Dati
Data: 18 luglio 2011
Regione e provincia: Alto Adige - Bolzano
Località di partenza: Stazione ferroviaria Ponte d'Adige
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 3-4 ore (20 minuti per arrivare al castello)
Chilometri: ?
Grado di difficoltà: T
Descrizione delle difficoltà: perdersi nei meandri delle torri
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: 100 mt + 400 mt l'intero percorso
Dislivello in discesa: idem
Accesso stradale: Bolzano: andate in treno... è meglio
Descrizione
Per me è stato un vero e proprio pellegrinaggio, piuttosto che una visita o un'escursione. In questo luogo si celebra la montagna in tutti i suoi aspetti, non soltanto quelli alpinistici, come pensavo inizialmente.
Il Museo ha superato le mie aspettative. Il luogo, il castello di San Firmiano è suggestivo e domina tutta Bolzano e la valle d'Adige. Ho accolto il consiglio del sito del Museo, arrivare in treno fino a Ponte d'Adige e poi con un comodo sentiero ben segnalato, prima in pianura tra i filari dei meli e poi in salita attraverso un fitto bosco: in venti minuti si arriva senza affanno.
Il Castello ha delle mura che contano circa 800 mt di diametro con varie torri che interrompono il giro. Già all'esterno si percepisce il carattere che ha voluto dare Messner a questo luogo, ossia il rapporto intimo e spirituale che lega l'uomo fin dai tempi antichi alla montagna. Questa per me è stata la vera sorpresa. Non c'è una logica specifica di come sono stati disseminati gli oggetti. Camminando lungo il cortile si può incontrare un Buddha sdraiato, un'altro seduto, Ganesh, Garuda, Milarepa, le pietre mani tibetane e tantissimi altri personaggi della mitologia himalayana.
Su ogni torre si trova l'esposizione vera e propria del Mountain Museum, in tutto ce ne sono otto. Una guida ha specificato che facendo tutto il giro completo si fanno circa 400 mt di dislivello.
Si inizia con un mostra temporanea dedicata al Free Solo (arrampicata senza corda), si passa in una ricostruzione di un tempio buddista tibetano con tanto di ruota sacra, tantissimi buddha, arazzi e musica himalayana. In altre due torri c'è la storia dell'alpinismo con reperti preziosi che vanno dagli albori ai giorni nostri: dalla tenda e la tuta di Bonatti del K2, al respiratore di Hilary dell'Everest fino al casco di Ueli Steck dell'Eiger in velocità.
Per me la parte più emozionante è stata una piccola stanzetta circolare dove si udiva la canzone di "Blowin in the wind" di Bob Dylan: all'interno, centrale vi era lo scarpone indossato dal fratello di Messner, Gunther, quando giovanissimo ha trovato la morte sul Nanga Parbat e la parete circolare era tappezzata da foto di alpinisti defunti.
Nel castello, nei luoghi più impensabili, ci sono tantissime citazione che riguardano la montagna, ma forse la più bella è quella in uscita: "a passo lento è meglio".
Ci tornerò senz'altro.
Data: 18 luglio 2011
Regione e provincia: Alto Adige - Bolzano
Località di partenza: Stazione ferroviaria Ponte d'Adige
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 3-4 ore (20 minuti per arrivare al castello)
Chilometri: ?
Grado di difficoltà: T
Descrizione delle difficoltà: perdersi nei meandri delle torri
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: 100 mt + 400 mt l'intero percorso
Dislivello in discesa: idem
Accesso stradale: Bolzano: andate in treno... è meglio
Descrizione
Per me è stato un vero e proprio pellegrinaggio, piuttosto che una visita o un'escursione. In questo luogo si celebra la montagna in tutti i suoi aspetti, non soltanto quelli alpinistici, come pensavo inizialmente.
Il Museo ha superato le mie aspettative. Il luogo, il castello di San Firmiano è suggestivo e domina tutta Bolzano e la valle d'Adige. Ho accolto il consiglio del sito del Museo, arrivare in treno fino a Ponte d'Adige e poi con un comodo sentiero ben segnalato, prima in pianura tra i filari dei meli e poi in salita attraverso un fitto bosco: in venti minuti si arriva senza affanno.
Il Castello ha delle mura che contano circa 800 mt di diametro con varie torri che interrompono il giro. Già all'esterno si percepisce il carattere che ha voluto dare Messner a questo luogo, ossia il rapporto intimo e spirituale che lega l'uomo fin dai tempi antichi alla montagna. Questa per me è stata la vera sorpresa. Non c'è una logica specifica di come sono stati disseminati gli oggetti. Camminando lungo il cortile si può incontrare un Buddha sdraiato, un'altro seduto, Ganesh, Garuda, Milarepa, le pietre mani tibetane e tantissimi altri personaggi della mitologia himalayana.
Su ogni torre si trova l'esposizione vera e propria del Mountain Museum, in tutto ce ne sono otto. Una guida ha specificato che facendo tutto il giro completo si fanno circa 400 mt di dislivello.
Si inizia con un mostra temporanea dedicata al Free Solo (arrampicata senza corda), si passa in una ricostruzione di un tempio buddista tibetano con tanto di ruota sacra, tantissimi buddha, arazzi e musica himalayana. In altre due torri c'è la storia dell'alpinismo con reperti preziosi che vanno dagli albori ai giorni nostri: dalla tenda e la tuta di Bonatti del K2, al respiratore di Hilary dell'Everest fino al casco di Ueli Steck dell'Eiger in velocità.
Per me la parte più emozionante è stata una piccola stanzetta circolare dove si udiva la canzone di "Blowin in the wind" di Bob Dylan: all'interno, centrale vi era lo scarpone indossato dal fratello di Messner, Gunther, quando giovanissimo ha trovato la morte sul Nanga Parbat e la parete circolare era tappezzata da foto di alpinisti defunti.
Nel castello, nei luoghi più impensabili, ci sono tantissime citazione che riguardano la montagna, ma forse la più bella è quella in uscita: "a passo lento è meglio".
Ci tornerò senz'altro.
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