Sarà un consiglio del cavolo, ma io comincerei a comprare un libro, che insegna tante cose che sono scontate solo dopo che le sai, assicurati quindi di saperle
. Dico uno dei tanti libri di escursionismo, o di trekking, che si trovano nelle librerie.
Non so che escursioni fai quando fai le settimane in montagna. Se sono vere escursioni, con zaino e scarponi, e dislivelli di qualche centinaio di metri, allora sei già svezzato. Sai già che scarpe usare, che calzini, come evitare le vesciche, sai già che c'è da premunirsi per la pioggia senza fidarsi delle previsioni del tempo, sai già che il fiato va gestito, le energie vanno calcolate, l'acqua va portata, le storte evitate e ogni passo va fatto con un po' di criterio, che c'è da tenere presenti la vipere, i temporali, le zecche, sai già che andare in montagna è diverso che andare al mare.
Come seconda cosa, curerei l'aspetto cartografico, l'orientamento. Questa è una cosa, ahimé, che si può fare solo andando in giro da soli. In gruppo (parlo della tipica escursione organizzata, in torpedone) sei solo e sempre una pecora nel gregge, non potrai mai tirare fuori la mappa per fare il punto e, se lo facessi, la cosa verrebbe vista come un atto di scarsa fiducia nei confronti della guida, o un modo di atteggiarsi, o chissà che.
Per imparare ad andare da soli, l'unica cosa da fare è andare da soli. Per imparare a usare la carta, la bussola, l'altimetro, l'unica cosa è usarli e quindi avere il tempo, la tranquillità, di fermarti a riflettere sulla carta e su quello che vedi intorno a te, individuare i punti di riferimento, prenderti il tempo di identificare quelli nuovi mano a mano che appaiono, tenerli d'occhio come il pastore tiene d'occhio il gregge.
Per cominciare andrei su sentieri sicuramente ben segnati (Terminillo, Simbruini sono in genere, penso, meglio segnati che i Lepini di sicuro). Mi "divertirei" a fare il punto, ad avanzare di bussola, a riconoscere sulla carta il paesaggio, prendendomi tutto il tempo, avendo comunque la sicurezza di un sentiero ben segnato. Sono cose che puoi fare solo in solitudine oppure con un paio di amici che, come te, vogliono imparare ad usare carta e bussola.
Naturalmente non bisogna neanche essere presuntuosi, e tu fai bene a dimostrare prudenza. Il nebbione può mettere in crisi chiunque su un percorso non conosciuto, un bosco con pendio può far perdere chiunque. Nebbia + bosco + sentiero non noto e hai le condizioni ideali per la chiamata al 118.
La risposta secondo me si chiama "GPS e telefonino". Con questi due attrezzi sei comunque equipaggiato per risolvere gli errori di orientamento e per chiamare soccorso in caso di infortunio. Bada che anche il GPS va studiato e conosciuto bene. Altri ti diranno che il GPS è inutile ma a me pare un po' come dire che il vero automobilista va in giro senza ruota di scorta. E' pur vero che se hai il GPS allora questo condiziona il tuo modo di procedere, cioè applichi meno le buone regole di carta, bussola, altimetro e punti noti.
Anche dell'altimetro alcuni ti diranno che è inutile, io lo trovo uno strumento molto utile. Vedi tu se vuoi farne a meno oppure no.
Per il resto, andare da solo ti aprirà un modo nuovo di andare in montagna, secondo me anche più appagante della gita in compagnia, e con la libertà aggiunta di essere tu a definire gli orari. Io la "regola della levataccia" non l'ho mai applicata. Comincio l'escursione a mezzogiorno, faccio la salita col sole che picchia, torno all'auto in prossimità del tramonto, ceno fuori, e vivo felice. In gruppo questo è impossibile, vige il dogma non scritto ma ferreo della salita col fresco e della discesa col caldo, per non parlare dell'"a casa per cena".