Capita anche a voi con i vestiti?

I Levi's 501, come molti jeans, hanno cambiato il tessuto, passando dal cotone 100% ad una miscela in cui una fibra sintetica (elastan) viene aggiunta per rendere il pantalone più elastico e quindi più comodo da indossare. A parte questo dettaglio, che rende il pantalone apparentemente meno "duro", tessitura, taglio e cuciture sono rimasti gli stessi.

si deve ringraziare chi li comprava così stretti che manco ci respiravi.
Io di jeans ne avuti una cammionata (anche i mitici roy rogers ) ma ti posso garantire che se li prendi più o meno giusti e non da camicia di forza ci stai bene dentro.
 
e così leggendo i vostri commenti non sono una mosca bianca: pure io uso nelle mie escursioni indumenti anche di oltre 10 anni fa e per quello che mi riguarda è principalmente per abitudine: se con un certo indumento mi sono sempre trovato bene perchè dovrei cambiarlo quando nei sentieri non mi vede praticamente nessuno? Non devo fare una sfilata di moda
 
Per dirla tutta (questo è il mio secondo intervento in questa discussione) trovo seccante la spinta dei produttori verso un consumismo più spinto giocando soprattutto con i colori. Certo siamo lontani dagli accessori per lo sci da discesa, dove c' é proprio un concetto di "moda", ma anche nell' escursionismo una giacca acquistata venti anni fa si fa notare (in negativo) anche se per le sue caratteristiche (io ho una giacca invernale piuttosto pesante che riesco ad usare un paio di volte l'anno) è stata portata pochissimo e tecnicamente è ancora valida se non migliore della produzione attuale.
 
Vedo che questa discussione si è rianimata: evidentemente gli Avventurosi sono gente "sana".
A proposito di indumenti e di conservazione, vorrei raccontare che per il finesettimana ho quello che chiamo il Vestito della domenica. Uno scarponcino molto comodo e un po' scalcagnato, pantaloni robusti con tante tasche, un po' lisi ma decenti, camicia da boscaiolo o maglietta (a seconda della stagione), vecchia giacca Columbia.
È una discussione con mia moglie, ma io nel finesettimana romano faccio lavoretti, scendo in cantina, sto in giro col cane e gioco con quelli che incontro al parco, faccio la spesa, fumo il toscano, ... Insomma col Vestito della domenica (che include anche un coltello) devo stare comodo e non preoccuparmi delle patacche.
 
E' vero sembra che i nostri nonni usciti (almeno i miei) da una vita di ristrettezze non avessero altro modello che quello delle classi agiate di cui hanno mutuato i difetti, sostituendo ad esempio le malattie da malnutrizione con quelle di una nutrizione troppo ricca di grassi e, comunque, eccessiva. Lo stesso sembra valga per l'abbigliamento, che deve rispondere ai canoni dell' "immagine" molto di più che a quelli della comodità (salvo ipocrisie come quella di chi esibisce un maglioncino in cachemere "perché è tanto comodo"). Purtroppo nella socializzazione occorre conformarsi un minimo ai propri simili, al di là delle proprie convizioni, perché per essere accettati nel gruppo sociale di riferimento occorre non allonanarsi troppo da certi canoni di abbigliamento che, purtroppo, da decenni si sono estesi all' abbigliamento informale con l' orrenda invenzione del casual griffato, o , in mancanza della griffe, almeno "stiloso".
 
Io ho una maglietta di cotone di circa 50 anni fa che uso ancora per i lavori in giardino....credo che sia il mio record
poi ovviamente ho il pieno di pile,gusci,magliette tecniche ecc. che hanno dai 30 anni in giù. Visto che qualche capo sportivo ogni tanto lo compro ho la mia strategia per far posto nell’armadio:anzitutto regalare i capi semi nuovi o in buone condizioni a mio figlio e a un mio amico,declassarne altri per usi di fatica e quel che rimane fare una bella borsa per la Caritas!
 
Bel post, anche io mi libero difficilmente da certi vestiti e per comodità e per ricordo e perchè se va bene devono prenderne uno nuovo? Mia moglie ogni tanto farebbe piazza pulita.
 
A proposito di panni riciclati: anni fa acquistai su una bancarella a 4 o 5 euro una t-shirt da bici marcata Campagnolo, di tessuto tecnico a nido d' ape con zip anteriore e parzialmente foderata. La indosso per allenarmi con i "rulli" in casa (anche uin casa meglio avere la schiena coperta), il colore è molto sobrio non la indosserei per uscire in giro solo perché risulterebbe pretenziosa rispetto alle mie capacità di ciclista ;). Come molti quando metto panni nei cassonetti gialli spero che ci sia la possibilità che facciano felice qualcun altro, non necessariamente qualcuno costretto ad indossarli per necessità.
 
Oggi sono in laboratorio che sto sistemando un pò di schifezze (in previsione di costruire una bici un pò particolare?) Come sono vestito?

Tuta da officina blu,un paio di stivali alti di gomma con la punta in ferro e se i topi presenti in cantina fanno selezione sull'abbigliamento li mando a dare via il gnau
 
Sì anche io riciclo "in proprio" il cotone puro al 100%, cassonetti gialli sono quelli del riciclo di capi di abbigliamento, si suppone (ma qui a Roma ci fu un piccolo scandalo in proposito) che una qualche associazione benefica riesca ad alzarci qualche euro rivendendoli a ditte specializzate che fanno la cernita (rivendita come vestiti usati oppure recupero delle fibre naturali mentre tutto quello che resta viene smaltito come rifiuti).
 
anche qui ci sono i cassonetti del vestiario. Quando mio fratello ha buttato via il suo primo bomber verde oramai a pezzi lo ha "finito" con un coltellaccio e poi ci ha scritto una frase degna delle tre k sulla schiena ....poi lo ha buttato.
Ovviamente ha recuperato le toppe dei civico88, dente di lupo, brigata cani da birra e altre...

Giusto per non trovarlo su un mercatino delle pulci la settimana dopo.

Anche perchè qui pretendono la roba lavata pulita e in buono stato....sono proprio convinti nè....
 
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