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ciclotore2
Guest
Oggi e' comparsa la notizia che una bambina autistica e' stata esclusa dalle lezioni di educazione fisica. La settimana scorsa si leggeva di un bambino autistico escluso da una gita.
Ho cercato di analizzare la notizia cercando di capire meglio cosa stia accadendo.
Ci sono un bel po di cose da chiarire intorno alla disabilità infantile.
Si può parlare di integrazione scolastica riguardo un cerebroleso grave in stato semi vegetativo?
Davvero un disabile con gravi problemi relazionali dovuti a disturbi psichiatrici come l'autismo possono conseguire l'integrazione nel contesto scolastico di base?
La scuola pubblica emargina i ragazzi con disabilta' intellettive oppure c'è penuria di mezzi e personale specializzato e devono rinunciare a molti progetti?
Perche' i grandi comuni non riuniscono i disabili meno gravi in classi specifiche dove seguire un percorso differenziato e più adatto a loro, considerando i loro limiti attentivi e il fatto che alcuni di loro possono disturbare la lezione, creando una situazione controproducente per tutti?
Io credo che parlare di integrazione significhi adottare degli interventi propedeutici e graduali che interessino i ragazzini e le classi in un lungo percorso di avvicinamento.
Ad ogni modo questo non potrà mai avvenire con questa gestione scolastica.
Ho cercato di analizzare la notizia cercando di capire meglio cosa stia accadendo.
Ci sono un bel po di cose da chiarire intorno alla disabilità infantile.
Si può parlare di integrazione scolastica riguardo un cerebroleso grave in stato semi vegetativo?
Davvero un disabile con gravi problemi relazionali dovuti a disturbi psichiatrici come l'autismo possono conseguire l'integrazione nel contesto scolastico di base?
La scuola pubblica emargina i ragazzi con disabilta' intellettive oppure c'è penuria di mezzi e personale specializzato e devono rinunciare a molti progetti?
Perche' i grandi comuni non riuniscono i disabili meno gravi in classi specifiche dove seguire un percorso differenziato e più adatto a loro, considerando i loro limiti attentivi e il fatto che alcuni di loro possono disturbare la lezione, creando una situazione controproducente per tutti?
Io credo che parlare di integrazione significhi adottare degli interventi propedeutici e graduali che interessino i ragazzini e le classi in un lungo percorso di avvicinamento.
Ad ogni modo questo non potrà mai avvenire con questa gestione scolastica.