chiedo aiuto per risolvere questo paradosso

L'altro giorno ero al raduno Bushcraft dello Stato del New York ( postero' foto) e uno dei capetti della situazione e' stato molto gentile e mi ha insegnato ad accendere il fuoco con una lima ricurvata, un pezzo di pietra flint ed un pezzettino di charcloth - che non so' come si dice in italiano, ma e' un pezzo di cotone surriscaldato in una scatoletta di acciaio.


Mi sembra che per attuare questo sistema per accendere un fuoco ci vuole:

Un fuoco. Fatto previamente, sul quale bisogna surriscaldare il cotone nella scatoletta. I fumi sono anche pestilenziali. Il fuoco puo' essere acceso in vari modi, ma prendiamo per esempio i fiammiferi, che sono una tecnologia che risale alla seconda meta' del seicento, da quello che ho trovato io.

Un pezzo di cotone tramato.
Che arriva a noi dopo secoli di tecnologia applicata, e di nuovo, enormi investimenti, coltivazioni, uso di pesticidi, etc. etc.


Una pietra speciale, flint, chert, quarzo, od ltre cose, la qui acquisizione al giorno d'oggi viene fatta principalmente via posta. Anche qui ci vogliono sistemi postali, aerei cargo, logistica...


Un pezzo di acciaio con particolari prerogative di durezza o che ne so' io, ed una scatoletta di acciaio che si chiude ermeticamente con con un buchetto.
Anche qui', per far si' che queste cosucce arrivino a noi ci sono voluti storicamente immani investimenti, miniere, sfruttamenti, tecnologia metallurgica...


Ma allora, non e' meglio per coerenza, praticita' ed anche dal punto di vista storico portarsi dietro solo un bel pacchetto di fiammiferi, che ripeto e' una tecnologia mi sembra inventata nel 1670 o giu' di li?
 
Be Crafter, quella del cotone carbonizzato è il sistema che usavano già i "Romani"! E magari anche altre popolazioni prima di loro.
Ma fino agli anni '50 i nostri nonni lo usavano ancora con un "Acciarino a pietrina" (la pietrina uguale a quella degli accendini) per accendere il fuoco tutte le mattine!
 
Quella dell'acciarino per se' si puo' capire, essendo le scintille molto calde.
Quella del cotone al tempo dei Romani non la sapevo, credevo usassero i funghi, e quindi ti ringrazio della info. :)
 
Trovo questo ragionamento molto molto sensato :) La parola "paradosso" mi pare adeguata.

Intervengo però riportando quattro dati e facendo alcune di considerazioni.

1. I fiammiferi come li intendiamo noi, cioè quelli a sfregamento, sono stati inventati solo intorno al 1825. Inizialmente costruiti con miscele di fosforo instabili e anche tossiche, successivamente sono stati "raffinati" con l'invenzione di miscele sempre meno pericolose e meno tossiche, fino ad arrivare, intorno alla metà dell'Ottocento, ai primi fiammiferi "di sicurezza", cioè quelli come gli "svedesi" che si accendono solo se sfregati sulla loro apposita cartina: i composti chimici sono disaccoppiati tra capocchia del fiammifero e cartina di sfregamento, e si mescolano solo in virtù dello sfregamento.
Quelli in uso già dal XVII secolo, più che fiammiferi erano "zolfanelli", cioè dei bastoncini con una miscela infiammabile che si accendeva a contatto con dei tizzoni ardenti o della brace... Non servivano a produrre fiamma autonomamente, ma a "trasportarla" a partire da una esca accesa, che era incandescente anche senza produrre fiamma, tipo quello che accade, per esempio, con le sigarette, che bruciano senza fare fiamma, o con l'esca che ha ricevuto la scintilla e brucia senza fiamma (in inglese si dice smothering).

2. Gli antichi Romani non usavano il cotone, diffuso in Europa nel Medioevo solo a partire dalla dominazione araba della Sicilia, e diventato tessuto "comune" solo in età moderna. Carbonizzavano invece altre fibre vegetali (lino innanzitutto). Molto più diffuso era l'impiego della polpa di funghi opportunamente trattati, vale a dire il classico Fomes fomentarius.

3. L'uso di acciarini in ferro carburocementato è attestato per periodi abbastanza antichi. Nel Vicino Oriente antico, la tecnica della carburocementazione è già diffusa intorno al X sec. a.C., in Europa Centrale si ritrovano acciarini già intorno al VII sec. a.C.

4. I diversi tipi di selce (quelle che inglese si chiamano "flint" e "chert"), e le tecniche per scheggiarla, sono la tecnologia più antica dell'essere umano e hanno accompagnato la sua evoluzione. L'uso di selce come "pietra focaia" per percuotere pezzi di pirite o marcassite è ragionevolmente ipotizzabile già a partire dalle fasi finali del Paleolitico Superiore. Trovare nuclei di selce o noduli di pirite è impegnativo (bisogna sapere dove e come cercare, spesso nel letto dei fiumi) ma era un'attività fondamentale e comune nella preistoria e anche in epoche a noi vicine. Si pensi all'uso massiccio della selce che è stato fatto, a partire dal XVII secolo, per creare le "pietre focaie" con cui funzionavano moschetti e pistole usati almeno fino agli inizi del XIX secolo. In Italia ci sono interi paesi che sono stati fiorenti fino ai primissimi decenni dell'Ottocento proprio perché nelle vicinanze si estraeva selce che poi veniva lavorata per produrre le pietre focaie per le armi da fuoco.

Tutto questo per dire tre cose:

1. La tecnica di accensione del fuoco per percussione è piuttosto antica: batto due oggetti che creano scintille e raccolgo queste scintille con un'esca che prende fuoco. Quello che cambia nel tempo è la tipologia di questi materiali, e la sempre migliore resa. Schematizzando all'inverosimile

- Selce contro pirite con fungo esca (Preistoria): ci vuole tempo e anche un po' di fortuna :) perché è un processo lungo e impegnativo.
- Ferro carburocementato contro selce con esca di tessuto vegetale carbonizzato (antichità, alto Medioevo): funziona bene, anche se con qualche possibile intoppo.
- Acciarino in acciaio temprato contro selce con esca di cotone carbonizzato (epoca moderna): è immediato, perché le scintille sono abbastanza calde, e il cotone carbonizzato prende fuoco molto facilmente.

Ma il concetto non cambia: la produzione di fuoco per percussione è quella lì :)


2. Se si deve accendere un fuoco, si usa quel che si ha a disposizione: meglio imparare tutte le tecniche possibili, e sperimentarle sempre. Ma se devo accendere un fuoco per necessità, se ho a disposizione un accendino uso quello prima di passare a fare un archetto, un piolo e una basetta, per lo sfregamento.
La lima non è altro che acciaio al carbonio temprato in maniera adeguata, ed è oggigiorno molto più facile da procurarsi, a prezzi contenuti, rispetto a un acciarino. La pietra focaia può essere sostituita, sebbene con una certa difficoltà, con dei pezzi di ceramica invetriata, come è attestato nel caso di naufraghi (ne parla anche Francis Galton nel suo The art of travel del 1872).

3. Arrivo alla risposta al "paradosso". Crafter ha ragione a dire quel che dice, ma io penso che occorra distinguere tra
- "tecniche per arrangiarsi" :) in cui uso quel che ho a disposizione per ottenere un risultato
- reenactment in cui faccio le cose in maniera storica esattamente come venivano fatte in un preciso periodo storico: per esempio, accendo il fuoco come facevano i pionieri e trapper del 1680, per cui ho una scatoletta metallica forata con dentro il charcloth, la pietra focaia, l'acciarino e qualche materiale infiammabile naturale, e che posso usare per fare il cotone carbonizzato di tanto in tanto.
- un misto di queste due cose, in cui un po' seguo l'approccio storico, e un po' mi arrangio con quello che ho a disposizione :biggrin: che è quello che ha sperimentato lui nel raduno bushcraft.

Saluti
Francesco
 
Da quello che ho capito la tecnica consiste nel'accendere un fuoco producendo delle scintille su un pezzo di cotone carbonizzato.
Per quanto riguarda le scintille puoi usare due pietre focaie, i cavi della batteria, un accendino scarico, il firestill.... insomma un pò di tutto.
La particolarità del metodo stà nel cotone carbonizzato che altro non è che un'esca: per ottenerla bisogna surriscaldare un pezzo di cotone in assenza di ossigeno. Senza l'ossigeno il cotone non può bruciare, bensì si carbonizza. In questo modo basterà anche una minima scintilla per accenderlo come un pezzo di carbonella ardente.
Questo almeno in teoria... non ci ho mai provato.
Il vantaggio è che se hai acceso un fuco e hai finito l'esca puoi farne un pò con del semplice cotone (reperibile da una maglietta) e una scatoletta di metallo (per esempio quella del kit di sopravvivenza).
Ovviamente si tratta di una situazione un pò limite, a casa prima di partire ti preparerai l'esca che preferisci, ma in natura è un'ottima alternativa!
Ora però sono proprio curioso di vedere se funziona anche in pratica, credo che la sperimenterò molto presto.

Ps: il buco nella scatoletta serve a non far aumentare la pressione ed evitare che esploda (non un'esposione vera e propria, un piccolo POFF e la scatoletta si apre e il cotone brucia:biggrin:).
 
del charcloth e della sua produzione se ne è già parlato tempo fa nel forum in un thread dedicato alle esche. ecco perchè si parlava di scatolette porta kit di sopravvivenza di metallo e di biancheria di cotone et similia.
quando finiva l'esca svuotavi la scatoletta la foravi, ritagliavi un rettangolo di stoffa e ti creavi il tuo charcloth.
personalmente finchè posso, resto fedele al cotone imbibito :)

cazzarò ma chi sono? ACCESS!!!! :rofl:
 
Ma allora, non e' meglio per coerenza, praticita' ed anche dal punto di vista storico portarsi dietro solo un bel pacchetto di fiammiferi, che ripeto e' una tecnologia mi sembra inventata nel 1670 o giu' di li?

certo, ma allora perchè non portarsi l'accendino, che è molto più comodo?
secondo mè, utilizzare l'acciarino fà figo e bushcrafter, anche se scomodo e lungo, i fiammiferi li utilizza il merenderos per farsi la rosticciata di fianco alla macchina.
poi io sono il primo a utilizzare l'acciarino, senza cotone carbonizzato ne imbibito.
perchè mi diverto, anche se sono consapevole che sia una cosa tremendamente "stupida" (anche perchè in tasca ho sempre un accendino)
 
D

Derrick

Guest
L'altro giorno ero al raduno Bushcraft dello Stato del New York ( postero' foto) e uno dei capetti della situazione e' stato molto gentile e mi ha insegnato ad accendere il fuoco con una lima ricurvata, un pezzo di pietra flint ed un pezzettino di charcloth - che non so' come si dice in italiano, ma e' un pezzo di cotone surriscaldato in una scatoletta di acciaio.

charcloth = panno carbonizzato.

Esche e materiale combustibile idoneo all'accensione di un fuoco, fuoco da bivacco, focolare Dakota, accensione con lente d'ingrandimento, accensione con ferro cerio, accensione con acciarino a selce, accensione con accendino, accensione con fiammife

dice che il fungo poliporo prende fuoco con la stessa facilità del panno carbonizzato.

C'è pure un "poliporo sulfureo" dal colore giallo vivo, mi sa che è anche meglio.
 
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