- Parchi della Calabria
-
- Parco Nazionale dell'Aspromonte
Data: 18 agosto 2023
Regione e provincia: Calabria,Reggio Calabria
Località di partenza: Piminoro ,fraz. di Oppido
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 4 ore la forra,6 ore l'anello
Grado di difficoltà: Didfficile (V4 A3)
Descrizione delle difficoltà: ambiente severo e oscuro; calate impegnative soprattutto se vi è una buona portata d'acqua,ultimo salto di 42 metri che non ha bisogno di presentazioni. Verticali con portata media che possono cominciare a porre problemi di squilibrio o bloccaggio.Presenza di calate aventi accesso difficile e/o superiori ai 30 m
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: presente lungo i sentieri di accesso
Dislivello in discesa:265 m (la forra)
Quota massima: 742 m
Accesso stradale: A2 uscita Gioia Tauro direzione Oppido Mammertina. Oltrepassato il paese si stacca una stradina stretta sulla sinistra che dopo varie rampe e tornanti conduce alla frazione di Piminoro.
Descrizione
Per il quarto e ultimo appuntamento acquatico della stagione, giovedì 18 agosto mi reco per la prima volta in Aspromonte. La mia meta è il torrente Piminoro che scorre nell'estremo lembo nordoccidentale del versante tirrenico del parco. Se è vero che ogni parco nazionale ha le sue peculiarità, devo dire che il parco d'Aspromonte è il regno incontrastato delle forre e delle cascate.
Infatti dal suo epicentro, il Montalto, si dipanano creste e valloni ricchi di acqua e di torrenti che appoggiandosi su un manto di granito e defluendo verso il mare hanno creato una lunga serie di cascate, pozze, scivoli, fenditure, e canyon che si insinuano nel cuore di questa montagna impervia e selvaggia. Così grazie al canyoning è possibile adesso accedere a posti dove finora era concesso solamente all’acqua.
L'Aspromonte conta almeno cinquecento cascate e tra di esse spiccano quelle di Maesano e Marmarico che con una serie incredibile di salti e un'altezza totale di 114 m. è la più alta dell'appennino meridionale. La prima esplorazione del Piminoro risale al 24 dicembre 2015 da parte di Trovato, D’Arrigo, Milella, Calabrò, Gioffrè e Dahiri. Si tratta di una forra che nonostante la vicinanza all’abitato di Piminoro, frazione di Oppido Mamertina, appena 700 anime, appare ancora integra, e nella morfologia ti proietta indietro nel tempo fino al Giurassico.
Sarà proprio Demi,uno dei primi esploratori a guidare un folto gruppo di intrepidi che con corde e discensori affronteranno una sequenza di salti impegnativi e divertenti fino a culminare con l'ultima adrenalinica cascata di ben 42 metri. Indossate le mute fino in vita partiamo quindi dall'abitato attraverso un sentiero in forte discesa all'interno del bosco. In alcuni tratti esso è esposto ma protetto con uno spezzone di corda. In circa quaranta minuti giungiamo nel fondo del vallone tappezzato di felci e subito dopo all'interno della forra che appare oscura e suggestiva.
La prima cascata che incontriamo è di pochi metri, didattica che ben introduce alle difficoltà successive. Si cammina per pochi metri prima di incontrare poi un piccolo divertente tuffo. Sulle rocce di granito dell'alveo di tanto in tanto appaiono chiazze di un rosso intenso che pare sangue, riconducibili alla presenza di "alga Hildenbrandia" appartenente alle Rodofite, poste sui torrenti in aree collinari e montane caratterizzati da forte ombreggiatura e indicatrice di acque con poco carico organico.
La pozza è prospicente ad un successivo salto di dieci metri, e subito dopo, proseguendo appare un’altra cascata poco più bassa che ci deposita in un'ampia pozza. L'ambiente intorno è primordiale e grandioso e in questo tratto le pareti sono ricoperte da uno strato di licheni e muschi acquatici di colore verde.
Un altro piccolo tuffo ci proietta direttamente alla verticale finale, la poderosa cascata stimata di 42 metri. A questo punto l'espressione fin'ora tranquilla dei torrentisti, soprattutto coloro che si stanno cimentando per la prima volta in questa disciplina muta d'improvviso in apprensione e un po' di inquietudine. Il salto è da brividi ma Demi, mentre allestisce la sosta, rassicura tutti dicendo di affrontare la calata lentamente, con calma e con approccio meditativo in modo da godersela tutta non cercando di evitare l'acqua mentre ti "schiaffeggia". Ha ragione perché il torrentismo dev'essere vissuto nella sua totalità. Dopo che tutti sono scesi in autonomia Demi chiude la sequenza calandosi velocemente in doppia.
Il sito della maestosa cascata incastonata in un ambiente assolutamente intatto e selvaggio è raggiungibile anche attraverso il sentiero di servizio proveniente dal paese. È meta di visitatori e turisti che non risparmiano foto e bagni estivi nella larga pozza sottostante, con o senza attrezzatura.
Così dopo la foto di rito al cospetto della grande cascata e un sobrio pranzetto si fa ritorno lungo il suddetto sentiero che ci riporterà faticosamente a Piminoro in dura salita e in un caldo opprimente cercando di ripararci dov'è possibile sotto l'ombra di alberi e arbusti.
Aperta la stagione acquatica con la discesa in canyoning del torrente Bitonto in Basilicata chiudo con questo spettacolo della natura quì in Aspromonte. Il proposito adesso è quello di ritornarci il prossimo anno andando a scoprire altri gioielli di questa terra incredibile.
Regione e provincia: Calabria,Reggio Calabria
Località di partenza: Piminoro ,fraz. di Oppido
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 4 ore la forra,6 ore l'anello
Grado di difficoltà: Didfficile (V4 A3)
Descrizione delle difficoltà: ambiente severo e oscuro; calate impegnative soprattutto se vi è una buona portata d'acqua,ultimo salto di 42 metri che non ha bisogno di presentazioni. Verticali con portata media che possono cominciare a porre problemi di squilibrio o bloccaggio.Presenza di calate aventi accesso difficile e/o superiori ai 30 m
Periodo consigliato: estate
Segnaletica: presente lungo i sentieri di accesso
Dislivello in discesa:265 m (la forra)
Quota massima: 742 m
Accesso stradale: A2 uscita Gioia Tauro direzione Oppido Mammertina. Oltrepassato il paese si stacca una stradina stretta sulla sinistra che dopo varie rampe e tornanti conduce alla frazione di Piminoro.
Descrizione
Per il quarto e ultimo appuntamento acquatico della stagione, giovedì 18 agosto mi reco per la prima volta in Aspromonte. La mia meta è il torrente Piminoro che scorre nell'estremo lembo nordoccidentale del versante tirrenico del parco. Se è vero che ogni parco nazionale ha le sue peculiarità, devo dire che il parco d'Aspromonte è il regno incontrastato delle forre e delle cascate.
Infatti dal suo epicentro, il Montalto, si dipanano creste e valloni ricchi di acqua e di torrenti che appoggiandosi su un manto di granito e defluendo verso il mare hanno creato una lunga serie di cascate, pozze, scivoli, fenditure, e canyon che si insinuano nel cuore di questa montagna impervia e selvaggia. Così grazie al canyoning è possibile adesso accedere a posti dove finora era concesso solamente all’acqua.
L'Aspromonte conta almeno cinquecento cascate e tra di esse spiccano quelle di Maesano e Marmarico che con una serie incredibile di salti e un'altezza totale di 114 m. è la più alta dell'appennino meridionale. La prima esplorazione del Piminoro risale al 24 dicembre 2015 da parte di Trovato, D’Arrigo, Milella, Calabrò, Gioffrè e Dahiri. Si tratta di una forra che nonostante la vicinanza all’abitato di Piminoro, frazione di Oppido Mamertina, appena 700 anime, appare ancora integra, e nella morfologia ti proietta indietro nel tempo fino al Giurassico.
Sarà proprio Demi,uno dei primi esploratori a guidare un folto gruppo di intrepidi che con corde e discensori affronteranno una sequenza di salti impegnativi e divertenti fino a culminare con l'ultima adrenalinica cascata di ben 42 metri. Indossate le mute fino in vita partiamo quindi dall'abitato attraverso un sentiero in forte discesa all'interno del bosco. In alcuni tratti esso è esposto ma protetto con uno spezzone di corda. In circa quaranta minuti giungiamo nel fondo del vallone tappezzato di felci e subito dopo all'interno della forra che appare oscura e suggestiva.
La prima cascata che incontriamo è di pochi metri, didattica che ben introduce alle difficoltà successive. Si cammina per pochi metri prima di incontrare poi un piccolo divertente tuffo. Sulle rocce di granito dell'alveo di tanto in tanto appaiono chiazze di un rosso intenso che pare sangue, riconducibili alla presenza di "alga Hildenbrandia" appartenente alle Rodofite, poste sui torrenti in aree collinari e montane caratterizzati da forte ombreggiatura e indicatrice di acque con poco carico organico.
La pozza è prospicente ad un successivo salto di dieci metri, e subito dopo, proseguendo appare un’altra cascata poco più bassa che ci deposita in un'ampia pozza. L'ambiente intorno è primordiale e grandioso e in questo tratto le pareti sono ricoperte da uno strato di licheni e muschi acquatici di colore verde.
Un altro piccolo tuffo ci proietta direttamente alla verticale finale, la poderosa cascata stimata di 42 metri. A questo punto l'espressione fin'ora tranquilla dei torrentisti, soprattutto coloro che si stanno cimentando per la prima volta in questa disciplina muta d'improvviso in apprensione e un po' di inquietudine. Il salto è da brividi ma Demi, mentre allestisce la sosta, rassicura tutti dicendo di affrontare la calata lentamente, con calma e con approccio meditativo in modo da godersela tutta non cercando di evitare l'acqua mentre ti "schiaffeggia". Ha ragione perché il torrentismo dev'essere vissuto nella sua totalità. Dopo che tutti sono scesi in autonomia Demi chiude la sequenza calandosi velocemente in doppia.
Il sito della maestosa cascata incastonata in un ambiente assolutamente intatto e selvaggio è raggiungibile anche attraverso il sentiero di servizio proveniente dal paese. È meta di visitatori e turisti che non risparmiano foto e bagni estivi nella larga pozza sottostante, con o senza attrezzatura.
Così dopo la foto di rito al cospetto della grande cascata e un sobrio pranzetto si fa ritorno lungo il suddetto sentiero che ci riporterà faticosamente a Piminoro in dura salita e in un caldo opprimente cercando di ripararci dov'è possibile sotto l'ombra di alberi e arbusti.
Aperta la stagione acquatica con la discesa in canyoning del torrente Bitonto in Basilicata chiudo con questo spettacolo della natura quì in Aspromonte. Il proposito adesso è quello di ritornarci il prossimo anno andando a scoprire altri gioielli di questa terra incredibile.