di presenza, dalle varie sanità regionali, fino a 350€ al giorno, naturalmente esentasse; inoltre, gli istruttori del C.N.S.A.S. vengono pagati 336 € al giorno.

Se la cosa sia scandalosa o no, lascio al giudizio morale di ognuno, ma negare i fatti non si può, soprattutto trovo vile, trincerarsi dietro morti e medaglie, onore al merito agli eroi, ma non si diventa tutti eroi per spirito di appartenenza, come per fortuna, non si diventa tutti disonesti, per il solo fatto di appartenere ad una corporazione che ha triste nomea o non si è tirchi solo perché Scozzesi o Genovesi.​
 
Purtroppo, come troppo spesso accade in Italia, quando girano molti soldi, qualcuno che se ne approfitta c'è sempre, a discapito di chi lo fa per convinzione e rischia la propria vita per gli altri.

Ed è triste che piuttosto di cercare di provare a mettere a posto le cose ci si nasconda dietro ai morti.

E con tutto il rispetto, parlare di volontariato con quei gettoni di presenza...
 
S

Speleoalp

Guest
...non solo in Italia ;)
Situazioni e motivazioni molto tristi, che poi fanno passare la voglia a quelli "onesti" che si mettono a disposizione per il solo scopo di aiutare chi é in difficoltà.
Non per il proprio tornaconto economico,....


Senza contare che se si fà parte del gruppo di primo intervento, ci si arricchisce proprio...
 
Ultima modifica di un moderatore:
Mi dispiace profondamente per le vittime, soprattutto i bambini innocenti mi toccano il cuore come nessuna cosa nel mondo. Per quando vorrei aiutare vivo veramente in un posto molto lontano. Spero tantissimo che sia una chiamata a tutti gli Italiani dove devono decidere tra patrimoni nazionali e sicurezza nazinale e vita unana. Per quanto sia bello vivere una casa fatta 200 anni fa stile barocco dove viveva mio mio bisnonno e pur no tralasciando la sentimentalità del luogo....trovò indiscutibilmente la sicurezza va al primo posto!
 
Purtroppo cose già viste e sentite con Protezione Civile, Croce Rossa, Croce Verde, ANA etc etc....accanto a chi fa veramente il volontario, poi ci sono molte figure apicali (dirigenti etc) che sistemano i loro comodi e gli interessi propri e di amici
 
Alto Basso