- Parchi del Lazio
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- Riserva Naturale Montagne della Duchessa
Data: 24-25/05/2025
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Cartore
Località di arrivo: Lago della Duchessa e Monte Murolungo
Tempo di percorrenza: 2 giorni
Chilometri: 15
Grado di difficoltà: nessuna
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato: primavera, estate , autunno
Segnaletica: altalenante
Dislivello in salita: 1.357
Dislivello in discesa: 1.357
Quota massima: 2.184
Accesso stradale: Strada asfaltata fino a Cartore
Descrizione
Ad un certo punto della mia “vita escursionistica”, fatta unicamente di uscite “in giornata”, ho deciso di cambiare approccio e di sperimentare la permanenza in montagna con pernotto (bivacco), e questo per non abbandonare i luoghi come sempre, e per risvegliarmi negli stessi. Per vivere quindi per la prima volta dei momenti diversi, per trovarmi in posti diversi nell’ora del tramonto e dell’alba.
Un settore per me totalmente nuovo, con mille incognite tutte da scoprire e sperimentare.
Non ho neanche ben chiaro quale sia stato il momento preciso in cui mi è venuta questa fissa, ne se sia stato qualcosa di fulmineo o qualcosa che è maturato piano piano nel corso dei mesi, ma sta di fatto che senza rendermene conto mi sono ritrovato ad annaspare per capire quale tenda comprare.
Non nascondo che tutto il processo sia durato mesi; ho letto mille recensioni e mille discorsi su tende, sacchi a pelo e materassini, soppesando ogni dettaglio, e dopo aver effettuato questa prima prova sul campo, sono soddisfatto degli acquisti fatti.
Una volta completata l’attrezzatura (tenda, sacco a pelo, materassino, zaino), non avevo scuse per cui ho affrontato la mia prima uscita che, a causa delle innumerevoli incertezze, non poteva che essere in solitaria. Lo zaino completo di quasi tutto, pesava 11,50 kg, senza acqua, perché se no finiva almeno a 13,50. Questo era già il primo punto interrogativo: quanti passi sarei riuscito a fare con uno zaino cosi? 10 metri? La scelta di partire solo con una bottiglietta da 0,66 l, si basava sulla scommessa (altra incertezza) di trovare acqua con cui riempire le bottiglie in zona Le Caparnie. Secondo notizie reperite sul web, esiste appena sopra Le Caparnie, la Fonte Salomone. Di più, da tale fonte, è stata creata una diramazione che porta l’acqua nei pressi di uno dei rifugi. Dunque il mio primo obiettivo della giornata era trovare l’acqua. Come in un videogioco, avrei dovuto sbloccare il primo livello, per poter accedere ai livelli successivi. Una volta arrivato in zona, ho trovato subito un tubo in gomma verde anonimo da cui fuoriusciva acqua. Non ho esitato ed ho fatto il pieno di acqua (4 x 0,66 = 2,64 l.). Il secondo livello era rimanere asciutti superando la pioggia prevista per il pomeriggio, quindi con uno zaino ora di 13 kg, ho raggiunto il vicino Lago Della Duchessa, ed ho montato in fretta la tenda sotto un cielo a dir poco minaccioso (Campo Base, quota m 1.797).
Alle 13:15 la tenda era montata e dopo pochi minuti hanno iniziato a cadere le prime gocce, ma nessun diluvio, la pioggia (leggera) sarà durata 5-10 minuti. Ho comunque passato il resto della giornata tra dentro e fuori la tenda, sperimentando anche la comodità del materassino, nonostante il suo ridotto spessore (5cm). Ovviamente non avendo nulla da fare, ho anticipato la cena preparandomi un risotto ai funghi porcini di una nota marca (valore Yuka 66, non male!), grazie al mio collaudato set cottura che prevede un fornello ad alcool (made by Paiolo), supporto artigianale e una pentola di acciaio. L’acqua che sembrava tanta (2,64) si è ben presto rivelata insufficiente, considerando la cottura del riso (500 ml), la colazione del giorno seguente (400 ml di te), il minestrone (750 ml) gia si arriva a 1650 ml, per cui il residuo da bere per due giorni scende a meno di 1 litro. Questo è l’aspetto più delicato, e sarà quello che determinerà le mie prossime uscite, che per giunta saranno tutte in periodi molto più caldi. Il giorno dopo, domenica, con un cielo finalmente azzurro, mi sono preparato un te (tiepido) ed ho affrontato la riduzione di volume del sacco a pelo (facile) , lo sgonfiaggio del materassino (difficile, ho incredibilmente dovuto aiutarmi con un coltellino per aprire i tappi) e lo smontaggio della tenda (facile, l’ho accartocciata dentro allo zaino, grazie alle sue dimensioni generose; col vento presente, di per se non molto forte ma sufficiente a rendere impossibile la piegatura ordinata dei teli della tenda.). Prima di tutto cio, ho avuto modo di decidere sul da farsi, considerando che una delle caratteristiche di trovarsi al lago Della Duchessa, è che da li è possibile andare in ogni direzione: Cima Zis e M. Morrone, Punta dell’Uccettu, Cimata di Macchia Triste, M. Murolungo.
In realtà, sono già soddisfatto così, non devo dimostrare niente a nessuno se non a me stesso, e soprattutto non devo esagerare. Il carico sulle spalle rimane ragguardevole e tra le varie opzioni scelgo il Murolungo, anche un po' per giustificare la due giorni. Risco a muovermi per le ore 08:00 ed a raggiungere la vetta dopo due ore. Tanto? Poco? Non saprei, ma non importa. In questa modalità, i tempi si dilatano, l’importante è procedere. Lungo la salita, incontro 4 ragazzi che vanno nella mia direzione, li rincontro in vetta. Sono boyscout che hanno dormito al Rifugio Panei, dove sono arrivati sabato sera alle 21:30 a causa di qualche problema con la strada. Stimo insieme qualche minuto, poi prendiamo direzioni opposte. Loro ripercorrono il sentiero dell’andata, io procedo sulla cresta del Murolungo, per chiudere l’anello. Ho tutto il giorno, nessuna fretta. Considerando che il mio anello si ricollega al sentiero dell’andata all’altezza delle Caparnie, decido di riprendere acqua e di fermarmi al Panei per pranzo. Ma la bella giornata di sole ha smosso decine di escursionisti, che riempiono il sentiero in direzione del lago e saturano il Rifugio, per cui procedo in discesa di 100 metri ed accosto sotto un grande albero sulla sinistra, dove mi preparo un orribile minestrone. A fine pranzo, riprendo la via del ritorno, che mi sembra infinita e faticosa. Il bilancio complessivo è positivo, l’esperienza utile e necessaria per poter affrontare le prossime uscite con una base di certezze. Alcune domande non hanno avuto risposta: da martedì, ho avuto i muscoli delle gambe doloranti per due giorni. Sono quei tipici dolori da sforzo fisico, che non mi sono mai venuti anche con escursioni ben più lunghe e con maggiore dislivello. Dunque perché ora si? Colpa del peso dello zaino? Colpa del fatto che ho ricamminato il secondo giorno?
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Cartore
Località di arrivo: Lago della Duchessa e Monte Murolungo
Tempo di percorrenza: 2 giorni
Chilometri: 15
Grado di difficoltà: nessuna
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato: primavera, estate , autunno
Segnaletica: altalenante
Dislivello in salita: 1.357
Dislivello in discesa: 1.357
Quota massima: 2.184
Accesso stradale: Strada asfaltata fino a Cartore
Descrizione
Ad un certo punto della mia “vita escursionistica”, fatta unicamente di uscite “in giornata”, ho deciso di cambiare approccio e di sperimentare la permanenza in montagna con pernotto (bivacco), e questo per non abbandonare i luoghi come sempre, e per risvegliarmi negli stessi. Per vivere quindi per la prima volta dei momenti diversi, per trovarmi in posti diversi nell’ora del tramonto e dell’alba.
Un settore per me totalmente nuovo, con mille incognite tutte da scoprire e sperimentare.
Non ho neanche ben chiaro quale sia stato il momento preciso in cui mi è venuta questa fissa, ne se sia stato qualcosa di fulmineo o qualcosa che è maturato piano piano nel corso dei mesi, ma sta di fatto che senza rendermene conto mi sono ritrovato ad annaspare per capire quale tenda comprare.
Non nascondo che tutto il processo sia durato mesi; ho letto mille recensioni e mille discorsi su tende, sacchi a pelo e materassini, soppesando ogni dettaglio, e dopo aver effettuato questa prima prova sul campo, sono soddisfatto degli acquisti fatti.
Una volta completata l’attrezzatura (tenda, sacco a pelo, materassino, zaino), non avevo scuse per cui ho affrontato la mia prima uscita che, a causa delle innumerevoli incertezze, non poteva che essere in solitaria. Lo zaino completo di quasi tutto, pesava 11,50 kg, senza acqua, perché se no finiva almeno a 13,50. Questo era già il primo punto interrogativo: quanti passi sarei riuscito a fare con uno zaino cosi? 10 metri? La scelta di partire solo con una bottiglietta da 0,66 l, si basava sulla scommessa (altra incertezza) di trovare acqua con cui riempire le bottiglie in zona Le Caparnie. Secondo notizie reperite sul web, esiste appena sopra Le Caparnie, la Fonte Salomone. Di più, da tale fonte, è stata creata una diramazione che porta l’acqua nei pressi di uno dei rifugi. Dunque il mio primo obiettivo della giornata era trovare l’acqua. Come in un videogioco, avrei dovuto sbloccare il primo livello, per poter accedere ai livelli successivi. Una volta arrivato in zona, ho trovato subito un tubo in gomma verde anonimo da cui fuoriusciva acqua. Non ho esitato ed ho fatto il pieno di acqua (4 x 0,66 = 2,64 l.). Il secondo livello era rimanere asciutti superando la pioggia prevista per il pomeriggio, quindi con uno zaino ora di 13 kg, ho raggiunto il vicino Lago Della Duchessa, ed ho montato in fretta la tenda sotto un cielo a dir poco minaccioso (Campo Base, quota m 1.797).
Alle 13:15 la tenda era montata e dopo pochi minuti hanno iniziato a cadere le prime gocce, ma nessun diluvio, la pioggia (leggera) sarà durata 5-10 minuti. Ho comunque passato il resto della giornata tra dentro e fuori la tenda, sperimentando anche la comodità del materassino, nonostante il suo ridotto spessore (5cm). Ovviamente non avendo nulla da fare, ho anticipato la cena preparandomi un risotto ai funghi porcini di una nota marca (valore Yuka 66, non male!), grazie al mio collaudato set cottura che prevede un fornello ad alcool (made by Paiolo), supporto artigianale e una pentola di acciaio. L’acqua che sembrava tanta (2,64) si è ben presto rivelata insufficiente, considerando la cottura del riso (500 ml), la colazione del giorno seguente (400 ml di te), il minestrone (750 ml) gia si arriva a 1650 ml, per cui il residuo da bere per due giorni scende a meno di 1 litro. Questo è l’aspetto più delicato, e sarà quello che determinerà le mie prossime uscite, che per giunta saranno tutte in periodi molto più caldi. Il giorno dopo, domenica, con un cielo finalmente azzurro, mi sono preparato un te (tiepido) ed ho affrontato la riduzione di volume del sacco a pelo (facile) , lo sgonfiaggio del materassino (difficile, ho incredibilmente dovuto aiutarmi con un coltellino per aprire i tappi) e lo smontaggio della tenda (facile, l’ho accartocciata dentro allo zaino, grazie alle sue dimensioni generose; col vento presente, di per se non molto forte ma sufficiente a rendere impossibile la piegatura ordinata dei teli della tenda.). Prima di tutto cio, ho avuto modo di decidere sul da farsi, considerando che una delle caratteristiche di trovarsi al lago Della Duchessa, è che da li è possibile andare in ogni direzione: Cima Zis e M. Morrone, Punta dell’Uccettu, Cimata di Macchia Triste, M. Murolungo.
In realtà, sono già soddisfatto così, non devo dimostrare niente a nessuno se non a me stesso, e soprattutto non devo esagerare. Il carico sulle spalle rimane ragguardevole e tra le varie opzioni scelgo il Murolungo, anche un po' per giustificare la due giorni. Risco a muovermi per le ore 08:00 ed a raggiungere la vetta dopo due ore. Tanto? Poco? Non saprei, ma non importa. In questa modalità, i tempi si dilatano, l’importante è procedere. Lungo la salita, incontro 4 ragazzi che vanno nella mia direzione, li rincontro in vetta. Sono boyscout che hanno dormito al Rifugio Panei, dove sono arrivati sabato sera alle 21:30 a causa di qualche problema con la strada. Stimo insieme qualche minuto, poi prendiamo direzioni opposte. Loro ripercorrono il sentiero dell’andata, io procedo sulla cresta del Murolungo, per chiudere l’anello. Ho tutto il giorno, nessuna fretta. Considerando che il mio anello si ricollega al sentiero dell’andata all’altezza delle Caparnie, decido di riprendere acqua e di fermarmi al Panei per pranzo. Ma la bella giornata di sole ha smosso decine di escursionisti, che riempiono il sentiero in direzione del lago e saturano il Rifugio, per cui procedo in discesa di 100 metri ed accosto sotto un grande albero sulla sinistra, dove mi preparo un orribile minestrone. A fine pranzo, riprendo la via del ritorno, che mi sembra infinita e faticosa. Il bilancio complessivo è positivo, l’esperienza utile e necessaria per poter affrontare le prossime uscite con una base di certezze. Alcune domande non hanno avuto risposta: da martedì, ho avuto i muscoli delle gambe doloranti per due giorni. Sono quei tipici dolori da sforzo fisico, che non mi sono mai venuti anche con escursioni ben più lunghe e con maggiore dislivello. Dunque perché ora si? Colpa del peso dello zaino? Colpa del fatto che ho ricamminato il secondo giorno?
Allegati
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