Alpinismo Cima dei Gelas (3143) dalla via normale francese

Dati
Data: settembre 2016
Regione e provincia: Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Alpi Marittime
Località di partenza: Madone de Fenetre
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 8 ore
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: F+
Descrizione delle difficoltà: pietraie, Ultimo tratto di facile alpinismo
Periodo consigliato: estate fino alla prima neve
Segnaletica: completamente assente
Dislivello in salita: 1250
Quota massima: 3143
Accesso stradale: Uscita Nizza-St. Isidore, Plan du Var, St. Martin Vesubie, Madone de Fenetre
Traccia GPS disponibile

Descrizione:

Bellissima e maestosa vetta sul confine di stato raggiungibile sia da Entracque, (Valle Gesso - normale italiana) sia dalla Francia che per noi liguri richiede molto meno avvicinamento in auto.
Si raggiunge e si supera Nizza in autostrada e all' uscita di St. Isidore, si risale il Var fino a Plan du Var, si svolta a destra per St. Martin Vesubie e quindi a destra al Santuario di Madone de Fenetre dove vi è un accogliente rifugio.

La bifida cima del Monte Gelas domina l'omonima regione glaciale, la più meridionale della catena apina. Dopo la regina Argentera è la seconda vetta più alta delle Alpi Marittime e la più elevata dello spartiacque di confine.

Ho trovato la gita appagante ed interessante per i luoghi davvero unici che si attraversano e nello stesso tempo dura per le grandi depressioni glaciali formate esclusivamente da rocce e massi accatastati.

Mi ricordo di una gita fatta molti anni fa attorno ai numerosi vasti ghiacciai del versante nord e ora passati solo 45 anni, solo desolazione perchè (almeno quelli che ho visto dala vetta) sono perlopiù ridotti a semplici nevai.

Il percorso, se pur battuto, non presenta segni e paline quindi è da studiare preventivamente molto bene prima di partire.

A monte del piccolo abitato di Madone de Fenetre si trova il grosso sentiero che conduce al passo della Finestra famoso per la fuga dalla Francia occupata, di una colonna di ebrei che senza attrezzatura specifica ed in inverno cercarono scampo in Italia. Molti morirono di stenti e freddo durante il percorso e i sopravvisuti vennero catturati a Borgo S. Dalmazzo e condotti ai campi di sterminio perchè nel frattempo arrivò l' 8 settembre e anche l' Italia venne occupata: tristissima storia. Un pensiero anche per loro.

Dopo circa 40 minuti di cammino, sulla destra si stacca un sentiero minore ma molto battuto che dapprima in piano e subito dopo in forte salita conduce ad un colletto già visibile. Attenzione a questo bivio perchè non segnalato. Con andamento in leggera salita si punta alla liscia bastionata rocciosa che chiude le prima morena glaciale che è evidente ed è solcata da una cascata (a tarda stagione quasi secca)

Oltrepassata sulla sinistra, inizia il pietrame che ci accompagnerà fino all' inizio del canalone sud-est. (numerosi ometti indicano la direzione)
Ormai sotto alla vetta col canale sud (che non è il nostro) in evidenza già dalla partenza, si trova l'ultimo laghetto detto Lac Blanc e qui bisogna prestare molta attenzione perchè alcuni ometti vanno su dritti in direzione del Passo e cima di St. Robert mentre noi dobbiamo seguire quelli di destra che conducono in forte salita, sempre su pietraia, verso il passo alla dx della cima dove si apre uno scenario davvero bello sulla vasta depressione di rocce rotte che ci conduce alla Tersse du Gelas: luogo incantevole che giustifica la fine della camminata. Si prosegue ancora un poco verso nord (ometti) fino a vedere sulla nostra sx l' angusto canalino che si raggiunge alla meglio nei fini detriti.

Da qui in poi l' itinerario diventa alpinistico, è obbligatorio indossare il casco e prestare la massima attenzione a non far cadere sassi. Inoltre la via è completamente priva di segni quindi occorre una buona esperienza per trovare i passaggi e gli appigli migliori.

Per non correre questo pericolo noi abbiamo salito le rocce di dx (II° ben ammanigliato) fino a raggiungere rocce liscie che con un breve traverso si entra nel canale. Si può continuare nel canale (passi di II) oppure sulle strapiombanti roccette di sx (sempre per levarsi dal pericolo, II°) fino a rientrare nel canale che si segue fino alla stretta forcella. Ci volgiamo a dx e risaliamo una placca leggermente esposta (II°) poco a dx del filo di cresta e poi su traccia ripidissima e qualche scalino di I° (attenzione a non muovere pietre che scenderanno tutte nel canale) si raggiunge finalmente ed in breve la
sospirata vetta (4,30h).
Qui si è in paradiso ed è difficile rimettersi lo zaino in spalla per scendere.

La mattina presto in fondo a sx La Cima St, Robert e il Gelas, verso dx in primo piano il Cayre de la Madone e M. Ponset
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Il sentiero verso il Passo delle Finestre
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Cime St. Robert e il Gelas.
Quello spacco è il canale sud, noi dobbiamo aggirare la vetta a destra per prendere il canalino sud-est
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Lac Blanc
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Verso sud: m. Ponset
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Lac Long, Clapier, Chamineyes, Bego e Grand Capelet
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ed ecco il canale tra le due vette
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Baus, Nasta, Paganini e Argentera a nord
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Il Clapier
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Vicinissimo la Maledìa
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Lac Long
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La via italiana
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Monviso
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La strada per il Colle della Finestra
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Prosit!!
 

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Belin Piervi ormai sei diventato un alpinista provetto...a riprova anche il tuo glossario tecnico che fa rabbrividire un homo appenninicus come me...cenge,roccette strapiombanti,canali e canalini...brrr...eh eh eh...
 
caro Pier Vittorio rinnovo anche qui, dopo averlo fatto su fb, i miei complimenti. La Alpi Marittime mi ricordano molto la Corsica, veramente tanta roba, bravo!
 
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