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comincio a stancarmi...
sembra che le cose dette e ridette non vengano percepite, forse sarò intollerante, ma se dobbiamo menare il can per l'aia me ne tiro fuori:
però per me survival resta un coltellaccio da portarsi quando le situazioni potrebbero volgere al peggio. per la sopravvivenza quotidiana faccio affidamento sul mio cervello, anche se qualcuno potrebbe obiettare che non è un granchè
Spyro non riusciamo a capirci.....non è una questione di coltellaccio.
E' una questione di saper affrontare una situazione aprioristicamente con quello che più probabilmente puoi avere in tasca. E guardacaso non è mai un coltellaccio.
Mi voglio inserire anche io nonostante in queste cose non sia preparato.
Mi sembra un po una forzatura dire che non esistono coltelli survival anche perchè altrimenti il termine perchè esiste? Certo si usa nel momento del bisogno quello che si ha a disposizione ma una persona preparata si porterà ovviamente qualcosa che possa tornare utile in situazioni di emergenza. Altrimenti che ci portiamo a fare tutto il resto come acciarini esche per il fuoco pastiglie potabilizzatrici kit di pronto soccorso? Seguendo lo stesso principio che tanti dicono per il coltello in pratica non bisognerebbe portarsi niente e arrangiarsi con erbe per curarsi e bastoncini per accendere il fuoco. Questo è survival ovviamente tecniche di sopravvivenza. Tutto il resto che invece viene studiato per affrontare certe emergenze è invece un oggetto survival per come la vedo io.
Poi ovvio dipende anche da dove si deve andare e ci si attrezza di conseguenza. Il coltello è sicuramente una delle primissime cose che servono in qualsiasi posto o quasi. Ma ad esempio dovessi andare in una foresta Amazzonica mi porterei un machete e sarebbe quello il mio coltello survival. Nel deserto probabilmente sarebbe più utile un piccolo coltello. Stessa cosa in uno dei nostri boschi a bassa quota perchè più maneggiabili. In alta montagna probabilmente mi porterei piuttosto un piccolo coltello e un'ascia o un'ottima piccola sega per fare legna e non morire di freddo. In tutti i casi un fisso è sicuramente la scelta migliore per questioni di durata, meglio un acciaio carbonioso perchè molto più semplice da affilare anche contro la prima pietra liscia che si trova per terra. Mentre in città o in un viaggio più civile senza dubbio a un fisso non ci puoi manco pensare passeresti per un terrorista poi e sarebbe pure scomodo averlo sempre in tasca solo in attesa di un piccolo imprevisto quindi ottimi i pieghevoli meglio multi tool come un Victorinox o un Letherman se hanno almeno cacciaviti a taglio e croce molto meglio in città è molto più probabile dover stringere una vite o un bullone piuttosto che dover accendere un fuoco. Meglio quindi pieghevole multitool e possibilmente inox tanto sarà molto difficile dover affilare una lama in viaggio e averlo inox ci risparmia parecchia manutenzione.
Io la vedo così semplice parere personale ovvio.
forse sono io che non riesco a farmi capire visto che asserisco quello che voi dite.
io sono survivalist da circa 20 anni (cioè da quando porto il leatherman al fianco) ma mi sento più a 360° (quando posso) con almeno 12-13cm x 3-4mm di sano acciaio al mio fianco.
stiamo sottilizzando sulla terminologia democraticamente assegnata da alfredo, ve ne state accorgendo?
Survival(termine omnicomprensivo)..ossia sopravvivenza si fa con quello che si ha e se non si ha niente uno si inventa qualcosa. Questa può essere di tipo cittadina o di tipo escursionistico o a seguito di una calamità naturale.
coltello survival(la mia definizione)...è una lama che tu in base alla tua manualità e alla tua esperienza decidi di portarti sempre in escursione e di tenerlo sempre addosso. Lama che utilizzerai sia in situazioni "survival" che (vista la tua grande manualità) di bushcraft,woodcraft etc.
Nel caso ti dovresti per esempio trovare da solo disperso in mezzo a un bosco senza lo zaino hai dietro il più "primitivo" utensile da taglio con il quale hai molta manualità che può essere utilizzato in svariati modi e può risultare molto utile.
Si beh è giusto per fare un po di conversazione non ho la pretesa di dire che come la penso io sia esatto o sbagliato il modo di pensare degli altri. Io rispondevo a chi pensa che quasi il coltello manco non se lo si debba portare perchè survival si fa in emergenza imprevista quindi devi saperti arrangiare con quello che trovi al momento. Beh giusto solo che a questo punto allora non ci si dovrebbe mai portare nulla manco un antidolorifico per un malditesta improvviso e a quel punto la cosa potrebbe diventare pure divertente se lo si fa per poco o per scelta ma sicuramente scomodissimo doversi fare pure una lama magari di ossidiana sul posto. Secondo me le tecniche di survival vanno sicuramente imparate ma poi tenute e usate quando davvero serve o se si vuole provare per il resto che è poi quello che mi pare facciano tutti ci si attrezza per riuscire a fare un po tutto. Quindi forse sarebbe giusto dire che non esistono coltelli survival ma ognuno se lo sceglie in base a quello che sa usare e dove deve andare probabilmente.
Edit: Ecco Cadmo mi pare la cosa più giusta anche a me.
@johnn ...il mio intervento non era rivolto in risposta a quello che hai scritto che mi sembra pure corretto, ma al fatto che come al solito spesso si parla o meglio "si esprimono giudizi come fossero sentenze" senza avere ne esperienza, ne manualità. Non solo e spesso si suggerisce pure comprati questo, comprati quello e poi il "piede tenero" che chiede consiglio si ritrova con qualcosa che non userà o non saprà usare e avrà speso anche una barca di soldi!!!!
Ergo ho semplicemente voluto (se ci sono riuscito non lo so) fare chairezza su due concetti: survival e survival knife (azz....quanto odio queste miricanate) che in queste discussioni si ha la propensione a confondere
Si si certo era chiaro, anche io volevo solo dire la mia infatti il post è pieno di "secondo me" probabilmente etc nessuna sentenza anzi io proprio non ho abbastanza esperienza per darla.
In Italia NON SI POSSONO PORTARE I COLTELLI SENZA GIUSTIFICATO MOTIVO, per cui se MI porto in tasca un Opinel n. 6, un VictorInox, un Ka-Bar USMC o un Mora, senza avere una motivazione ragionevole, SONO fuorilegge ed in caso di qualsiasi tipo di controllo sono punibile per legge. Posso subire un controllo ? Mai capitato, forse perchè non ho la faccia da delinquente, forse perchè gli faccio pena, forse perchè alle quattro di mattina non sono in giro a far caciara, forse perchè ho avuto (_!_) ..... mai capitato ..... fermato in auto sì ma a "piedi" mai neanche quando ero bischello ..... ma non vuol dire che non mi possa capitare.
E' anche vero che però IO il coltello me lo porto in giro solo se sono in montagna, e non quando sono in giro per il paese per comprare il pane e se capita è più l'eccezione che la regola, per cui non mi è mai capitato di farlo cadere perchè ho tirato fuori il fazzoletto dai pantaloni nè porto pantaloni attillati tali per il quale si possa intravvedere ......
Per tanto, da bravo cittadino quale sono , IO un coltello nella vita quotidiana/normale non c'è l'ho per cui il mio coltello survival "normale" per la quotidianità è quelle quattro cose che conosco, l'ave maria ed il padre nostro e quella dose di fortuna che spero sempre di avere ma che però non ho mai e quelle quattro cose che ho in tasca. Intendiamoci, mi piacerebbe averlo un coltello, ma sono fatte troppo male ed è così.
Però quando sono in MONTAGNA mi sento libero di sbizzarrirmi ed un coltellaccio è sempre con me, un Ka-Bar USMC, un Bowie, un coltello comprato su una bancherella senza arte ne parte ma pur sempre un coltellaccio da almeno 15-18 cm (non che mi metta lì con il metro ..... vado a spanna e a cuore) spesso quei 4-5 mm, ovviamente lama fissa e possibilmente full-tang. Questo è il mio coltello che porto con me da sempre ...... da oltre trentanni di montagna ...... ed il MIO coltello.
Un coltello di quel genere, a me, dà sicurezza e sono convinto (magari sbagliando) che mi potrebbe essere molto più utile che un Opinel n.8 in situazioni di emergenza. Non mi sento Rambo, non me ne frega nulla se chi mi vede pensa che sia Rambo anche perchè poi mi guarda bene e si mette a ridere visto che non sono di certo un figurino e nè mi crea problemi se qualcuno è vicino a me con un Opinel non lo vivo di certo come una gara a chi c'è l'ha più lungo (per me ...... poi se gli altri sono affari degli altri).
Dopo di che se il mio è da considerare da sopravvivenza, da esaltato, da caccia, da nostalgico, da quello che volete ...... sta di fatto che se mi dovessi trovare nei guai preferirei avere con me "lui" che un folder ..... poi quello che avrò, se l'avrò, sarà quello che sarà ma partendo preparato, in montagna, parto così. Anche perchè in caso di emergenza alla fine il coltello con cui uno sopravvive, se sopravvive, è quello che avrà in quel momento ma questo non lo fà diventare il coltello da sopravvivenza IDEALE o più adeguato.
Uno vuole essere "previdente" anche oltre quelle situazioni dove un coltello è giustificato ? ...... si porti un pinza multi tools ..... che può andare bene in città come in campagna come in montagna ed allora parleremo di pinze da sopravvivenza.
...
sarà ma a me queste dispute sembrano sempre di più quelle che gli italiani medi fanno al bar prima e dopo le partite di calcio: tutti sono esperti e saggi e possiedono la verità e nessuno intende cedere un millimetro
Aggiungo che mentre in paesi come l'inghilterra esiste un bushcraft expo e in altri come gli usa e il canada c'è una sorta di passione per lo stare alcuni giorni in mezzo alla natura con lo stretto indispensabile nello zaino qui la cultura è quella dell'escursionimo con meta una vetta seguendo il sentiero, un panino e via. In italia ci sono svariati appassionati di bush, surv, wood che si documentano ma praticano veramente poco e svariati appassionati che non praticano. Ecco io mi spavento di questi che dicono tante cose, seguendo anche mode del momento e come al bar ...non cedoo di un millimetro. Il discorso è sempre lo stesso si vede un prodotto pubblicizzato da uno che risulta figo e tutti che si comprano quell'aggeggio che dopo 2 gg lo mettono nello sgabuzzino!! senza averlo mai usato però poi ti scrivono che è indispensabile se pratichi outdoor e se vedi le foto postate sembrano che escono dal negozio!!!
.... come dicono a roma:: "ma dde che?? AO' ".
Vero, purtroppo. Qui da noi l'escursionismo è più focalizzato verso "la vetta", "il sentiero". Personalmente a me non piace pù andare in alta montagna, e sai perchè? Perchè mi accorgo che al di là del gesto "atletico" e del poter dire che ci sono andato anche io, quando sono sul Monte Amaro di turno, mi accorgo che io con quell'ambiente non c'entro veramente nulla, è ostile per me, ci sono solo pietre e stelle alpine, che c'entro io in un posto del genere? (personalissima sensazione non critico chi ama le vette).
Secondo me la cosa dipende molto dal forte livello di antropizzazione del territorio italiano, che fa si che copn una giornata di cammino si arriva sempre a un paesello o almeno a una casa, e le Montagne e la Natura in generale, prima che essere luogo di cazzeggio bushcraft, erano luogo di lavoro (carbonai, pastori, taglialegna, cacciatori), quindi ci si approccia con disillusione, il che toglie gran parte del gusto nel farlo. Se poi a questo aggiungi che la vita all'aria a perta non fa molto parte della cultura italiana e inoltre che quasi sempre si è in parchi protettissimi, e quindi se ti beccano che stacchi un rametto da un albero o accendi un fuocherello o fai un riparo ti si in/ulano a passo di cammello...
Vero, purtroppo. Qui da noi l'escursionismo è più focalizzato verso "la vetta", "il sentiero". Personalmente a me non piace pù andare in alta montagna, e sai perchè? Perchè mi accorgo che al di là del gesto "atletico" e del poter dire che ci sono andato anche io, quando sono sul Monte Amaro di turno, mi accorgo che io con quell'ambiente non c'entro veramente nulla, è ostile per me, ci sono solo pietre e stelle alpine, che c'entro io in un posto del genere? (personalissima sensazione non critico chi ama le vette).
Secondo me la cosa dipende molto dal forte livello di antropizzazione del territorio italiano, che fa si che copn una giornata di cammino si arriva sempre a un paesello o almeno a una casa, e le Montagne e la Natura in generale, prima che essere luogo di cazzeggio bushcraft, erano luogo di lavoro (carbonai, pastori, taglialegna, cacciatori), quindi ci si approccia con disillusione, il che toglie gran parte del gusto nel farlo. Se poi a questo aggiungi che la vita all'aria a perta non fa molto parte della cultura italiana e inoltre che quasi sempre si è in parchi protettissimi, e quindi se ti beccano che stacchi un rametto da un albero o accendi un fuocherello o fai un riparo ti si in/ulano a passo di cammello...
Be (personale sensazione) andare in vetta mi piace per il panorama che solo da li si può ammirare, ma in genere una vetta 1800/2000 in genere è spoglia da una sensazione di tristezza è bello starci quello che basta per vedere il panorama e farsi una foto ricordo.
Le sensazioni più belle le ho quando attraverso il bosco prima dell'attacco al sentiero verso la vetta o quando dormo fuori o mi piace osservare i colori che assumono gli alberi quando la luce è al tramonto, all'alba insomma il bosco di certo mi incuriosisce di più e mi piace di più.
Fortunatamente in motagna fino ad adesso ci vado con gente come me che piace godersela, ma ci sono quelli che prendono il sentiero per la vetta con il cronometro o mangiano solo barrette energetiche per portare meno peso e muoversi più veloci..mah de gustibus. A me piace accamparmi ecostruirmi tutti quegli ammennicoli per la vita da campo quella si che è una cosa bella ovviamente nel rispetto della natura
Poi logicamente la doppietta e una buona dose di cartucce ....
Quando vado negli U.S.A. porto sempre una Beretta perche' e' piu' comoda da portare che la doppietta .
Come avevo detto 3 pagine fa' ..... certe cose dipendono anche da dove vivi sul globo .
Provo io, con degli accenni sul tema del "survival" urbano.
Il termine che usa Vin: "LOGICAMENTE" secondo me e' la chiave per capire tutto il VERO discorso del "Survival", emergency, etc etc. Notate come lui dice che e' LOGICO portarsi dietro un fucile, allo stesso piano di un coltello. Secondo me, se si parla di emergenze o Survival, si parte dalle necessita' e DOPO si vede quali sono gli arnesi che servono ad affrontare queste necessita'.
Che cosa e' un coltello? e' un arnese per separare materiale, neanche tanto duro... In un contesto urbano, il miglior modo di separare materiale e poi farne quello che vuoi ( anche prendere una rifinitura di acciaio e poi limarla sul marciapiede per farne una lama) e' il cacciavite. A mio parere, quello che viene con i vari leatherman, etc e' insufficiente, ci vogliono almeno 4 punte: 2 phillips media e grossa e due normali, media e larga, e poi una pinza a tenaglia per aprire dadi e bulloni.
Lavoro a Manhattan ed ogni giorno prendo il treno che passa sotto il fiume Hudson, sbuco in citta' e sono circondato da grattacieli, l'isola di Manhattan, durante la giornata lavorativa, ha piu' di 3.5 milioni di esseri umani, e ci sono solo 6-7 ponti e tunnels per uscire od entrare. Queste cose ti fanno pensare.....
Vinn immagina che per sfiga o che altro perdi tutta la bella roba che ti porti e rimani solo con ciò che hai in tasca e quello che hai imparato nel cervello.....ecco questo è survival.
Dovrei perdere la gamba destra per perdere il mio Buck e Leatherman che sono assieme .
Non uso lo zaino ma il webbing militare ....che potrei anche perdere , mi puo' capitare di perdere la doppietta , ma il mio basic survival Kit e' sempre attaccato al mio fianco dal momento che esco di casa a quando ritorno .
Di notte quando dormo nei boschi e anche quando faccio il bagno nei laghi .... e' sempre al mio fianco ....ehehe
Non mi serve in contesto urbano perche' abito nei boschi e in paese vado raramente .
Capisco benissimo il tuo concetto di survival se rimani in mutande .... ma per me quella e' tutta roba che ho imparato 20 anni fa' a militare qui in Canada .
Oggi sono libero di portare quello che trovo utile e nei boschi trovo utile portare quello che ho scelto .
Come dice Gianluca e Spyro quei 20cm di lama spessa soddisfano il mioEGO .....
Comunque in quel estremo caso di emergency , ipotesi , fusse ca fusse .... non prevedo problemi a cavarmela con niente ......... dopo tutti gli anni di esperienza passata nei boschi da civile e militare
L' importante e sapere come e quando cosa fare.....quello che ti trovi in tasca e' tutto un bonus , nel mio caso ho sempre al mio fianco tutto quello che mi occorre
Aggiungo in piu' che Sile ha pienamente ragione
In caso di catastrofe o emergency non tutti se la caveranno facilmente con o senza attrezzi .
Posso dire con certezza che Gianluca , Spyro , Crafter , Riboaction , Cadmo , Madmax il sottoscritto e altri amici del forum che conosco ..........se la caveranno bene in qualsiasi situazione , anche se dovessimo uscire di casa in fretta con solo adosso pantaloncini e ciabatte ....
Ho notato che spesso, sia sui forum che sulle riviste specializzate, si tende a confondere il “bushcraft” con il “survival”, o viceversa. Lungi da me l’idea di annoiarvi(mi) con distinzioni e tecnicismi vari sulle due discipline, mi limiterò a fare una breve distinzione di tipo anatomico/funzionale relativa ai coltelli e al loro uso nel bushcraft e nel survival.
Nell’immagine sottostante abbiamo 3 gruppi di coltelli: A, B, e gli Altri
I coltelli del gruppo A rappresentano bene il coltello bushcraft. Le caratteristiche tipiche sono:
- lunghezza della lama di 10-11 cm
- lunghezza della lama pari alla lunghezza dell’impugnatura
- assenza totale o quasi di guardie (in alcuni casi un accenno di guardia ventrale)
- Forma generale semplice e lineare
Il bushcraft è saper vivere nella natura, sfruttando e utilizzando le risorse e le tecniche disponibili. Le caratteristiche dei coltelli del gruppo A sono quelle che rispondono meglio all’esigenza di 1. lavorare e modellare il legno: questo è il compito principale di un coltello bushcraft; infatti il legno è il materiale base da cui dovremo ricavare riparo, fuoco e decine di utensili di uso quotidiano 2. lavorare altri materiali naturali quali pelle e pellami 3. aiutarci a preparare il cibo.
Molto diverso è il discorso relativo al survival: si tratta in questo caso di saper sopravvivere in situazioni di emergenza e avverse, fino al ritorno alla normalità. Tali situazioni ovviamente possono capitare sia in natura, che in casa, in una città, su una nave, in autobus ecc. Ovunque e in qualunque momento, insomma. Ed ecco che a questo punto la definizione di coltello survival sfuma e scompare, non possiamo definirne le caratteristiche, la tipologia. Perché l’unica definizione valida per il coltello survival è “quello che abbiamo con noi nel momento dell’emergenza”, intendendo letteralmente il coltello che abbiamo in tasca o alla cintura. Quelli che pensavano al Gruppo B per la definizione di coltello survival, si sono sbagliati: difficilmente avrete al fianco un coltello così grosso, a meno che siate in escursione. La maggior parte delle volte il coltello che avremo in tasca o al fianco nel momento dell’emergenza sarà piccolo e compatto, un multiuso, un folder o un piccolo coltello fisso. Tutti i coltelli presenti nella foto possono quindi definirsi coltelli survival, dipende solo se li avremo sulla nostra persona nel momento giusto e come li sapremo usare.
Mi pare che si sia filosofeggiato un po' troppo. Io sono più pragmatico. Per la sopravvivenza serve soprattutto un'attrezzo, il cervello, unita ad una buona dose di fortuna. Poi viene tutto il resto, come coltello quello che hai ti deve bastare, sia esso da 5 o 20 cm. Cos'è un cortello survival invece? Per me è una lama particolarmente robusta studiata per adempiere a vari usi: non a caso i modelli più famosi hanno incorporato seghe, bussole, aghi, filo, ecc, ecc. Funzionano? Sono utili? Hanno senso? Boh, non lo so, ma di certo esistono e il loro target di utilizzo, almeno per chi li ha progettati, è diverso da quello di Mora. Inoltre, molti coltelli da sopravvienza (Buck184, Camillus Pilot ecc.) sono direttamente o indirettamente derivati da lame/baionette di uso militare, dove a ben vedere la sopravvivenza implicava anche il difendersi dal nemico oltre che dalla natura.