Ciaspole Cima Rosetta

Parchi della Lombardia
  1. Parco delle Orobie Valtellinesi
Dati

Data: 30/12/2014
Regione e provincia: Sondrio, Lombardia
Località di partenza: Rasura
Località di arrivo: Rasura
Tempo di percorrenza: 4 ore con calma
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare. Attenzione solo a seguire la cresta nell'ultimo tratto. Il pendio, se tagliato può generare valanghe (com'è già successo con conseguenze tragiche).
Periodo consigliato: per la ciaspolata dicembre-marzo, con neve mediamente stabile. Altrimenti tutto l'anno
Segnaletica: Qualche bollo bianco e rosso e paline.
Dislivello in salita: 1150 m
Dislivello in discesa: 1150 m
Quota massima: 2142 m cima Rosetta
Accesso stradale: da Morbegno seguire per la val Gerola, a Rasura seguire la deviazione per il Bar Bianco. In caso di neve, si consiglia di parcheggiare appena sopra il paese, in caso contrario si può arrivare in macchina fino al rifugio, abbreviando l'escursione (ma non vi conviene).


Descrizione

I soliti randagi in cerca della neve.
A questo giro, tra neve instabile, poco portante, accumuli del vento e lastre ghiacciate, è toccata alla Cima Rosetta, placida altura all'imbocco della val Gerola, ben esposta al sole invernale, che subisce periodicamente assalti sportivi di tutti i generi: corsa in montagna d'estate (Rosetta trail) e sci-alpinisti d'inverno. A questo giro, i pochi salitori muniti di assi dovranno tornare indietro scornati: è impossibile anche solo provare a calzare gli sci! Solo noi, ciaspolatori, arriveremo in vetta.

Partiamo appena sopra Rasura, scegliendo di percorrere il sentiero anziché la strada in asfalto. All'inizio il tracciato corre sul versante con poca pendenza verso sud-ovest, passa l'abitato delle Foppe, poi risale verso l'Alpe Ciof. Da qui si inerpica nel bosco, mantenendo una certa pendenza ma senza difficoltà anche in caso di neve. Si arriva al Bar Bianco (rifugio Ersaf, solitamente gestito) in 45 minuti circa.
Da qui si apre l'alpeggio e si vede subito la Cima Rosetta. L'altura è visibilissima in tutti i punti dell'alpe, per cui la strada può essere scelta ad intuito, seguendo le balze megliori e le condizioni della neve. Se il manto nevoso è scarso, come nel nostro caso, si possono seguire le tracce di sentiero estive, avendo cura di evitare alcune lastre di ghiaccio in corrispondenza dei corsi d'acqua.

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A metà salita il vento incomincia a farsi sentire prepotentemente. In corrispondenza dell'ultimo calècc*, calziamo le ciaspole. Da qui in poi si profonda, perché la crosta è sottilissima e la neve sotto è secca e polverosa. Io arranco: ho delle ciaspole pessime per la neve fresca e maledico la scelta, potevo prendere le pinne da apnea, se mi fossi ricordata! Ormai è troppo tardi, e con santa pazienza mi metto a nuotare nella farina, spostando chili di neve a mani nude. L'ultimo tratto è un po' ripido, per fortuna so nuotare bene anche in verticale. Raggiungiamo la vetta. Dall'altra parte si apre la conca dell'alpeggio vicino e la cima di Olano con relativa cresta. In fondo l'alpeggio delle Tagliate.
Qui la bufera soffia forte, bisogna quasi strisciare. In compenso la neve tiene un po' di più, ghiacciata dal vento. In vetta è un turbinio di polvere e il lago Culino quasi ricoperto di ghiaccio. In condizioni di neve e meteo migliori, si potrebbe percorrere la cresta che dalla Cima Rosetta porta al Monte Rosetta, ma oggi non se ne parla.

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Scendiamo seguendo, nel primo tratto, la via di salita. Fino agli ultimi larici il pendio è abbastanza ripido. Non molti anni fa, degli improvvidi sci-alpinisti lo tagliarono di netto, finendo sotto una valanga. Meglio evitare. Dai primi balzi dolci in poi, la discesa è libera. Rotoliamo nella polvere. In vari momenti, più che altro, strisciamo: il favonio ci sposta a piacimento.
Il Bar Bianco è chiuso: poca neve per l'escursionismo invernale, troppa per i merenderos in automobile. Il gestore è giustamente rimasto a casa. Ci accontentiamo del pranzo al sacco con concerto di percussioni: "improvvisi dodecafonici per favonio su laminato plastico e legno". Ogni tanto spiamo le Alpi Retiche: da quella parte si sta scatenando una bella bufera con nevicate sparse. Forse ho avuto intuito a scegliere la Cima Rosetta e non una delle tante mete nella sponda più ambita della valle.
Rientrreremo poco dopo passeggiando nel bosco che, vi avviso, per la strada normale sembra più lungo e monotono.


*sedime di sasso che d'estate viene sormontato da alcuni pali e coperto di tela cerata. Sotto qui il casaro prepara Bitto e altre prelibatezze sulla sua caldera.

Le altre foto dell'escursione sono qui
 
E tu non ti osavi a condividere queste uscite?? o_O ... non c'è giustizia a questo mondo :-x ...si scherza eh!!;)

Eh sì!! Farina sotto e crosta sopra è dura anche con le ciaspole. Comunque bellissimi panorami e ottima gita (il vento forte in quota pare essere una costante diffusa).
 
Ho capito l'antifona: pensi che sarebbe di buon gusto se cancellassi la mia escursione ... ma io sono senza vergogna :biggrin:

Pensa che qui da me c'è chi si lamenta per il freddo o_O
 
Bella gita! Ho fatto la Rosetta con gli sci tantissimi anni fa e ricordo ancora con piacere la salita. Vederla con gli arbusti che spuntano dalla neve mi fa impressione.
 
quest'anno la neve e' un prodotto alquanto raro da trovare, ahime. La situazione in Appennino e' veramente disastrosa come su da voi, anche se in alcuni traversi o in alcuni avvallamenti il vento fa accumulare neve fino alla vita o alle ginocchia. Ma le creste e i canalini sono a secco davvero.
Speriamo la situazione cambi a breve, altrimenti l'uscita pianificata al Velino in invernale diventera' una semplice escursione primaverile :(
 
Cristina... a pensare che per me Cima Rosetta, era una cima del gruppo delle Pale di San Martino...eheh:)
ma vedo dalle tue foto che anche qui non è male ;) sicuramente meno spigoli! ;)
 
@bizia : è vero, c'è un omonimia... che peraltro feci qualche anno fa (è facile e panoramica). Questa è molto più morbida, ma quando l'inverno è serio, il panorama merita pure qui!
 
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