- Parchi del Lazio
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- Parco Regionale dei Monti Simbruini
Dati
Data: 5 marzo 2014
Regione e provincia: Lazio - Roma
Località di partenza: parcheggio degli impianti di Monna dell'Orso
Località di arrivo: monte Autore
Tempo di percorrenza: 4,5 ore in totale
Chilometri: 5
Grado di difficoltà: E+
Descrizione delle difficoltà: nessuna a parte la neve fresca, da affrontare con l'attrezzatura adatta
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: presenti le bandierine rosso-bianche dipinte su tronchi e sassi
Dislivello in salita: 225 metri
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 1855 metri
Accesso stradale: da Subiaco per monte Livata e poi per gli impianti di Monna dell'Orso fino al termine dell'asfalto.
Descrizione
Arrivare al parcheggio degli impianti di Monna dell'Orso, aprire lo sportello della macchina e scendere è stato come attraversare una sorta di Star Gate e trovarsi in un mondo incredibile e ovattato, fatto soltanto di neve, in un continuo e mutevole divenire ad ogni passo, con scenari sempre più ricchi e sensazionali.
Indossiamo le ciaspole fin dall'inizio e affrontiamo il percorso che si snoda nel bosco, dove tutto è ricoperto da uno spesso strato di neve fresca e asciutta. Oltre 30 cm. su strati già preesistenti che ci fanno dimenticare un autunno infinito e avaro di neve.
Quasi ci dispiaceva procedere su quella massa omogenea e polverosa che cedeva sotto i nostri passi, come se fosse un'entità viva che si feriva e gemeva ad ogni passo. Strana sensazione, forse l'unica negativa che abbiamo provato.
... e poi rivolgere lo sguardo verso l'alto, dove soffiava il vento che strappava dai rami la neve, facendo proseguire la nevicata anche sotto un cielo sereno...
... fantastico!!
Nel tratto finale della faggeta, la salita si fa più ripida e la neve alta rende ancora più difficoltoso il procedere. Persino le ciaspole non ci aiutano molto e sprofondiamo ad ogni passo.
Alla fine ci portiamo in quota, incrociando la pista da fondo che termina alle Vedute. Siamo allo scoperto.
La luce aumenta come pure il vento. La nevicata artificiale diventa ancora più forte e spesso si sollevano turbini di neve polverizzata che annebbiano la visibilità.
Il ruggito del vento sulle chiome dei faggi ci fa capire che, una volta sbucati alle Vedute, non abbiamo molto scampo e quell'alito di vento che ogni tanto ci frusta, tra poco non ci darà tregua.
Eccoci alle Vedute.
Inutile commentare il panorama, sempre sensazionale.
Restiamo piacevolmente meravigliati dal fatto che, contrariamente alle nostre previsioni, il vento non è poi molto forte e ci permette di effettuare molti scatti fotografici in assoluta tranquillità.
Ultimo strappo finale.
Si va verso la vetta del monte Autore.
Verso il monte Tarino.
Oltre la dorsale, si intuisce il maltempo che ieri interessava esclusivamente il versante adriatico, senza riuscire a oltrepassare il versante occidentale dei monti Ernici. Il monte Viglio era invisibile, sotto bufere di neve.
Ghirlande di neve e ghiaccio...
Giunti in vetta, il vento si mostrava di nuovo in tutta la sua potenza con raffiche che ci sparavano sul viso miliardi di minuscoli cristalli di ghiaccio.
panorama verso est
Una delle cose più belle che ho visto, un perfetto balcone panoramico sul monte Velino!
Non è un autoscatto...
Al ritorno percorriamo in tutta tranquillità la comoda pista da fondo, con neve battuta e più gestibile.
Gli scenari incantati ci accompagnano per tutto il percorso fino alla macchina.
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