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Dati
Data:
Regione e provincia:
Località di partenza:
Località di arrivo:
Tempo di percorrenza:
Chilometri:
Grado di difficoltà:
Descrizione delle difficoltà:
Periodo consigliato:
Segnaletica:
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima:
Accesso stradale:
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Descrizione
Scrivi qui la descrizione e le tue impressioni!
per gli amanti di trekking ed escursioni consiglio: il Castello di Stilo o semplicemente Castello normanno è un castello di epoca normanna costruito a Stilo in Calabria da Ruggero II sul Monte Consolino nell'XI secolo
Il castello ha torri triangolari eccetto quelle che circondano il forte che hanno una forma circolare e sono provviste di feritoie. Una torre si chiama Altavilla. La zona centrale del castello era una chiesa-cappella con un altare principale e 4 altari adiacenti ai muri del locale. La raccolta di acqua piovana avveniva con tubi di coccio e tegole affrontate e con una cisterna posizionata al di sotto dell'edificio centrale
La prima attestazione della presenza del Castello Normanno a Stilo è fatta il 7 maggio del 1093 in una concessione del Conte Ruggero nei confronti di San Bruno: "elegerunt itaque quondam solitudinis locum inter locum qui dicitur Arena et oppidum quod appelatur Stilum"[1].
Nel XIII secolo il Castello di Stilo era uno dei diciassette castelli calabresi amministrati della Reale Curia nel regno di Carlo I d'Angiò ed era anche utilizzato come prigione. Sempre nello stesso periodo dovette subire una serie di riparazioni come documentato dal folio 233 dell'Archivio della Regia Zecca del 1281[3].
Nel Registro Regio del 14 aprile 1323 è scritto che il Duca di Calabria, figlio del Re Roberto concesse al Nobile, Contestabile, Barone di Settingiano Marco la Castellania di Stilo e che a lungo fu retta dalla sua discendenza[4].
Nel XVI secolo fu attaccato dal Preside della Provincia con 4000 pedoni e 2000 cavalieri e tenuto sotto assedio per tre mesi per concederlo al Duca D'Arena come racconta l'erudito Vito Capialbi[1].
Nel 1677 Padre Apollinare Agresta nella sua opera La vita di San Giovanni Theresti lo descrive così: " La città, oltre d'esser già forte, e munita di difese, e di difenditori, era anche resa inespugnabile dal castello, che torreggiava su la cima di detto monte, che con la sua superiorità la signoreggiava, e teneva sicura da qualunque hoste ben numerosa: anzi per essere questo Castello assai forte sopra tutti gli altri della provincia, era in quei tempi preggiatissimo a' Re e godeva alcune prerogative e fra l'altre che molti Baroni e feudatari, fossero obligati alle di lui reparazioni
Nel XVIII secolo con il Regno di Napoli a governo del castello vi era un castellano nominato direttamente dal re che era al comando della guarnigione di difesa e veniva pagato due tarì al giorno.
Nel XIX secolo il Castello versa in stato di abbandono e Crea lo descrive così: "Qua i muri sono di sole pietre alzate, e queste pietre mezzanamente grosse sono della stessa roccia calcarea sulla quale le torri si sollevano. Non hanno volte, o divisioni di piani diversi. Vari buchi interni e laterali vi annunziano la possibilità di formare, nel bisogno, e per comodo di difensori che la custodivano, strati provvisori di legnami: e le saettìere e i gittatoi che si veggono aperti all'altezza corrispondente sopra tali strati avvalorano l'idea concepita. Non porte non finestre ad alcun lato, queste torri restano scoperte ed alla sommità di esse, in giro, si vede qualche merlo in forma di cono della fabbrica stessa dell'edifizio principale. Dal lato di occidente questa ha una sola apertura che comunica col rimanente del monte sino al suo vertice."[5].
Dal 2009 inizia un lungo restauro sotto la guida della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Calabria, guidata da Margherita Eikeberg e conclusosi il 14 maggio 2016. In concomitanza, da settembre 2015 sono iniziati i lavori per un trenino su monorotaia per un raggiungimento più agevole del castello anch'esso concluso nel 2016[6] ma mai in funzione quanto non è mai stato effettuto un collaudo.
sentiero pedonale
vista sulla valle dello stilaro panorama pittoresco mozza fiato.
entrata zona castello
castello dopo il restauro conservativo, sono state installate delle coperture prefabbricate metalliche per preservarlo dall'usura del tempo e dalle precipitazioni meteoriche.
portale di ingresso alla fortezza
cortile interno.
corte interna
in questa zona sono state installate delle strutture metalliche con copertura spiovente per proteggere la struttura dalle precipitazioni meteoriche .
la tettoia protegge i muri sbrecciati dall'usura del tempo.
bastione esterno castello
perimetro esterno castello
il percorso è stato dotato di ringhiere e balaustre protettive, pertanto si percorre in piena sicurezza.
interno torrione
ingresso torrione
perimetro esterno
castello prima dei lavori di restauro
La struttura originaria del Castello Normanno era a pianta quadrata. Il Castello aveva torri triangolari, eccetto quelle che circondano il forte, che avevano una forma circolare e provviste di feritoie (dette a bocca di lupo), da cui potevano essere rotolati sassi, versato olio bollente ed altri mezzi di difesa propri del tempo. Una torre, quadrata, si chiamava Altavilla, chiaro riferimento all’origine normanna. Su questa si apriva una sala.
La zona centrale del Castello era una chiesa-cappella con un altare principale e 4 altari adiacenti ai muri del locale. Di questa area, sopravvivono solo alcuni tratti dei muri portanti, ma non è stata ancora stabilita la datazione di questi ultimi. Dai tetti, con opportune condutture ricavate con tegole affrontate e con tubi di coccio (ancora perfettamente visibili), si otteneva la raccolta di acqua piovana che andava a finire in una vasta cisterna che occupava lo spazio sotterraneo sottostante ad una buona parte dell’edificio centrale. L’ultimo propugnacolo, una specie di piccola acropoli, abbracciava il culmine del Consolino e dominava il Castello.
Il Castello era cinto da varie opere di difesa che lo rendevano assolutamente inespugnabile. Di queste cinture se ne possono identificare ancora parecchie lungo l’erta del monte Consolino. C’erano inoltre, sparsi qua e là, strategicamente, altri posti di guardia e singole difese che potevano rendere sempre più difficile, per non dire impossibile, il passaggio al nemico, che avesse eventualmente forzato le altre opere difensive. La cinta bassa delle fortificazioni cominciava poco al di sopra della Cattolica.
Altri sbarramenti, serbatoi di acque e rifugi precedevano il Castello vero e proprio che aveva fortificazioni autonome coronate da parecchie torri semicircolari. Della vasta fortificazione, distrutta dai francesi nel XVIII secolo, restano ruderi delle mura perimetrali, delle torri e della porta di accesso.
Oggi visitare il Castello di Stilo, dal quale si può ammirare un paesaggio bellissimo con un colpo d’occhio, che conduce al mare, da Capo Spartivento fino a Crotone, è un privilegio, reso possibile anche dai lavori realizzati sul percorso d’accesso.
La prima attestazione del Castello Normanno risale al 7 maggio del 1093.
La sua nascita segue l’avvento dei normanni nel 1072 d.c., conquistatori del borgo di Stilo. Essi infatti prescelgono il borgo, per la sua posizione strategica a dominio dell’intera Vallata dello Stilaro, come regio demanio, vale a dire città sotto il diretto controllo del re, ruolo mantenuto anche nelle dominazioni sveve, angioine e aragonesi.
Eretto da Ruggero il Normanno nella seconda metà del XI secolo, per
meglio dominare la sua città irrequieta, l’affascinante castello medievale, domina incontrastato il territorio circostante.
Distanza
6,2 km
Dislivello positivo
294 m
Difficoltà tecnica
Difficile
Dislivello negativo
294 m
Altitudine massima
701 m
Trailrank
64
Altitudine minima
418 m
Tipo di percorso
Anello
Sentiero sorprendentemente impegnativo ma incredibilmente appagante.
Si parte dal cimitero di Stilo e si sale lungo un primo e lungo tratto in strada bianca che segue una serie di tornanti sul fianco del monte Consolino fino ad arrivare al luogo d'installazione della monorotaia (mai collaudata).
Tutto questo primo tratto può essere affrontato anche in fuoristrada ma, sebbene la pendenza possa risultare impegnativa, si può godere, lungo la strada, di splendidi scorci su Stilo e su tutta la valle dello Stilaro. In alcuni tratti vedere il fianco della montagna che sale in verticale così vicino fa impressione. C'è addirittura un punto panoramico con un'unità in mattoni per il barbecue sebbene sia sprovvista di legna e carbonella.
Giunti alla monorotaia il sentiero si divide. Sulla destra il più impervio sentiero pedonale, sulla sinistra quello più scivoloso ma più sicuro che segue proprio il tragitto della monorotaia.
All'andata abbiamo scelto il sentiero di destra come indicato dalla segnaletica.
Questo sentiero è molto stretto: ci si passa uno alla volta. Risale il fianco della montagna con una serie di piccoli gradini e in alcuni tratti è protetto da una staccionata che però in parte è distrutta. Sicuramente non adatto a chi soffre di vertigini.
Superata la parte più pericolosa si giunge al bivio che congiunge questo sentiero a quello che sale dalla Cattolica che purtroppo è mal tenuto. Proseguite quindi verso sinistra in direzione castello e raggiungerete la sommità della montagna. Qui non è più chiaro quale sia il "sentiero" per cui limitatevi a cercare un qualunque tratto percorribile per salire verso il castello ormai perfettamente visibile.
Ed eccoci al Castello di Ruggero II il Normanno, sulla cima del Monte Consolino dall'XI secolo, a 700 metri slm.
Abbiamo trovato il cancello aperto e abbiamo quindi potuto visitare i magnifici interni e gli splendidi scorci di Stilo e della Valle dello Stilaro visti dalle sue finestre.
All'esterno si può passeggiare sulla cima del monte Consolino e apprezzare la vista su Bivongi e sulla valle dal versante opposto della montagna.
Per la ridiscesa abbiamo scelto invece il sentiero della monorotaia. Come già detto è scivoloso ma la staccionata in legno da una parte e il binario della monorotaia in metallo dall'altra, lo rendono molto più sicuro e più adatto ai meno esperti. Senza contare che, a differenza dell'altro sentiero, non è presente un vero e proprio strapiombo a causare vertigini. Questo tratto offre comunque panorami magnifici e permette anche di vedere per bene la bellezza e la pericolosità del primo sentiero.
Giunti al bivio di diramazione dei due sentieri si riprende l'auto o si ridiscende a piedi lungo la serie di tornanti fino al cimitero.
Difficile, impegnativo e non adatto a chi soffre di vertigini ma ne vale davvero la pena!
spero di non averVi annoiato.
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- Campeggio: per recensire o segnalare un campeggio
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Dati
Data:
Regione e provincia:
Località di partenza:
Località di arrivo:
Tempo di percorrenza:
Chilometri:
Grado di difficoltà:
Descrizione delle difficoltà:
Periodo consigliato:
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Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima:
Accesso stradale:
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Descrizione
Scrivi qui la descrizione e le tue impressioni!
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per gli amanti di trekking ed escursioni consiglio: il Castello di Stilo o semplicemente Castello normanno è un castello di epoca normanna costruito a Stilo in Calabria da Ruggero II sul Monte Consolino nell'XI secolo
Regione | Calabria |
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Città | Stilo |
Coordinate |
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Il castello ha torri triangolari eccetto quelle che circondano il forte che hanno una forma circolare e sono provviste di feritoie. Una torre si chiama Altavilla. La zona centrale del castello era una chiesa-cappella con un altare principale e 4 altari adiacenti ai muri del locale. La raccolta di acqua piovana avveniva con tubi di coccio e tegole affrontate e con una cisterna posizionata al di sotto dell'edificio centrale
Stile | castello medievale |
---|---|
Inizio costruzione | XI secolo |
Materiale | pietra |
Primo proprietario | Ruggero I di Sicilia |
Condizione attuale | in restauro |
Proprietario attuale | Comune di Stilo |
Visitabile | si |
La prima attestazione della presenza del Castello Normanno a Stilo è fatta il 7 maggio del 1093 in una concessione del Conte Ruggero nei confronti di San Bruno: "elegerunt itaque quondam solitudinis locum inter locum qui dicitur Arena et oppidum quod appelatur Stilum"[1].
Nel XIII secolo il Castello di Stilo era uno dei diciassette castelli calabresi amministrati della Reale Curia nel regno di Carlo I d'Angiò ed era anche utilizzato come prigione. Sempre nello stesso periodo dovette subire una serie di riparazioni come documentato dal folio 233 dell'Archivio della Regia Zecca del 1281[3].
Nel Registro Regio del 14 aprile 1323 è scritto che il Duca di Calabria, figlio del Re Roberto concesse al Nobile, Contestabile, Barone di Settingiano Marco la Castellania di Stilo e che a lungo fu retta dalla sua discendenza[4].
Nel XVI secolo fu attaccato dal Preside della Provincia con 4000 pedoni e 2000 cavalieri e tenuto sotto assedio per tre mesi per concederlo al Duca D'Arena come racconta l'erudito Vito Capialbi[1].
Nel 1677 Padre Apollinare Agresta nella sua opera La vita di San Giovanni Theresti lo descrive così: " La città, oltre d'esser già forte, e munita di difese, e di difenditori, era anche resa inespugnabile dal castello, che torreggiava su la cima di detto monte, che con la sua superiorità la signoreggiava, e teneva sicura da qualunque hoste ben numerosa: anzi per essere questo Castello assai forte sopra tutti gli altri della provincia, era in quei tempi preggiatissimo a' Re e godeva alcune prerogative e fra l'altre che molti Baroni e feudatari, fossero obligati alle di lui reparazioni
Nel XVIII secolo con il Regno di Napoli a governo del castello vi era un castellano nominato direttamente dal re che era al comando della guarnigione di difesa e veniva pagato due tarì al giorno.
Nel XIX secolo il Castello versa in stato di abbandono e Crea lo descrive così: "Qua i muri sono di sole pietre alzate, e queste pietre mezzanamente grosse sono della stessa roccia calcarea sulla quale le torri si sollevano. Non hanno volte, o divisioni di piani diversi. Vari buchi interni e laterali vi annunziano la possibilità di formare, nel bisogno, e per comodo di difensori che la custodivano, strati provvisori di legnami: e le saettìere e i gittatoi che si veggono aperti all'altezza corrispondente sopra tali strati avvalorano l'idea concepita. Non porte non finestre ad alcun lato, queste torri restano scoperte ed alla sommità di esse, in giro, si vede qualche merlo in forma di cono della fabbrica stessa dell'edifizio principale. Dal lato di occidente questa ha una sola apertura che comunica col rimanente del monte sino al suo vertice."[5].
Dal 2009 inizia un lungo restauro sotto la guida della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Calabria, guidata da Margherita Eikeberg e conclusosi il 14 maggio 2016. In concomitanza, da settembre 2015 sono iniziati i lavori per un trenino su monorotaia per un raggiungimento più agevole del castello anch'esso concluso nel 2016[6] ma mai in funzione quanto non è mai stato effettuto un collaudo.
- Si accede al Castello tramite un sentiero che parte dal luogo in cui si trova la Cattolica, altro monumento per cui Stilo è famosa; e seguendo il percorso che conduce per le 14 stazioni della via Crucis, al termine del quale si nota il castello, di cui sono ormai visibili le mura laterali, e percorrendo un breve tratto si arriva a destinazione. Ad oggi (2020), il percorso non è più mantenuto e a metà strada è in condizioni precarie.
- Un percorso alternativo parte nelle vicinanze all'accesso del cimitero di Stilo, si cammina per un largo sentiero all'inizio asfaltato e poi in terra battuta che compie diversi tornanti. Verso la fine, il sentiero si restringe e si cammina in fila indiana fino ad arrivare a un bivio, si prende il sentiero di destra che via via si allarga fino ad arrivare allo spiazzo dinanzi alla porta principale del castello. Prima di arrivare si vedono sulla destra (verso il mare) i resti di alcuni torri. Lungo questo sentiero era in allestimento da luglio 2015 una piccola monorotaia che completata non è mai entrata in funzione in quanto non ne sarebbe stato fatto il collaudo.
sentiero pedonale
vista sulla valle dello stilaro panorama pittoresco mozza fiato.
entrata zona castello
castello dopo il restauro conservativo, sono state installate delle coperture prefabbricate metalliche per preservarlo dall'usura del tempo e dalle precipitazioni meteoriche.
portale di ingresso alla fortezza
cortile interno.
corte interna
in questa zona sono state installate delle strutture metalliche con copertura spiovente per proteggere la struttura dalle precipitazioni meteoriche .
la tettoia protegge i muri sbrecciati dall'usura del tempo.
bastione esterno castello
perimetro esterno castello
il percorso è stato dotato di ringhiere e balaustre protettive, pertanto si percorre in piena sicurezza.
interno torrione
ingresso torrione
perimetro esterno
castello prima dei lavori di restauro
La struttura originaria del Castello Normanno era a pianta quadrata. Il Castello aveva torri triangolari, eccetto quelle che circondano il forte, che avevano una forma circolare e provviste di feritoie (dette a bocca di lupo), da cui potevano essere rotolati sassi, versato olio bollente ed altri mezzi di difesa propri del tempo. Una torre, quadrata, si chiamava Altavilla, chiaro riferimento all’origine normanna. Su questa si apriva una sala.
La zona centrale del Castello era una chiesa-cappella con un altare principale e 4 altari adiacenti ai muri del locale. Di questa area, sopravvivono solo alcuni tratti dei muri portanti, ma non è stata ancora stabilita la datazione di questi ultimi. Dai tetti, con opportune condutture ricavate con tegole affrontate e con tubi di coccio (ancora perfettamente visibili), si otteneva la raccolta di acqua piovana che andava a finire in una vasta cisterna che occupava lo spazio sotterraneo sottostante ad una buona parte dell’edificio centrale. L’ultimo propugnacolo, una specie di piccola acropoli, abbracciava il culmine del Consolino e dominava il Castello.
Il Castello era cinto da varie opere di difesa che lo rendevano assolutamente inespugnabile. Di queste cinture se ne possono identificare ancora parecchie lungo l’erta del monte Consolino. C’erano inoltre, sparsi qua e là, strategicamente, altri posti di guardia e singole difese che potevano rendere sempre più difficile, per non dire impossibile, il passaggio al nemico, che avesse eventualmente forzato le altre opere difensive. La cinta bassa delle fortificazioni cominciava poco al di sopra della Cattolica.
Altri sbarramenti, serbatoi di acque e rifugi precedevano il Castello vero e proprio che aveva fortificazioni autonome coronate da parecchie torri semicircolari. Della vasta fortificazione, distrutta dai francesi nel XVIII secolo, restano ruderi delle mura perimetrali, delle torri e della porta di accesso.
Oggi visitare il Castello di Stilo, dal quale si può ammirare un paesaggio bellissimo con un colpo d’occhio, che conduce al mare, da Capo Spartivento fino a Crotone, è un privilegio, reso possibile anche dai lavori realizzati sul percorso d’accesso.
La prima attestazione del Castello Normanno risale al 7 maggio del 1093.
La sua nascita segue l’avvento dei normanni nel 1072 d.c., conquistatori del borgo di Stilo. Essi infatti prescelgono il borgo, per la sua posizione strategica a dominio dell’intera Vallata dello Stilaro, come regio demanio, vale a dire città sotto il diretto controllo del re, ruolo mantenuto anche nelle dominazioni sveve, angioine e aragonesi.
Eretto da Ruggero il Normanno nella seconda metà del XI secolo, per
meglio dominare la sua città irrequieta, l’affascinante castello medievale, domina incontrastato il territorio circostante.
Distanza
6,2 km
Dislivello positivo
294 m
Difficoltà tecnica
Difficile
Dislivello negativo
294 m
Altitudine massima
701 m
Trailrank
64
Altitudine minima
418 m
Tipo di percorso
Anello
Sentiero sorprendentemente impegnativo ma incredibilmente appagante.
Si parte dal cimitero di Stilo e si sale lungo un primo e lungo tratto in strada bianca che segue una serie di tornanti sul fianco del monte Consolino fino ad arrivare al luogo d'installazione della monorotaia (mai collaudata).
Tutto questo primo tratto può essere affrontato anche in fuoristrada ma, sebbene la pendenza possa risultare impegnativa, si può godere, lungo la strada, di splendidi scorci su Stilo e su tutta la valle dello Stilaro. In alcuni tratti vedere il fianco della montagna che sale in verticale così vicino fa impressione. C'è addirittura un punto panoramico con un'unità in mattoni per il barbecue sebbene sia sprovvista di legna e carbonella.
Giunti alla monorotaia il sentiero si divide. Sulla destra il più impervio sentiero pedonale, sulla sinistra quello più scivoloso ma più sicuro che segue proprio il tragitto della monorotaia.
All'andata abbiamo scelto il sentiero di destra come indicato dalla segnaletica.
Questo sentiero è molto stretto: ci si passa uno alla volta. Risale il fianco della montagna con una serie di piccoli gradini e in alcuni tratti è protetto da una staccionata che però in parte è distrutta. Sicuramente non adatto a chi soffre di vertigini.
Superata la parte più pericolosa si giunge al bivio che congiunge questo sentiero a quello che sale dalla Cattolica che purtroppo è mal tenuto. Proseguite quindi verso sinistra in direzione castello e raggiungerete la sommità della montagna. Qui non è più chiaro quale sia il "sentiero" per cui limitatevi a cercare un qualunque tratto percorribile per salire verso il castello ormai perfettamente visibile.
Ed eccoci al Castello di Ruggero II il Normanno, sulla cima del Monte Consolino dall'XI secolo, a 700 metri slm.
Abbiamo trovato il cancello aperto e abbiamo quindi potuto visitare i magnifici interni e gli splendidi scorci di Stilo e della Valle dello Stilaro visti dalle sue finestre.
All'esterno si può passeggiare sulla cima del monte Consolino e apprezzare la vista su Bivongi e sulla valle dal versante opposto della montagna.
Per la ridiscesa abbiamo scelto invece il sentiero della monorotaia. Come già detto è scivoloso ma la staccionata in legno da una parte e il binario della monorotaia in metallo dall'altra, lo rendono molto più sicuro e più adatto ai meno esperti. Senza contare che, a differenza dell'altro sentiero, non è presente un vero e proprio strapiombo a causare vertigini. Questo tratto offre comunque panorami magnifici e permette anche di vedere per bene la bellezza e la pericolosità del primo sentiero.
Giunti al bivio di diramazione dei due sentieri si riprende l'auto o si ridiscende a piedi lungo la serie di tornanti fino al cimitero.
Difficile, impegnativo e non adatto a chi soffre di vertigini ma ne vale davvero la pena!
spero di non averVi annoiato.
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