Come cucinare 2 etti di pasta su una gavettina da 900ml

Beh, la “risottatura” fa comunque leva sull’amido. Nel senso, sai che c’è e pensi bene di sfruttarlo.
La cacio e pepe è l’esempio più eclatante, si tratta di un risultato che, semplicemente, ottieni solo a quel modo e diversamente sarebbe... Qualcos’altro.
Il punto è avere interesse nel pensare all’amido, al gioco dei tempi di cottura e all’amalgama col condimento.
Perché limitarsi a gettare la pasta nel pentolone, col timer, pensando che quando suonerà dovrai semplicemente “impiattare” aggiungendo il condimento, è qualcosa che si presta molto più facilmente al tran-tran quotidiano.
Bisogna verificare, comunque, che il condimento si presti e non subisca l’amido come una negativa alterazione di consistenza e sapore. Questo è un altro punto ancora.

In ottica outdoor ovviamente credo la risottatura riceva più consensi per i vantaggi in termini di quantità di acqua e combustibile che non per l’amalgama fornita dall’amido.

Personalmente apprezzo la risottatura anche nella cucina quotidiana.
 
Sì, ma la domanda sorge spontanea : se questa "risottatura" della pasta è così epica, geniale, godibile, logica ed ovvia...perché fin da quando è stata inventata la si fa bollire in litri e litri d'acqua (anzi addirittura SI RACCOMANDA sempre almeno un litro per etto)...e perché esistono pentole e pentoloni ?!? Sarà masochismo ? :D
Ti rispondo con una domanda provocatoria: Perché dalla notte dei tempi si cuoce la pasta lasciando bollire l’acqua per tutto il tempo di cottura quando NON E’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO come dimostrato da Dario Bressanini i nei suoi video?
Solo ora che il gas e la corrente elettrica hanno raggiunto cifre folli la tecnica della “cottura passiva” (che come spiega Bressanini è un termine errato, ma aiuta a farci intendere) sta trovando forte consenso in moltissime case italiane. Perché? Per necessità: per risparmiare sulla bolletta.
Tornando a noi, dunque, perché adottare la tecnica della “risottatura” quando si cucina la pasta durante un trekking? Per necessità: per risparmiare sul peso dello zaino.

A casa non mi metto di certo a centellinare i millilitri di acqua o i tempi di accensione del piano ad induzione, ma in escursione queste accortezze assumono un‘importanza totalmente differente
 
La tecnica di risottatura è una attività normale in ambito culinario anche quando non si hanno problemi di acqua.

Presenta, in ambito "normale", dei vantaggi a livello organolettico, ad esempio la risottatura permette di far assorbire alla pasta i liquidi del sugo rendendola più saporita, inizialmente si usa acqua bollente salata e poi direttamente il sugo. Io la sfrutto per conservare maggiormente la quantità di amido che per alcune preparazioni è vantaggioso, la cacio e pepe ne è un esempio anche se, normalmente, ovvero in cucina, non è una risottatura "canonica", un altro esempio è negli spaghetti alle vongole anche quì una maggior presenza di amido, riducendo al minimo la quantità di acqua tanto da arrivare quasi ad una risottatura "canonica" chiudendo la cottura con il liquido delle vongole. Anche la pasta ai quattro formaggi, lasciando il grana padano a fine cottura, assume, a mio modesto avviso un sapore più marcato.

E' una tecnica che prevede tempo e una certa manualità il che la rende più "selettiva".

Opinioni puramente personali.

Ciao :si:, Gianluca
 
Chiaramente il mio era un pour parler bonariamente provocatorio, sono il primo ad essersi sempre reso conto di certe incongruenze logiche che - se incardinate in un pensiero collettivo - risultano ancora più illogiche, rasentando talvolta il comico. Può sembrare strano che un approccio da "spirito critico" possa applicarsi anche alla pastasciutta o_O , ma così è :) .
Ad esempio: sempre in tema di attempatissime "raccomandazioni" (da applicare meccanicamente) si è sempre detto che una volta spento il gas sotto la pentola si dovrebbe versare un bicchiere d'acqua fredda "per fermare la cottura" (ossia per mantenere la pasta al dente). Ma allora, riflettendoci solo un attimo, la domanda diventa: com'è possibile che prima vada tenuto il gas acceso per far andare avanti la cottura e poi, una volta spento, occorra aggiungere acqua per fermarla ? o_O Delle due l'una: o la cottura può andare avanti anche senza gas (appunto quella "passiva"), ed allora perché sprecarlo tenendolo acceso ? Oppure va avanti appunto soltanto finché il gas è acceso, ma allora per fermarla basterebbe spegnerlo...senza dover aggiungere alcuna acqua fredda !!! :D.

Ad ogni modo io della pasta parlo davvero con un distacco quasi da anacoreta :lol:: come già ebbi modo di accennare sono celiaco da oltre 20 anni, quando di punto in bianco mi trovai a doverle dire addio, così come a pane, pizza e quant'altro, in un'epoca - i primi anni 2000 - in cui eravamo appena qualche migliaio in tutta Italia e quindi il mercato dei prodotti sostitutivi era pressoché inesistente. E quel poco che esisteva in giro aveva l'aspetto esclusivamente esteriore dei corrispondenti prodotti con glutine, ma come consistenza erano letteralmente immangiabili.
La pasta, ad esempio: peggio di quella di grano tenero inglese, in pratica con la cottura o si sbriciolava in pezzi oppure proprio si scioglieva nell'acqua, diventando un ammasso di colla. Non aveva un "punto di cottura": passava direttamente da cruda a stracotta, un po' come la sublimazione (il passaggio.diretto solido-gassoso :azz: ). E bisognava aggiungere olio nell'acqua di cottura per non farla incollare ancora di più :azz:
La vera e propria ingegneria alimentare è arrivata soltanto anni dopo, a mano a mano che si creava un mercato, per sostituire decentemente le funzioni del glutine (nei modi più impensabili: ricorrendo alle proteine di piselli, di lupini, addensanti d'ogni tipo dall'improbabile salubrità, tipo la gomma di guar, ecc.). Sta di fatto però che io, in quanto celiaco della prima ora, avevo già da tempo abbandonato del tutto la pasta (quella schifezza dei primi tempi) e una volta abituato forzosamente al nuovo regime non ho mai più ricominciato a mangiarla: di qui il distacco con cui la osservo e ne parlo. Ed anche quando lo faccio, trattandola istintivamente più come un prodotto chimico che come un alimento :p
Teoricamente avrei potuto fare da sempre ampio uso di riso, ma in realtà - visto che qui si parlava di amidi - i prodotti gluten free sono spesso un vero e proprio concentrato di amidi, ai quali si ricorre a mani basse, che però sono nutrizionalmente pessimi.
È una vita, ahimé, che mi ritrovo ad affrontare nella giornata blackout energetici (mi verrebbe da buttarmi a terra tale è l'improvvisa mancanza di forze :( ), che evidentemente derivano dai classici picchi glicemici provocati appunto da alimenti gluten free fortemente amidacei (biscotti, gallette, pane, ecc.) del tutto analoghi a quelli da zuccheri semplici. Tra l'altro perfetti presupposti - se consumati in modo abituale come perno dell'alimentazione - per altre conseguenze serie e croniche come insulinoresistenza, diabete, ecc. Che poi tra l'altro è il danno oltre la beffa, perché queste schifezze vengono pure fatte pagare il triplo o il quadruplo delle corrispondenti "normali".
Per cui questo è anche il motivo per cui ho sempre cercato di evitarmi, in aggiunta a tutti gli altri, almeno gli amidi della pasta (di riso, di mais, ecc.) pure quando è diventata decente al palato, oltre che quelli intrinseci del riso stesso.
Tuttavia poiché presumo che questi effetti (intendo quelli acuti dei picchi glicemici con cali improvvisi di energia) possano presentarsi comunque anche alle persone "normali" quando ingurgitano amidi, e questo lo trovo poco congruente con un'attività come il trekking che necessiterebbe di un rilascio energetico lento e costante, mi chiedevo quanto sia funzionale una cosa come la "risottatura" in termini strettamente nutrizionali. A meno che lo si faccia per cena, dopo la quale bisogna solo andare a nanna.
Forse questa è un'altra sfaccettatura su cui indagare.
 
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Credo che, molto candidamente, subentri l’aspetto psicologico cui si fa spesso riferimento.
Concedendomi il lusso di generalizzare volutamente, siamo tutti cresciuti a suon di forchettate di pasta.
Un’attenta analisi dei valori nutrizionali di ciò che si va ad addentare risulterebbe senza dubbio salutare ed efficace in termini di efficienza fisica e mentale.

Ma d’altronde, dopo anni trascorsi a leggere questo forum (vi seguo da quando avevo la metà degli anni che ho adesso), posso dire che statisticamente, nelle discussioni relative al cibo in escursione, parole come “salame”, “vino”, “pasta”, saltano fuori a braccetto con varie declinazioni del concetto di “rinfrancare lo spirito”.
E credo questo risponda alla questione.
 
Beh ma certo, la disputa "salame/barretta" per quanto classica è solo apparente, un istinto a contrapporsi come tra guelfi e ghibellini (in tutto, persino come accade ora sulla figura di Putin). Apparente perché una cosa non esclude affatto l'altra.
Certe volte il cibo dev'essere per forza "nutrizione" perché altrimenti è come mettere gasolio al posto della benzina o viceversa (pianti il motore); ma in altre circostanze è parimenti - e in modo altrettanto perentorio - gusto e palatabilita', altrimenti a "piantarsi" (in crisi depressiva) è la mente...
 
Se in abbinamento alla pasta ci sono proteine si limita il picco glicemico, non lo dico io ma i vari medici nutrizionisti sportivi uno dei tanti :



Comunque pure lui parla di persone sedentarie, uno che brucia 4-600 kcal ora (runner, ciclista etc) quando reintegra non ha di questi problemi, anzi è consigliato assumere cibi ad alto indice glicemico post attivita per massimizzare il reintegro.

Uno che fa attività per diverse ore, e magari protratto per giorni settimane mesi, è sempre in fase di reintegro!

Oltretutto nessuno in trail lunghi o viaggi (io manco a casa) campa a pasta e olio, ma ci abbini sempre tonno sgrombri legumi etc per integrare una buona quantità di proteine, che non è banale io per stare a 1,5 gr devo arrivare a 100 gr, e pur contando quella dei cereali mica sempre la raggiungo!

Il mio rapporto con il cibo è ; mangio perché devo sopravvivere , viaggiare ha cambiato totalmente il mio modo di mangiare.
 
Beh ma certo, la disputa "salame/barretta" per quanto classica è solo apparente, un istinto a contrapporsi come tra guelfi e ghibellini (in tutto, persino come accade ora sulla figura di Putin). Apparente perché una cosa non esclude affatto l'altra.
Certe volte il cibo dev'essere per forza "nutrizione" perché altrimenti è come mettere gasolio al posto della benzina o viceversa (pianti il motore); ma in altre circostanze è parimenti - e in modo altrettanto perentorio - gusto e palatabilita', altrimenti a "piantarsi" (in crisi depressiva) è la mente...
Hai fatto centro…è quello che vorrei riuscire a dimostrare con i miei esperimenti culinari. Sono infatti convinto che densità calorica, praticità, peso, tempo e gusto (quindi il piacere di mangiare) possono tranquillamente coesistere anche durante la pratica escursionistica…ovviamente non è pensabile avere le stesse possibilità che si possono avere nel quotidiano, ma le soluzioni non mancano se si impiega un po’ di fantasia e voglia di sperimentare.
 
@paiolo dovevo fare colazione, già che c ero ho cucinato anche quella per il pranzo .
Comunque per la precisione erano 360 gr, 10 gr si sono sacrificati sul fondo.

Come scritto uso solo spaghetti o linguine, non vale la pena altri formati per il volume in cottura

Come in foto butto la pasta e metto un cm in più di acqua, poi l aggiungo in cottura , così la pasta l assorbe e spreco meno acqua e gas.
 

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Ciao, mi domandavo se mettere la pasta in acqua fredda (sciaquandola) per qualche minuto prima di cucunarla possa far perdere un po' di amido e far risultare la pasta meno "collosa". Questo è anche il procedimento per ridurre il problema dell'amido del riso che viene fatto in giappone (per esempio per fare il sushi). Qualcuno ha provato?
 
Di solito escludevo spaghetti/linguine in ambito trekking perché nella mia concezione richiedono PIU' acqua per essere cotti rispetto a fusilli & co...pena rischio elevatissimo che si attacchino fra di loro (e li ho esclusi sempre a malincuore perché da trasportare in zaino sono super-compatti!).

Ma dalle tue foto sembrerebbe che mi stia sbagliando di grosso.

Non riesco ad immaginarmi come fai a mescolare quel blocco di spaghetti e a non farli diventare un blocco unico (magari con spaghetti al centro completamente crudi), ma a quanto pare in una maniera o nell'altra è possibile!

Sul fondo dicevi si sono incollati?
 
Diventano un blocco se li lasci cuocere senza muoverli , basta andare su e giù con il cucchiaio ed eviti il problema, poi li mescoli solo quando vedi che si piegano...ergo verso fine cottura.

Sul fondo con il fornello a gas ,la fiamma è un po' troppo concentrata e ogni tanto mi capita , ma non mi pongo il problema, appena raffredda si staccano e li mangio (magari prima di cucinare l altro pasto)

Comunque era dimostrativo, come dicevo al max cucino 250 gr per me ed è più facile.
 
il "trucco" sta nel fidarsi della cottura passiva
Eccomi qui a leggere il post che mi hai consigliato, che dire, ottimo ma in casa, al freddo all aperto per quanto tempo l acqua terrà quella temperatura? 1 minuto? Forse due ?

Con temperature rigide mj converrà continuare a tenere il fornello acceso oppure portarmi un termometro e appena l acqua è sui 90 gradi riaccendere il fornello...non so se è molto fattibile purtroppo per noi
 
Per una gavetta di acqua a 100°C che fuori facciano 20° o 0° in realtà cambia poco... nel secondo caso si raffredderà un 25% più in fretta ma niente di grave.

Se fuori fa particolarmente freddo cmq nessuno ti vieta di mettere qualcosa attorno alla gavetta per isolarla dall'esterno (senza arrivare ai "pot cozy" basta avvolgerla con un pile, anche se mi sa che già un banale sacchetto di carta aiuta molto nel non disperdere il calore)

In uscita escludo l'uso di termometri, se proprio sei in ansia semplicemente a metà cottura riaccendi un attimo il fornello, vedrai che nel giro di un minuto l'acqua riprenderà a bollire.
 
Va bhe il pot cozy posso farlo con una parasole dei cinesi che va benissimo e comunque aiuterebbe,

A sto punto mi serve una gavetta con pentolino annesso da 1,2 litri per i miei 200gr di pasta cotti in serenità

Volevo qualcosa cosi ma un filo più piccolo TOP non è neanche grosso e contiene 1.9l quindi dovrei cuocere anche un po di piu dei 200gr

se lo trovo piu piccolo da 1.2 litri lo prendo subito
 
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