i cani in generale
se le regole valgono in generale, poi ci sono i casi singoli. Avendo sempre avuto cani ho imparato a fare una distinzione fondamentale : il capobranco e il gregario. Il capobranco fa il suo mestiere di capo che gli appartiene per indole soprattutto (non per niente i cacciatori "studiano" che tipo di cane hanno..), il gregario invece cerca sempre un padrone, una mano, una carezza. Poi ci sono le taglie diverse e anche se funziona molto tra loro la regola "mi butto a pancia sù e mi arrendo" non sempre funziona anche grazie a padroni che insegnano più ad attaccare che difendere. Poi ci sono le simpatie personali e l'età del cane che invecchiando non vuole avere fastidi o vuole avere fastidi più di prima oppure è vecchio e malato e gli altri cani lo capiscono immediatamente e noi no e lo andiamo ad accarezzare sull'artrosi. Anche aiutare un cane ferito o in pericolo è un problema e bisogna partire non con la nostra testa ma con la loro che sono molto più semplici di noi e non vanno presi in braccio e coccolati chiedendo loro cosa si sono fatti. Se si può seguire una regola in linea di massima è proprio quella di non dimostrare paura (meglio non averla effettivamente) anche se è difficile, essere decisi, ma è l'unica cosa in caso di reale difficoltà, che può essere d'aiuto, e senza entrare troppo in tensione come dovesse scoppiare una mina. Un esperienza personale è proprio il non indietreggiare (m'incazzo mentalmente in modo inglese..), sono io che ho il diritto di passaggio devo pensarlo, sentirlo e glielo trasmetterò, ma comunque devo rispettare la proprietà per cui, non mi sognerei mai di entrare consapevolmente dov'è un branco di pecore senza pastore e con un maremmano, se mi ci trovo, mi preparo a tirare dritto e svicolare, e a difendermi per quel che posso, ma non torno indietro.