Cambiare vita (senza stravolgimenti radicali) per vivere più a contatto con la natura: un pensiero costante

Il post numero 25 è stato selezionato come miglior risposta dall'autore della discussione.

Potresti acquistare un piccolo appartamento / baita in un paese di montagna in modo da sfruttarla nei weekend e nei periodo di vacanza in modo da capire se la vita di paese fa' per voi.

In centri poco conosciuto e fuori dalle rotte turistiche si possono trovare appartamenti / case a prezzi veramente convenienti, soprattutto per chi e' abituato ai prezzi delle citta'.

Da non sottovalutare poi che con il discorso Smart Working per alcune professioni potrebbero aprirsi opportunita' che non richiedono una presenza fissa in sede.
 
Va beh area di parco naturale sicuramente. Non trovo zone montuose se non a 1 ora di strada da Piacenza, tutto qui.
come diceva walterfishing sono entrambe province che si estendono dalla pianura ad una fascia collinare/montana.

Non si tratta certo di alture ma ci si trovano boschi e percorsi naturalistici anche a quote relativamente basse.

Io attualmente vivo a meno di 200m SLM di fatto nelle prime colline
ma già qui attorno è pieno di boschetti,
Il bosco mio (nel senso che lo ho effettivamente acquistato) è poco oltre i 400m SLM a 15 minuti da casa, e già li si trova una fascia premontana lasciata in uno stato molto selvaggio e i boschi lasciati quasi completamente in abbandono sono abbastanza estesi.
 
Noi nel 2012 abbiamo lasciato la pianura padana e ci siamo trasferiti nelle Marche per gestire un agriturismo. Meravigliosa esperienza durata 3 anni, ma dopo un pò ci siamo accorti che quel tipo di vita tanto desiderato, in realtà ci stava togliendo la nostra libertà. Libertà nostra e attenzioni verso le nostre figlie che all'epoca avevano 3 e 5 anni. Dopo una seria valutazione (anche economica) e dopo averi rifiutato l'offerta di acquistare la struttura ci siamo trasferiti in Alto Adige riprendendo a fare i nostri lavori precedenti (software). viviamo in un paese a 1.200 mt, con meravigliose montagne attorno e possibilità infinite di svago. Lavoro di ufficio durante la settimana (per mia moglie da casa e io da casa 2 giorni su 5), ma quando si rincasa e soprattutto nei WE sembra di essere già in vacanza. Prima vivevamo a 8 km dal paese, quindi macchina sempre sotto al culo per qualsiasi cosa. Adesso in paese ben servito dai mezzi pubblici (io per andare al lavoro prendo la funivia). Non tornerei a isolarmi sulle collone marchigiane ma sicuramente non tornerei mai nella grigia pianura padana (Mestre per chi conosce...). Diciamo che ho trovato una valida via dimezzo.

In bocca al lupo ;)
 
Potresti acquistare un piccolo appartamento / baita in un paese di montagna in modo da sfruttarla nei weekend e nei periodo di vacanza in modo da capire se la vita di paese fa' per voi.

Da non sottovalutare poi che con il discorso Smart Working per alcune professioni potrebbero aprirsi opportunita' che non richiedono una presenza fissa in sede.
sono d'accordo sul discorso smart-working ma per lui credo che molto dipende anche dall'eventuale remote lesson per i figli.

Per quanto riguarda l'abitazione da usare in vacanza ... no, non concordo perché non permette di capire davvero cosa significa la vita in zone ...non dico isolate ma sicuramente poco comode.

In vacanza l'imprevisto alla fine è poco più di una noia ...se ci vivi devi sapere che tu lo devi affrontare...

Capita magari che a causa del gelicidio d'inverno la linea elettrica si interrompe e manca corrente anche per 6 o 8 ore ...potenzialmente anche di più (da me è mancata 6 ore)
Se non hai legna e una stufa adeguata ... cavoli tuoi.

Se ti si rompe qualcosa tipo il sabato (ed è sempre di sabato che succede) devi arrangiarti fino all'inizio settimana se va bene .

è una vita che comporta impegno e disagi .... ma io non tornerei mai indietro ...anzi vorrei remotizzarmi un pochino di più...
 
Personalmente credo che per quanti lavorino a Milano, come me, o comunque nel cuore della Pianura Padana (ma forse gravitare su Roma non cambia assai) sia un grosso problema trovare una casa in un luogo realmente poco antropizzato nonché ambientalmente attrattivo... E fare poi i pendolari sulla propria città. Infatti Milano nel raggio di troppi km non offre valide alternative 'radicali e interessanti. Nel senso che, se dovesssi trovarmi una casa per esempio in Brianza, tra colline deturpate da capannoni selvaggi e (r)urbanizzazione dissennata, senza godere inoltre di vantaggi ambientali reali e precipitando pure nella schiavitù del pendolarismo, del traffico, della seconda auto, nonché contribuendo a sprecare altro suolo inseguendo il miraggio subdolo della casa 'quasi in campagna', allora tanto varrebbe restare a vivere a Milano, godendone dei vantaggi, e trascorrere una 'second life' nei fine settimana. Come faccio da anni. Magari affittandomi una casa in un posto realmente 'selvaggio' e altro dalla metropoli (ora sono in Lunigiana e sto scrivendo mentre osservo le lucciole e ascolto i caprioli).
Resto anche io dell'idea che lo smart working potrà forse in futuro, per molti, garantire nuove possibilità e stili di vita.
Per chi come me lavora quindi in una città che non offre dintorni ambientalmente pregevoli, a differenza per esempio di Trento, Firenze, Bologna o forse pure Torino, l'unica soluzione sarebbe quella più radicale di cambiare vita e soprattutto lavoro. Nel mio caso, come impiegato parapubblico, una alternativa potrei pure studiarla. Ma resta il problema di mia moglie che lavora per una multinazionale con sede a pochi passi dal Duomo di Milano.
Vedo più realistico puntare e sperare nello smart working e passare magari quattro giorni a Milano e tre in una seconda casa nel Parmense o nell'entroterra Ligure, per intenderci. Sarebbe già, per me, una conquista in termini di benessere psicofisico. Peccato che per ora possa fare smart working solo dal martedì al giovedì, grrr... Ma spero in buone nuove per il prossimo anno!
Una diffusione e liberalizzazione su larga scala dello smart working cinque giorni su sette potrebbe persino contrastare lo spopolamento di montagne e borghi, permettendo di ripopolare frazioni ormai abbandonate e invertire la tendenza storica e secolare alla urbanizzazione (con tutti i costi sociali e ambientali che ben conosciamo).
 
In effetti ci sono molti pro tanti contro, nel provare a cambiare vita e passare da un contesto urbano, denso, vivace ma competitivo a un borgo dove la natura contamina gli spazi e i tempi esistenziali.

Ovviamente occorre interrogarsi su ciò che si desidera per sentirsi felici, o perlomeno sereni. Quanti vivono tra Appennini o valli alpine e sognano la frenetica vita sociale della metropoli, la possibilità di sfondarsi di aperitivi, il film appena uscito al cinema e la scelta fra 1.000 negozi e 10.000 firme di moda? Così come molti cittadini soffrono per non potersi godere il foliage dei faggi, un tramonto senza foschia, l'odore del legno in decomposizione e il piacere di prendere un sentiero dietro casa senza dover programmare ogni escursione, svegliarsi all'alba e ripassare il percorso su Wikiloc durante il viaggio. Anni fa conobbi un produttore di caprini pluripremiati che mi raccontò amareggiato come il figlio non avesse mai messo piede nella sua stalla! Ovviamente la frustrazione è ubiqua ;-(

Con onestà sono conscio che la vita culturale milanese un poco mi mancherebbe, se mi trasferissi in un paese isolato: decine di musei che si rinnovano, mostre d'arte e di fotografia ogni settimana, ricche programmazioni teatrali, concerti e presentazioni di libri a pioggia, eventi in ogni dove... Anche se, da quando ho figli, causa impegni, orari e disponibilità economica, mi godo sempre più raramente queste opportunità. Sorattutto poiché nel tempo libero sono quasi sempre per boschi, sentieri o vette: questo mi rende sereno!

Così sempre più spesso, quando penso che io e mia moglie stiamo pagando il mutuo per una casa in periferia che ci varrebbe quanto un bel rustico con cinque ettari di terreno in Garfagnana, che della vita sociale milanese me ne frega sempre di meno, che per quattro coni gelati in centro mi hanno appena chiesto 20 euro, che negli ultimi anni ho comprato forse un paio di scarpe per l'ufficio ma ben tre di scarponi, che il traffico e l'odore di smog mi deprimono e l'inquinamento mi ha sicuramene aggravato la sinusite, che il mio lavoro per giunta è piuttosto monotono e mal pagato per il costo assurdo della vita milanese... Allora mi domando: ma chi me lo fa fare di vivere in città, considerato che mi rende molto più felice incontrare un capriolo lungo un sentiero che un collega o un vicino di casa in metropolitana?

L'ipotesi dello smart working potrebbe essere una soluzione, magari temporanea, per trascorrere più giorni fuori Milano in un contesto più umano e soprattutto selvaggio e naturale, magari affittando un bilocale o acquistanto (e vai di altro mutuo!) un piccolo 'sasso' in collina. Purtroppo però nel mio ente lo smart working lo concedono - almeno fino al lockdown - solo per un giorno a settimana, e mai di lunedì o venerdì, ahimè... Chissà, magari dopo questa emergenza Covid molte abitudini lavorative cambieranno e qualcuno, fortunato, potrà lavorerà dallo chalet in montagna per tre o quattro giorni a settimana, connessione permettendo. Potrebbe anche essere la soluzione più rapida ed efficace anche per ripopolare i tanti borghi desolati fra Alpi e Appennini.

Intanto, però, continuo a desiderare di svegliarmi ogni mattina e vedere mille tonalità di verde e di marrone, e non solo sfumature di grigio.
Condivido le tue considerazioni.. come te sto provando a pensare a volermi trasferire... Vivo a Roma e spesso il fine settimana faccio dei Trek. Il lockdown mi ha fatto sognare di riprendere le escursioni.. quando hanno riaperto le regioni sono andata a trovare mia figlia a Como..vive lì vicino un piccolo borgo a dimensione umana..ho 55 anni e sogno di andare via da Roma.. spero di poterlo fare..!!
 
Personalmente credo che per quanti lavorino a Milano, come me, o comunque nel cuore della Pianura Padana (ma forse gravitare su Roma non cambia assai) sia un grosso problema trovare una casa in un luogo realmente poco antropizzato nonché ambientalmente attrattivo... E fare poi i pendolari sulla propria città. Infatti Milano nel raggio di troppi km non offre valide alternative 'radicali e interessanti. Nel senso che, se dovesssi trovarmi una casa per esempio in Brianza, tra colline deturpate da capannoni selvaggi e (r)urbanizzazione dissennata, senza godere inoltre di vantaggi ambientali reali e precipitando pure nella schiavitù del pendolarismo, del traffico, della seconda auto, nonché contribuendo a sprecare altro suolo inseguendo il miraggio subdolo della casa 'quasi in campagna', allora tanto varrebbe restare a vivere a Milano, godendone dei vantaggi, e trascorrere una 'second life' nei fine settimana. Come faccio da anni. Magari affittandomi una casa in un posto realmente 'selvaggio' e altro dalla metropoli (ora sono in Lunigiana e sto scrivendo mentre osservo le lucciole e ascolto i caprioli).
Resto anche io dell'idea che lo smart working potrà forse in futuro, per molti, garantire nuove possibilità e stili di vita.
Per chi come me lavora quindi in una città che non offre dintorni ambientalmente pregevoli, a differenza per esempio di Trento, Firenze, Bologna o forse pure Torino, l'unica soluzione sarebbe quella più radicale di cambiare vita e soprattutto lavoro. Nel mio caso, come impiegato parapubblico, una alternativa potrei pure studiarla. Ma resta il problema di mia moglie che lavora per una multinazionale con sede a pochi passi dal Duomo di Milano.
Vedo più realistico puntare e sperare nello smart working e passare magari quattro giorni a Milano e tre in una seconda casa nel Parmense o nell'entroterra Ligure, per intenderci. Sarebbe già, per me, una conquista in termini di benessere psicofisico. Peccato che per ora possa fare smart working solo dal martedì al giovedì, grrr... Ma spero in buone nuove per il prossimo anno!
Una diffusione e liberalizzazione su larga scala dello smart working cinque giorni su sette potrebbe persino contrastare lo spopolamento di montagne e borghi, permettendo di ripopolare frazioni ormai abbandonate e invertire la tendenza storica e secolare alla urbanizzazione (con tutti i costi sociali e ambientali che ben conosciamo).
Sono pienamente d'accordo. Molto bello il sogno di tornare ad abitare i paesi di montagna.
 
io ho mollato la città. l'ho mollata nel 2005 e senza rimpianti!
E si che avevo un lavoro da 2,5K al mese e sono andato in una officinetta prima e in un mobilificio ora dove prendo la metà.
Abitavo a grugliasco in un odioso palazzo dove c'era sempre tutto da fare,sempre da spendere,dove i rumori interni viaggiano come il concorde.
E allora mi sono trasferito in quello che era un appartamento "seconda casa" e ho cambiato llavoro,prima riparavo macchine agricole poi adesso sono in un mobilificio. Cambiato casa e ora finalmente casa singola e il mondo si butti dal soleri!

Guadagno meno,certo ma tanto sono da solo e una volta che ho mangiato io e il gatto hanno mangiato tutti.

La pagliacciata del lockdown a me ha fatto quasi 500 E di danni di mancati guadagni e mi sono pure dovuto fare una "giaca at travai" perchè ho dovuto farmi da solo tutto il parco di casa,piantare 6 alberi e scariolare con la pala diversi metri cubi di terra.

Poi mi è toccato saldarmi e ripararmi il pulmino vw che aveva un longherone danneggiato

Alla sera di sicuro non avevo tempo di guardarmi il teatrino delle 18 dei personaggi in cerca d'autore,appena cominciava a scurire qualcosa in pancia e poi a nanna col gatto che ti ronfa di fianco.

A grugliasco sarei impazzito anche perchè la avevo tutto il mio "mondo" nel garage ed era pieno di impiccioni e gente che non si fa gli affari suoi.

Qui ho messo un lucchettone con catena fuori dal cancello (e il postino si è pure spaventato pensava ci fosse "il virus" ) e se io non devo uscire il mondo sta fuori!

P.S. i paesini abbandonati potrebbero anche rinascere,prima o poi la gente capirà che l'oppressiva metropoli va solo bene per farci cadere i teratoni!
 
il problema con i paesi di montagna, e anche di campagna in certe zone (bassa padovana e vicentina, polesine nel caso estremo) e' se hai figli. se hai figli, la necessita' di scuola e dei gruppi di amici puo' dar problemi in un paese piccolo o troppo isolato. un paese un po' grande, che abbia le superiori e magari anche piu' compagnie dei vari tipi gli permettera' di avere molti piu' contatti umani senza il caos della citta'.

ok, nel mio caso valeva l'opposto, siccome al mio paese ero/sono abbastanza odiato (cosi' a random), prendevo la bici e me ne andavo nei paesini. e gli idioti a este si incazzavano perche' non restavo li a farmi insultare da loro... ma certo tesoro :D
 
Un fatto che mi ha spesso colpito nei piccoli comuni e nei borghi, soprattutto nel Nord e nel Sud, e ancora più fra quelli con poca storia e ancor meno 'incanto', è vedere gruppi di giovani bighellonare tutto il giorno fra cellulari e bar in piazzetta. Poi, magari, chiedi loro da dove parte un tale sentiero o dove si trova una certa pieve antica e ti guardano come fossi uno jahadista con tanto di cintura esplosiva. Mi è sembrato invece di notare ben più partecipazione attiva alla vita locale e orgoglio per il proprio luogo in quei paesi storici e più ricchi di cultura, associazionismo, eventi e possibilità. Penso per esempio a certi comuni in Toscana che hanno una vita sociale e culturale più attiva di tante medie città di provincia.
 
Un fatto che mi ha spesso colpito nei piccoli comuni e nei borghi, soprattutto nel Nord e nel Sud, e ancora più fra quelli con poca storia e ancor meno 'incanto', è vedere gruppi di giovani bighellonare tutto il giorno fra cellulari e bar in piazzetta. Poi, magari, chiedi loro da dove parte un tale sentiero o dove si trova una certa pieve antica e ti guardano come fossi uno jahadista con tanto di cintura esplosiva. Mi è sembrato invece di notare ben più partecipazione attiva alla vita locale e orgoglio per il proprio luogo in quei paesi storici e più ricchi di cultura, associazionismo, eventi e possibilità. Penso per esempio a certi comuni in Toscana che hanno una vita sociale e culturale più attiva di tante medie città di provincia.

verissimo.

a este eravamo (siamo tuttora....) fierissimi di essere la "capitale" dei paleoveneti (e prima una delle comunita' piu' importanti del popolo euganeo, con insediamenti di migliaia di anni fa). benissimo, a parte ripetere a pappagallo "museo atestino", "paleoveneti" e "situla benvenuti" quasi nessuno sa dirti di piu'. quasi nessuno sa dire che nel rinascimento este aveva tantissime chiese, secondo alcune tradizioni aveva 4 chiese piu' di roma (nonostante roma fosse gia' tipo 100 volte piu' grande). lasem star la storia recente, di cui nessuno vuole parlare e tra discendenti dei gerarchi locali e dei partigiani locali ogni tanto volano ancora sprangate a random.
 
provengo da una cittadina di provincia toscana, quando ho avuto l'età per andarmene l'ho fatto e mi viene da dire in questo momento : "meno male". nonostante ami tantissimo la mia regione (sempre nel cuore), bisogna prendere atto che non ci si vive piu' come prima. lavoro non c'è, molte cittadine sono svuotate completamente di giovani e l'offerta di cultura, eventi ecc. ereditata dal passato stenta a sopravvivere. non so come si sta in altre regioni italiane vivendo all'estero, ma ogni volta che torno dai miei vedo la desolazione.
se hai figli ti consiglio di pensare a loro, il mito del buon selvaggio vale se davvero fai una scelta radicale sin dall'inizio, condiviso dalla moglie/compagna, costruendo una vita intera basata su questa scelta, alla "captain fantastic" tanto per capirci (un film che ho amato tantissimo).
 
Ciao a tutti. Bel topic davvero ma anche complesso.
Breve racconto: io e la mia famiglia 9 anni fa ci siamo trasferiti nella campagna laziale a 30 km da Roma verso nord spinti proprio dal desiderio di una vita più a contatto con la natura....bene. Venduto il piccolo appartamento dove abitavamo a Roma siamo riusciti a comprare una piccola villetta in un paese di 9000 abitanti sulla via Flaminia nel parco di Veio. Tutto bellissimo. Dalla finestra di casa si vedevano i monti Lucretili e il Terminillo poco più in la e verde tutto in torno. Bellissimo. Passa un po di tempo e quelli che sembravano essere vicini un po curiosi si trasformano in vandali con episodi di violenza verbale e alle nostre auto. Tutto questo perché noi eravamo gli "intrusi", ultimi arrivati e vittime di un malinteso in cui loro pensavano fossimo amici di persone che loro detestavano sempre perchè estranei e "romani". Premesso che siamo tre persone io, mia madre e mio padre estremamente riservate ma questo purtroppo non è bastato per essere esclusi dal loro comportamento "mafioso" nei nostri confronti. Anzi forse lo ha incentivato in qualche modo.
Poi...con il passare degli anni il paese si è sovrappopolato e al contrario invece i servizi sono diventati sempre più scarsi. Negozi quasi tutti chiusi. Sindaco inesistente. Treno che collega paese a Roma, lasciamo perdere (quindi serve auto anche per comprare il pane che poi ho imparato a farmi da sola ma ancora non riesco a farmi da sola i medicinali quindi.... :) ). Però in compenso per chi fa uso di droghe varie qui c'è ampia scelta, oppure se serve un prestito da persone che non sono banchieri se ne possono trovare in abbondanza. Tristezza infinita.....:(
La natura? Si bella da vedere dalla finestra! Qua nel famoso parco di Veio che in pratica è una discarica, l'unica "natura" sono campi recintati di privati...abbandonati. Quindi devo prendere la macchina e farmi minimo un'ora per arrivare in qualsiasi posto che si possa definire veramente "natura". Ho persino venduto la bici che a Roma invece usavo moltissimo, dato che qui non esistono vie di passeggio. Insomma un posto di m***a!:)
Siamo stati sfortunati.....e purtroppo di queste situazioni l'Italia ne è piena. Ma non ritornerei a Roma neanche morta! Ho sempre odiato le grandi città e Roma in particolare.
Una città a misura di uomo con tutto quello che serve ma con la natura incontaminata a due passi??.....HELSINKI!!!:si:
 
vandalismi e minacce e insulti te li fanno senza motivo ovunque, se puo' consolarti.
Se posso dire la mia...la provincia romana "purtroppo" invece la trovo un caso un pochino particolare. Certo l'italia è piena di casi in cui comportamenti "mafiosi" possono metterti in difficoltá e ci vuole anche un po' di fortuna magari...però non la prenderei proprio ad esempio, un po' troppo caso limite secondo me.
 
fammi capire, sono cosi' comuni? la gente li fa cosi' schifo?
Assolutamente non voglio fare discorsi che potrebbero scadere nel mero razzismo. E a tal proposito non vorrei essere frainteso.
Se parliamo di provincia romana esistono molte sfumature, molto diverse tra loro pergiunta.
Esistono zone meravigliose ed esistono zone davvero difficoltose, dove un parco naturale puó diventare discarica...ma lungi da me non rappresentare un quadro chiaro. Ho peccato di superbia dando per scontati dei concetti a me molto chiari, che potrebbero non essere cosí chiari a tutti...
 
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