Ciao a tutti,
Ho trovato questo libro durante le solite ricerche su Amazon, in genere quando leggo “best seller” su una copertina me ne tengo alla larga, ma in questo caso l’insieme di materie che mi interessano erano troppe e non ho saputo resistere. Ho 2 bambine, la passione per l’antropologia e le terre lontane, e ho sempre avuto la fissa per i popoli meno strutturati, i cacciatori raccoglitori appunto, piccoli gruppi di persone che non si fermano mai e che vivono a stretto contatto col loro ambiente naturale. Ma al di la di tutto ciò, i presupposti del libro sono troppo intriganti: una madre, una biologa mi pare, o comunque una ricercatrice di un certo calibro, con esperienza di viaggi in tutto il mondo e tantissime conoscenze personali tra antropologi, neuroscienziati e psicologi di fama mondiale diventa mamma. Da qui inizia il suo “calvario”, si accorge che la sua bimba non cresce in armonia col mondo che la circonda, i conflitti sono all’ordine del giorno, la sua vita diventa pesante, il rapporto con il suo partner difficile, lo stress e i meccanismi controproducenti che esso crea iniziano a prendere il sopravvento. Si sente per la prima volta un’incapace. Ad un certo punto, l’illuminazione; si ricorda delle famiglie che aveva incontrato in Africa, in sud America e in altri luoghi remoti, e non ricorda di aver mai visto nessuno sclerare con i figli, mai bambini fare capricci, mai scene di nervoso legate agli ambiti familiari. Così prende la difficile decisione di andare di nuovo a trovare quei popoli con la sua bimba di 3 anni allo scopo di capire il loro concetto di genitorialità.
Quello che vuole dimostrare il libro è il fatto che il sistema educativo occidentale moderno sia in assoluto uno dei più controproducenti in assoluto e come parta da presupposti totalmente sbagliati. Certo, si riferisce in particolare al mondo statunitense, ma da quello che leggo e vedo ogni giorno anche l’Europa non si sta discostando tanto da quel modello, e anche in Italia seppur con le dovute eccezioni ci stiamo arrivando purtroppo. Dunque un libro che ha confermato tante delle mie idee sulla genitorialità ( e sulla nostra società) ma che ne ha pure smentito tante, e che mi ha fatto aprire gli occhi su alcune cose che stavo palesemente sbagliando.
Gli spunti sono veramente tantissimi, e ci porteranno a guardare i bambini sotto un'altra luce. Naturalmente sarà anche doloroso constatare il fatto che le differenze sotto tantissimi aspetti siano incolmabili, e capire a quale tipo di mondo stanno andando incontro i nostri piccoli (cose che ovviamente capite già se fate parte di questo forum), ma ci sono sempre tantissime cose che si possono fare per migliorare il rapporto con i nostri figli, e il rapporto dei nostri figli con la realtà attuale. Trovo che sia una tematica di estrema importanza, forse la più importante in assoluto!
E' bello notare come dal sud al nord del mondo i principi base dell'educazione (ancestrale) siano gli stessi, come se ci fosse un solo modo per crescere un piccolo di umano collaborativo, responsabile e utile in senso positivo alla sua comunità.
Per farvi un esempio pratico, la prima cosa che veniva detto all'autrice in fatto di educazione è il fatto che l'educazione del figlio non è una questione che spetta alla mamma e al papà! Proprio così, avete presente la famiglia tipo: padre, madre e due figli (o uno) che vivono nel loro appartamento? Magari lontano dai nonni e dagli altri parenti? Magari col padre che torna tardi e la madre che si arrabatta da sola con il nuovo nascituro 24 ore su 24? Bene, questa è la cosa che quei popoli trovano più assurda. L'educazione, ma anche il mantenimento del bambino, riguarda la comunità e tutti hanno la loro importanza.
Cose appunto che ormai per noi sono quasi impensabili, chiusi come siamo nei nostri piccoli nuclei, quasi all'oscuro di chi vive al di la del pianerottolo. Che tristezza, eppure è la società che ci è stata costruita attorno che ci ha ridotto così, si può anche essere diversi ed impegnarsi per esserlo, ma la direzione che il mondo ha preso ormai da tanto tempo è quella.
Tanto per segnalare un aspetto che non mi è piaciuto tanto è appunto la struttura del libro un po' troppo in stile americano, che presenta anche varie ripetizioni di concetti che a mio parere non servivano. Ma la cosa più importante è capire i pochi concetti di base, e anche godersi il viaggio dentro queste famiglie così diverse e anche incredibilmente accoglienti nei confronti di una madre occidentale e della sua piccola viziata.