Indubbiamente l'attività all'aperto è un business, che sia "bushcraft", che sia il semplice zampettare per andare dal punto X al punto Y o che sia più banalmente andare in giro per funghi, ma questo vale per qualsiasi attività umana, non mi viene in mente, sul momento, nulla che non abbia un qualche risvolto commerciale o che non ci sia qualcuno pronto a prestare il proprio operato in funzione di una mia esigenza, forse se prendiamo in considerazione i sentimenti, la famiglia, il "business" è meno opprimente ma anche in quel senso ha la sua influenza (sia in un senso buono che in un senso prettamente materiale); per tanto non vedrei così in senso negativo l'aspetto commerciale in fin dei conti ha permesso, a molti, di avvicinarsi all'escursionismo con prodotti più performanti a costi più umani, ha sdoganato certi teatri, esattamente come tante "cose" che cinquant'anni fa erano appannaggio di pochi.
Il rovescio della medaglia è che, oggi, comprare tanti "giochini" è talmente facile che è quasi un obbligo averli, e consigliarli, tanto da portare in un secondo piano l'aspetto pratico che, ovviamente, non si può, oggi, ancora comprare; nel "far west", dei caw boy, era normale probabilmente partire con una pentola, del lardo, dei fagioli, una borraccia piena, fiammiferi e una "sputa fuoco" carica, oggi, banalmente sarebbe meglio di no e non perché sono cambiate le esigenze, il caw boy del '800 e quello del 2018 può tranquillamente vivere di fagioli e lardo ma, oggi, nel 2018 può avere di meglio e, entro certi limiti, ha senso che sia così o saremmo fermi al 1800; certo ambedue le figure hanno bisogno di saper cavalcare, accendere un fuoco e più banalmente sapere dove andare
Non mi stupisco se c'è chi dica che per iniziare bisogna avere prima X, Y, Z e anche W e poi "farlo", entro certi limiti non è poi così sbagliato, mi spiego meglio però, la mia prima gita/attività all'aperto che ho fatto con gli scout, all'età di 7 anni se non erro, l'ho fatta d'inverno con i "moonboot", sono arrivato a casa con dieci centimetri in più di altezza per le vesciche e con una consapevolezza che mia madre non avrebbe mai più messo parola su quello che avrei dovuto avere anche solo per andare al campetto sotto casa, e pensare che non era una novità per me visto che la montagna non era un mondo estraneo, certo con un paio di scarponi da 500.000 lire sarei tornato a casa come con gli scarponi da 30.000 lire, ma altrettanto sicuramente con gli scarponi, come tipologia, sarei tornato meno traumatizzato, su questo non ho dubbi.
Ovviamente ogni cosa ha il suo "abuso" e non mi metto di certo a difendere, d'ufficio, quanto detto da altri
In conclusione ci sono cose che permettono di affrontare meglio, in modo meno traumatico, le attività all'aperto, non lo vedo così sbagliato farlo presente con le dovute considerazioni, certo non c'è un paio di scarponi che cammina per te e non c'è "giocattolo" che possa sostituire quello che ci dovrebbe essere fra le orecchie.
Ciao
, Gianluca