Breve presentazione

Carissimi,
qui Pierre da Cuneo.
Ho 40 anni e fin da bambino sono stato legato all'avventura: correre in un prato delimitato da righe bianche prendendo a calci una sfera di gomma? Per carità. Nuotare avanti e indietro in una pozza d'acqua seguendo strisce nere sul fondo? Anche no. Compiere movimenti ripetitivi in uno stanzino attaccato ad una macchina con la radio a tutto volume? No, grazie.
Sia chiaro, dico ciò con il massimo rispetto per chi ama queste attività, consapevole di far parte di una netta minoranza.

Preferivo giocare nei boschi o camminare in montagna con i pochi amici che condividevano la mia sensibilità.

Verso i 18 anni scalai la Bisalta, la più cuneese delle montagne. Fu una folgorazione. La propria attività di elezione è come una donna: occorre incontrare quella giusta. Da lì infatti, e per molti anni, fu passione bruciante per le vette, in tutte le condizioni fin su Monviso, Monte Bianco, Gran Paradiso, Monte Rosa, Cervino, Pelvoux, Barre des Ecrins e tante altre... e poi cascate di ghiaccio, pareti rocciose su Corno Stella e Rocca Castello, creste di roccia marcia o sanissima... tutto era una sfida e una collezione e nulla mi faceva amare di più la vita. Eravamo quattro assatanati.
Vennero poi tempi duri, soprattutto a causa di guai lavorativi. Fu necessario per me concentrare le energie per sopravvivere e rinunciare ai monti. Era certamente un arrivederci, ma piansi lo stesso lacrime amare.

Con tenacia ho continuato a lottare, così come le montagne mi avevano insegnato: ho imparato più cose nella fatica e nel gelo delle gole ombrose che all'Università, malgrado i buoni voti.
Alla fine ho risalito la china e ora, con mio figlio di sei anni, pur se invecchiato e malandato fisicamente, sono tornato ad andare regolarmente in montagna. Per ora è solo qualche rifugio, qualche lago, qualche cimetta... ma quello che importa è la regolarità e fare progetti per il futuro. Ora il piccolo vuole a tutti i costi che ci compriamo la tenda, per andare a vedere le stelle e poter salire in punta sul fare dell'alba, mentre io ho preso ad approfondire la sopravvivenza, per essere sempre pronto all'emergenza in montagna come nel mondo turbolento degli uomini.
Ed e così che siamo arrivati qui.
Ciao a tutti.
 
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Carissimi,
qui Pierre da Cuneo.
Ho 40 anni e fin da bambino sono stato legato all'avventura: correre in un prato delimitato da righe bianche prendendo a calci una sfera di gomma? Per carità. Nuotare avanti e indietro in una pozza d'acqua seguendo strisce nere sul fondo? Anche no. Compiere movimenti ripetitivi in uno stanzino attaccato ad una macchina con la radio a tutto volume? No, grazie.
Sia chiaro, dico ciò con il massimo rispetto per chi ama queste attività, consapevole di far parte di una netta minoranza.

Preferivo giocare nei boschi o camminare in montagna con i pochi amici che condividevano la mia sensibilità.

Verso i 18 anni scalai la Bisalta, la più cuneese delle montagne. Fu una folgorazione. La propria attività di elezione è come una donna: occorre incontrare quella giusta. Da lì infatti, e per molti anni, fu passione bruciante per le vette, in tutte le condizioni fin su Monviso, Monte Bianco, Gran Paradiso, Monte Rosa, Cervino, Pelvoux, Barre des Ecrins e tante altre... e poi cascate di ghiaccio, pareti rocciose su Corno Stella e Rocca Castello, creste di roccia marcia o sanissima... tutto era una sfida e una collezione e nulla mi faceva amare di più la vita. Eravamo quattro assatanati.
Vennero poi tempi duri, soprattutto a causa di guai lavorativi. Fu necessario per me concentrare le energie per sopravvivere e rinunciare ai monti. Era certamente un arrivederci, ma piansi lo stesso lacrime amare.

Con tenacia ho continuato a lottare, così come le montagne mi avevano insegnato: ho imparato più cose nella fatica e nel gelo delle gole ombrose che all'Università, malgrado i buoni voti.
Alla fine ho risalito la china e ora, con mio figlio di sei anni, pur se invecchiato e malandato fisicamente, sono tornato ad andare regolarmente in montagna. Per ora è solo qualche rifugio, qualche lago, qualche cimetta... ma quello che importa è la regolarità e fare progetti per il futuro. Ora il piccolo vuole a tutti i costi che ci compriamo la tenda, per andare a vedere le stelle e poter salire in punta sul fare dell'alba, mentre io ho preso ad approfondire la sopravvivenza, per essere sempre pronto all'emergenza in montagna come nel mondo turbolento degli uomini.
Ed e così che siamo arrivati qui.
Ciao a tutti.
A 40 anni sei nel periodo d’oro, l’esperienza che hai accumulato valgono di più di quelle due pause in salita. Più che altro a me capita che se vado da solo in montagna sono spericolato, se vado con mia figlia o i miei nipoti divento iper prudente, facendo il guastafeste al loro senso dell’avventura. Sento troppo il peso della responsabilità, comunque benvenuto Pierre.
 
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