Ragazzi, i manuali di istruzioni degli attrezzi sono (ovviamente) utili per capire il fuzionamento degli attrezzi, e oggi le case produttrici fanno uscire attrezzi sempre più performanti e magari "universali".
Ma NON sono le norme tecniche ufficiali. Sono solo - appunto - le istruzioni di utilizzo, e, con tutto il rispetto per gli sviluppatori delle varie aziende, sono prodotto di meccanici e marketing. Oppure, ancora peggio, di sfide per battere la concorrenza.
Con questo non voglio dire che sono pericolosi, però, come dirò più oltre, non sono testati "oltre ogni ragionevole dubbio", come dicono nel mio settore.
E' da tempo che si cerca l'attrezzo "unico", e per fare un parallelismo, è un pò come cercare il coltello pefetto nel bushcraft.
Se pensate che il nodo mezzo barcaiolo nei primissimi tempi veniva usato per assicurare in salita e anche per scendere in doppia (sì, si può fare...) ed è stata una vera rivoluzione, dopo anni di corda passata tra le mani (è vero che però il grado massimo era il 3°, con passaggi di 4°...) potete capire anche perchè, dall'invenzione del freno meccanico, i produttori si sono poi scervellati per vendere il loro prodotto come migliore e multifunzionale.
Io (ringraziando
@=Caprimulgo= per la fiducia) sono solo un Istruttore CAI e, avendo lavorato molto in questo settore negli ultimi 30 anni, posso solo dire che le tecniche ufficiali indicano alcuni strumenti come discensori (la piastrina GiGi tra tutti) e altri come freni per l'assicurazione.
Nel corso del tempo, grazie alle sperimentazioni sul campo di decine di Scuole CAI di altrettanti colleghi GG.AA., gli attrezi sono cambiati, si sono evoluti o anche sono stati eliminati a favore di altri.
Poi ognuno è libero di pensarla (e usarli) come vuole. Anche quelli obsoleti (ho un amico che penso porterà con sè il suo otto nella bara...).
La discrepanza avviene quando il mercato offre molti più articoli di quanti un manuale CAI o una testo GG.AA. indichi, per il semplice motivo che i due settori non sono collegati (anche perchè i produttori sono su scala mondiale).
E allora qualcuno chiederà come vengono scelti gli attrezzi dal CAI e dalle GG.AA. e chi redige i manuali ufficiali, i testi "sacri" da usarsi per i corsi e per gli esami.
La risposta è semplice: esistono due Scuole Centrali, una per ognuna di queste due organizzazioni, che fanno prove, scelgono materiali, e dopo infinite discussioni e test decidono un metodo, che viene poi pubblicato, diffuso tra le Scuole, e diventa IL metodo (per il CAI e per le GG.AA., e spesso, anzi troppo spesso, i metodi e le manovre per fare la stessa cosa in questi due settori NON coincidono).
Detto questo, cercando una risposta da dare, ho anche trovato una vecchia discussione sul tema
https://www.avventurosamente.it/xf/risorse/secchiello-tuber.331/
e leggendolo, come leggendo anche centinaia di altre pagine, conferma la mia opinione che gli sviluppatori di questi nuovi freni dinamici hanno cercato di coniugare uno strumento per la salita con uno per la discesa, per economizzare sul peso da portarsi in giro. Ma l'utilizzo per la discesa rimane residuale. Anche perchè in ambiente il più delle volte scendi a piedi per la normale...
E' una motivazione, condivisibile e comprensibile, ma non è quella del CAI, per esempio, dove si insegna invece ad usare l'uno (il freno come Reverso, secchiello, etc.) in assicurazione al compagno che sale (e il secchiello è da escludere che si possa utilizzare efficamente con carichi verso il basso, quindi dal pirmo di cordata al secondo) e un altro (la piastrina GiGI per esempio) come discensore.
Anzi, vi dirò di più, la filosofia del CAI prevede che lo strumento principe sia la piastrina GiGi, universalmente ormai riconosciuta come la principale dotazione: ottima dal primo al secondo, è la migliore in discesa e poi è l'unica che può essere utilizzata per le manovre di autosoccorso della cordata. E' ovvio che se hai solo la piastrina devi utilizzare il mezzo barcaiolo per assicurare il primo di cordata.
Invece, per i nostri testi, il secchiello (e similari) si utililizza SOLO in certe situazioni, ovvero su vie di falesia (monotiri) e su vie multipitch di ghiaccio o di roccia con protezioni amovibili o effimere (quindi molti ancoraggi di progressione posizionati dal salitore), perchè permette di utilizzare appunto le due mezze corde e di sfalsare l'inserimento delle due corde nei moschettoni, così da abbassare la forza di arresto in caso di caduta.
Quindi, nessuna obiezione all'utilizzo di un freno meccanico per la discesa in corda doppia con la sola (e importante) raccomandazione che NON è uno strumento per la discesa in corda doppia ma può, in certe situazioni, essere utilizzato come tale.
Prova ne è (ma ce ne era bisogno?) che se entri in un negozio oggi e chiedi un discensore, ti verrà proposta la pistrina GiGi, che altro non è che l'erede del vecchio robot, successore (degno) del mitico otto.
Quelli sì che erano discensori (puri) anche se qualcuno poi aveva trovato il modo con l'otto di fare sicura lo stesso...
Ah, ultimo appunto da parte mia, vista la deformazione professionale (ma forse l'ho già scritto, perdonate la ripetizione): un Giudice (italiano) in caso di incidente, si avvarrà per la perizia d'ufficio di un CTU, che al 99% sarà scelto tra un professionista del settore, quindi una GG.AA. Va da sè che le norme tecniche delle GG.AA. che regolano la materia saranno base per la decisione del Giudice, quindi occhio, perchè se state utilizzando uno strumento in un modo che però, anche se c'è scritto nel bugiardino della confezione, non è stato "approvato", ancorchè omologato o sul mercato, siete nei guai.