MA.....MI ERO PERSO QUESTA DISCUSSIONE!?
Beh, rimedio subito: come già detto da Paolo04, le dimensioni delle mani fanno la vera differenza nella scelta della misura del manico (tenendo sempre conto del fatto che spesso potrebbe essere necessario manovrarlo indossando i guanti).
Detto questo, il mio personalissimo parere è che uno dei profili migliori sia quello più o meno rivisitato, del cosiddetto 'woodlore', preferendo un bisello 'sabre' o uno 'scandivex', a seconda di quali legni si affrontano prevalentemente, di spessore tra 3 e 4mm (meno diventa troppo debole, di più inizia ad essere un po' goffo), con un manico in micarta, che garantisce un'ottima presa, è abbastanza economica, non risente troppo delle bastonate, ed è sufficientemente resistente all'usura.
Come acciaio, preferisco i carboniosi: io sto riscontrando un'infinita soddisfazione nell'usare 80crv2 e O1: i rapporti tra costo, resilienza, resistenza all'usura, tenuta del filo e facilità di affilatura sono imparagonabili a qualsiasi superinox. Le storie sulle macchie di ossido (l'utilizzo frequente è il miglior antiruggine del mondo), o la contaminazione dei sapori, sinceramente le trovo delle paranoie mentali indegne persino di un fighetto come me (che sono VERAMENTE una fighetta); cioè, se ti fai da parte per un po' di ruggine, è meglio che in un bosco non ci metti piede proprio.
A me, che sono destrimane, piace avere solo lo spigolo sinistro del dorso, molto affilato: si presta bene per grattare qualsiasi superficie sufficientemente tenera, ma non indolenzisce il pollice durante sessioni di taglio/intaglio più lunghe; specialmente sul legno asciutto.
La lunghezza della lama dovrebbe stare tra i 8 e i 12 cm, per non essere troppo limitante in uno o nell'altro senso; vale sempre la pena ricordare a cosa un coltello da crafting dovrebbe servire, ovvero a svolgere operazioni di carpenteria, e realizzare piccoli oggetti d'artigianato.
Per quanto riguarda i foderi, io sono un tradizionalista, e preferisco il cuoio, che sia portabile alto o basculante, a scelta di chi lo indossa, ma materiali all'avanguardia non fanno tanta differenza: l'importante è che sia comodo, di facile e sicura estrazione e porto, leggero ma che non si sfasci alla prima caduta.
Ma come si fa a scegliere una lama da bushcraft? Per me è abbastanza semplica: basta guardare chi lo usa, cosa ci realizza; e ormai su ogni lama esistono decine di videorecensioni.
Riesci a farci dei riccioli? intagliare un Trystick dall'inizio alla fine? Spaccare a metà un legnetto di diametro pari ad almeno metà lunghezza della lama? Utilizzarlo, all'occorrenza come scalpello da legno? Tagliarci del cibo senza che sembri passato sotto una motosega? Riaffilarlo facilmente, sul campo? Usarlo per ricavarci delle posate per mangiare? Lavorare di buona lena per almeno un'ora sul legno asciutto, senza che perda significativamente capacità di tagliare? Grattare efficacemente col dorso la corteccia di un ramo verde, o la polpa di uno asciutto? Impugnarlo velocemente e usarlo per un'ora, di buona lena, senza poi bestemmiare tutto il Pantheon in cui credi/crede qualcun altro?
Se la risposta è 'SI' a tutte queste domande, allora hai trovato il coltello che fa per te.
Personalmente sto trovando belle soddisfazioni con gli Enzo Trapper (ne ho un paio: uno comprato, uno fatto da me) e con un L.T.Wright, che per me rappresentano il sunto di tutto ciò di cui sopra.