Dati
Data: 11/10/2013 al 29/10/2013
Regione e provincia: nepal
Località di partenza: Lukla
Località di arrivo: campo base everest
Tempo di percorrenza: 13 giorni
Chilometri: circa 200
Grado di difficoltà:
Descrizione delle difficoltà: alta quota e terreni ghiacciati/sconnessi
Periodo consigliato: ottobre novembre
Segnaletica:
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 5364
Accesso stradale: solo aereo
Descrizione
Ciao a tutti!
sono tornato da un paio di giorni dal nepal dove ho portato a termine il trekking che va da lukla al campo base dell'everest.
è stata un'esperienza unica.
il viaggio inizia da kathmandu dove con piccoli aerei si raggiunge lukla, una paesino nel kumbu che ha l'unico aereoporto (se così si può chiamare) della zona.
da Lukla si parte per un trekking di 2 settimane che ci ha portati sul "tetto del mondo"... in realtà siamo solo arrivati al campo base dell'everest a circa 5364 mt, ma direi che c'è bastato...
abbiamo fatto tutto con un'agenzia di qui che si è appoggiata ad una nepalese. col senno di poi conveniva fare tutto con l'agenzia locale, ma ce ne sono moltissime e moltissime sono scadenti. quindi per la prima volta abbiamo deciso di andare sul sicuro, anche perchè stiamo parlando di un paese veramente povero e arretrato e vi assicuro che pur di guadagnare qualcosa chiunque si improvvisa guida con tutti i rischi del caso.
siamo partiti in due, io e mia moglie (appena sposati ) con guida e portatore.
il portatore portava i nostri due borsoni mentre noi avevamo uno zaino a testa da 30-40lt per le cose della giornata.
apro una piccola parentesi sui portatori. il kumbu è una regione impervia e senza strade, tutto è portato a spalla o a dorso di yak; si vedono portatori portare pesi assurdi con scarpe improponibili, sandali o infradito.. la nostra agenzia ha un codice "morale" per il portatori e più di 25kg non permetteva di caricare. inoltre era attrezzato con scarpe da trekking e materiale tecnico. in più il portatore da quello che ho capito era pagato anche abbastanza bene per il posto, con tanto di assicurazione e contratto regolare. ovviamente tutto questo lo fanno pagare ai turisti, e la mia agenzia era probabilmente la più cara del posto, ma ho pagato volentieri qualche decina di euro in più ma vedere a fine giornata il nostro porter tranquillo e sorridente, sempre gentile e non distrutto come molti altri che si vedevano.
altri obietteranno che in montagna ci si va con le proprie forze e non serve il portatore. liberissimi, ma bisogna fare due considerazioni: li si va in alto e sopra i 4000 è faticoso, anche per i più allenati, alcuni abbandonano per la fatica... inoltre prendendo un porter si aiuta la poverissima economia locale, chi è stato da quelle parti sa di cosa parlo...
cmq partiamo in 4 e attraversiamo tutta la regione del kumbu, il nostro percorso è stato il seguente:
lukla-phadding
phadding-namche (1 giorno acclimatamento)
namche-kumjung
kumjung-tengboche
tengboche-dengboche (1 giorno acclimatamento)
dengboche-lobuche
lobuche-gorak sheep-campo base
il ritorno è stato veloce:
gorak-periche
periche-tengboce
tengboche-namche
namche-lukla
come vedete abbiamo fatto 2 giorni di acclimatamento, indispensabili per la quota. noi inoltre abbiamo preso anche il diamox, un diuretico che aiuta a non soffrire di AMS (mal di montagna).
abbiamo fatto bene perchè ogni giorno dai vari lodge qualcuno si sentiva male e veniva portato via in elicottero. il mal di montagna è più frequente di quanto pensavo ed è molto comune per i turisti.
se si sta male l'unico modo per farsi venire a prendere è l'elicottero, e non sempre può volare. se ancora si sta "abbastanza bene" si può provare a scendere di qualche centinaio di mt sulle proprie gambe.
abbiamo dormito nei lodge che sono dei rifugi che si trovano ovunque nel cammino.
danno una stanza doppia, bagno in comune (a namche e lukla lo avevamo privato). al piano terra c'è una stanzona comune con la stufa che accendono 2 ore la sera e dove si mangia. il cibo non era male, piatti nepalesi e occidentali. sono riuscito anche a mangiare la lasagna!! da bere si beve acqua, l'acool può rendere più soggetti a malesseri di quota ed è meglio evitare (anche se i russi non erano di questo parere...). molto the e limonate calde.
ovviamente non ci sono riscaldamenti (spesso si è separati da fuori da una sottile lastra di compensato) e la notta fa freddo.
a gorak sheep abbiamo avuto -9 in camera e ho dormito male. più si scende ovviamente e più è caldo. a namche avevamo 12 gradi in camera e dovevo dormire con il sacco a pelo aperto. un buon sacco è indispensabile visto che si dorme sempre intorno agli 0 gradi. altra annotazione importante. li non ci si lava, bisogno portarsi salviette umide per un minimo di igiene. solo nei posti più bassi si fa la doccia calda, sopra è pericoloso, meglio evitare sbalzi di temperatura. i bagni hanno un livello igienico molto molto basso. niente scarico e zero pulizia. in più anche la privacy è un optional visto che spesso ti trovavi sulla tazza in un bagno con vista su case del villaggio senza tendine e con gli abitanti che ti salutavano... ma vabbè...
inoltre la corrente elettrica è quasi sempre assente, si ha solo nella stanza comune alimentata da pannelli solari. anche qui più si scende e più la corrente è presente.
per il resto i sentieri sono delle piccole stradine di terra che vanno dal semplice, al difficile sul ripido. hanno nelle parti ripide enormi gradoni che bisogna quasi scalare e che mettono a dura prova le gambe soprattutto in discesa. mi sono allenato da febbraio per questo trekking (3 volte a settimana a correre e weekend in montagna) ma devo dire che certi giorni ero bello stanco. la salita a namche bazar è stata dura, 2,5/3h di gradoni in mezzo al fango schivando yak. alla fine ho iniziato ad accusare crampi ad una gamba ma fortunatamente era finita. ottime scarpe da trekking sono indispensabili.
il tempo è stato abbastanza buono, 3 giorni di pioggia all'inizio (a causa del ciclone sull'india) e poi sole. in cima ha nevicato molto e gli ultimi giorni li abbiamo fatti sulla neve, il che ha complicato un po' il tragitto.
soprattuttto sulla morena del ghiacciaio dove si va avanti con sali e scendi, farli sulla neve ghiacciata è stato un po' impegnativo. c'erano molte cadute e un paio di volte ho rischiato anche io di trovarmi per terra...
i paesaggi sono stati spettacolari, mai visto qualcosa di così bello.
la prima parte la si fa in una specie di foresta pluviale, si attraversano innumerevoli ponti tibetani ed è un continuo saliscendi massacrante per ore e ore.
dopo i 3000-3300 mt inizia un paesaggio più montano e man mano che si sale è alta montagna, niente più alberi, solo arbusti e cespugli.
di giorno fa sempre abbastanza caldo, in maglietta si sta bene, salendo in quota ho usato un gilet di pile oltre la maglietta. di notte fa freddo e si scende di molto sotto lo zero. come ho detto gli ambienti non sono riscaldati e la coibentazione è assente. avevamo buchi sulle pareti e finestre che non si chiudevano...
tirando le conclusioni si può dire che non è un trekking difficilissimo, ma neanche facile come avevo letto prima di partire.
certi punti sono molto ripidi e li si fa su pietraie scivolose o gradoni enormi, sconnessi e instabili. se cadi li puoi farti veramente male. Dopo una certa quota la mancanza di ossigeno si fa sentire e la stanchezza è tanta, molto frequenti quindi cali di attenzione.
c'è da fare molta attenzione agli yak. forse la cosa più pericolosa del viaggio. loro tirano dritti e se non gli piaci ti caricano anche (successo). farsi da parte quando il sentiero è largo come una persona e si ha il precipizio di lato non è piacevole...
da considerare che si è abbastanza isolati e non c'è "civiltà" per giorni e giorni di cammino, se non ci sono problemi è anche bello, ma in caso di imprevisti no. fondamentale per me è una buona guida che sappia muoversi sul territorio, assolutamente sconsigliato andare da soli anche se molti lo facevano. come ho detto se va tutto bene non ci sono problemi, ma al primo problema è pericoloso.
non mi viene in mente altro, allego qualche foto delle migliaia che ho fatto, spero poi di avere tempo per un reportage completo; se avete domande fate pure
uno dei tanti ponti sospesi. questo (quello in alto) è il più alto, più di 100mt di altezza...
i famosi yak
in cima al campo base, dietro potete vedere il ghiacciao che scende dall'everest. oltre la sella che si vede in fondo si è in cina/tibet.
l'everest (quello dietro)
una delle molte valanghe:
e uno dei bei paesaggi
infine metto l'ama dablam, secondo me la più bella montagna della zona.
il percorso fatto ci gira intorno e abbiamo visto il versante sud, quello in foto, e il nord. è bellissima
Data: 11/10/2013 al 29/10/2013
Regione e provincia: nepal
Località di partenza: Lukla
Località di arrivo: campo base everest
Tempo di percorrenza: 13 giorni
Chilometri: circa 200
Grado di difficoltà:
Descrizione delle difficoltà: alta quota e terreni ghiacciati/sconnessi
Periodo consigliato: ottobre novembre
Segnaletica:
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 5364
Accesso stradale: solo aereo
Descrizione
Ciao a tutti!
sono tornato da un paio di giorni dal nepal dove ho portato a termine il trekking che va da lukla al campo base dell'everest.
è stata un'esperienza unica.
il viaggio inizia da kathmandu dove con piccoli aerei si raggiunge lukla, una paesino nel kumbu che ha l'unico aereoporto (se così si può chiamare) della zona.
da Lukla si parte per un trekking di 2 settimane che ci ha portati sul "tetto del mondo"... in realtà siamo solo arrivati al campo base dell'everest a circa 5364 mt, ma direi che c'è bastato...
abbiamo fatto tutto con un'agenzia di qui che si è appoggiata ad una nepalese. col senno di poi conveniva fare tutto con l'agenzia locale, ma ce ne sono moltissime e moltissime sono scadenti. quindi per la prima volta abbiamo deciso di andare sul sicuro, anche perchè stiamo parlando di un paese veramente povero e arretrato e vi assicuro che pur di guadagnare qualcosa chiunque si improvvisa guida con tutti i rischi del caso.
siamo partiti in due, io e mia moglie (appena sposati ) con guida e portatore.
il portatore portava i nostri due borsoni mentre noi avevamo uno zaino a testa da 30-40lt per le cose della giornata.
apro una piccola parentesi sui portatori. il kumbu è una regione impervia e senza strade, tutto è portato a spalla o a dorso di yak; si vedono portatori portare pesi assurdi con scarpe improponibili, sandali o infradito.. la nostra agenzia ha un codice "morale" per il portatori e più di 25kg non permetteva di caricare. inoltre era attrezzato con scarpe da trekking e materiale tecnico. in più il portatore da quello che ho capito era pagato anche abbastanza bene per il posto, con tanto di assicurazione e contratto regolare. ovviamente tutto questo lo fanno pagare ai turisti, e la mia agenzia era probabilmente la più cara del posto, ma ho pagato volentieri qualche decina di euro in più ma vedere a fine giornata il nostro porter tranquillo e sorridente, sempre gentile e non distrutto come molti altri che si vedevano.
altri obietteranno che in montagna ci si va con le proprie forze e non serve il portatore. liberissimi, ma bisogna fare due considerazioni: li si va in alto e sopra i 4000 è faticoso, anche per i più allenati, alcuni abbandonano per la fatica... inoltre prendendo un porter si aiuta la poverissima economia locale, chi è stato da quelle parti sa di cosa parlo...
cmq partiamo in 4 e attraversiamo tutta la regione del kumbu, il nostro percorso è stato il seguente:
lukla-phadding
phadding-namche (1 giorno acclimatamento)
namche-kumjung
kumjung-tengboche
tengboche-dengboche (1 giorno acclimatamento)
dengboche-lobuche
lobuche-gorak sheep-campo base
il ritorno è stato veloce:
gorak-periche
periche-tengboce
tengboche-namche
namche-lukla
come vedete abbiamo fatto 2 giorni di acclimatamento, indispensabili per la quota. noi inoltre abbiamo preso anche il diamox, un diuretico che aiuta a non soffrire di AMS (mal di montagna).
abbiamo fatto bene perchè ogni giorno dai vari lodge qualcuno si sentiva male e veniva portato via in elicottero. il mal di montagna è più frequente di quanto pensavo ed è molto comune per i turisti.
se si sta male l'unico modo per farsi venire a prendere è l'elicottero, e non sempre può volare. se ancora si sta "abbastanza bene" si può provare a scendere di qualche centinaio di mt sulle proprie gambe.
abbiamo dormito nei lodge che sono dei rifugi che si trovano ovunque nel cammino.
danno una stanza doppia, bagno in comune (a namche e lukla lo avevamo privato). al piano terra c'è una stanzona comune con la stufa che accendono 2 ore la sera e dove si mangia. il cibo non era male, piatti nepalesi e occidentali. sono riuscito anche a mangiare la lasagna!! da bere si beve acqua, l'acool può rendere più soggetti a malesseri di quota ed è meglio evitare (anche se i russi non erano di questo parere...). molto the e limonate calde.
ovviamente non ci sono riscaldamenti (spesso si è separati da fuori da una sottile lastra di compensato) e la notta fa freddo.
a gorak sheep abbiamo avuto -9 in camera e ho dormito male. più si scende ovviamente e più è caldo. a namche avevamo 12 gradi in camera e dovevo dormire con il sacco a pelo aperto. un buon sacco è indispensabile visto che si dorme sempre intorno agli 0 gradi. altra annotazione importante. li non ci si lava, bisogno portarsi salviette umide per un minimo di igiene. solo nei posti più bassi si fa la doccia calda, sopra è pericoloso, meglio evitare sbalzi di temperatura. i bagni hanno un livello igienico molto molto basso. niente scarico e zero pulizia. in più anche la privacy è un optional visto che spesso ti trovavi sulla tazza in un bagno con vista su case del villaggio senza tendine e con gli abitanti che ti salutavano... ma vabbè...
inoltre la corrente elettrica è quasi sempre assente, si ha solo nella stanza comune alimentata da pannelli solari. anche qui più si scende e più la corrente è presente.
per il resto i sentieri sono delle piccole stradine di terra che vanno dal semplice, al difficile sul ripido. hanno nelle parti ripide enormi gradoni che bisogna quasi scalare e che mettono a dura prova le gambe soprattutto in discesa. mi sono allenato da febbraio per questo trekking (3 volte a settimana a correre e weekend in montagna) ma devo dire che certi giorni ero bello stanco. la salita a namche bazar è stata dura, 2,5/3h di gradoni in mezzo al fango schivando yak. alla fine ho iniziato ad accusare crampi ad una gamba ma fortunatamente era finita. ottime scarpe da trekking sono indispensabili.
il tempo è stato abbastanza buono, 3 giorni di pioggia all'inizio (a causa del ciclone sull'india) e poi sole. in cima ha nevicato molto e gli ultimi giorni li abbiamo fatti sulla neve, il che ha complicato un po' il tragitto.
soprattuttto sulla morena del ghiacciaio dove si va avanti con sali e scendi, farli sulla neve ghiacciata è stato un po' impegnativo. c'erano molte cadute e un paio di volte ho rischiato anche io di trovarmi per terra...
i paesaggi sono stati spettacolari, mai visto qualcosa di così bello.
la prima parte la si fa in una specie di foresta pluviale, si attraversano innumerevoli ponti tibetani ed è un continuo saliscendi massacrante per ore e ore.
dopo i 3000-3300 mt inizia un paesaggio più montano e man mano che si sale è alta montagna, niente più alberi, solo arbusti e cespugli.
di giorno fa sempre abbastanza caldo, in maglietta si sta bene, salendo in quota ho usato un gilet di pile oltre la maglietta. di notte fa freddo e si scende di molto sotto lo zero. come ho detto gli ambienti non sono riscaldati e la coibentazione è assente. avevamo buchi sulle pareti e finestre che non si chiudevano...
tirando le conclusioni si può dire che non è un trekking difficilissimo, ma neanche facile come avevo letto prima di partire.
certi punti sono molto ripidi e li si fa su pietraie scivolose o gradoni enormi, sconnessi e instabili. se cadi li puoi farti veramente male. Dopo una certa quota la mancanza di ossigeno si fa sentire e la stanchezza è tanta, molto frequenti quindi cali di attenzione.
c'è da fare molta attenzione agli yak. forse la cosa più pericolosa del viaggio. loro tirano dritti e se non gli piaci ti caricano anche (successo). farsi da parte quando il sentiero è largo come una persona e si ha il precipizio di lato non è piacevole...
da considerare che si è abbastanza isolati e non c'è "civiltà" per giorni e giorni di cammino, se non ci sono problemi è anche bello, ma in caso di imprevisti no. fondamentale per me è una buona guida che sappia muoversi sul territorio, assolutamente sconsigliato andare da soli anche se molti lo facevano. come ho detto se va tutto bene non ci sono problemi, ma al primo problema è pericoloso.
non mi viene in mente altro, allego qualche foto delle migliaia che ho fatto, spero poi di avere tempo per un reportage completo; se avete domande fate pure
uno dei tanti ponti sospesi. questo (quello in alto) è il più alto, più di 100mt di altezza...
i famosi yak
in cima al campo base, dietro potete vedere il ghiacciao che scende dall'everest. oltre la sella che si vede in fondo si è in cina/tibet.
l'everest (quello dietro)
una delle molte valanghe:
e uno dei bei paesaggi
infine metto l'ama dablam, secondo me la più bella montagna della zona.
il percorso fatto ci gira intorno e abbiamo visto il versante sud, quello in foto, e il nord. è bellissima
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