- Parchi dell'Emilia-Romagna
-
- Parco Fluviale del Trebbia
Dati
Data: da 11 a 13 settembre 2017
Regione e provincia: Emilia Romagna Piacenza. Sconfinamento in Lombardia (PV) e Liguria (GE)
Località di partenza: Piacenza città
Località di arrivo: Piacenza città
Tempo di percorrenza: 3 giorni circa
Chilometri: 210
Grado di difficoltà: Un po' lungo ed impegnativo il primo giorno
Descrizione delle difficoltà: salite
Periodo consigliato: da fine aprile a fine settembre se volete il campeggio. Altrimenti, basta che non nevichi.
Segnaletica: stradale
Dislivello in salita: 1.600 circa.
Dislivello in discesa: 1.600 circa.
Quota massima: 1.130
Accesso stradale: se ha un senso, dalla città di Piacenza...
Traccia GPS: no
Descrizione
Con il mio solito compagno di "zingarate" decidiamo, ad un anno circa dalle ultime scampagnate in Casentino, di fare un piccolo cicloviaggio di 3 giorni (come piace a noi), partendo ed arrivando da casa. In pratica, sulle colline che ben conosciamo, frequentandole da una vita.
GIORNO 1
Partiamo quindi da casa, imbocchiamo la ciclabile che ci porta ben presto a Gossolengo e di qui, lungo tranquille strade provinciali, parte del parco fluviale del Trebbia (ancora in corso di costituzione), arriviamo a Rivalta. Sul ponte sul Trebbia vediamo qualche garzetta che si gode il sole sul greto del fiume.
Da Rivalta imbocchiamo una tranquillissima strada di campagna, che con qualche su e giù (nulla d'impegnativo, anche ben carichi come siamo noi...) ci porta in breve a Gazzola.
Qui sostiamo e facciamo rifornimento d'acqua (per chi vuole anche gassata) al chiosco dell'acquedotto, sul piazzale delle scuole. Poi, imbocchiamo con decisione la strada che in pochi km ci porta ad Agazzano. Fortunatamente è lunedì mattina e c'è poco traffico: la strada è abbastanza stretta, ma le auto sfrecciano veloci. Comunque, in poco tempo siamo ad Agazzano. Dopo il ponte c'è una salita, breve, ma che ci mette alla prova. Comunque, sbarchiamo felicemente in piazza, dove ci fermiamo a fare la spesa per i pasti futuri.
Quindi, partenza sulla strada che porta alla statale di val Tidone. Su questa "corniche", per dirla alla francese (è una panoramica che corre a mezza costa sulle prime colline del piacentino, affacciata sulla pianura padana, nelle giornate ventose si vedono bene le Alpi), ci fermiamo a mangiare, a bordo strada, un panino e l'immancabile banana per prevenire i crampi.
In brevissimo tempo siamo sulla statale di val Tidone, che cominciamo a risalire. Fino a Nibbiano, va tutto bene, ma poi cominciano le salite vere, che sono intervallate da...lle salite "finte"! In pratica, la strada sale sempre, a volte ripida, a volte meno, ma senza mai concedere tregua alle gambe.
Poco prima di Romagnese comincio ad avere le prime "visioni", chiaro segno di fame! Confabuliamo un po' e poi decidiamo di fermarci in un bar del paese a farci fare un panino, anche per non intaccare le scorte fatte ad Agazzano. Arrivare in paese a Romagnese significa superare l'ultima, tosta, salita. Poi... il nostro solito bar è chiuso per turno settimanale.
Allunghiamo poco più in là al secondo bar del paese. Lì, dopo un'attesa che ci sembra interminabile, ci portano due panini lunghi un buon mezzo metro ciascuno!
Ampiamente rifocillati, ripartiamo. Cominciano alcuni tornanti e salite vere. Dopo un po' ci rendiamo conto che non arriveremo mai dove volevamo arrivare (passo del Brallo) e decidiamo di studiare un piano B, mentre continuiamo a salire (la strada è totalmente deserte, anche se la salita, maledetta!, non molla). Arriviamo così, intorno alle 19, a Casa Matti (si, è casa nostra... ).
Alla fontana che segna anche le fonti del fiume Tidone, che abbiamo quindi risalito integralmente, ci approvvigioniamo abbondantemente d'acqua, usando anche una fiasca da 10 litri, pieghevole. Poi, riprendiamo la salita, che agonia! Dopo qualche km, superato qualche tornante, vediamo una stradina che s'infila nel bosco. Fatta una rapida perlustrazione, scopriamo che dopo 300 metri sbuca in una radura nel bosco, virtualmente invisibile. Detto, fatto: ecco trovato l'hotel a 5 miliardi di stelle che ci ospiterà per la notte!
Scarichiamo le bici, montiamo le tende ed io preparo qualcosa di caldo per cena, con la Trangia, mentre il mio amico si occupa di stappare il vino. Siamo molto attenti all'idratazione...
Finito di cenare, ci concediamo un selfie con le ultime gocce di vino presenti nella bottiglia. Io ho ancora su la frontale con cui ho cucinato...
Poi, sparecchiato tutto, appeso i rifiuti su un ramo alto lontano dalle tende, spengo la luce.
Aspettiamo qualche minuto che gli occhi si siano adattati alla poca luce e... meraviglia! La luna è già tramontata e la nostra posizione è particolarmente adatta a godere delle meraviglie del firmamento. In pratica, siamo in una conca naturale, oltre la testata della val Tidone, che ci scherma dall'inquinamento luminoso della pianura padana. Ma siamo anche schermati dalle luci dei paesini circostanti e dei ripetitori radio del monte Penice. In pratica, godiamo del più perfetto buio totale! Dopo i pochi minuti di adattamento, si vedono miriadi di stelle. Il cielo era nuvoloso, per quasi tutto il giorno, ma adesso, complice il leggero vento che ci ha accompagnato (e dato fastidio...) per tutto il giorno, è limpido. Splendidamente limpido! Si vede persino la via Lattea, nonostante la stagione non sia più così favorevole.
Dopo un po' la stanchezza della lunga salita prevale. Il conta km segna un po' meno di 80 km, siamo a 10 km da dove volevamo essere, ma va bene così: abbiamo mangiato, bevuto ed ora si va a nanna.
Nella notte, una simpatica coppia di cinghiali si farà sentire un paio di volte, nei dintorni. Un grugnito, strano, ma in fondo un grugnito. Anzi: due esemplari, probabilmente di taglie molto diverse, a giudicare dal diverso volume e profondità del verso. Comunque, la notte scorre tranquilla e ci svegliamo senza aver subito il minimo inconveniente, freschi e riposati!
Segue con il secondo giorno... fra un po'...
Intanto godetevi il link all'album con le foto. Da cellulare, nessuna pretesa artistica, eh?
https://www.avventurosamente.it/xf/media/albums/val-tidone-e-trebbia-in-bici.1539/
Data: da 11 a 13 settembre 2017
Regione e provincia: Emilia Romagna Piacenza. Sconfinamento in Lombardia (PV) e Liguria (GE)
Località di partenza: Piacenza città
Località di arrivo: Piacenza città
Tempo di percorrenza: 3 giorni circa
Chilometri: 210
Grado di difficoltà: Un po' lungo ed impegnativo il primo giorno
Descrizione delle difficoltà: salite
Periodo consigliato: da fine aprile a fine settembre se volete il campeggio. Altrimenti, basta che non nevichi.
Segnaletica: stradale
Dislivello in salita: 1.600 circa.
Dislivello in discesa: 1.600 circa.
Quota massima: 1.130
Accesso stradale: se ha un senso, dalla città di Piacenza...
Traccia GPS: no
Descrizione
Con il mio solito compagno di "zingarate" decidiamo, ad un anno circa dalle ultime scampagnate in Casentino, di fare un piccolo cicloviaggio di 3 giorni (come piace a noi), partendo ed arrivando da casa. In pratica, sulle colline che ben conosciamo, frequentandole da una vita.
GIORNO 1
Partiamo quindi da casa, imbocchiamo la ciclabile che ci porta ben presto a Gossolengo e di qui, lungo tranquille strade provinciali, parte del parco fluviale del Trebbia (ancora in corso di costituzione), arriviamo a Rivalta. Sul ponte sul Trebbia vediamo qualche garzetta che si gode il sole sul greto del fiume.
Da Rivalta imbocchiamo una tranquillissima strada di campagna, che con qualche su e giù (nulla d'impegnativo, anche ben carichi come siamo noi...) ci porta in breve a Gazzola.
Qui sostiamo e facciamo rifornimento d'acqua (per chi vuole anche gassata) al chiosco dell'acquedotto, sul piazzale delle scuole. Poi, imbocchiamo con decisione la strada che in pochi km ci porta ad Agazzano. Fortunatamente è lunedì mattina e c'è poco traffico: la strada è abbastanza stretta, ma le auto sfrecciano veloci. Comunque, in poco tempo siamo ad Agazzano. Dopo il ponte c'è una salita, breve, ma che ci mette alla prova. Comunque, sbarchiamo felicemente in piazza, dove ci fermiamo a fare la spesa per i pasti futuri.
Quindi, partenza sulla strada che porta alla statale di val Tidone. Su questa "corniche", per dirla alla francese (è una panoramica che corre a mezza costa sulle prime colline del piacentino, affacciata sulla pianura padana, nelle giornate ventose si vedono bene le Alpi), ci fermiamo a mangiare, a bordo strada, un panino e l'immancabile banana per prevenire i crampi.
In brevissimo tempo siamo sulla statale di val Tidone, che cominciamo a risalire. Fino a Nibbiano, va tutto bene, ma poi cominciano le salite vere, che sono intervallate da...lle salite "finte"! In pratica, la strada sale sempre, a volte ripida, a volte meno, ma senza mai concedere tregua alle gambe.
Poco prima di Romagnese comincio ad avere le prime "visioni", chiaro segno di fame! Confabuliamo un po' e poi decidiamo di fermarci in un bar del paese a farci fare un panino, anche per non intaccare le scorte fatte ad Agazzano. Arrivare in paese a Romagnese significa superare l'ultima, tosta, salita. Poi... il nostro solito bar è chiuso per turno settimanale.
Allunghiamo poco più in là al secondo bar del paese. Lì, dopo un'attesa che ci sembra interminabile, ci portano due panini lunghi un buon mezzo metro ciascuno!
Ampiamente rifocillati, ripartiamo. Cominciano alcuni tornanti e salite vere. Dopo un po' ci rendiamo conto che non arriveremo mai dove volevamo arrivare (passo del Brallo) e decidiamo di studiare un piano B, mentre continuiamo a salire (la strada è totalmente deserte, anche se la salita, maledetta!, non molla). Arriviamo così, intorno alle 19, a Casa Matti (si, è casa nostra... ).
Alla fontana che segna anche le fonti del fiume Tidone, che abbiamo quindi risalito integralmente, ci approvvigioniamo abbondantemente d'acqua, usando anche una fiasca da 10 litri, pieghevole. Poi, riprendiamo la salita, che agonia! Dopo qualche km, superato qualche tornante, vediamo una stradina che s'infila nel bosco. Fatta una rapida perlustrazione, scopriamo che dopo 300 metri sbuca in una radura nel bosco, virtualmente invisibile. Detto, fatto: ecco trovato l'hotel a 5 miliardi di stelle che ci ospiterà per la notte!
Scarichiamo le bici, montiamo le tende ed io preparo qualcosa di caldo per cena, con la Trangia, mentre il mio amico si occupa di stappare il vino. Siamo molto attenti all'idratazione...
Finito di cenare, ci concediamo un selfie con le ultime gocce di vino presenti nella bottiglia. Io ho ancora su la frontale con cui ho cucinato...
Poi, sparecchiato tutto, appeso i rifiuti su un ramo alto lontano dalle tende, spengo la luce.
Aspettiamo qualche minuto che gli occhi si siano adattati alla poca luce e... meraviglia! La luna è già tramontata e la nostra posizione è particolarmente adatta a godere delle meraviglie del firmamento. In pratica, siamo in una conca naturale, oltre la testata della val Tidone, che ci scherma dall'inquinamento luminoso della pianura padana. Ma siamo anche schermati dalle luci dei paesini circostanti e dei ripetitori radio del monte Penice. In pratica, godiamo del più perfetto buio totale! Dopo i pochi minuti di adattamento, si vedono miriadi di stelle. Il cielo era nuvoloso, per quasi tutto il giorno, ma adesso, complice il leggero vento che ci ha accompagnato (e dato fastidio...) per tutto il giorno, è limpido. Splendidamente limpido! Si vede persino la via Lattea, nonostante la stagione non sia più così favorevole.
Dopo un po' la stanchezza della lunga salita prevale. Il conta km segna un po' meno di 80 km, siamo a 10 km da dove volevamo essere, ma va bene così: abbiamo mangiato, bevuto ed ora si va a nanna.
Nella notte, una simpatica coppia di cinghiali si farà sentire un paio di volte, nei dintorni. Un grugnito, strano, ma in fondo un grugnito. Anzi: due esemplari, probabilmente di taglie molto diverse, a giudicare dal diverso volume e profondità del verso. Comunque, la notte scorre tranquilla e ci svegliamo senza aver subito il minimo inconveniente, freschi e riposati!
Segue con il secondo giorno... fra un po'...
Intanto godetevi il link all'album con le foto. Da cellulare, nessuna pretesa artistica, eh?
https://www.avventurosamente.it/xf/media/albums/val-tidone-e-trebbia-in-bici.1539/