Chiaramente il mio era un pour parler bonariamente provocatorio, sono il primo ad essersi sempre reso conto di certe incongruenze logiche che - se incardinate in un pensiero collettivo - risultano ancora più illogiche, rasentando talvolta il comico. Può sembrare strano che un approccio da "spirito critico" possa applicarsi anche alla pastasciutta
, ma così è
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Ad esempio: sempre in tema di attempatissime "raccomandazioni" (da applicare meccanicamente) si è sempre detto che una volta spento il gas sotto la pentola si dovrebbe versare un bicchiere d'acqua fredda "per fermare la cottura" (ossia per mantenere la pasta al dente). Ma allora, riflettendoci solo un attimo, la domanda diventa: com'è possibile che prima vada tenuto il gas acceso per far andare avanti la cottura e poi, una volta spento, occorra aggiungere acqua per fermarla ?
Delle due l'una: o la cottura può andare avanti anche senza gas (appunto quella "passiva"), ed allora perché sprecarlo tenendolo acceso ? Oppure va avanti appunto soltanto finché il gas è acceso, ma allora per fermarla basterebbe spegnerlo...senza dover aggiungere alcuna acqua fredda !!!
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Ad ogni modo io della pasta parlo davvero con un distacco quasi da anacoreta
: come già ebbi modo di accennare sono celiaco da oltre 20 anni, quando di punto in bianco mi trovai a doverle dire addio, così come a pane, pizza e quant'altro, in un'epoca - i primi anni 2000 - in cui eravamo appena qualche migliaio in tutta Italia e quindi il mercato dei prodotti sostitutivi era pressoché inesistente. E quel poco che esisteva in giro aveva l'aspetto esclusivamente esteriore dei corrispondenti prodotti con glutine, ma come consistenza erano letteralmente immangiabili.
La pasta, ad esempio: peggio di quella di grano tenero inglese, in pratica con la cottura o si sbriciolava in pezzi oppure proprio si scioglieva nell'acqua, diventando un ammasso di colla. Non aveva un "punto di cottura": passava direttamente da cruda a stracotta, un po' come la sublimazione (il passaggio.diretto solido-gassoso
). E bisognava aggiungere olio nell'acqua di cottura per non farla incollare ancora di più
La vera e propria ingegneria alimentare è arrivata soltanto anni dopo, a mano a mano che si creava un mercato, per sostituire decentemente le funzioni del glutine (nei modi più impensabili: ricorrendo alle proteine di piselli, di lupini, addensanti d'ogni tipo dall'improbabile salubrità, tipo la gomma di guar, ecc.). Sta di fatto però che io, in quanto celiaco della prima ora, avevo già da tempo abbandonato del tutto la pasta (quella schifezza dei primi tempi) e una volta abituato forzosamente al nuovo regime non ho mai più ricominciato a mangiarla: di qui il distacco con cui la osservo e ne parlo. Ed anche quando lo faccio, trattandola istintivamente più come un prodotto chimico che come un alimento
Teoricamente avrei potuto fare da sempre ampio uso di riso, ma in realtà - visto che qui si parlava di amidi - i prodotti gluten free sono spesso un vero e proprio concentrato di amidi, ai quali si ricorre a mani basse, che però sono nutrizionalmente pessimi.
È una vita, ahimé, che mi ritrovo ad affrontare nella giornata blackout energetici (mi verrebbe da buttarmi a terra tale è l'improvvisa mancanza di forze
), che evidentemente derivano dai classici picchi glicemici provocati appunto da alimenti gluten free fortemente amidacei (biscotti, gallette, pane, ecc.) del tutto analoghi a quelli da zuccheri semplici. Tra l'altro perfetti presupposti - se consumati in modo abituale come perno dell'alimentazione - per altre conseguenze serie e croniche come insulinoresistenza, diabete, ecc. Che poi tra l'altro è il danno oltre la beffa, perché queste schifezze vengono pure fatte pagare il triplo o il quadruplo delle corrispondenti "normali".
Per cui questo è anche il motivo per cui ho sempre cercato di evitarmi, in aggiunta a tutti gli altri, almeno gli amidi della pasta (di riso, di mais, ecc.) pure quando è diventata decente al palato, oltre che quelli intrinseci del riso stesso.
Tuttavia poiché presumo che questi effetti (intendo quelli acuti dei picchi glicemici con cali improvvisi di energia) possano presentarsi comunque anche alle persone "normali" quando ingurgitano amidi, e questo lo trovo poco congruente con un'attività come il trekking che necessiterebbe di un rilascio energetico lento e costante, mi chiedevo quanto sia funzionale una cosa come la "risottatura" in termini strettamente nutrizionali. A meno che lo si faccia per cena, dopo la quale bisogna solo andare a nanna.
Forse questa è un'altra sfaccettatura su cui indagare.