Ciao JackRyan... io di valanghe non ci capisco nulla, ma le prime racchette da neve le ho comprate (ridete tutti, ma attenzione a non slogarvi le mandibole) al liceo, quando nel 1985 a Milano ha fatto 70 cm di neve, e pensammo che i russi avrebbero sfondato le linee (a Milano 5 cm paralizzano tutto, soprattutto le menti).
Ad utilizzarle (e a salvarmi) finora ho fatto così:
i) vado solo in posti dove so che non ci sono valanghe (esempio, almeno 3 gg dopo una nevicata, strade poderali/forestali nei boschi, quota medio-bassa);
ii) sono andato con persone più esperte (un'associazione) che ci ha portato in luoghi fuori dai boschi, ma con pendii ragionati e un profilo di rischio minimo;
iii) ho seguito degli amici esperti di scialpinismo, per cui la valutazione l'hanno fatta loro;
iv) ho comprato un paio di guide sui percorsi invernali negli Appennini (è più consono a mio parere, delle Alpi), e quando vado raccolgo info dai locali;
v) quando c'è un allarme meteo (v. burian) faccio il pesce in barile, lascio che gli eroi della domenica si cimentino e solletichino le cronache locali (passo dal supermarket e faccio scorta, dalla libreria e compro un buon libro, e poi mi abbotto di patatine guardando youtube).
Suggerisco iniziare da strade/stradine innevate, per un semplice motivo, si fatica di meno. Facci caso che gli scarponi pesanti, pesano appunto... ecco immaginati di avere un plasticone che ti fa camminare con le gambe un po' più allargate. Nei mezza costa, la racchetta tende ad inclinarsi o meno, a seconda della consistenza della neve. Nel conteggio energetico e di sicurezza (anche dei legamenti) meglio tenerne conto.
Ghette direi proprio di sì, e bastoncini con rotella larga per la neve. Trovo comodo, ma sono poco spartano, un pezzo di materassino a cellule chiuse su cui sedermi per non congelarmi il fondoschiena, mentre bevo una tazza di tè dal thermos.
p.s. è solo un opinione, ma con il tempo ho notato che quando si avvicina il rischio valanghe alla ciaspolata, si è entrati, non invitati, a casa d'altri.
Se c'è pericolo di valanghe, sono fuori dall'habitat naturale (a mio modestissimo ed ignorantissimo parere) della racchetta. Sono entrato a casa dello sci/scialpinismo, con le logiche, le tecniche, le conoscenze, i materiali e l'addestramento dello sciatore/scialpinista. La neve ha sviluppato le racchette nei posti poco inclinati, in tutti gli altri ha sviluppato gli sci.
(su youtube "altai ski roots", su Google "birkebeiner" quadro di Knud Bergslien)
Infatti ho mollato le ciaspolate di gruppo, perché mi sembra si portino al confine di quell'ambiente.
E più che altro preferisco essere citato sull'Eco di Bergamo come sciatore, sotto una valanga, che non come ciaspolatore. Fa tanto nerd.