camminare nella nebbia

Chi frequenta la montagna prima o poi dovrà fare i conti con la nebbia, in pochi minuti, una splendida giornata diventa sinistra: il sentiero poco visibile, scompaiono tutti i punti di riferimento ed il silenzio ti ricopre come un sudario. In questo momento cosa pensate? come agite?
Raccontate le vostre esperienze e consigliate il modo di procedere per togliervi dai pasticci.
Per quanto mi riguarda, la nebbia è una delle cose che temo di più specialmente quando non conosco molto bene il territorio su cui mi sto muovendo e quando percepisco il suo arrivo giro i tacchi e rientro alla base.
 
Di solito tendo a prevenire il problema evitando di partire per un escursione in mezzo alla nebbia o alle nuvole basse, a meno che non sia un sentiero molto semplice, privo di pericoli e ben segnalato.
Se la nebbia mi coglie durante il tragitto, faccio una valutazione tra pro e contro tra l'andare avanti, fermarmi o tornare indietro.
Se è un percorso in cui andata e ritorno coincidono, torno indietro, se sono già a buon punto di un percorso ad anello semplice, vado avanti.
Se sono su un terreno pericoloso con tracce di sentiero incerto, allora mi fermo in attesa di che la nebbia si sollevi quel tanto che basta a farmi capire la direzione in cui andare.
Quest'ultima situazione mi è capitata pochissime volte (ripeto, preferisco prevenire rinunciando eventualmente all'escursione programmata piuttosto che affrontare un sentiero impegnativo in tali condizioni) e solo quando sapevo che nelle vicinanze vi era un rifugio o un bivacco o se avevo con me l'attrezzatura per la notte.
Comunque quest'ultima situazione è da evitare il più possibile: non sono pochi i casi di persone che hanno perso la vita a poche decine di metri da un rifugio solo perchè non erano riuscite a vederlo....
 
Dipende molto da dove mi trovo e da quanto è fitta la nebbia. Comunque l'unica cosa da non fare è procedere se non si è matematicamente sicuri del percorso! Altrimenti è meglio fermarsi e aspettare. La nebbia come viene così rapidamente scompare. E poi è fondamentale portare sempre con sè il necessario per passare una notte all'addiaccio
 
quoto Carrol,...dipende...se tornare indietro vuol dire attraversare un pianoro di pietre o costeggiare un precipizio, vado avanti o mi fermo.
Ma è ovvio che nel caso si possa evitare a priori, è sempre meglio.
Ieri sul Morrone (comprensorio Maiella) siamo saliti anche sapendo che vi era una fortissima probabilità di trovarci in mezzo alle nuvole,...infatti a centocinquantametri prima della vetta, sul Ghiaccio della Madonna, complice anche la pioggerella intensa, abbiamo atteso dieci minuti per verificare se....ma poi siamo tornati alla base. La zona non la conosco, il sentiero era su una zona pietrosa segnalata ma con grandi chiazze di neve, il sentiero era ad anello e avremmo dovuto fare le creste per un paio di km e non era proprio il caso di continuare.

A volte però ti ci puoi trovare in maniera improvvisa e non puoi scegliere il posto; credo che avere la traccia sul gps (sia per tornare o anche per andare avanti) sia l'unica maniera per muoversi seppur rischiando cmq.
Attendere che passi, bé, se è nebbia o nuvole dense e non tira vento, credo che si possa aspettare parecchio e non porto sempre tutto quello che mi servirebbe per dormire all'aperto.

Un consiglio, potrebbe anche essere, mandare cmq un messaggio a qualcuno che conosca la zona e dargli un appuntamento telefonico ad esempio ogni ora e dirgli la nostra direzione intrapresa e il luogo dove siamo sicuri di essere.
 

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Lo scenario tipico che puo capitare è quello di partire col bel tempo e poi rimanere immersi nella nebbia fitta senza punti di riferimento per scendere, cosa che mi capitata piu di una volta e infatti mi sono perso puntualmente, scendendo su un versante differente da quello dove ero salito, con conseguente telefonata a casa per farmi venire a prendere.

A nulla è valsa una sosta con la speranza di una schiarita

In questi casi l'unica cosa che ti salva il culo è il GPS, da portare e da accendere in caso di tempo incerto, corredato da batterie di ricambio.
 
GPS e bussola.
A volte il GPS (per lo meno il mio che è di vecchia generazione), quando non c'è sufficiente copertura non riesce a leggere il segnale e in questi casi la buona vecchia bussola diventa uno strumento fondamentale.
 
Hai ragione, se non hai punti di riferimento le potenzialità della bussola vengono fortemente ridotte, però in alcuni casi può tornare veramente utile anche in condizioni di scarsissima visibilità.
Ti racconto un episodio che mi capitò qualche anno fa nelle Foreste casentinesi.
Io e un mio amico eravamo partiti per un escursione con le ciaspole e, anche se già alla partenza nevischiava leggermente, non ci preoccupammo eccessivamente perchè, essendo un crinale, pensavamo che sarebbe stato semplice ritornare dietro seguendo la linea di cresta.
Pian piano il nevischio si trasformò in una vera e propria bufera, con un vento gelido e forte che riduceva la visibilità a pochi metri e cancellava le nostre stesse impronte e le condizioni ambientali rendevano difficile distinguere il crinale principale da tutte le dorsali secondarie.
Il GPS non riceveva sufficiente segnale e in questo caso la bussola ci fu provvidenziale consentendoci di individuare qual'era la direzione giusta da percorrere.
Anche con l'avvento del GPS la bussola rimane in certe situazioni uno strumento assolutamente insostituibile(il giorno dopo il telegiornale annunciò la morte di diversi escursionisti per via del maltempo durante il week-end...).
Ripeto, il mio è un GPS del 2005, probabilmente quelli più recenti captano il segnaleanche in condizioni estreme e hanno una batteria che dura più a lungo.
 
La bussola è sicuramente un accessorio che non deve mai mancare...è di indubbio utilizzo in molte circostanze ma, è indispensabile come anche cartina, gps e una buona dose di senso di orientamento (inteso come avere la percezione a "naso" da quale parte dobbiamo andare). Senza punti di riferimento, credo che un gps (che prenda segnale e abbia le batterie cariche), sia fondamentale, ovviamente tenendo conto di avere almeno tracciato il percorso da fare o almeno la traccia appena fatta per poter tornare indietro.

Ci sono alternative alla bussola per sapere dove sta il nord, il muschio, il vento (avendo magari cognizioni meteo), una pozza d'acqua con una foglia e un pezzettino di metallo, un orologio analogico (se vedete il sole) e via dicendo.

Devo dire in tutta sincerità che a volte, in mezzo a boschi molto intricati e zone per me nuove e senza segnaletica, me la sono cavata con il mio senso di orientamento. 'Sta cosa però, ho notato che non è per tutti eguale. Per quanto mi riguarda è molto sviluppato mentre mi sono trovato con persone che indicavano l'esatto opposto di ciò che indicavo io e altri che non hanno la benché minima cognizione (come la mia Santa compagna).
In alcuni casi ho lasciato che il mio gps mi indicasse la via per poi scoprire che si, la direzione era esatta ma, per arrivare al punto voluto, avrei fatto molto meglio a seguire il mio istinto.

Vattelo a capire!?
 
I vostri racconti sono interessanti ma quello che cerco è un metodo scientifico per muoversi in circostanze dove mancano completamente i punti di riferimento. OK per il GPS ed OK per la bussola ma in mancanza di questi strumenti è possibile procedere senza perdere l'orientamento?
Leggendo in rete, qualcuno suggerisce di dividersi in due gruppi, il primo staziona mentre il secondo prosegue in avanscoperta alla ricerca di un segno sul sentiero od un punto noto, trovato il quale chiama e recupera il resto della compagnia.
Muovendosi per tratte brevi si riesce a tenersi in contatto di voce mediante richiami, fischi etc, purtroppo non si può applicare quando si è da soli.
Come già detto da altri è necessario valutare se è più semplice proseguire oppure ritornare sui propri passi, od in alternativa, fermarsi e bivaccare nell'attesa che la situazioni migliori.
Se decidiamo di muoverci è bene segnare sulla cartina e direttamente sul terreno il punto di sosta e cercare di tracciare una pseudo rotta annotandoci i tempi e le distanza che a mano a mano copriamo.
Attendo il contributo di altri avventurosi che conoscono trucchi per cavarci dai pasticci.
 
odio la nebbia in montagna, comunque la prima volta che mi è successo ero con altre persone, dovevamo raggiungere un rifugio dove avevamo prenotato
dei posti per passare la notte, il sentiero anche se semplice aveva qualche bivio e con la nebbia non riuscivamo a capire dove andare, ci siamo limitati a seguire una direzione vista su una di quelle cartine per i turisti e aguzzando la vista trovammo la bandiera del rifugio, molte persone andavano a coppia con altre più forti di loro.
 
.....ma quello che cerco è un metodo scientifico per muoversi in circostanze dove mancano completamente i punti di riferimento........


Scusa Max,...un metodo Scentifico per camminare nella nebbia??? forse un gran bel ventilatore ad idrogeno...;)

Tu dici che un gruppo va avanti e l'altro aspetta....bé, se la variante è quella di essere in gruppo numeroso, perchè non andare avanti tenendosi per mano così non ci si perde?
No dai,...credo che di scentifico, a parte gps o stazione barometrica che ti possa dire in quanto tempo la nebbia si diraderà, credo proprio che non ve ne siano.
Se la nebbia è molto densa, puoi anche udire l'amico che ti chiama a cinquanta metri, ma tra il sentirlo e il toccarlo ci corrono un sacco di varianti.
Non credo proprio che esista un metodo scientifico per uscire da una situazione in cui non vedi assolutamente nulla.
Fai una prova,...vai in una grotta, a soli cinquanta metri dall'ingresso o almeno fino a che, spegnendo la luce, vedi tutto buio; al che, tenta di capire da che parte devi andare per salvarti. E' la stessa identica situazione, con il "vantaggio" che se hai scelto bene la grotta, sarà un cunicolo senza strapiombi dove rischiare di cadere e al massimo basta tenere le mani protese avanti per non battere la testa.
Guarda bene la foto che ho messo sopra,...se avessi proseguito avrei incontrato quelle nuvole che si vedono sopra...direi che è evidente che non avrei mai saputo dove andare senza un attrezzo come il gps e, malgrado ne avevo uno con le curve altimetriche ed il territorio, non avrei mai azzardato ad andare avanti.
Se la nebbia o una nuvola ti fa vedere ad un solo metro (e bada che di queste situazioni se giri in montagna, a volte capitano), non hai alternative che seguire il gps o rimanere lì fermo in attesa che la visibilità torni.:D

Sono in attesa come te di sapere se c'è un modo per uscirne fuori senza danni.
 
.....ma quello che cerco è un metodo scientifico per muoversi in circostanze dove mancano completamente i punti di riferimento........

Tu dici che un gruppo va avanti e l'altro aspetta....bé, se la variante è quella di essere in gruppo numeroso, perchè non andare avanti tenendosi per mano così non ci si perde?
Non ho detto manina con manina ma a distanza di voce.
Per metodo scientifico intendo un modo di procedere utilizzando degli accorgimenti che possano aiutare a non perdersi completamente ed eventualmente ritornare al punto di sosta per tentare nuove ricerche in altre direzioni.
E' ovvio che se la nebbia è fitta fitta, il terreno impervio con la presenza di dirupi si dovrebbe optare per il bivacco, equipaggiamento permettendo.
 
Mah.........se il sentiero è ben tracciato nessun problema, al limite si sbaglia un incrocio ma se si resta sulla traccia non ci sono problemi.
Cambia invece se ci si muove fuori traccia o su tracce molto rade. Ci si perde subito e l'unica soluzione è tornare sui propri passi. GPS o bussole non servono, indicano la direzione certo ma NON gli ostacoli che posso sovrapporsi tra di noi e l'arrivo e ce ne possono essere eccome: salti di roccia, torrenti, nevai, sottobosco fitto........
Basta un attimo e per fare 300mt. in linea d'aria ci perdi un'ora e rischi di farti male......
Bisogna conoscere bene i posti altrimenti consultare attentamente la cartina prima della partenza e farsi un'idea del tipo di terreno......Attenzione perchè spesso i salti di roccia non vengono riportati (scala 1:50.000) e laddove pensiamo di trovare un prato magari ripido invece c'è una forra.........
Ciao.
 
Certo è importantissimo prima di un'escursione pianificare bene il percorso, prevedere tracciati alternativi e avere un'idea panoramica della zona. E poi ribadisco con forza: se non sei sicuro ti devi fermare! Qualcuno dice "se hai l'equipaggiamento". ma l'equipaggiamento, soprattutto se vai in montagna diciamo dai 1500 in sù lo devi avere per forza anche se hai previsto un giretto di mezza giornata! Ricordate lo S.T.O.P. da rispettare in caso di emergenza. E poi una visibilità inferiore a un centinaio di metri quanto può durare? Già da 100 m in sù se hai pianificato il percorso e non vai alla ventura puoi farti un'idea di dove ti trovi e di cosa devi fare
 
Diversi anni fa era andato al Rif.Sebastiani da Piani di Pezza. Poco più che una passeggiata ma era di ottobre e con mio figlio piccolo. Bella la sorpresa di trovare la neve prima di uscire dal bosco. Arrivammo al rifugio, panino etc. In un attimo in mezzo a un nebbione con visibilità zero. Preoccupato per mio figlio piccolo ho rimesso i piedi nelle mie orme (peste?) e son ridisceso fino a che non ho ritrovato la visibilità. Certo che se il nebbione avesse avvolto anche Piani di Pezza........
 
La cosa davvero utile oltre al gps.. è sapere usare cartina e bussola! queste con il navigatore che ti avvisa di evventuali pericoli ti portano a casa.

Ovviamente rispettando le manovre di sicurezza, che si usano in questi casi, e valutando la difficoltà in base a dove ci si trova.
 
Sono un po' di fretta e non ho letto tutti gli interventi.
La nebbia è una brutta bestia. forse, assieme al temporale, una delle situazioni che personalmente temo di più. Mi è capitato di trovarmici e sempre con gente che era più esperta di me.Ed era più esperta di me non solo a parole fortunatamente. Alla partenza avevano infatti pianificato bene la rotta con angoli azimuthali, altitudini e punti di rifermento. Da quelle volte, sebbene non fosse mio vezzo farlo, mi sono messo pure io a scrivermeli giù. Fin ora non mi sono mai trovato io, in quanto più esperto, a doverli usare e spero di riuscirci quando capiterà.
Su ghiaccio in quota, come spesso capita, la nebbia è a banchi più o meno intermittenti e densi.Se le condizioni lo permettono, fermarsi nei momenti di ciecità assolta e riprendere appena si vede qualcosa, per i prossimi 3min finchè si annuvola ancora. Certo è che se la nebbia-tormenta scende a quelle quote, forse è meglio pensare a un bivacco (parlo per esperienze indirette -fortunatamente, sgrat sgrat-...).

Il gps credo che in queste situazioni possa veramente salvare il culo, più di quanto non serva normalmente (non sono un gran sostenitore dello stesso).

Infine, ultima esperienza, se siete in prossimità del rifugio, mi è capitato che il gestore accendesse una lanterna in nostra direzione (se ha già finestre illuminate non serve...) e uscisse a fischiare ad intermittenza.Ma questo ovviamente è fortuito, dipende dall'umanità del gestore, dalla situazione in cui è lui e se magarici ha visto prima che si annuvolasse. (Della lanterna però è scritto anche su qualche vecchio statuto sezionale...e vale anche di notte, almeno un punto luce in direzione delle vie di ritorno al rifugio). A tal proposito, mentre parlo mi vengono in mente i ricordi, al biv Giordani sul Balmenhorn, Monte Rosa, ricordo di aver messo appesa alla Cristo (statua lì annessa) una tikka in modalità strobo. Era sera e sapevamo di esser seguiti da una cordata a circa 1h30 indietro e nel frattempo che noi eravamo arrivatisi era fatto buio. Ma questo ripeto è a discrezione del contingente e dipende poco da noi.

giordano_670_1.jpg


EDIT: su ghiaccio/neve la nebbia la reputo doppiamente critica in quanto si mesce ottimamente al suolo su cui cammini facendoci perdere non solo la rotta, ma lo stesso senso dell'equilibrio. Non credo di essere io il solo malcapitato infatti esperienze comunisuccessi ad amici in cordata con me. Si inciampa più spesso, si barcolla, ovviamente effetti che nascono in congiunzione con la fatica...sembra impossibile ma è come stare nel vuoto cosmico, senza riferimenti. Può esser quasi un esperienza mistica :D
 
su ghiaccio/neve la nebbia la reputo doppiamente critica in quanto si mesce ottimamente al suolo su cui cammini facendoci perdere non solo la rotta, ma lo stesso senso dell'equilibrio. Non credo di essere io il solo malcapitato infatti esperienze comunisuccessi ad amici in cordata con me. Si inciampa più spesso, si barcolla, ovviamente effetti che nascono in congiunzione con la fatica...sembra impossibile ma è come stare nel vuoto cosmico, senza riferimenti. Può esser quasi un esperienza mistica :D

Sottoscrivo in pieno!
La neve associata alla nebbia crea un effetto ottico particolare, in cui è come se si perdesse la profondità di campo e la prospettiva.
Questo capita non solo con la nebbia fitta, ma anche quando c'è il cielo coperto su un manto nevoso integro.E in questi casi anche un ambiente familiare assume un aspetto nuovo e sconosciuto e il rischio di perdersi è sempre in agguato.
 
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