- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale della Majella
Dati
Data: Domenica 15/09/2013
Regione e provincia: Abruzzo, Chieti
Località di partenza e arrivo: Vallone di Palombaro 770 mt.
Tempo di percorrenza: 8 ore soste comprese (4 salita, 4 discesa)
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: dislivello, qualche passaggio da scegliere bene sulla cresta delle Murelle
Segnaletica: Ottima ( G5, G4, U3, G4)
Dislivello in salita e discesa: 1826 mt.
Quota massima: Cima Murelle 2596 mt.
Descrizione
Terza escursione consecutiva sulla Majella e, dopo l'Acquaviva, ancora sul versante Orientale del massiccio.
Il Vallone d'Ugni o Valle di Palombaro e' all'inizio stretto e buio, poi diventa quasi un canyon, per sbucare intorno ai 1600 mt. in un anfiteatro fra imponenti bastioni rocciosi.
La salita e' sempre ripida e continua, spesso in ambiente selvaggio per la vegetazione a dir poco rigogliosa, e in alcuni passaggi incute anche un certo timore!
Ma una volta usciti nell'anfiteatro, la vegetazione diventa quella classica di questo tratto di Majella, caratterizzata per la maggior parte dal pino mugo.
Due ore per la salita al rifugio 2041 mt. del Martellese (o Ugni 2), da dove la vista e' catturata dall'accoppiata Acquaviva-Murelle, dal versante piu' roccioso ed arcigno.
Dal rifugio(dotato di parecchi comfort), a sx un comodo sentiero a mezza costa conduce in venti minuti alla Carozza, la sella erbosa e pinomugosa che unisce il Martellese regno del pino mugo alla rocciosa cresta n-n/o della Cima Murelle.
Dalla Carozza il panorama e' stupendo: non solo le due grandi cime, ma impressionano le due valli che la sella divide, Forcone ed Inferno.
La val Forcone in particolare e' visibile in tutta la sua interezza, dalla parte alta con il nevaio e le pietraie fino al salto diventato famoso durante la recente traversata; e poi la parte bassa che diventa verde e sbuca infine dopo altre rocce alla grotta dei Callarelli.
La giornata e' splendida (come spesso succede quando il versante tirrenico della penisola e' sotto i diluvi provenienti dall'Atlantico), e le Murelle sono li ad invogliare, anche se non si vede via di salita.
Per fortuna una bella serie di freschi bolli biancorossi, mi fanno magistralmente strada in mezzo alle rocce, e salgo senza patemi alle Murelle, dove fin d'ora ero sempre arrivato dall'altra cresta, quella che arriva dal Focalone. Bellissima dalla cima la vista, anche alla luce della disavventura di due settimane fa alla Traversata.
In discesa, tornato al Martellese ho invece seguito la quasi piatta sterrata (bellissima la vista sulle valli di Pennapiedimonte) fino al rifugio montagna d'Ugni (o Ugni 1), da dove si scende per il sentiero U3 ( straordinario panorama su mezzo Abruzzo) fino a rincrociare a 1100 mt. la sterrata che noiosamente riporta alla partenza.
Non ho incontrato nessuno per tutto il giorno, salvo qualche camoscio di vedetta.
Escursione interessantissima in un angolo della montagna che presenta mille volti, si e' sempre catturati dai panorami e ci si annoia solo sulla parte finale della sterrata.
E per chi non volesse salire alle Murelle, anche l'anello per i due rifugi e' bello e remunerativo, l'importante e' farlo nel senso che l'ho fatto io.
Saluti
Giuseppe
https://plus.google.com/photos/117439565310054029755/albums/5924304650657935457
Data: Domenica 15/09/2013
Regione e provincia: Abruzzo, Chieti
Località di partenza e arrivo: Vallone di Palombaro 770 mt.
Tempo di percorrenza: 8 ore soste comprese (4 salita, 4 discesa)
Chilometri: 21
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: dislivello, qualche passaggio da scegliere bene sulla cresta delle Murelle
Segnaletica: Ottima ( G5, G4, U3, G4)
Dislivello in salita e discesa: 1826 mt.
Quota massima: Cima Murelle 2596 mt.
Descrizione
Terza escursione consecutiva sulla Majella e, dopo l'Acquaviva, ancora sul versante Orientale del massiccio.
Il Vallone d'Ugni o Valle di Palombaro e' all'inizio stretto e buio, poi diventa quasi un canyon, per sbucare intorno ai 1600 mt. in un anfiteatro fra imponenti bastioni rocciosi.
La salita e' sempre ripida e continua, spesso in ambiente selvaggio per la vegetazione a dir poco rigogliosa, e in alcuni passaggi incute anche un certo timore!
Ma una volta usciti nell'anfiteatro, la vegetazione diventa quella classica di questo tratto di Majella, caratterizzata per la maggior parte dal pino mugo.
Due ore per la salita al rifugio 2041 mt. del Martellese (o Ugni 2), da dove la vista e' catturata dall'accoppiata Acquaviva-Murelle, dal versante piu' roccioso ed arcigno.
Dal rifugio(dotato di parecchi comfort), a sx un comodo sentiero a mezza costa conduce in venti minuti alla Carozza, la sella erbosa e pinomugosa che unisce il Martellese regno del pino mugo alla rocciosa cresta n-n/o della Cima Murelle.
Dalla Carozza il panorama e' stupendo: non solo le due grandi cime, ma impressionano le due valli che la sella divide, Forcone ed Inferno.
La val Forcone in particolare e' visibile in tutta la sua interezza, dalla parte alta con il nevaio e le pietraie fino al salto diventato famoso durante la recente traversata; e poi la parte bassa che diventa verde e sbuca infine dopo altre rocce alla grotta dei Callarelli.
La giornata e' splendida (come spesso succede quando il versante tirrenico della penisola e' sotto i diluvi provenienti dall'Atlantico), e le Murelle sono li ad invogliare, anche se non si vede via di salita.
Per fortuna una bella serie di freschi bolli biancorossi, mi fanno magistralmente strada in mezzo alle rocce, e salgo senza patemi alle Murelle, dove fin d'ora ero sempre arrivato dall'altra cresta, quella che arriva dal Focalone. Bellissima dalla cima la vista, anche alla luce della disavventura di due settimane fa alla Traversata.
In discesa, tornato al Martellese ho invece seguito la quasi piatta sterrata (bellissima la vista sulle valli di Pennapiedimonte) fino al rifugio montagna d'Ugni (o Ugni 1), da dove si scende per il sentiero U3 ( straordinario panorama su mezzo Abruzzo) fino a rincrociare a 1100 mt. la sterrata che noiosamente riporta alla partenza.
Non ho incontrato nessuno per tutto il giorno, salvo qualche camoscio di vedetta.
Escursione interessantissima in un angolo della montagna che presenta mille volti, si e' sempre catturati dai panorami e ci si annoia solo sulla parte finale della sterrata.
E per chi non volesse salire alle Murelle, anche l'anello per i due rifugi e' bello e remunerativo, l'importante e' farlo nel senso che l'ho fatto io.
Saluti
Giuseppe
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