Dati
Data: 020/09/2016
Regione e provincia: Piemonte -TO
Località di partenza: Argentera (1.867 m)
Località di arrivo: Argentera
Tempo di percorrenza: 3,5 h + 2,5
Grado di difficoltà: EER (Escursionisti Esperti Ravanatori)
Descrizione delle difficoltà: sfasciumi, mancanza di traccia sicura
Periodo consigliato: estate/autunno
Segnaletica: paletti, tacche gialle, niente
Dislivello in salita: 1.300
Dislivello in discesa: 1.300
Quota massima: 3.028
Accesso stradale: Dopo Sestriere, girare in direzione Sauze di Cesana e poi in direzione Valle Argentera. C'è una barra e un ipotetico pedaggio di 3€, ma non c'era nessuno ad esigerlo. Si percorre la sterrata fino ad Argentera, li si parcheggia.
Descrizione
Lasciata la macchina, non c'è un sentiero evidente ma l'Appenna è visibile in lontananza
Ci si orienta a vista e si sale per pratoni, ogni tanto qualche sparuto paletto.
Verso 2.000 metri la traccia diventa evidente un lungo sentiero in mezzo ai prati in direzione Appenna.
Comunque si sale in maniera decisa, ogni tanto tagliamo dritto per dritto.
Verso 2.500 metri inizia a spuntare qualche pietra.
Saliamo ancora un poco e in lontananza spunta la nostra meta il Barifreddo con la sua cresta feroce.
Saliamo ancora un po' e giungiamo al Col Clapis (2.815 m)
Si vede l'ultimo tratto di sfasciumi che portano in vetta all'Appenna.
L'ultimo strappo e siamo in cima all'Appenna (2.981 m)
2 ore e un quarto per 1.100 d+ , il peperoncino il @kima non lo usa solo negli spaghetti.
Qui finisce il sentiero ed inizia il ravanamento, quello che ci aspetta incute un po' di timore.
All'inizio teniamo il filo di cresta, che è la cosa migliore, non ci sono passaggi difficili.
Arrivati all'intaglio c'è un ometto, qui ci separiamo, io sto a mezza costa e kima tiente la cresta, scopriremo al ritorno che traccia e leggermente (5-6 metri) sotto il filo di cresta.
Si ravana tra sfasciumi infidissimi, si muove tutto, veramente una pena e intanto ci avviciniamo all'ultimo tratto di salita alla vetta, qui ci ricongiungiamo, senza trovare la traccia.
Sopra la nostra testa svolazza un'aquila.
Della traccia non c'è traccia, bisognerebbe tenere la sinistra (lo scopriremo in discesa) e io avanzo troppo e mi trovo anche in qualche passaggio non molto simpatico, che evito al kima, mi ritrovo in un infidissimo canalino di sfasciumi intramezzato da placche ricoperte di pietrisco.
Si intravede comunque la croce di vetta, salgo faticosamente dritto per dritto cercando di non scivolare troppo, e finalmente giungo in vetta.
Mi godo il panorama dopo la faticaccia, 1 ora e un quarto dall'Appenna al Barifreddo.
La Val Germanasca è invasa dalle nuvole.
Nelle altre direzioni ci si gode le cime della Valle Argentera e Troncea.
Dopo un veloce spuntino riprendiamo la via del ritorno
Dall'alto la traccia è evidente e per la verità percorrendo la traccia le difficoltà sono quasi nulle. Ma trovarla all'andata è un'impresa titanica.
Arrivati alla cresta che porta all'Appenna, invece che risalire decidiamo di fare un traverso in discesa per evitare di rifare 200 m d+.
Un'idea veramente geniale
Ci aspetta un infinito traverso su ripidi sfasciumi franosi, dove si scivola un passo si e l'altro pure.
Il traverso mette a dura prova scarpe, piedi e caviglie: un vero massacro.
È veramente infinito, recuperiamo il sentiero a circa 2.500 metri, ci voltiamo indietro e guardiamo la strada fatta.
Col senno di poi era meglio risalire.
Da qui rapidamente torniamo alla macchina.
Che dire, avevo un conto aperto con il Barifreddo e l'ho chiuso , ma è stato un gran ravanamento, fino alla Appenna gita facile quasi da merenderos. Dopo tutta da inventare, trovare la traccia è veramente un'impresa.
Ravanando si rischia di mettersi nei guai.
Consigliato a chi piace ravanare, ama gli sfasciumi e ha un minimo di esperienza alpinistica. Altrimenti cercate altro.
Alla fine bella gita con il solito kima.
Data: 020/09/2016
Regione e provincia: Piemonte -TO
Località di partenza: Argentera (1.867 m)
Località di arrivo: Argentera
Tempo di percorrenza: 3,5 h + 2,5
Grado di difficoltà: EER (Escursionisti Esperti Ravanatori)
Descrizione delle difficoltà: sfasciumi, mancanza di traccia sicura
Periodo consigliato: estate/autunno
Segnaletica: paletti, tacche gialle, niente
Dislivello in salita: 1.300
Dislivello in discesa: 1.300
Quota massima: 3.028
Accesso stradale: Dopo Sestriere, girare in direzione Sauze di Cesana e poi in direzione Valle Argentera. C'è una barra e un ipotetico pedaggio di 3€, ma non c'era nessuno ad esigerlo. Si percorre la sterrata fino ad Argentera, li si parcheggia.
Descrizione
Lasciata la macchina, non c'è un sentiero evidente ma l'Appenna è visibile in lontananza
Ci si orienta a vista e si sale per pratoni, ogni tanto qualche sparuto paletto.
Comunque si sale in maniera decisa, ogni tanto tagliamo dritto per dritto.
Verso 2.500 metri inizia a spuntare qualche pietra.
Saliamo ancora un poco e in lontananza spunta la nostra meta il Barifreddo con la sua cresta feroce.
Saliamo ancora un po' e giungiamo al Col Clapis (2.815 m)
Si vede l'ultimo tratto di sfasciumi che portano in vetta all'Appenna.
L'ultimo strappo e siamo in cima all'Appenna (2.981 m)
2 ore e un quarto per 1.100 d+ , il peperoncino il @kima non lo usa solo negli spaghetti.
Qui finisce il sentiero ed inizia il ravanamento, quello che ci aspetta incute un po' di timore.
All'inizio teniamo il filo di cresta, che è la cosa migliore, non ci sono passaggi difficili.
Arrivati all'intaglio c'è un ometto, qui ci separiamo, io sto a mezza costa e kima tiente la cresta, scopriremo al ritorno che traccia e leggermente (5-6 metri) sotto il filo di cresta.
Si ravana tra sfasciumi infidissimi, si muove tutto, veramente una pena e intanto ci avviciniamo all'ultimo tratto di salita alla vetta, qui ci ricongiungiamo, senza trovare la traccia.
Sopra la nostra testa svolazza un'aquila.
Della traccia non c'è traccia, bisognerebbe tenere la sinistra (lo scopriremo in discesa) e io avanzo troppo e mi trovo anche in qualche passaggio non molto simpatico, che evito al kima, mi ritrovo in un infidissimo canalino di sfasciumi intramezzato da placche ricoperte di pietrisco.
Si intravede comunque la croce di vetta, salgo faticosamente dritto per dritto cercando di non scivolare troppo, e finalmente giungo in vetta.
Mi godo il panorama dopo la faticaccia, 1 ora e un quarto dall'Appenna al Barifreddo.
La Val Germanasca è invasa dalle nuvole.
Nelle altre direzioni ci si gode le cime della Valle Argentera e Troncea.
Dopo un veloce spuntino riprendiamo la via del ritorno
Dall'alto la traccia è evidente e per la verità percorrendo la traccia le difficoltà sono quasi nulle. Ma trovarla all'andata è un'impresa titanica.
Arrivati alla cresta che porta all'Appenna, invece che risalire decidiamo di fare un traverso in discesa per evitare di rifare 200 m d+.
Un'idea veramente geniale
Ci aspetta un infinito traverso su ripidi sfasciumi franosi, dove si scivola un passo si e l'altro pure.
Il traverso mette a dura prova scarpe, piedi e caviglie: un vero massacro.
È veramente infinito, recuperiamo il sentiero a circa 2.500 metri, ci voltiamo indietro e guardiamo la strada fatta.
Col senno di poi era meglio risalire.
Da qui rapidamente torniamo alla macchina.
Che dire, avevo un conto aperto con il Barifreddo e l'ho chiuso , ma è stato un gran ravanamento, fino alla Appenna gita facile quasi da merenderos. Dopo tutta da inventare, trovare la traccia è veramente un'impresa.
Ravanando si rischia di mettersi nei guai.
Consigliato a chi piace ravanare, ama gli sfasciumi e ha un minimo di esperienza alpinistica. Altrimenti cercate altro.
Alla fine bella gita con il solito kima.
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