Escursione Colle dell'Entrelor (3002 m.) da Degioz - Valsavarenche

Parchi della Valle d'Aosta
  1. Parco Nazionale Gran Paradiso
Dati

Data: 24 agosto 2016
Regione e provincia: Val d'Aosta
Località di partenza: Degioz - Valsavarenche
Località di arrivo: Colle dell'Entrelor
Tempo di percorrenza: 9 ore comprese le soste
Chilometri: 21 km.
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna da segnalare
Periodo consigliato: da luglio a settembre
Segnaletica: presente qualche segno bianco/rosso ma comunque il percorso è intuitivo e si svolge interamente sulla mulattiera reale e successivamente su sentiero ben marcato. Impossibile sbagliarsi.
Dislivello in salita: 1500 m.
Dislivello in discesa: 1500 m.
Quota massima: 3002 m.
Accesso stradale: superata Aosta, seguire le indicazioni per Introd e successivamente Valsavarenche/Val di Rhemes. Al bivio andare a sinistra per Valsavarenche e seguire l'unica strada di fondovalle per 12 km. fino a Degioz. Parcheggiare nel comodo piazzale dove sorge la casa del Parco, subito dopo gli impianti sportivi.



Descrizione

Giornata soleggiata e calda che mi ha permesso di effettuare una piacevole e rilassante escursione in una delle più celebri aree del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Parcheggiata l'auto nel piazzale dove sorge la grande Casa del centro visite del Parco, inizio a camminare attraversando il ponte sul torrente Savara.

Un sotto passaggio nel centro storico di Degioz
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Superato il ponticello vado a destra, percorrendo circa 400 metri di strada fino al piccolo villaggio di Vers le Bois dove una tabella indica l’inizio del sentiero, che si snoda su una delle più belle mulattiere di caccia fatta costruire da Vittorio Emanuele II, il cosiddetto “re cacciatore” che amava recarsi con il suo seguito, nelle 5 case di caccia reali tutte collegate tra loro tramite una rete di ben 325 km. di mulattiere di cui la maggior parte quasi totalmente pavimentate ed assicurate con muretti a secco.

La mulattiera attraversa a zig-zag e in leggera salita un magnifico bosco di abeti rossi e larici che si alterna a luminose e panoramiche radure fino ad uscire nella splendida piana di Orveille, (2165 m.) dove sorge la più bella delle cinque case reali di caccia, da poco ristrutturata dal Parco.

La piana di Orveille è una grande area di pascoli, molto luminosa e aperta che permette l’osservazione completa del Gran Paradiso e dei suoi monti satelliti: la Becca di Moncorvè, la Tresenta, il Ciarforon e la Becca di Monciair. Il panorama rappresenta una delle più belle cartoline del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Si lascia Orveille e si prosegue su sentiero in costante salita e sospeso a mezza costa sul profondo vallone del Nampio, dove sul fondo rumoreggia un copioso torrente. Dopo aver superato un altro piccolo gruppo di antichi alpeggi, si giunge al bellissimo lago Djouan (2515 m.) che riflette nelle sue acque turchesi i piramidali profili del Gran Nomenon e della Grivola.


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Il sentiero sospeso sul profondo vallone del Nampio
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Il lago Djouan 2515 m. con il Gran Nomenon a sinistra e la Grivola a destra.
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L’intenzione iniziale era quella di terminare qui la mia escursione, come fanno la maggior parte degli escursionisti. D'altronde con 1000 metri di dislivello già percorsi e l’attraversamento di meravigliosi ambienti, potevo accontentarmi ma come dice il proverbio... l'appetito viene mangiando e mi sono voltato verso il vicinissimo valico dell’Entrelor che sembra così accogliente e facile da raggiungere.

Mi studio la carta e vedo che poco più a monte del lago Djouan, il sentiero passa accanto ad un piccolo lago glaciale, il lago Nero. Niente di più incoraggiante ed intrigante per me che amo i laghi alpini d'alta quota, in particolare quelli di fusione, dove i fronti dei ghiacciai arrivano spesso fin dentro le acque.

Raccolgo le mie cose e riparto in direzione del valico dell'Entrelor.
Poco più avanti penso di non essermi pentito di questa mia scelta... lascio parlare le immagini.

Il lago Nero, poco superiore a 2700 m.
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Colle dell'Entrelor, 3002 m.
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Panorama dal Colle verso il Gran Paradiso
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il Piccolo Paradiso
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Questa splendida escursione è stata effettuata il 24 agosto, una data che segnerà per sempre l'anima di molti miei amici appassionati di montagna come pure la mia, assidui frequentatori dei monti Sibillini e dei monti della Laga, le cui basi di partenza risultano raggiungibili in molti casi attraversando i magnifici paesi di Amatrice ed Arquata del Tronto, completamente distrutti dal terremoto di quel giorno.
Come sempre nel mio sito troverete una riflessione a tema, molte più foto e una descrizione più completa dell'itinerario. Ecco il link: https://fabri64.wordpress.com/2016/10/10/colle-dellentrelor-3002-m-da-degioz-valsavarenche/
Grazie a tutti e buona lettura.
 
Ultima modifica:
Caro Fabrizio, tu mi consoli! Trovare dei sinceri estimatori della Vallée fa sempre piacere e tu sei uno di questi.
Con la mente mi riporti a ricordi passati che chissà se ritorneranno... ma questa è un'altra storia!
 
Caro Fabrizio, tu mi consoli! Trovare dei sinceri estimatori della Vallée fa sempre piacere e tu sei uno di questi.
Con la mente mi riporti a ricordi passati che chissà se ritorneranno... ma questa è un'altra storia!
Come si fa a non essere estimatori di un Paradiso chiamato Val d'Aosta?
Sono 13 anni che frequento quella regione e soltanto in questa meravigliosa terra sono riuscito a trovare la mia vera dimensione. Potrei scrivere tante parole come quelle che ho letto nello scambio di commenti tra te e @Henry Thoreau al secolo Andrea, (o viceversa...) e che condivido in pieno... ma non saprei da dove iniziare e rischierei di ripetere i vostri pensieri.
Per quanto riguarda i tuoi ricordi passati che non sai se torneranno, io ti dico che in Vallèe ci ritornerai, anche per una breve vacanza, basta volerlo come lo voglio io e ogni anno riesco a ritagliarmi quella settimana "sacra" tra quelle magiche montagne, ormai dal lontano 2003.
 
Davvero incantevole, poi come sempre un gran bel racconto e splendide fotografie ;)
Grazie Cicciobello, sempre attento alle mie relazioni a cui tengo particolarmente, persino più delle foto.
I posti sono davvero incantevoli ed è facile giocare sugli effetti speciali. Quest'anno poi ho tradito le regole del nostro Club dei Cialtroni, superando quota 3000 per ben 4 volte. Mea culpa! :unsure: Potete anche radiarmi dal Club se volete... la parola spetta al Presidente @Montinvisibili... :help: ..... :mumble:
 
Che spettacolo! Adoro quei toni rugginosi, che alle alte quote segnalano la fine dell'estate e la lenta discesa nell'autunno, e gli alpeggi in pietra scura.
A volte, passando in prossimità di questi alpeggi abbandonati, sembra di entrare tra le pagine di un vecchio libro che descrive con immagini seppiate, la vita che si svolgeva nell'ottocento su quelle montagne. Gli insediamenti rurali si spingevano fino a quote davvero impensabili e spesso la gente che ci abitava rimaneva lassù anche d'inverno, come è il caso di quella malghe poco prima del lago Djouan di cui allego foto.
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A volte, passando in prossimità di questi alpeggi abbandonati, sembra di entrare tra le pagine di un vecchio libro che descrive con immagini seppiate, la vita che si svolgeva nell'ottocento su quelle montagne. Gli insediamenti rurali si spingevano fino a quote davvero impensabili e spesso la gente che ci abitava rimaneva lassù anche d'inverno, come è il caso di quella malghe poco prima del lago Djouan di cui allego foto.
Vedi l'allegato 127369

Caro Fabrizio,
questa è la foto che appezzo più di tutte quelle che hai riportato dall'escursione che hai descritto, forse persino più di quella del lago che pure avevo sottolineato su FB.
Possiede una sorta di forza magnetica che non ha alcuna attinenza con l'estetica, ma con qualcosa di molto, molto più istintivo e profondo.
Se tu chiedessi a un bambino di fare un disegno, ebbene molto probabilmente lo farebbe proprio così : con quelle montagne dal profilo così elementare, e piazzandoci davanti l'immancabile casetta, disegnata a sua volta esattamente come appaiono quelle, con quei tetti che trovo semplicemente ipnotici. E appena due soli colori dominanti, oltre al cielo.
In altre parole, è un'immagine reale che si sovrappone in modo perfetto a come è recepita ed assorbita nella mente e nella fantasia - ancora pure ed incontaminate - di un bambino. Dimostrando in ciò di essere una realtà che aderisce nel modo più profondo a quella che potremmo considerare la nostra natura primigenia : appunto perché tutti noi siamo stati bambini.
Forse il romantico (magari "inguaribile", certo, però mi chiedo pure : sarà una malattia l'esserlo o il non esserlo ?) altro non è che un adulto il quale non riesce a smettere di ricercare nella realtà i disegni della sua infanzia.
Che la velatura del ricordo rende seppiati e "rugginosi".
E per trovarli, riconciliandosi così con se stesso ed il mondo, deve andare agli estremi bordi di tale mondo, quasi fuori, in posti appunto così.

Ciao.
 
Caro Fabrizio,
questa è la foto che appezzo più di tutte quelle che hai riportato dall'escursione che hai descritto, forse persino più di quella del lago che pure avevo sottolineato su FB.
Possiede una sorta di forza magnetica che non ha alcuna attinenza con l'estetica, ma con qualcosa di molto, molto più istintivo e profondo.
Se tu chiedessi a un bambino di fare un disegno, ebbene molto probabilmente lo farebbe proprio così : con quelle montagne dal profilo così elementare, e piazzandoci davanti l'immancabile casetta, disegnata a sua volta esattamente come appaiono quelle, con quei tetti che trovo semplicemente ipnotici. E appena due soli colori dominanti, oltre al cielo.
In altre parole, è un'immagine reale che si sovrappone in modo perfetto a come è recepita ed assorbita nella mente e nella fantasia - ancora pure ed incontaminate - di un bambino. Dimostrando in ciò di essere una realtà che aderisce nel modo più profondo a quella che potremmo considerare la nostra natura primigenia : appunto perché tutti noi siamo stati bambini.
Forse il romantico (magari "inguaribile", certo, però mi chiedo pure : sarà una malattia l'esserlo o il non esserlo ?) altro non è che un adulto il quale non riesce a smettere di ricercare nella realtà i disegni della sua infanzia.
Che la velatura del ricordo rende seppiati e "rugginosi".
E per trovarli, riconciliandosi così con se stesso ed il mondo, deve andare agli estremi bordi di tale mondo, quasi fuori, in posti appunto così.

Ciao.
Infatti è proprio così, una semplice immagine che ci riporta all'infanzia e ai nostri primi approcci con la matita ed i colori. Quante casette, alberelli e montagne ho disegnato da piccolo... e anche da adulto, in quella lunga fase in cui mi sono dedicato alla pittura.
Tu pensa che quell'alpeggio si trova a circa 2500 metri di quota e su uno dei tanti libri che descrive la zona con gli itinerari, spiega che ci abitavano anche d'inverno. E' davvero incredibile che la semplicità di quelle linee nasconde una passata esistenza difficile di chi ci abitava, il tutto inserito in un clima forte e inospitale. Quelle semplici "casette" avranno visto centinaia di bufere di neve che le seppellivano completamente.
Trovo assolutamente affascinanti le coperture a lose che usano i valdostani per coprire i tetti delle loro case, anche quelle di recente costruzione, a testimonianza che la Vallèe, come dicevi tu in un altro post, è una terra a misura d'uomo dove si rispetta l'ambiente e si vive in armonia con il territorio con tutto ciò che offre. Una terra dove andrei a vivere.
 
Caspita Fabri, non sai che ricordi hai fatto riemergere!

Nel 2008 son stato una settimana in campeggio alla fine della valle, al camping al Pont (uniche mie vacande in VdA), e una delle escursioni che abbiamo fatto è stata proprio quella! :)

Noi però ci siamo pigramente fermati al primo lago...eravamno già provati che basta! ;)
 
Caspita Fabri, non sai che ricordi hai fatto riemergere!

Nel 2008 son stato una settimana in campeggio alla fine della valle, al camping al Pont (uniche mie vacande in VdA), e una delle escursioni che abbiamo fatto è stata proprio quella! :)

Noi però ci siamo pigramente fermati al primo lago...eravamno già provati che basta! ;)
Felice di aver risvegliato i ricordi. Capita spesso guardando le foto di altri.
Per l'escursione, anch'io avevo previsto di fermarmi al lago Djouan, ma avrai letto come è andata a finire... sono arrivato al vicino lago Nero e poi... il valico stava proprio lì sopra!!! :lol:;):p
Grazie, ciao!
 
tutto molto bello, la foto della nord del grampa fa venire strane voglie, chissà se un giorno ...
Si si, @kima hai ragione, guardando certe immagini, specialmente dal vivo, le voglie vengono eccome. Infatti ci ho provato il giorno dopo, ma questa è un'altra storia che ancora devo raccontare, appena avrò un po' di tempo, per condividerla con voi. E qui mi servirà il tuo parere che sei l'esperto della zona. :si::lol:
 
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