Bussola!!perche in caso di cattura ingerirla?!

[iwottopq]

Ciao a tutti.
L'ago lo si mangia lo stesso?
Brutti fachiri che non siete altro...
Ciao
Nino

 

[Charybdis]

si ma poi se, come da post, devi scappare, non è il massimo correre magari nel buio o la nebbia con un bicchiere pieno d'acqua...

lo metti sopra la testa, e giù a rotta di collo nei sentieri più impervi

 

[vaibronco]

Io invece non ho capito come, chi e dove si metterebbe a cercarti con un radar se risulti disperso.
In mare si issa in testa d'albero un riflettore per essere ben visibili, e potrebbe funzionare probabilmente anche in aria ,
ma verosimilmente sei disperso a piedi sulla terraferma.
Utilità?

ciao amici
leggendo un articolo che riguarda il kit di sopravvivenza sul sito Home - MILES - Rivista Militare ho notato che ad un certo punto,facendo l'elenco dei materiali di un kit di emergenza,dice questo:
-bussola a bottone (in caso di cattura può essere ingerita o comunque occultata)
....mi domando perche mai un militare dovrebbe appunto ingerirla o occultarla? : Blink:
Poi un'altra curiosità che è questa:
-Come ho già detto, il kit, di suo, è discreto ma va assolutamente integrato con la "coperta di alluminio" che ha più o meno le stesse dimensioni della scatoletta (quando chiusa) ma aperta assume le dimensioni di un foglio di 160cm per 240 cm. Protegge dal caldo e dal freddo permette di realizzare un distillatore solare permette di portare l'acqua funge da riflettore solare (eliografo da segnalazione)funge da riflettore radar.
cavolo non sapevo? voi che dite? : Mumble:

 

[scarpinatore]

scusate ma mi sembra ovvio perché si debba ingerire una bussola.
Notoriamente i campi di prigionia non brillano per la qualità del cibo.
Una bussola piccola ha dimensioni adeguate ad essere ingerita senza troppi problemi e può supplire alla carenza di fibre nell'alimentazione.

Ah se non ci fossero i nutrizionisti! Che società saremmo!

 

[ThroughTheLandscape]

La prima cosa a cui ho pensato quando ho letto il titolo è stato il libro autobiografico "Papillon" di Henri Charrière, lui è stato prigioniero in varie colonie penali (una più terribile dell'altra) per tredici anni a partire dal 1931.
Nelle prigioni l'unico modo per conservare qualche oggetto personale (soldi principalmente) era quello di chiuderlo in un cilindro metallico detto "bussolotto" e di introdurlo dove non batte il sole...
Lo so che non c'entra molto con le bussole, ma il ricordo mi è affiorato per assonanza!