Ciao Gentagliaaaaa! 
E’ davvero molto tempo che non mi appresto a scrivere un report di qualche uscita, ma complice anche @Wombat eccomi quà.
Lo scorso weekend, con un pò di amici, ho trascorso due giorni davvero belli e rilassanti, fra risate ed attività varie, così ho deciso di condividere con voi alcune foto di questa scorribanda boschiva.
La sera prima lo zaino è pronto, mi aspettavo qualche grado sopra lo zero per la notte, ed ho optato per combinare il mio helikon tex swagman roll in modalità sacco a pelo estivo, e la mia vecchia coperta militare di lana, così che quest’ultima, sistemata esternamente, mi avrebbe protetto tanto dal vento quanto soprattutto dall’umidità.
Si parte alla buon ora, punto di ritrovo con alcuni dei ragazzi (altri ci raggiungeranno in seguito), e si va, alla volta del bosco!
Passo felpato, qualche chiacchiera durante la breve marcia, ma l’impressione che ho è che ognuno di noi non veda l’ora di immergersi sotto le verdi fronde della foresta di abeti, lasciandosi alle spalle I paesaggi caleidoscopici delle foreste miste in pieno foliage.
Infatti sono le mie narici ad avvisarmi per prime, la resina ed il suo profumo inconfondibile mi eccitano, e finalmente si arriva al campo.
Siamo una decina o poco più, ed altri 3 amici ci raggiungeranno nelle prossime ore, da chi è al mio fianco da anni si alternano amici con un pò di notti in meno trascorsi nel bosco, fino a qualche ragazzo che si sta affacciando da poco al mondo del bushcraft.
Decido così di dividerci in alcuni gruppi per diverse attività, ma la priorità, come sempre, è preparare I bivacchi per la notte.
Ne approfitto per mostrare, assieme al mio amico Andrea, un po' di diversi setup e le loro peculiarità.
Andrea svuota lo zaino e ne mostra/spiega il contenuto. Sembra un attività banale ma è davvero didattica per chi è meno pratico.
C’è già chi freme per tirare un pò con l’arco, ma per quello c’è tempo..
Seconda priorità, legna per il fuoco.
Luca seziona alcuni pali col suo tomahawk
Io utilizzo la mia hultafors hunting axe, per campi invernali la trovo insostituibile, davvero versatile e funzionale.
Mi faccio dare il cambio da Enrico…
Ma solo per provare un po' un wander tactical Uro rubato ad un amico
Via via la legna va sezionata sempre più sottile, dato che a breve si farà un po' di pratica nell’accensione del fuoco, ed ognuno ne avrà bisogno.
Sempre un bel momento per testare lame..
Inutile negarlo, quando si fa legna accette e coltelli sono divertenti da usare, ma la regina è sempre lei.
E’ l’ora di accendere un alcuni fuochi
La tecnica del one stick fire è quella che prediligo, si utilizza un singolo ramo da convertire in esca, nel mio caso creo dei riccioli (feather stick) da innescare con l’acciarino, per questa dimostrazione ho chiesto il coltello ad un amico, Francesco Antonino alias FraXknives, un giovane artigiano di Rimini, che forgia bellissimi coltelli, utilizzo il kraken, un camp knife grande e cattivo quando serve, ma anche capace di far risaltare le sue ottime doti di taglio
Tocca anche ai ragazzi, che uno dopo l’altro accendono il proprio fuoco
C’è tempo anche per giocare con un po' di fatwood e corteccia di betulla
Raggiungo Luca che, con qualche altro amico al seguito, è andato a fare legna, cercando lunghi pali per realizzare una struttura sopraelevata.
Non mi importa se ti chiami Mike Tyson o Papa Francesco, se mi sbatti il culo davanti te lo schiaffeggio!
Iniziano I lavori per realizzare un bivacco sopraelevato, a circa un metro e venti da terra.
Si fa sera molto presto, e gettando l’occhio fuori dal bosco, la natura ci dona un tramonto da togliere il fiato e, probabilmente, è lo stesso che sta guardando @Wombat , qualche vallata più in là..
Raggiungo Andrea che sta raccogliendo alcune erbe per l’infuso, assieme raccogliamo menta, melissa, pulmonaria, achillea, malva, e non ricordo che altro…
Si da inizio alla cena, Bruce fa partire una bella torcia svedese per cuocere delle castagne
Aah...adoro questa fase delle uscite, dove da ogni zaino non sai che ne uscirà, ma sai che la fame, il miglior condimento che si può trovare nel bosco, renderà tutto buono e saporito!
Cuocio la mia carne poggiandola direttamente sulle braci
Luca taglia la sua picanha, uno spettacolo!
Poi tutti a dormire, la notte è stata molto più calda di come avevo previsto, la minima ha segnato 7 gradi, credo che nessuno abbia avuto freddo.
Mattina con cielo coperto ed un po' di nebbia, si seziona un po' di legna fatta il giorno prima, Luca utilizza 3 bastoncini per sostenere I rametti che accende con un fiammifero.
Un particolare dello zaino di Luca, foto fatta in tarda mattina, per farvi capire che per stare bene in natura, anche in inverno, non c’è bisogno di portarsi chissà cosa..
Bene, ricominciamo a divertirci con un po' di attività.
La typha latifolia (o coda di gatto, stiancia, mazzasorda etc etc) è una delle mie piante preferite, dai mille e mille usi
Ne chiacchieriamo un po', accendiamo con una scintilla le infiorescenze finissime, utili anche come materiale isolante
Assaggiamo un po' di rizomi e intrecciamo qualche metro di corda con le foglie (se ne vede un po' nella foto sopra)
L’utilità della typha è enorme e molte cose sono state dette, ma non è solamente una pianta salva vita..
La sera prima, davanti al fuoco, ho fatto una bambola di typha, tipica dei nativi americani
E’ piaciuta particolarmente, così, con Alessia, Federica ed Ylenia, ci siamo cimentati anche in questo divertente passatempo.
Basta creare una base, moto semplice, e poi aggiungere dettagli…
C’è la mia donnina con grembiule e scopa, un samurai, un bambino, una contadina con braccia conserte, ed una ballerina.
E’ possibile aggiungere dettagli solo con la fantasia, qui sotto, Alessia ha aggiunto dei capelli rosa alla sua ballerina con un fiore, mentre Ylenia un bel mazzo di fiori
Ora si può tirare con l’arco…
Ma non solo.
Raccogliamo un po' di vitalba ed iniziamo ad intrecciare un cesto improvvisato.
Creato il telaio, si procede ad intrecciare la vitalba più sottile e flessibile.
Chiudiamo il manico con delle fibre intrecciate di typha
Il lavoro ultimato è davvero davvero improvvisato, sarebbe stato necessario selezionare meglio la materia prima, decorticarla, farla esiccare e tenerla a bagno prima dell’utilizzo...ma anche questi lavori improvvisati senza alcuna preparazione mi piacciono comunque, purché il risultato finale sia funzionale, ed il cesto, nonostante un po' troppo pesante a causa della vitalba verde, era funzionale.
Proseguono I lavori per il bivacco rialzato, ma trovare I pali del giusto diametro e giusta lunghezza non è facile.
Lo abbiamo lasciato a metà, lo ultimeremo prossimamente.
Un minimo di nozioni di primo soccorso, qui l’applicazione di un tourniquet.
Luca ha preparato un altra piccola torcia svedese
Non solo cucchiai e spiriti dei boschi, Bruce si è divertito ad intagliare un plug-in
Anch’io ho giocato un pochino col mio Rewilder (QUI c'è la recensione), qui stavo facendo uno spirito dei boschi lasciato poi a metà
La Domenica mattina è sempre un bel momento dove si gode di tanto relax e convivialità, e noi di certo non ci facciamo mancare questi momenti..
Come di consueto, la foto di gruppo è questa:
Ma, lentamente, c’è chi saluta e si avvia verso casa, pian piano gli oggetti lasciati qua e là vengono raccolti e rimessi negli zaini, il campo si ripulisce…
Restiamo in 5 per un oretta, tergiversiamo per rientrare, ma la pioggia ci sprona ad andare..
un ultimo selfie.
Fissiamo in alto il cesto in vitalba con dentro il plug-in ed un mega dildo, chissà se qualcuno lo troverà e si impegnerà per tirarlo giù immaginando di trovarci chissà quale tesoro, e chissà che faccia avrà nello scoprire il contenuto!


Poi è davvero ora di andare, sollevo il mio Savotta e me lo carico in spalla, stringo le cinghie, alzo il cappuccio della mia swanndri bush shirt per ripararmi dalla pioggia (recensione QUI), saluto il mio amato bosco con un deciso arrivederci, e ci muoviamo alla volta delle macchine.
Disintossicante, rilassante, drenante, purificante...per me vivere il bosco in questo modo è tutto questo e molto di più, una buona medicina appunto, e credetemi, non ha effetti collaterali (a parte un pò di dipendenza!)
(Le attività sono state svolte in un area privata, col permesso dei proprietari, il fuoco ben circoscritto ed utilizzato solo per cucinare, e con una o più persone a vigilarlo in ogni momento. Non sono state tagliate piante verdi o senza il permesso dei proprietari)
E’ davvero molto tempo che non mi appresto a scrivere un report di qualche uscita, ma complice anche @Wombat eccomi quà.
Lo scorso weekend, con un pò di amici, ho trascorso due giorni davvero belli e rilassanti, fra risate ed attività varie, così ho deciso di condividere con voi alcune foto di questa scorribanda boschiva.
La sera prima lo zaino è pronto, mi aspettavo qualche grado sopra lo zero per la notte, ed ho optato per combinare il mio helikon tex swagman roll in modalità sacco a pelo estivo, e la mia vecchia coperta militare di lana, così che quest’ultima, sistemata esternamente, mi avrebbe protetto tanto dal vento quanto soprattutto dall’umidità.
Si parte alla buon ora, punto di ritrovo con alcuni dei ragazzi (altri ci raggiungeranno in seguito), e si va, alla volta del bosco!
Passo felpato, qualche chiacchiera durante la breve marcia, ma l’impressione che ho è che ognuno di noi non veda l’ora di immergersi sotto le verdi fronde della foresta di abeti, lasciandosi alle spalle I paesaggi caleidoscopici delle foreste miste in pieno foliage.
Infatti sono le mie narici ad avvisarmi per prime, la resina ed il suo profumo inconfondibile mi eccitano, e finalmente si arriva al campo.
Siamo una decina o poco più, ed altri 3 amici ci raggiungeranno nelle prossime ore, da chi è al mio fianco da anni si alternano amici con un pò di notti in meno trascorsi nel bosco, fino a qualche ragazzo che si sta affacciando da poco al mondo del bushcraft.
Decido così di dividerci in alcuni gruppi per diverse attività, ma la priorità, come sempre, è preparare I bivacchi per la notte.
Ne approfitto per mostrare, assieme al mio amico Andrea, un po' di diversi setup e le loro peculiarità.
Andrea svuota lo zaino e ne mostra/spiega il contenuto. Sembra un attività banale ma è davvero didattica per chi è meno pratico.
C’è già chi freme per tirare un pò con l’arco, ma per quello c’è tempo..
Seconda priorità, legna per il fuoco.
Luca seziona alcuni pali col suo tomahawk
Io utilizzo la mia hultafors hunting axe, per campi invernali la trovo insostituibile, davvero versatile e funzionale.
Mi faccio dare il cambio da Enrico…
Ma solo per provare un po' un wander tactical Uro rubato ad un amico

Via via la legna va sezionata sempre più sottile, dato che a breve si farà un po' di pratica nell’accensione del fuoco, ed ognuno ne avrà bisogno.
Sempre un bel momento per testare lame..
Inutile negarlo, quando si fa legna accette e coltelli sono divertenti da usare, ma la regina è sempre lei.
E’ l’ora di accendere un alcuni fuochi
La tecnica del one stick fire è quella che prediligo, si utilizza un singolo ramo da convertire in esca, nel mio caso creo dei riccioli (feather stick) da innescare con l’acciarino, per questa dimostrazione ho chiesto il coltello ad un amico, Francesco Antonino alias FraXknives, un giovane artigiano di Rimini, che forgia bellissimi coltelli, utilizzo il kraken, un camp knife grande e cattivo quando serve, ma anche capace di far risaltare le sue ottime doti di taglio
Tocca anche ai ragazzi, che uno dopo l’altro accendono il proprio fuoco
C’è tempo anche per giocare con un po' di fatwood e corteccia di betulla
Raggiungo Luca che, con qualche altro amico al seguito, è andato a fare legna, cercando lunghi pali per realizzare una struttura sopraelevata.
Non mi importa se ti chiami Mike Tyson o Papa Francesco, se mi sbatti il culo davanti te lo schiaffeggio!
Iniziano I lavori per realizzare un bivacco sopraelevato, a circa un metro e venti da terra.
Si fa sera molto presto, e gettando l’occhio fuori dal bosco, la natura ci dona un tramonto da togliere il fiato e, probabilmente, è lo stesso che sta guardando @Wombat , qualche vallata più in là..
Raggiungo Andrea che sta raccogliendo alcune erbe per l’infuso, assieme raccogliamo menta, melissa, pulmonaria, achillea, malva, e non ricordo che altro…
Si da inizio alla cena, Bruce fa partire una bella torcia svedese per cuocere delle castagne
Aah...adoro questa fase delle uscite, dove da ogni zaino non sai che ne uscirà, ma sai che la fame, il miglior condimento che si può trovare nel bosco, renderà tutto buono e saporito!
Cuocio la mia carne poggiandola direttamente sulle braci
Luca taglia la sua picanha, uno spettacolo!
Poi tutti a dormire, la notte è stata molto più calda di come avevo previsto, la minima ha segnato 7 gradi, credo che nessuno abbia avuto freddo.
Mattina con cielo coperto ed un po' di nebbia, si seziona un po' di legna fatta il giorno prima, Luca utilizza 3 bastoncini per sostenere I rametti che accende con un fiammifero.
Un particolare dello zaino di Luca, foto fatta in tarda mattina, per farvi capire che per stare bene in natura, anche in inverno, non c’è bisogno di portarsi chissà cosa..
Bene, ricominciamo a divertirci con un po' di attività.
La typha latifolia (o coda di gatto, stiancia, mazzasorda etc etc) è una delle mie piante preferite, dai mille e mille usi
Ne chiacchieriamo un po', accendiamo con una scintilla le infiorescenze finissime, utili anche come materiale isolante
Assaggiamo un po' di rizomi e intrecciamo qualche metro di corda con le foglie (se ne vede un po' nella foto sopra)
L’utilità della typha è enorme e molte cose sono state dette, ma non è solamente una pianta salva vita..
La sera prima, davanti al fuoco, ho fatto una bambola di typha, tipica dei nativi americani
E’ piaciuta particolarmente, così, con Alessia, Federica ed Ylenia, ci siamo cimentati anche in questo divertente passatempo.
Basta creare una base, moto semplice, e poi aggiungere dettagli…
C’è la mia donnina con grembiule e scopa, un samurai, un bambino, una contadina con braccia conserte, ed una ballerina.
E’ possibile aggiungere dettagli solo con la fantasia, qui sotto, Alessia ha aggiunto dei capelli rosa alla sua ballerina con un fiore, mentre Ylenia un bel mazzo di fiori
Ora si può tirare con l’arco…
Ma non solo.
Raccogliamo un po' di vitalba ed iniziamo ad intrecciare un cesto improvvisato.
Creato il telaio, si procede ad intrecciare la vitalba più sottile e flessibile.
Chiudiamo il manico con delle fibre intrecciate di typha
Il lavoro ultimato è davvero davvero improvvisato, sarebbe stato necessario selezionare meglio la materia prima, decorticarla, farla esiccare e tenerla a bagno prima dell’utilizzo...ma anche questi lavori improvvisati senza alcuna preparazione mi piacciono comunque, purché il risultato finale sia funzionale, ed il cesto, nonostante un po' troppo pesante a causa della vitalba verde, era funzionale.
Proseguono I lavori per il bivacco rialzato, ma trovare I pali del giusto diametro e giusta lunghezza non è facile.
Lo abbiamo lasciato a metà, lo ultimeremo prossimamente.
Un minimo di nozioni di primo soccorso, qui l’applicazione di un tourniquet.
Luca ha preparato un altra piccola torcia svedese
Non solo cucchiai e spiriti dei boschi, Bruce si è divertito ad intagliare un plug-in

Anch’io ho giocato un pochino col mio Rewilder (QUI c'è la recensione), qui stavo facendo uno spirito dei boschi lasciato poi a metà
La Domenica mattina è sempre un bel momento dove si gode di tanto relax e convivialità, e noi di certo non ci facciamo mancare questi momenti..
Come di consueto, la foto di gruppo è questa:
Ma, lentamente, c’è chi saluta e si avvia verso casa, pian piano gli oggetti lasciati qua e là vengono raccolti e rimessi negli zaini, il campo si ripulisce…
Restiamo in 5 per un oretta, tergiversiamo per rientrare, ma la pioggia ci sprona ad andare..
un ultimo selfie.
Fissiamo in alto il cesto in vitalba con dentro il plug-in ed un mega dildo, chissà se qualcuno lo troverà e si impegnerà per tirarlo giù immaginando di trovarci chissà quale tesoro, e chissà che faccia avrà nello scoprire il contenuto!



Poi è davvero ora di andare, sollevo il mio Savotta e me lo carico in spalla, stringo le cinghie, alzo il cappuccio della mia swanndri bush shirt per ripararmi dalla pioggia (recensione QUI), saluto il mio amato bosco con un deciso arrivederci, e ci muoviamo alla volta delle macchine.
Disintossicante, rilassante, drenante, purificante...per me vivere il bosco in questo modo è tutto questo e molto di più, una buona medicina appunto, e credetemi, non ha effetti collaterali (a parte un pò di dipendenza!)
(Le attività sono state svolte in un area privata, col permesso dei proprietari, il fuoco ben circoscritto ed utilizzato solo per cucinare, e con una o più persone a vigilarlo in ogni momento. Non sono state tagliate piante verdi o senza il permesso dei proprietari)